Anime & Manga > Slam Dunk
Segui la storia  |       
Autore: Akari    08/10/2006    0 recensioni
una piccola finestra sul passato di Mitsui
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hisashi Mitsui
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO III: Watashi

 

La verità era, che mi sentivo terribilmente solo. Sentivo questo sentimento in me pesante come una roccia, ma ero incapace di fare qualunque cosa per scrollarmelo di dosso. Com’era possibile? Passavo tutto il giorno con Tetsuo e gli altri, ne trascorrevamo insieme di cotte e di crude, avevo ai miei ordini tutto il gruppo e al fianco lui, sempre pronti ad aiutarci l’uno con l’altro. Lui mi aveva offerto il suo mondo cui poter far parte come suo pari e il suo braccio sempre pronto a venirmi in aiuto quando serviva. Avrei dovuto provare fierezza, eccitazione, per questa mia posizione, perché io ero qualcuno!

Ma non era così…io ammiravo Tetsuo fin dal nostro primo incontro per ciò che era, perché lui sapeva quello che voleva. Perché Tetsuo non se ne sarebbe mai andato da una difficoltà con la coda tra le gambe, come era successo a me. Volevo stare con lui per diventare come lui, e stavo con quelli del gruppo perché anche loro stavano con Tetsuo.

Ma purtroppo, l’evidenza dei fatti era che io non ero come loro.

È difficile spiegare la sensazione che provavo a stare in loro compagnia…era come se stando in loro compagnia, parlare o fare a botte al loro fianco mi avesse portato di giorno in giorno ad mio estraniamento interiore da tutti. Non era colpa loro, loro erano se stessi e basta. La verità era che io mi ero eretto come figura uguale a loro, ma dentro di me non ero nulla del genere, e la cosa mi faceva stare sempre più male.

Il sogno del campetto e l’incubo della palestra comparivano sempre più spesso, e io diventavo sempre più nervoso e inquieto. Ripensavo il basket ogni giorno ormai, ma ammettere anche solo a me stesso che quello sport, il MIO amato sport mi mancava da morire era troppo dura dopo la vigliaccheria che avevo commesso quasi un anno prima, abbandonando tutto e tutti senza dire nulla a nessuno.

Ormai è troppo tardi Continuava a ripetere una voce dentro di me. Non sei all’altezza di Akagi, e nemmeno l’allenatore Anzai saprebbe che farsene di un vigliacco come te.

Ogni volta che questa voce, uguale al maledetto eco dell’incubo, si faceva sentire, tremavo dalla rabbia.

Una volta mi capitò di pestare dei ragazzi che giocavano a basket sulla spiaggia. Li vidi mentre ero in giro con gli altri e così, senza che mi avessero fatto nulla, li presi a pugni. Questo perché vedere scene del genere non mi faceva sentire in pace con me stesso, ma sarebbe stato duro ammettere anche questo.

Un’altra rissa sarebbe stata quella che non avrei più dimenticato. Lui si chiamava Miyagi, ed era una matricola molto promettente per quel club. Quel maledettissimo club di basket…solo un anno prima ero io indispensabile per lui, ed ora quel mezzo fighetto dall’aria strafottente si credeva un playmaker dalle doti superiori a chiunque? Era considerato la nuova speranza della squadra…ma fatemi il favore! Avrebbe pagato anche quest’insolenza. Essendo anch’egli un piantagrane come me e gli altri fu facile per noi coinvolgerlo in una rissa. Lo portammo sulla terrazza della scuola, quel giorno ero pronto a spezzargli braccia e gambe, per far si che non si potesse più nemmeno reggere in piedi, figurarsi giocare. Non so se Miyagi intuì il mio particolare astio nei suoi confronti, o vide in me solo il capobanda che aveva ordinato di pestarlo a morte, fattostà che senza che io potessi cominciare a far nulla prese l’iniziativa e mi pestò con una energia incredibile. Quel giorno persi conoscenza e mi trovai senza denti: per vendicarmi i miei compagni lo sbatterono in rianimazione. Dovetti stare in ospedale per molto tempo…provavo solo rabbia per me stesso, per non essere riuscito nemmeno a toccare quel maledetto, non provando nessuna gratitudine o soddisfazione dalla “giustizia” resa dai miei compagni.

Appena fui fuori dall’ospedale, avrei sicuramente ottenuto la mia vendetta! Come sempre, Tetsuo e gli altri erano al mio fianco, pur io non avessi chiesto apertamente il loro aiuto.

Quel giorno fu il più doloroso e bello della mia vita. Fu doloroso perché, avendo sbagliato i miei calcoli, la mia banda ne uscì sconfitta. Io stesso ricevetti tante di quelle botte da non dimenticarmele per un po’, e per la prima volta nella mia vita vidi Tetsuo, il grande Tetsuo messo a k.o. da qualcuno…una matricola per di più.

Quella volta il mio incubo si ripeté…c’ero io in palestra, e davanti a me c’era l’alta figuara di Akagi che mi sovrastava. Stavolta era tutto vero, e nella mia testa potevo chiaramente sentire anche il rimbombo di quella dannata voce vigliacco, perdente! vigliacco, perdente!

Tutto il mio passato tornò a galla davanti a tutti nel giro di pochi minuti, facendomi venire una stretta al cuore ad ogni parola che mi ricordava ciò che ero.

Ma l’incubo doveva finire. Come avevo già visto una volta tre anni prima e come rivedevo sempre nella mia mente, apparve il signor Anzai accanto a me.

Ricorda…mai abbandonare la speranza. Ecco le parole che non ero riuscito a udire in sogno. Appena fu vicino a me queste poche parole si sostituirono di colpo al pesante boato che occupava ogni mio incubo. Scoppiai a piangere come un bambino.

<>

Mi liberai del mio incubo, solo il mio stupido orgoglio aveva permesso l’esistenza di quel peso in me fino a quel giorno. 

In lacrime, rinato davanti al sig. Anzai, quello fu il giorno più bello della mia vita.

  

Di Akari

tsukiakari@libero.it

 

    

 

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Slam Dunk / Vai alla pagina dell'autore: Akari