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Autore: Almy_    06/03/2012    0 recensioni
Una semplice storia sulla pioggia.
"La ragazza chiuse gli occhi sorridendo, per poi aprirli l’istante successivo, attenta a non perdersi nemmeno un secondo di quello spettacolo tanto amato.
Il ticchettio, le sferzate del vento, il pungente odore la avvolgevano, penetravano in ogni singola fibra del suo corpo, facendola finalmente sentire parte di qualcosa. Bellissimo. Indimenticabile. Magico. "
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pioveva.
Sul cucuzzolo della collinetta svettava un piccolo patio.
Nel patio una ragazza.
Pioveva. Ormai da parecchi minuti la furia implacabile del vento sferzava le cime degli alberi, strappava loro le foglie più deboli che non riuscivano a stare aggrappate ai rami.
La lunga gonna della ragazza svolazzava con il turbinio della tempesta, facendo penetrare spifferi di gelo sulle esili gambe. Ma non aveva freddo. No. La ragazza amava la pioggia. Riusciva a fondersi con essa per tempi infiniti, senza accorgersi più di nulla, solo dello scrosciare diffuso che la circondava e del senso di pace che la pervadeva.
Un lampo squarciò il cielo. La sua luce intensa diede per un attimo un’ aspetto crudele al paesaggio, quasi a sottolineare che, volendo, avrebbe potuto distruggere tutto con una sola scarica di energia pura e ben mirata; ma questo sparì subito lasciando l’orecchio in attesa dell’inevitabile tuono che l’avrebbe seguito. Un rimbombo cupo scosse le profondità del cielo, sovrastando il fragoroso scrosciare.
Ci siamo. Pensò la ragazza. ora sta per venire il bello.
Le goccioline che stavano cadendo divennero pian piano più grosse fino a raggiungere dimensioni sbalorditive. La forza di gravità le sbatteva con più forza al suolo creando uno spettacolo di indicibile bellezza.
Gli occhi della ragazza brillavano avidi. Desiderosa di far parte di quel paesaggio, di entrare nella terra per poter sentire la pioggia che la picchiettava raggiungendo le sue più recondite parti. Oppure di diventare lei stessa pioggia, per potersi mischiare alla magia che creava.
Un altro lampo. Il tuono, sempre più vicino.
Gocce impazzite volavano da tutte le parti, creando milioni di luccichii, di disegni sospesi nell’aria.
Un forte odore di terra bagnata giunse alle narici della ragazza provocandole un brivido di piacere. L’odore più buono del mondo, capace di farla sprofondare ancora di più nella sua metamorfosi con il resto, circondandola, avvolgendola, cullandola come per regalarle qualcosa che la rendesse simile a lui almeno sotto il punto di vista olfattivo.
L’acqua cadeva nelle pozzanghere formatesi, creando milioni di cerchi concentrici che si sovrapponevano gli uni agli altri. Chicchi di grandine andarono a mischiarsi con le gocce dando vita ad un nuovo rumore più intenso, provocato dal loro picchiettio sul tetto del patio.
La furia del temporale raggiunse il suo apice massimo, per qualche secondo l’intero mondo sembrava travolto da un potere troppo grande per poterlo contrastare. Tutto volava.
La ragazza chiuse gli occhi, per poi aprirli l’istante successivo, attenta a non perdersi nemmeno un secondo di quello spettacolo tanto amato.
Il ticchettio, le sferzate del vento, il pungente odore la avvolgevano, penetravano in ogni singola fibra del suo corpo, facendola finalmente sentire parte di qualcosa. Bellissimo. Indimenticabile. Magico.
Poi la grandine iniziò a scomparire. L’ululato del vento si fece meno potente. Dalle nere nubi cariche di mistero penetrò un lampo, un istante, cambio di volto del paesaggio, ma meno tetro, meno minaccioso. Dopo un po’, il tuono. Si stava allontanando.
La pioggia continuava a cadere ancora fitta, ma la ragazza sapeva che di lì a poco anche questa si sarebbe ridotta ad un festoso gocciolio, con, magari, qualche spruzzatina più intensa ma niente di paragonabile a ciò che aveva appena vissuto.  Ma non aveva fretta. Era bellissimo anche osservare anche solo la pioggia nella sua più totale semplicità.
Chiuse di nuovo gli occhi. Oramai aveva assorbito così bene ogni particolare che poteva vedere ciò che la circondava anche ad occhi chiusi.
Il ticchettio diminuiva, ma non cessò del tutto. Il vento scuoteva ancora le alte cime degli alberi, ma quasi a salutarli, a blandirli con le sue ultime spire.
Passarono vari minuti.
Gli occhi della ragazza si aprirono e si fermarono su uno spettacolo che per poco non batteva la bellezza precedente. Un arcobaleno. Un gigantesco e meraviglioso arcobaleno nasceva dall’orizzonte e si perdeva nei meandri del cielo, squarciando la coltre spessa di nubi e scoprendo un minuscolo pezzettino di azzurro.
 
Pioveva.
Sul cucuzzolo della collinetta svettava un piccolo patio.
Nel patio una ragazza.
Nel cielo, tra le gocce di pioggia, un arcobaleno. 
Sul viso della ragazza, un sorriso. 




NOTE.
Ciao a tutti, questa è una piccola storiella nella quale penso si intuisca il mio amore sviscerato per la pioggia ^.^
Che altro dire... spero vi sia piaciuta e spero che mi vogliate dire che ne pensate!
un bacio
 
  
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