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Autore: Exup    07/03/2012    4 recensioni
Cosa poteva fare Kurt? Non lo avrebbe abbandonato. Non lo avrebbe allontanato. Sarebbe stato sempre accanto a lui, pur sapendo che quella malattia pendeva su entrambi come una spada di Damocle, che presto o tardi sarebbe caduta rovinando completamente le loro vite.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Come al solito, ciao a tutti! Capitolo che è cambiato diverse volte e che ancora non mi soddisfa appieno. Ma credo sia perchè ho paura di non aver descritto nel migliore dei modi il dolore e la paura di Blaine! Voi cosa ne pensate? Buona lettura!

 

 

Infetto”

 

 

 

12 mesi fa

 

 

Tutta la stanza roteava, le luci psichedeliche si confondevano. Non c'era più il blu, il rosa, il giallo o il verde, ma solo una luce bianca accecante.
Il pavimento sembrava che si facesse sempre più lontano. Cambio di stanza. Ora la luce era scomparsa, sostituita da un buio che lasciava intravedere solo i contorni delle tante persone che erano lì dentro. Erano individuabili per lo più dai lamenti.

Sensazione di freddo.

“No, ma cos-”
“Zitto troietta, tanto lo so che ti piace” gli intimò l'uomo sconosciuto, comprendo la sua bocca con la mano.
Blaine non riusciva ad opporsi, era come legato da una fune invisibile che lo rendevano una marionetta nelle mani del suo padrone.
Morsi, graffi, baci violenti, schiaffi, unghie che strisciavano sulla pelle, sudore, gemiti, sussurri, grida strozzate.

Dolore, tanto dolore.
“Bravo, così. Si vede che sei abituato”
Lacrime calde, supplice soffocate, e ancora sofferenza.

Blaine urlava, si dimenava in quel letto troppo grande per una persona sola e chiamava Kurt.

Lo chiamava nel sonno mentre stava rivivendo quello che era successo poche ore prima sul suo corpo, mentre con maggiore lucidità e sempre meno alcool in corpo si ricordava impetuosamente attraverso immagini amare nel suo subconscio l'uomo che si era avvicinato a lui, gli aveva offerto un drink e che alla fine, sebbene lui fosse riluttante, lo quasi costrinse a bere.


Si svegliò all'improvviso, strozzando l'ennesimo urlo, in un bagno di sudore e lacrime.

“Kurt! Kurt!” disse con voce roca, colpa della gola secca per l'alcool e il vomito.

Ma Kurt aveva preso troppi sonniferi per svegliarsi in quel momento.

Si alzò dal letto e andò in bagno. Accese la luce che lo accecò momentaneamente, ma quando si vide allo specchio avrebbe voluto essere davvero cieco per sempre. Almeno non avrebbe visto lo stato in cui si trovava.
Profonde occhiaie violacee, labbra tagliate con ancora del sangue secco su di esse, un ecchimosi sulla guancia destra.
Si tolse la maglietta e notò come il solo movimento lo fece bloccare per un attimo, provando un leggero fastidio alle braccia.

Segni di morsi sul petto, graffi su braccia e fianchi, altri lividi che si stavano formando sulla schiena. Solo adesso che era quasi sobrio riusciva a capire la gravità della situazione e sentire il dolore delle ferite.

Nauseato e schifato da quella vista, si gettò sotto la doccia. Un gettò di acqua bollente lo colpì in maniera quasi violenta, scorrendo sul suo corpo e recando ancora più bruciore e fastidio sui graffi più profondi. Grattò la spugna ruvida contro la sua pelle con ferocia.
Voleva togliersi ogni traccia di quel dolore, ogni traccia di quell'uomo.
Più sfregava e più soffriva. Più soffriva e più sfregava. Lo sentiva dentro di se, che cresceva e si faceva sempre più forte secondo dopo secondo.
La pelle si arrossò completamente, l'aria si faceva sempre più calda. E Blaine cadde per terra, con ancora il getto d'acqua che scorreva, tra i vapori e i suoi stessi singhiozzi.


 

 

Kurt si svegliò tardi quella domenica. Del tutto plausibile dopo la nottata appena trascorsa.
Si stiracchiò pigramente sul divano; non era stata una bella idea dormire lì, visto che aveva tutta la schiena dolorante. In quel momento capì perchè Finn si lamentava sempre quando lo veniva a trovare.

Si alzò e andò in camera da Blaine per vedere se anche lui si fosse svegliato. Non lo trovò sul letto e le coperte sembravano essere state gettate con rabbia.
Accese la luce per capire meglio la situazione e lo vide.

Blaine era rannicchiato in posizione fetale contro la parete proprio accanto al letto, per terra. Si dondolava su se stesso guardando un punto indefinito del pavimento.

“Blaine, perchè sei..?”
Non finì la frase dal momento che rimase bloccato. Occhi spenti lo guardarono con un tale tormento che gli sembrarono tante piccole lame nel suo cuore. Alla luce vide che era senza maglietta e notò i numerosi segni che Blaine stesso aveva avuto modo di vedere qualche ora prima.

Kurt si chiese come avesse fatto a non notarli lui stesso ore addietro; forse per le lacrime o forse per la disperazione.


Si gettò tra le sue braccia. Blaine tremava e non ricambiò la stretta. Iniziò solo a piangere. E pianse anche Kurt.

 

 

3 settimane dopo


“Allora Blaine, iniziami a parlare della tua giornata” disse una voce gentile e incredibilmente calda.

“Be, oggi sono tornato a lavoro. E' stato davvero faticoso, dopo il periodo di convalescenza”

“E quante volte ti sei lavato le mani, Blaine?”

“Be, 5 o 6 volte” disse, abbassando la voce fino a che non divenne un sussurro, “prima di lasciare casa...”. Terminò, abbassando lo sguardo alla ricerca delle sue scarpe.

“D'accordo Blaine. È un inizio.” Rispose lo psichiatra, sorridendo amichevolmente. “Forse però ci sarebbe il bisogno di prendere qualche pillola al giorno che ti aiutino maggiormente nel tuo percorso, che dici?”

 

 

 

 


 

  
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