"Cara Alli, a quanto pare questo era il tuo nome, avrei soltanto voluto vederti sorridere, almeno una volta.''
-Liam, Liam Payne.

Ero appena sceso dalla metro e passeggiavo per i vicoletti spenti e sconosciuti di periferia. Ero solo. Non chiedetemi cosa stessi facendo. Si trattava di una giornata strana, una di quelle in cui ti svegli la mattina e non riesci a capire se sei triste o felice.
Probabilmente ero uscito per cambiare un po' d'aria: amavo le prove col gruppo ma ero esausto.
Camminavo, camminavo e camminavo ancora, quando nel silenzio più totale sentìì della urla. Urla di pericolo, urla di dolore: non so, non ero mai stato bravo a distinguerle. 
Corsi velocemente verso la fine della stradina e mano mano che vi avanzavo, riuscivo a distinguere sagome sempre più definite: erano due persone, un ragazzo ed una ragazza.
La ragazza urlava, era un urlo a pieni polmoni. Aveva un'espressione indifesa, impaurita, spaesata. Il ragazzo era lì, davanti a lei. La toccava, la toccava ovunque senza tralasciare nessuna e dico nessuna parte del suo corpo.
Le sue viscide mani continuavano compiaciute, soddisfatte, senza vergogna, senza dignità.
-Ehi!- gridai io da lontano cercando di attirare l'attenzione di quell'essere ripugnante. Non appena udì la mia esclamazione scappò via a gambe levate.
La ragazza rimase appoggiata al muro, immobile. Respirava affannosamente.
La guardai bene: era bellissima. I lunghi ricci biondo platino le cadevano dolcemente sulle spalle contornadole quel viso angelico messo ancora più in risalto da quegli occhi, quegli occhi color oceano colmi di lacrime.
Provai ad avvicinarmi a lei, ma non appena feci un passo, corse via singhiozzando con la sua voce fiabesca un dolce ''Grazie''.
Passò un mese ed io, da quel giorno, percorrevo sempre quel vicolo alla stessa ora con la speranza di poterla rivedere ancora una volta. Non avevo raccontato a nessuno dei ragazzi ciò che era successo, e loro erano troppo entusiasti per rendersi conto che qualcosa mi turbava: stavamo preparando il tour e loro non vedevano l'ora di esordire.
Qualche giorno dopo, durante le prove, Louis mi mostrò la prima pagina del giornale con la nostra foto, ma l'unica cosa che mi saltò agli occhi fu la foto di una ragazza.. non una qualunque, era lei.
''Uccisa a pugnalate nei vicoli di Londra''
Era questo il titolo.
Un dolore infinito mi colpì la mente incredula e si propagò prima verso la mia anima distruggendola e poi verso il mio cuore incatenandolo forte.
Sentii il mondo crollarmi a dosso, sentii le gambe non reggere più il peso del mio corpo.
Avrei voluto urlare, spaccare tutto, ma non avevo la forza. Eppure non l'avevo mai conosciuta, non sapevo nulla di lei... ma una cosa era certa: la sua morte mi faceva male come una lama diritta al petto.
La sognavo tutte le notti, sognavo quell'orribile scena e mi pentivo, mi pento ancora di non essergli corso dietro quel giorno.
Avrei voluto vederla sorridere almeno una volta.

''If you could only have this life for one more day, If you could only turn back time.''

ASCOLTA ME.
Ciao ragazze, beh, intanto dedico questa One shot ad una mia amica, Rebecca.
Boh, non ho niente da dire, ditemi voi cosa ne pensate.
Ps. se vi va ecco la mia fan fiction http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=926455&i=1 e un'altra mia one shot molto meno triste di questa http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=979737&i=1

Grazie per la lettura.
Cri :) .
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