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Autore: londra555    06/03/2012    4 recensioni
AU nel mondo di Harry Potter. I nostri eroi alle prese con uno specchio magico. Sin dove potranno spingersi per salvare Brittany?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Slash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le avventure di Santana Lopez'
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Note: secondo capitolo prima del previsto!!
2.
 
-Santana! Santana! Sveglia!
La ragazza mugugnò qualcosa mentre nascondeva la testa sotto il cuscino per cercare di sfuggire a quella voce.
-Maledizione Santana! Alzati è tardissimo!
-No, altri cinque minuti, Brittany.
-Ma quali cinque minuti! Arriverai in ritardo alla lezione di pozioni! La Sylvester ti mangerà viva! E poi chi è Brittany?
Santana si riscosse. Si mise a sedere con un movimento troppo rapido che le diede un forte senso di nausea.
-Brittany? – chiese mentre si passava una mano sul viso cercando di aprire gli occhi.
-Ma quale Brittany! Oggi sei più strana del solito! Dovresti smettere di bere tanto!
Santana sollevò lo sguardo trovandosi davanti una Rachel già perfettamente vestita che teneva le mani sui fianchi e la guardava come se fosse sua madre.
-Berry?
-Almeno mi riconosci! Chi è Brittany?
-Cosa? Brittany? Tu come fai a conoscere Brittany?
Rachel si portò le mani tra i capelli.
-Questa discussione sta diventando troppo strana per un lunedì mattina! E sei in ritardo! Alzati!
Afferrò il braccio di Santana per sollevarla dal letto. Questa si infilò la tunica che era appoggiata sulla sedia al lato del letto. Aveva un terribile mal di testa. Dopo un paio di tentativi e un milione di sbuffi da parte di Rachel riuscì a infilarla dal lato corretto e fu trascinata fuori dal dormitorio verso la lezione di pozioni.
-Allora chi è Brittany? – chiese Rachel mentre correvano giù dalle scale.
-Ho fatto uno strano sogno ieri notte. – rispose Santana scuotendo la testa.
-Un sogno?
-Si, doveva essere un sogno. Realistico ma pur sempre un sogno.
Finalmente arrivarono all’aula e entrarono. Rachel si sedette al lato di Puck che giocava con una coda di scorpione che ancora si muoveva. Santana sollevò gli occhi al cielo quando vide qual’era l’unico posto libero.
-Fabray – disse a modo di saluto.
Quinn Fabray sollevò lo sguardo per dedicarle un sorriso ironico e un occhiata divertita.
-Lopez, hai un aspetto terribile. Hai festeggiato ieri?
-Non sono affari tuoi!
-Perché? Mi fa piacere sapere che festeggi le tue vittorie, finché puoi!
-Se credi che quest’anno riuscirai a strapparmi quel dannato boccino dalle mani come l’anno scorso, ti sbagli di grosso.
-Sono tre anni che Corvonero vince la coppa di quidditch. Da quando sono cercatore! Vinceremo anche quest’anno!
-Scordatelo! Sto allenando Puck con pupazzi a cui metto la tua faccia! Non uscirai nemmeno sulle tue gambe da quel campo!
Quinn cercò di reprimere un sorriso, si divertiva a infastidire Santana Lopez. E, dopo che l’anno scorso era riuscita a vincere la partita afferrando il boccino all’ultimo, non perdeva occasione per rinfacciarglielo. Ed era stato il suo modo di vendicarsi della bruciante sconfitta in quella stupida sfida di duelli che aveva organizzato l’insegnante di difesa contro le arti oscure. Santana l’aveva fatta finire per terra in meno di un secondo. E ancora non riusciva a capire come c’era riuscita.
Lo scambio di battute fu bruscamente interrotto dalla Sylvester che entrò come una furia sbraitando ordini. Le due si scambiarono un occhiata rassegnata e si concentrarono sulla lezione.
  
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Kurt lanciò un occhiata a Santana che le passò al lato con la testa bassa. Era passata quasi una settimana dalla loro piccola festa privata e lui non era ancora riuscito a parlarle. La vedeva vagare per i corridoi o a lezione con aria pensosa, c’era sicuramente qualcosa che la stava preoccupando. Quella sera l’avrebbe vista e avrebbe avuto delle risposte, a costo di strappargliele con la forza.
Aveva passato la giornata con Blaine, era stato un sabato piacevole. Ma adesso, mentre sgattaiolava fuori dalla sala comune di Grifondoro, non riusciva a non pensare a Santana e al fatto che era un po’ preoccupato per lei. Raggiunse l’aula nella quale si incontravano e la trovò vuota. Si sedette al suolo guardando fuori dalla finestra, poi sentì la porta aprirsi lentamente e Santana entrare.
-Scusa il ritardo, ma quasi mi ha beccata Fabray!
Kurt si alzò e le andò incontro per chiudere la porta dietro di lei, non prima di aver controllato che il corridoio fosse deserto.
-Io non ho avuto problemi! Oggi c’è Blaine che controlla per Grifondoro e so a memoria il percorso che segue.
-Come se fosse un problema! Anche se ti dovesse trovare fuori probabilmente chiuderebbe un occhio.
-Stai mettendo in dubbio l’onore del mio ragazzo? Sarebbe costretto a togliere punti a Grifondoro.
Santana sbuffò come se fosse un idea ridicola e si guadagnò un occhiataccia da parte di Kurt.
-Allora, Santana, cosa c’è che ti preoccupa? – chiese a bruciapelo il ragazzo. Era inutile girarci intorno, la Serpeverde non era famosa per la sua pazienza era meglio essere diretti.
-Niente – rispose distogliendo lo sguardo.
-Oh andiamo San, sai che non ti lascio in pace sinché non mi dici tutto! Non perdiamo tempo!
La ragazza lo guardò per un attimo. Poi scosse la testa.
-No davvero. Non ho niente.
-Giri per i corridoi senza sollevare lo sguardo dai tuoi piedi. Durante le lezioni guardi dei punti indefiniti. L’ultima settimana sei sparita. Allora cosa c’è?
Santana si guardò intorno.
-Ho fatto un sogno strano l’altro giorno. – sussurrò alla fine.
-Di cosa stai parlando?
-Domenica scorsa, dopo la partita, quando siamo venuti qui a festeggiare. Quella notte ho fatto uno strano sogno e adesso non riesco a togliermelo dalla testa.
-Racconta. Andiamo non farti pregare.
-Va bene. Per farla breve ho sognato di essere entrata in una stanza che era chiusa dalle parti dei sotterranei. In quella stanza c’era uno specchio e dentro lo specchio una ragazza.
-Una ragazza?
-Si, era strana. Positivamente dico, era bella e aveva una tunica di Tassorosso. Abbiamo parlato un po’ e mi ha detto che si chiama Brittany. E poi le ho promesso che sarei tornata a trovarla.
-Aspetta ma sei sicura che stavi sognando?
Santana fece un’espressione confusa.
-Certo, cioè non ne sono sicura del tutto. Era tutto così reale. Ma non può essere che un sogno.
-E questa Brittany, cosa ti ha detto?
-Non so, mi ha sgridata perché avevo bevuto e poi mi ha detto che non ha mai conosciuto i suoi genitori e sembrava triste quando stavo andando via.
-Hai provato a ritrovare quella stanza?
-Certo che no!
-E non sei curiosa?
-Non lo so. Cioè è vero che non faccio altro che pensare a lei, ma andiamo, Kurt, una ragazza intrappolata in uno specchio? E’ troppo anche per Hogwarts!
Kurt si alzò in piedi con uno scatto rapido.
-Andiamo! – disse solo.
-Andiamo dove? – chiese confusa Santana.
-Voglio conoscere questa ragazza che non riesci a toglierti dalla testa!
-Ehi! Chi ti ha detto che non riesco a togliermi dalla testa Brittany? E’ solo la situazione che è strana.
-Certo! – disse con una punta di ironia Kurt.
Uscirono dalla stanza guardandosi intorno per essere sicuri che non ci fosse nessuno. Scesero le scale e arrivarono al primo piano, dove erano soliti separarsi. Santana gli fece un gesto con la testa perché la seguisse e stava per infilarsi nelle scale quando una voce li fece gelare.
-Bene bene! Guarda chi abbiamo qui!
I due si voltarono contemporaneamente e si trovarono davanti una ragazza bionda che conoscevano bene.
-Lopez, Hummel! Ma che strana coincidenza! – disse con una risata divertita.
-Fabray, che diavolo ci fai da queste parti?
La ragazza si indicò una spilla che brillava sul bavero della sua tunica.
-Ricordi, Santana? Prefetto! Stavo facendo un giro di controllo.
-Va bene Quinn, cerca di essere breve. Toglici questi punti e facciamola finita – Santana mosse una mano come se non le importasse mentre Kurt era bianco come un cadavere.
-Potrei chiudere un occhio con il nostro Kurt. Ma Santana lo sai quanto mi diverte darti fastidio!
-Aspetta, non è giusto. Hai trovato entrambi fuori dalle nostre rispettive sale comuni dopo il coprifuoco. La punizione va per entrambi. – disse Kurt.
Quinn sorrise divertita.
-Potrei chiudere un occhio per entrambi allora se mi date una buona ragione per spiegarmi perché un serpente e un grifone siano in giro a notte fonda. E poi voi due che, teoricamente, nemmeno vi conoscete.
-Quello che pensi tu non mi interessa Quinn. Non devo dare spiegazioni a te.  
-San, vuoi comportarti bene? – la fulminò Kurt e Santana abbassò la testa.
Quinn li guardò con la bocca spalancata.
-Non posso crederci! Voi due siete amici? Non ho mai visto nessuno rivolgersi a Santana in quel modo e non venire attaccato verbalmente, beh anche fisicamente a dire il vero!
Santana si massaggiò le tempie con aria stanca, non poteva finire quella tortura?
-Allora dacci questa punizione e facciamola finita. Voglio tornare a dormire e dimenticare questa giornata e l’intera settimana se fosse possibile.
-I patti valgono sempre. Se mi date una buona ragione io non vi ho visto. – disse spalancando le braccia.
-Stiamo cercando una ragazza intrappolata in uno specchio! – disse in fretta il ragazzo.
-Kurt! – disse indignata Santana.
-Aspetta. Cosa? – chiese confusa Quinn che non poteva credere a quello che stava succedendo.
-Se ci segui ti raccontiamo tutto. – concluse Kurt mentre spintonava Santana che lo stava guardando come se fosse uno scarafaggio.
I tre scesero le scale, Santana percorse rapidamente il corridoio dove, almeno sulla carta, c’era la porta dietro la quale si sarebbe dovuto trovare lo specchio. Nel frattempo raccontò brevemente tutta la storia a Quinn che aveva un aria scettica.
Davanti alla porta si fermarono, guardandosi intorno.
-Quindi li dietro c’è uno specchio magico? – chiese Quinn con un tono che era un misto tra incredulità e ironia.
-Senti Fabray, sei voluta venire tu con noi! Potevi mandarci in punizione e basta. Quindi togliti quel sorrisino dalla faccia o te lo tolgo io!
Kurt sollevò gli occhi al cielo. La sua amica non aveva un minimo di gentilezza con gli altri. Le spostò entrambe ed aprì la porta per farle smettere di discutere. E poi, siamo sinceri, la curiosità lo stava uccidendo.
La stanza era in penombra. Era esattamente come l’aveva descritta Santana e, automaticamente, sei paia d’occhi si posarono su uno specchio ai cui piedi vi era un lenzuolo bianco.
-Beh, lo specchio c’è davvero – sussurrò incredula Quinn.
-Non posso crederci nemmeno io – aggiunse Santana con lo stesso tono.
Kurt si avvicinava lentamente e, con la stessa lentezza, sollevò una mano fino a toccare la superficie dello specchio.
-E’ vero. Non riflette quello che c’è da questa parte. Sembra una porta come hai detto tu, San.
-E questa ragazza misteriosa? – domandò Quinn che a sua volta aveva allungato la mano per toccare lo specchio.
Santana si strinse nelle spalle.
-Non ne ho idea! L’altra volta era li che canticchiava!
-Canticchiava? – domandarono in coro voltandosi verso di lei.
-Ehi! Ciao!
I tre fecero un salto e urlarono contemporaneamente quando, dal nulla apparve una ragazza dall’altra parte dello specchio. Questa fece un espressione corrucciata per la reazione dei tra ragazzi davanti a lei.
-Vi faccio paura? – mormorò guardandosi i piedi con una strana espressione triste in volto.
-No, certo che non fai paura! Solo non ci aspettavamo di vederti apparire così – si affrettò a dire Santana, guadagnandosi un luminoso sorriso da parte della ragazza dall’altra parte dello specchio.
-Sei tornata davvero. – mormorò questa passando timidamente il peso del suo corpo da un piede all’altro.
-Si – mormorò piano in risposta la latina.
-Se per favore vuoi smettere di flirtare con lei e fai le presentazioni …. – disse Kurt subito zittito da un occhiata omicida dell’amica.
Brittany spostò l’attenzione sui due nuovi arrivati mentre batteva le mani con entusiasmo.
-Si, questa qua è Quinn e lui è Kurt – disse rapidamente Santana.
Quinn fece un passo avanti ricambiando il sorriso di Brittany che nel frattempo aveva riportato la sua totale attenzione sulla ragazza di Serpeverde. Tutti si sedettero al suolo e iniziarono a parlare contemporaneamente.
-Mi state confondendo – si lamentò Brittany che li guardava a bocca aperta.
-Brittany esattamente chi sei? – chiese Quinn che cercava di riprendere il controllo della situazione.
Ma la ragazza a cui aveva fatto la domanda semplicemente scosse la testa con la stessa espressione confusa.
-Brittany! – rispose con un alzata di spalle.
-Si ma voglio dire… sei reale? – chiese Kurt.
La ragazza si toccò con le mani la faccia.
-Si!
-Ok e sei una studentessa di Hogwarts? – continuò Quinn mentre Santana sollevava gli occhi al cielo.
-Si! Guarda – disse Brittany indicando lo stemma sulla tunica con un sorriso orgoglioso – Sono un Tassorosso!
-Brittany – iniziò Santana che non sapeva bene come affrontare l’argomento – Sai di stare dentro uno specchio?
La ragazza si incupì immediatamente a quelle parole e Santana si pentì di aver fatto quella domanda.
-Lo so – mormorò a voce bassa.
-E sai come ci sei finita? – domandò Quinn dopo un momento di silenzio che stava diventando imbarazzante.
Brittany si morse il labbro nervosamente.
-Non ricordo bene.
-Oh non fa niente, Britt. – disse rapidamente Santana – Non devi parlarne se non vuoi.
Kurt sollevò un sopraciglio al sentire il tono gentile della sua amica. Non l’aveva mai sentita parlare così dolcemente, cercò di nascondere un sorriso.
-Però voi siete i primi che parlano con me, qui – continuò Brittany senza guardarli.
-Da quando sei dentro lo specchio? – domandò Kurt curioso.
Ma la ragazza scosse la testa mentre manteneva lo sguardo verso il suolo.
-Britt? Va tutto bene? – chiese piano Santana.
-Prima di finire qui dentro. Nessuno mi parlava. Forse perché non avevo una famiglia. Mi chiamavano strana e mi stavano lontani.
Santana strinse i pugni con forza e digrignò i denti. Automaticamente Quinn e Kurt gli appoggiarono una mano sulle spalle per cercare di calmarla.
-Passavo le pause dalle lezioni da sola. E un giorno sono entrata in una stanza e c’era uno specchio – continuò Brittany con un espressione seria, come se stesse cercando faticosamente di ricordarsi qualcosa – E poi…. non so bene cos’è successo.
Nessuno parlò per qualche minuto. Ciascuno perso nei propri pensieri. Poi Kurt iniziò a raccontare un episodio divertente su un professore e Santana lo guardò confusa. Ma, quando sentì la risata di Brittany, capì cosa stava facendo l’amico. Cercava di farla divertire e tirarle su il morale. Anche Quinn lo capì al volo e si unì a lui. Santana sorrise mentre guardava Brittany che era tornata allegra.
Dopo qualche tempo Quinn si alzò in piedi.
-Dobbiamo andare. Inizia a essere tardi, nemmeno io posso farmi trovare in giro a quest’ora. Usciamo uno alla volta. Io vado per prima, il mio dormitorio è il più lontano.
Pochi minuti dopo uscì dalla stanza anche Kurt dopo aver salutato le due ragazze.
-Devo andare anche io – sussurrò Santana alla fine.
-Tornerai?
-Tutte le sere.
  
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