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Autore: silvietta_italy    07/03/2012    3 recensioni
ultimo capitolo di questa serie, spero vi sia piaciuta, potete trovare le prime due parti tra le mie storie :D
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Living the beautiful side of life...'
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I mesi a Parigi volarono letteralmente, finalmente però arrivò l'ultima settimana nella capitale dell'alta moda, salutare i nuovi colleghi non sarebbe stato semplice, ma la mia vecchia routine mi chiamava sull'isola. Venerdì sera sarei partita per milano, avrei raggiunto i ragazzi nel bel paese prima di qualche giorno di relax seguendo il loro tour radiofonico.

I saluti non erano mai semplici, alcuni colleghi come Manon, Chloe e François non vollero sentire ragioni e mi accompagnarono fino all'aeroporto, e dopo qualche lacrimuccia con la promessa di non perderci di vista mi avviai verso il check-in e appena possibile presi posto sull'aereo. I due sedili vicino al mio continuavano a rimanere vuoti, ci sarebbero voluti ancora una 20ina di minuti prima della partenza e ne approfittai per chiamare liam.

io: ciao tesoro

liam: amore, sei già sull'aereo?

Io: yep darling

arrivano due ragazze che sistemano i bagagli sopra le nostre teste

liam: sono già più di 3 settimane che non ci vediamo, preparati che quando arrivi ti porto fuori a cena

io: amore, ma prima che arrivi lì da te saranno non so le 10.30 o le 11

liam: i don't care, ho voglia di passare una seratina romantica in tua compagnia, come ai vecchi tempi, sempre se ti va...

io: uhm ci devo pensare, in realtà io sto venendo solo per salutare mister aspirapolvere e mister aspirapolvere in seconda, mica per te, cosa credi? Haha

le due ragazze iniziano a parlottare tra loro in maniera sospetta...

io: tesoro, ti saluto, ti chiamo quando scendo a milano ok?prendo il primo taxi e sono da te

Liam: non vedo l'ora, ok devo scappare, ti amo, buon viaggio

chiusi la chiamata, e mi accomodai meglio sul mio sedile, le ragazze accanto a me continuavano a fissarmi per poi distogliere lo sguardo una volta io cercavo di incontrare i loro occhi, non era tanto carino, cercai di sorvolare, ed una volta raggiunta la quota di volo tirai fuori le beats, le cuffie che liam mi aveva regalato qualche mese prima, e iniziai ad ascoltare la musica, probabilmente cullata dalle dolci note che fuoriuscivano dal mio ipod crollai in un sonno profondo.

Fui risvegliata un tempo x dopo dalla hostess che gentilmente colpiva la mia spalla facendomi capire che dovevo spegnere il dispositivo dato che eravamo in fase d'atterraggio.

Mi ricomposi un attimo, mi aggiustai sul sedile ed iniziai a sfogliare il giornale che avevo trovato nel cassettino davanti a me. Ad un certo punto mentre iniziavamo a scendere un colpo di tosse, la ragazza accanto a me cercava di attirare la mia attenzione

xxx: ciao scusa posso chiederti una cosa, per sbaglio sei mica Valerie, Valerie James? La fidanzata di Liam?

Io: ciao, sì sono io, e tu?

Xxx: oddio wow, io sono Kim, e lei è Josephine, siamo due grandi fan dei one direction

io: davvero? Piacere mio Kim e Josephine

La seconda ragazza non aveva ancora detto una parola, mi osservava sorridendo

parlammo per tutto il breve tempo rimasto dei ragazzi, queste due giovincelle venivano da parigi appositamente per assistere al concerto della sera dopo al mediolanum forum.

Una volta scese aspettammo insieme i bagagli tra cui le mie 2 mega valigie, ebbene sì, nonostante avessi già portato, o fatto portare a liam, gran parte della mia roba a casa durante gli ultimi due spostamenti, due valigie belle colme erano rimaste con me.

Finalmente riuscimmo ad uscire dalla porta degli arrivi e lo vidi là in fondo, in disparte con un cappottino nero ed il fido paul accanto. Senza pensare più di tanto a quello che stavo facendo mollai le valige e gli corsi incontro saltandogli al collo. Mi era mancato da morire in questo ultimo periodo più che nei mesi precedenti. Incuranti del mondo accanto in quel momento volevo solo godermi il contatto con le sue labbra.

Nonostante Paul non fosse convinto insistetti per accompagnare Kim e Josephine in centro, erano state molto gentili con me, liam sembrava un papà orgoglioso, contento del rapporto che avevo con le sue fan. Nell'arco di una ventina di minuti le lasciammo nella zona della stazione centrale e dopo averci ringraziato infinitamente salutarono con la manina e si dileguarono. Mi accoccolai tra le braccia di liam controllando paul che parlava animatamente al telefono con harry, chissà cosa aveva combinato questa volta. Il van si fermò in una piazza duomo praticamente deserta, Paul senza troppi problemi ci scortò dentro ad un lussuosissimo ristorante in galleria per poi concederci un po' di intimità.

Presi posto a sedere di fronte al ragazzo più speciale del mondo.

Liam: sei bellissima stasera

io: non è vero lo sai, però ti giuro sono così contenta che questa esperienza parigina sia finita, è stato un supplizio stare lontana da te, ci dovremo ben presto abituare a tutto ciò visto i progetti che avete in serbo per i prossimi mesi...gli stati uniti ragazzo, australia, nuova zelanda, ragazzi state veramente conquistando il mondo

un velo di tristezza ci colpì, passammo la cena a ricordare i vecchi tempi, quando la nostra routine era passare i pomeriggi da Mario's o i weekend nel bungalow in giardino di casa mia.

Cenammo e un'oretta dopo uscimmo per farci una mini passeggiata in una città quasi surreale.

Paul rimaneva sempre qualche passo dietro di noi cercando di non disturbarci più di tanto, dopo una ventina di minuti però ci raggiunse per dirci che l'albergo era lì vicino e che sarebbe stato meglio rientrare dato che si era fatto tardi e liam avrebbe avuto una mattinata piena di impegni. Girammo l'angolo per notare che una quindicina di ragazze raggruppate e sedute sul marciapiede con coperte e cartelloni piegati ai loro piedi. Paul ci fece accelerare il passo e ci superò per evitare che qualcuno si potesse fare male. Le ragazze si alzarono e senza neanche fare troppo caos iniziarono a chiamare Liam, ci avvicinammo senza mai sciogliere le nostre dita incrociate.

Alcune ragazze avevano regali per i ragazzi, lettere, peluches, alcune chiedevano semplicemente un abbraccio, un brivido e mi pentii di non aver indossato le calze, Liam se ne accorse e dopo essersi tolto la giacca me la appoggiò sulle spalle, salutò le ragazze ed entrammo in albergo, c'era decisamente tutta un'altra temperatura, al bancone cercai di velocizzare al massimo tutta la burocrazia, avevo bisogno di qualche “momento di intimità con lui” prendemmo le valigie e continuando in rigoroso silenzio entrammo in ascensore, Paul ci osservava e sorrideva, e prima di scendere dall'ascensore “non distruggete la camera ok? E ricordatevi che domani mattina alle 4.50 suona la sveglia e Liam deve essere presentabile” non si voltò neanche per aspettare una risposta, per fortuna, avrebbe trovato due guance in fiamme e probabilmente una insegna lampeggiante sulle nostre teste che spiegava chiaramente le nostre intenzioni.

Una volta chiusa la porta alle nostre spalle sentivo la sua presenza chiaramente, avevo bisogno di un contatto fisico che bramavo oramai da ben 3 settimane. Prima di fare qualsiasi cosa mi prese il viso tra le mani e mi baciò facendo scontrare le nostre lingue. La tensione tra di noi era altissima.

In un battibaleno i nostri vestiti giacevano sparsi ai piedi del letto, l'azione si era già spostata sul comodissimo materasso che sembrava aspettare solo noi, le sue mani indugiarono qualche secondo in più per liberare i seni, lentamente scese lasciando sul mio corpo una scia di baci. Sfilò anche gli slip di pizzo acquistati per l'occasione che volarono da qualche parte, lo aiutai a liberarsi dei boxers, entrambi avevamo fretta, volevo sentirlo, avevo bisogno di un contatto fisico in quel momento. Niente preamboli, non ce n'era bisogno in un solo colpo fu dentro di me, quasi con inaspettata violenza

io: tesoro, piano per piacere

riuscii a dire sussultando

liam scese fino a baciarmi il collo borbottando delle scuse e mi sorrise e tra un gemito e l'altro rallentò il ritmo. Ci ritrovammo una ventina di minuti dopo completamente stremati e ancora tremanti a guardarci negli occhi.

Liam: questa volta non ti permetterò più di abbandonarmi...

io: shhhhhhhh

non volevo pensare al fatto che sì, avremmo passato un paio di giorni in giro per l'europa insieme, ma che poi lui sarebbe partito per fare promozione oltre oceano. 50 giorni senza vederci, tanto sarebbe durata la nostra separazione. Mi mancava il respiro, cercando di non svegliare liam che nel frattempo era crollato indossai un accappatoio e mi rifugiai sul terrazzino al 5° piano che si affacciava sul cortile interno, mi accesi una sigaretta, liam non sapeva ancora che avevo riniziato a fumare, ma tutto lo stress ultimamente mi aveva riportato indietro di un paio d'anni.

Ero talmente sovrappensiero che sussultai quando sentii una mano fredda poggiarsi sul collo, mi girai per vedere Harry che mi guardava con sguardo severo.

Harry: ciao vals, come stai?

Io: harry (lo abbracciai superando con il busto il piccolo muretto che separava i nostri terrazzi)

non dissi altro per alcuni minuti, e rimanemmo così abbracciati fino a che lui cercò di staccarsi

harry: perchè?( puntando alla sigaretta che oramai si era quasi consumata completamente)

io: troppe cose, troppi motivi che non saprei neppure spiegare

harry: provaci

atleticamente saltò nel mio terrazzo e prese posto nella sedia accanto alla mia

io: harry, dovresti dormire, la sveglia suona tra meno di 2 ore

harry: non riesco a dormire, spara, cosa ti passa per quella testolina?

Io: mi passa che sono incontentabile, dovrei imparare a godermi momento per momento,ed invece dopo quasi 3 settimane che non vedo liam tutto ciò a cui riesco a pensare è che fra quante, 150 ore?, voi sarete su di un volo con destinazione JFK ed io mi ritroverò di nuovo sola dopo che io ho scelto di andarmene per tre mesi a parigi, cosa pensavo di fare? Io amo liam, e sono orgogliosissima del suo successo, del vostro successo, solo che sono una tremenda egoista, vorrei tenermelo stretto 24 ore su 24, ed ora che finalmente torno a londra voi partite...non è giusto... dovevo rinunciare, dire di no alla proposta di parigi, dovevo rimanergli accanto, invece ora sono qui e me ne pento da morire.

Le lacrime iniziarono a scendere copiose sulle mie guance, cercai con scarsi risultati di coprirmi il viso con le mani, harry si inginocchiò davanti a me e mi obbligò a guardarlo negli occhi

harry: non è essere egoista, lo ami, è normale che tu voglia averlo sempre accanto. Una volta tornati però staremo a londra per un paio di mesi, cerca di focalizzare sulle cose belle, avete superato uno scoglio che sembrava insormontabile e vi amate come non ho mai visto nessuno fare, non sarà di certo la distanza a separarvi. Skype, twitter, facebook, telefono, di modi per rimanere in contatto ce ne sono tantissimi, e due mesi volano, non ti renderai conto che siamo partiti che ci avrai di nuovo tra i piedi.

Fece un cenno dietro le mie spalle, Liam doveva essere sveglio, harry si alzò mi diede un bacio sulla fronte e saltò dall'altra parte chiudendosi in camera. Liam mi aiutò ad alzarmi, entrammo nella nostra camera in silenzio, si sedette sul divanetto e parlammo delle nostre paure fino a che non venne a bussare alla porta Paul, pochi secondi dopo stava aprendo la porta sorpreso di non trovarci in letto.

Paul: Buongiorno, Liam, tra venti minuti nella hall ok?

Annuimmo, e si buttò sotto la doccia, ne uscì pochi minuti dopo con un sorriso a 32 denti

io: ma come fai ad essere così allegro e scattante alle 4.59 del mattino?

Liam: tesoro, con te al mio fianco non posso che essere la persona più felice dell'universo

si vestì e poco dopo uscì dalla stanza dandomi appuntamento per pranzo.

Ben presto purtroppo arrivò il momento dei saluti, io e Karen vicine salutavamo dall'enorme vetrata il ragazzo che ci aveva cambiato la vita. Ero estremamente orgogliosa di quel ragazzo così importante per me, quel ragazzo che c'era sempre stato, prima come amico, poi come migliore amico per poi diventare il MIO ragazzo. La monotonia prese presto il posto nella mia vita, casa-lavoro-casa, ogni tanto uscivo con Eleanor, che però ultimamente non era molto “concentrata” su Louis, anzi, e poi passavo ore ed ore su skype con Liam. Dio benedica chi ha inventato Skype.

Dopo qualche settimana dalla partenza di Liam iniziai a notare qualcosa di strano, ed il ritardo mi metteva in ansia sempre di più, avevo già saltato un mese e la cosa iniziava a preoccuparmi.

Aspettai qualche giorno poi mi recai nella farmacia più lontana che conoscessi, acquistai un test di gravidanza come se stessi cercando di acquistare una dose di cocaina.

Una volta a casa ci vollero almeno 3 ore nelle quali continuavo a rigirarmi la scatoletta tra le mani e nervosamente andavo avanti ed indietro prima di decidermi. Quei 5 minuti di attesa per il risultato furono i più lunghi della mia vita. Dentro di me sapevo già la risposta.

Scrissi a Liam

tesoro sono bloccata al lavoro, stasera salto, ci sentiamo domani ok? Ti amo”

ci scrivemmo qualche messaggio, non avevo voglia di sentirlo, ero troppo agitata, non sapevo se essere al settimo cielo o disperata, a poche settimane dal mio 20esimo compleanno, era troppo presto, mi ero sempre detta, niente figli fino a 30 anni, prima voglio fare carriera, ed ora mi trovavo qui in mezzo al letto seduta con le gambe incrociate in attesa che venissero le prime luci dell'alba per poter andare a fare le analisi del sangue. Volevo una risposta sicura. Una risposta certa che un test di gravidanza in scatola non poteva darmi.

24 ore per sapere il risultato. Le 24 ore che non volevano passare. Saltai la chiamata con liam di nuovo. Non gradì, ma cosa gli potevo dire? Ciao liam guarda forse sono incinta. No, assolutamente no.

Alle 9 ero la prima in fila per ritirare la busta. La rigirai numerose volte tra le mani prima di strappare il bordo. POSITIVO. Aspettavo un bambino. Era sicuro ora. Sorrisi era la cosa più giusta in assoluto. Tutti i dubbi erano spariti. Istintivamente poggiai una mano sulla pancia ancora inesistente.

Andai al lavoro. Avevo però la testa tutta da un'altra parte, essendo il capo-negozio mi presi un paio di giorni di ferie, a fine giornata arrivai a casa, aprii internet e cercai il primo volo per Los Angeles. Non avrei potuto dirglielo via telefono, no assolutamente no, e lui doveva assolutamente essere il primo a saperlo. Prenotai il primo volo della mattina che mi costò quasi un mese di stipendio. 2 giorni a LA, ma dovevo vederlo. Una volta finito il borsone chiamai Liam, cercai di essere il più naturale possibile, parlai di tutto e di niente. Alle 5 di mattina mi chiusi la porta di casa alle spalle e salii sul taxi che mi aspettava davanti al portone. “Heathrow, terminal 5 please”

dopo 9 lunghissime ore atterriamo al LAX sotto un diluvio universale. BENE, incurante della pioggia corro verso il taxi e mi faccio portare davanti al loro albergo, pago il taxi e vedo due van parcheggiati davanti all'ingresso, i ragazzi stanno uscendo, mi devo sbrigare se non voglio perdere la possibilità. Attraverso la strada senza prestare troppa attenzione alle macchine, sono completamente scola, Harry e Louis sono già dentro al van, Liam sta salendo

io: LIAM (Urlo con tutta la voce che ho in gola)

lui si gira mi vede e mi corre incontro. Scena da film, i flash dei fotografi ci accecano, mentre Paul e altri signori della sicurezza ci spingono dentro il van.

L'autista mi guarda shoccato sul fatto che una persona completamente fradicia sia seduta sui sedili, Paul si affretta ad avvolgermi in un asciugamano.

I ragazzi sono senza parole

Liam: dimmi che sei vera, che sei veramente qui!

Io: oh sì... non senti che ti sto gocciolando sui pantaloni?

Risata generale

Liam: ma quando, come, perchè

io: ehhhh sapessi, dai dopo ti spiego tutto, abbi solo un attimo di pazienza

Arrivati in studio di registrazione gli altri ci lasciano soli qualche minuto

io: liam, sono venuta fin qui perchè devo dirti una cosa...una cosa importante

mi ero fatta decine e decine di discorsi in testa ma in quel momento non riuscivo neanche a respirare, presi la mano di liam e la appoggiai sulla mia pancia

io: liam, aspettiamo un bambino, non riuscivo a stare senza dirtelo

rimase qualche secondo a bocca aperta poi mi sollevò iniziando a girare

liam: oddio vals, oddio vals, oddio, diventerò padre, vals, oddio.

Era sinceramente felice

io: so che è più presto di quello che avessi previsto, però è arrivato ora, con la persona che di più amo al mondo. Siamo pronti?

Liam: io credo di sì, se è successo ora si vede che è il momento giusto, oddio vals, qui dentro (massaggiandomi la pancia), qui dentro c'è il nostro bambino, il nostro!!! vieni andiamo a dirlo agli altri!

Io: è una grande responsabilità ne sei cosciente?

Liam: mai stato più sicuro di qualcosa in vita mia

Mi trascinò nella stanza comune, si appurò che non ci fosse nessuno se non i ragazzi e Paul e poi esordì

liam: ragazzi, vi dobbiamo dire una cosa, l'ho appena scoperto e non posso ancora crederci, aspettiamo un bambino!

I ragazzi e paul rimasero basiti per qualche secondo per poi venirci ad abbracciare uno dopo l'altro.

Harry: un bambino...ragazzi sono così orgoglioso di voi, sarà il bambino più fortunato di questo mondo!

Louis: con gli zii più buoni del mondo, sarà la mia bambolina, sì sì, me lo sento è una femmina!

Niall: ah no, è un maschio, gli insegnerò a giocare a calcio, vedrete diventerà un campione

Zayn: se gli insegni tanto quanto giochi bene te siamo rovinati, no no, io diventerò il suo zio preferito, lo riempirò di regali, peluche su peluche

i ragazzi iniziarono a discutere su chi o come sarebbe diventato lo zio prediletto.

Paul si avvicinò a me mentre Liam era coinvolto dagli altri ragazzi in quei comportamenti da “ragazzi” che decisamente una ragazza non poteva capire

Paul: complimenti Vals

Paul e la moglie erano anni che cercavano di avere un bambino senza esserci ancora riusciti

io: il prossimo sarai tu Paul

sorrisi cercando di strappargli un sorriso.

Il pomeriggio lo passai su un divanetto in un angolo ad assistere ad interviste su interviste, una noia mortale, il mio passatempo era osservare il sorriso stampato in faccia a Liam. Era felice come non lo era stato mai prima.

Liam mi accompagnò all'aeroporto tenendomi stretta, dovevo partire, non potevo assolutamente perdere il volo. 16 giorni, non mancava più di tanto, poi sarebbe stato tutto mio.

Rientrai a casa e cercai di riprendere la mia vita, i ragazzi tornarono finalmente a casa.

La nostra prima visita dal ginecologo fu quasi comica, la nostra faccia quando la dottoressa ci disse che aspettavamo due gemelli probabilmente fu epica, iniziò a mostrarci le testoline, ci fece sentire i battiti, e la cosa più importante, entrambi sembravano sani.

Con la prima cartella con foto e tutti i dettagli uscimmo dallo studio. Non potevamo che sorridere. Se qualcuno ci avesse visto in quei momenti avrebbe pensato che avevamo una paresi alla faccia.

All'inizio del quarto mese le rotondità si iniziavano a vedere, ed io mi ostinavo di cercare di coprirle, era meglio per tutti se questa notizia non usciva fuori fino all'ultimo, volevo godermi la gravidanza con Liam.

Alcuni giorni dopo mi ritrovai a casa sua sdraiata sul divano appoggiata delicatamente alle sue gambe, non c'era nessuno in casa, solo noi due

io: liam, prima o poi lo sai vero che dovremo trovare una soluzione per casa? Casa mia è troppo piccola per tutti e 4, e qui diventerebbe una situazione insostenibile...

liam: in realtà è già da un paio di settimane che ci sto pensando, stavo vagliando alcune possibilità prima di proportele, ma dato che me lo chiedi, ce ne sarebbe una che mi piacerebbe particolarmente, hai presente quella casetta a due piani in vendita all'angolo? Quella dove ti fermi sempre a guardare il giardino?

Io: certo, quella casa deve essere fantastica all'interno,

liam: comunque sì, ti dicevo, sono andata a vederla qualche giorno fa, dentro ci sono un po' di lavori da fare all'interno, però se ti va giusto domani volevo portarti a vederla, ho le chiavi, sarebbe perfetta, e poi comunque non rimarrei troppo distante dai ragazzi, cosa ne pensi?

Io: penso che ti amo...

il giorno dopo andammo a vedere la casa, era semplicemente perfetta, oltre ad avere un giardino perfetto, la porta d'ingresso si apriva su di una salone illuminato da una grande vetrata, una scala portava al piano di sopra con 1 camera matrimoniale e due camere che sembravano costruite appositamente per noi. Certo aveva ragione liam, c'era bisogno di qualche lavoro, ma era decisamente fattibile come cosa.

Rimanemmo qualche ora a girovagare per la casa immaginando come sarebbe diventata una volta ri-sistemata e rinfrescata.

Nel pomeriggio firmammo il contratto con il proprietario, sembrava inverosimile. La settimana dopo iniziarono i lavori mentre noi, tra una sessione di registrazione e l'altra andavamo a fare compere.

Il management qualche giorno dopo ci consigliò di confermare la notizia della gravidanza per mettere a tacere tutti i vari rumors che giravano, il servizio doveva uscire su un noto magazine che pagò una fortuna per avere l'esclusiva.

Nell'arco di una settimana il giornale andò a ruba nell'arco di poche ore. Congratulazioni da destra e da manca, e anche tanta rabbia nei nostri confronti da alcune “non-fans”.

L'aspetto peggiore però era il fatto di essere costantemente seguita dai fotografi anche sul lavoro, alla ricerca di qualche scoop che non tardò ad arrivare quando all'inizio del sesto mese mi trasferii nella nostra nuova casa.

Quando entrai nell'ottavo mese Liam dovette partire per un paio di settimane in giro per l'europa, nonostante cercò di evitare la partenza, gli impegni con la band lo costringevano, passai due settimane di puro relax, shopping per i piccolini, un maschio ed una femmina, la cameretta era già pronta ad accoglierli e non vedevo l'ora di partorire anche perchè anche solo salire un piano di scale mi sembrava un'impresa.

Karen non mi lasciò sola neanche un momento, e quando mi svegliai il 7 marzo mi resi conto che sarebbe successo qualcosa quel giorno. Liam sarebbe rientrato nel tardo pomeriggio e quando verso le 11 mi si ruppero le acque iniziai a temere che sarei stata sola durante il parto.

Nel tragitto tra casa e la clinica dove tutto era pronto per il mio imminente arrivo Karen chiamò Liam informandolo che era iniziato il parto.

Dopo 4 ore Liam senza fiato entrò nella camera dove le contrazioni si facevano via via più regolari, ma niente. Non ne volevano sapere di uscire.

Strinsi con tutta la mia forza la sua mano mentre lui delicatamente baciava la mia fronte madida di sudore.

Pochi secondi dopo fecero il loro ingresso anche gli altri 4 dell'ave maria. Mi abbracciarono velocemente tra una contrazione e l'altra assicurandomi che sarebbero stati lì fuori ad aspettarci.

Dopo altre 6 ore finalmente mi portarono in sala operatoria ed alle 15.49 nacque Allie seguita dopo una decina di minuti da Stefan.

Una volta che strinsi tra le mani i miei due pargoletti urlanti il dolore svanì, lasciando spazio ad una felicità incommensurabile.

Alcuni giorni dopo potemmo uscire tutti insieme dall'ospedale dando così inizio ad una nuova vita insieme.

 

cinque anni dopo

 

io: Mike ti prego la palla in casa no, quante volte devo ripetertelo?

Il bambino si sedette sul divano mettendo su il broncio quando suonarono alla porta

io: non ti muovere!

Aprii la porta e me lo ritrovai davanti, lo guardai sorridente, gli saltai al collo, tutte le volte che tornava a casa era una gioia immensa.

Io: e da quando suoni alla porta?

Liam: da quando qualcuno (puntando harry dietro di se) mi spinge mentre ho le chiavi in mano che cadono dentro un tombino...eh boom...

i bambini riconoscendo la voce del papà corsero verso la porta saltandogli in braccio a tempo.

La giornata poteva continuare in maniera decisamente più felice ora che la famiglia era di nuovo unita.




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VORREI RINGRAZIARE CHIARA, ALE E GUIA CHE AVETE SEGUITO E RECENSITO QUI SI EFP QUESTA SERIE, E STE CON GIORGIA CHE INVECE MI AVETE SUPPORTATO SU TWITTER, GRAZIE RAGAZZE, SPERO CHE VI SIA PIACIUTA <3

  
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