Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: Iwantasmile    07/03/2012    2 recensioni
Mi amavi, ti amavo, mi ami e ti amo ancora adesso.
Avevo due felpe ma accanto a luii bruciavo.
Mi spogliò.
Mi vergognavo a farmi vedere, insomma era l'unico uomo che amavo e l'unico a cui mi mostravo; mi disse: non vergognarti sono solo io.
Eravamo nudi l'uno davanti all'altro.
Era la prima volta per me, e fu davvero bella perchè lo feci con la persona che amavo veramente.
E con un filo di voce mi disse: sei bellissima
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

Justin aveva da poco mandato via tutti i partecipanti della sua festa, aveva appena chiuso la porta quando si voltò verso di me, ancora distesa per terra. Lo vidi correre verso di me ed in pochi secondi me lo ritrovai vicino.
“Erin hai una piccola ferita in fronte, ti senti bene?” si stava avvicinando al mio volto molto pericolosamente.
“Justin sto bene non preoccuparti per me.” Istintivamente mi tasto la fronte e mi ritrovo il dito ricoperto di sangue. Non so perché ma sono arrabbiata nei confronti di Justin, non per la ferita, non è stata colpa sua ..non riesco a capire perché.
“Come posso non preoccuparmi per te dato che ciò che è successo è colpa mia?..” disse alzandosi anche lui.
“Non è colpa tua, basta adesso voglio solo andare a mettermi un cerotto in testa e dormire.Buonanotte Justin” detto questo mi stavo incamminando per la scalinata quando Jusitn mi afferrò da un braccio.
Mi voltai di scatto e mi attrasse a se. Il suo viso era a pochi centimetri dal mio, un respiro ci separava, sentì i miei muscoli indolensirsi e il ventre scoppiare.
“Erin, perché ce l’hai con me allora? Se non è per la ferita per cosa?” aveva cambiato espressione , adesso sembrava implorarmi di dargli una risposta che lui conosce già.
“Non ce l’ho con te lo vuoi capire?”
“Senti Erin, anche se ci conosciamo da solo tre giorni, capisco quando sei arrabbiata con me. Se ho sbgliato in qualcosa ti chiedo scusa non era mia int..”
Una raffica di parole mi uscì dalla bocca poiché non riuscìì a controllarle.
“BASTA BASTA BASTA.  Ok, va bene organizza una festa, questa casa è più tua che mia. Invita tutto il paese. Porta gli alcolici. Chiuditi in cucina con chi vuoi. Fai ciò che ti pare, noi non coinviviamo per volontà ma per necessità. Prova per cui ad ignorarmi, ti sarà tutto più facile. Da oggi non preoccuparti più per me.”
Mi voltai e salìì le scale di corsa, non so per quale motivo i miei occhi erano umidi.

La sveglia segnava le 03:45 quando il sonno mi abbandonò. Non riuscivo più ad addormentarmi, le mura della mia stanza sembravano troppo strette questa notte, per cui scesi in cucina con la speranza di trovare un diversivo e potermi riaddormentare. Tastai con la mano la ferita che ora era ricoperta da una benda che avevo messo prima di andare a dormire. Solo mentre disinfettavo la ferita mi rendevo conto di quanto era profonda..La luce in cucina era accessa, ma non diedi molta importanza a questo particolare ed entrai comunque senza notare subbito Justin addormentato sul divano. Aveva il volto appoggiato su un lato del divano ed era accoccolato su se stesso probabilmente aveva freddo.Nonostante tutto sembrava molto tenero. Decisi che lo avrei svegliato in modo che potesse andare a coricarsi in camera sua.
Gli toccai più volte la spalla con un dito, ma solo quando il tocco della mia mano si fece molto più forte lui aprì gli occhi.
“Erin, che succede?”
“Justin, stai dormendo sul divano, và in camera tua, il tuo letto sarà certamente più comodo del divano.”
“Oddio sono quasi le 5, ma tu che ci fai sveglia?”
Mi  squadrò dalla testa ai piedi, e mi squadrai anche io, avevo delle Cool-Hot  nere che coprivano per qualche millimetro i miei slip, abinati ad una canottiera sintetica nera.
Jusitn si soffermò qualche secondo sulle mie Cool-Hot e senza volerlo mi resi conto della reazione che il mio corpo quasi interamente scoperto stava provocando in lui, perché mi accorsi che c’era qualcosa di strano nei suoi pantaloni. Il suo “amichetto” aveva preso vita a quanto pare.
“Niente non riuscivo a prendere sonno,se riesci a farmi annoiare me ne torno in camera mia.”
“Non dovrei ingorarti?” ..prima lo avevo trattato da schifo, meritava delle scuse e la sua battuta ci stava.
“Già approposito di questo, mi dispiace per prima..scusa ero solo nervosa perché pensavo a quello che sarebbe potuto succedere se tu non avessi aggredito quel tipo..”
“Non preoccuparti fa niente.. comunque vuoi ancora che io ti faccia annoiare?”
“Mi faresti un favore.”
Si alza e getta uno sguardo veloce al suo “amichetto” [che sembra tornato al suo posto] dopodichè lo vedo scomparire dalla cucina per poi ritornare pochi minuti dopo con in mano una scatola.
“Ci giocavo sempre da bambino, allora si gioca in due e i giocatori devono legare la propria mano destra alla mano destra dell’altro giocatore con la catena che esce nella scatola del gioco, chiuderla a chiave per evitare che la chiusura della catena possa cedere e si devono costruire con una mano sola legata a quella dell’altro giocatore le figure che peschi dal mazzo di carte.”
“Ok va bene, ci sto.”
“Ovviamente chi finisce prima di costruire la figura vince.”
Mettiamo tutto in ordine e con la catena che c’è nel pacco ci leghiamo le mani. La catena è piuttosto spessa e pesante come quella che si trova nelle saracinesche dei negozi, ed ha una chiusura molto piccola ma spessa anche quella.
Iniziamo a giocare e Justin mi batte quattro volte prima che entrambi crolliamo esausti sul tavolo, per poi addormentarci.


Al mio risveglio mi riaccorgo subito di non essere in camera mia e dopo aver guardato l’orologio che segnava le 11:00 mi torna in mente la notte scorsa. Justin è affianco a me e dorme. Ancora abbiamo le mani legate dalla catena. Cerco la chiave ma non la trovo, sicuramente l’avrà posata Jusitn per evitare di perderla.
“Justin, Justin.” Dopo vari tentativi si sveglia  si guarda intorno e si volta verso di me.
“Buongiorno, a quanto pare ieri  sera oltre a me c’è stato un altro vincitore: Il sonno.”
Ridiamo entrambi di gusto,  e nonostante sia appena sveglio, e io non lo sopporti  è davvero molto carino Justin.
“Ok Justin, io vorrei andare a cambiarmi ti spiacerebbe  aprire la catena?”
“Si certo passami la chiave.” Cosa?Ho sentito bene? Spero stia scherzando.
“Non ce l’hai tu?”
“No, perché non è sul tavolo da qualche parte? Mi sembrava di averla lasciata lì”
“No non c’è ho già guardato io.”
“Porca miseria che dici ricontrolliamo.”

Ci alziamo e istintivamente lui parte per la sua destra, e io per la mia sinistra, ma la catena che ci legava il polso ci impediva di allontarci, per cui decisi di seguire Justin alla sua destra.
Mezz’ora dopo ancora della chiave non c’è traccia.
“Io non capisco, dove potrebbe essere?”
“Inutile pensarci, nel momento in cui non ci penseremo e non faremo caso a lei la chiave salterà fuori”
“Si e nel frattempo restiamo distanti per non ppiù di dieci centimetri  per colpa di una stupida catena?”
“..A me non dispiace l’idea..” dice ammiccando.
“Bhe a me si..Ok comunque cerchiamo di non pensare alla chiave e vedrai che proprio come hai detto tu salterà fuori.”
Cinque minuti dopo.
“Jusitn c’è un problema..”
“Sentiamo..”
“Io devo fare la pipì..”
“Cavolo non riesci a tratternerla?”
“Ha da quando siamo svegli che la trattengo..”
“Ok, andiamo”



Ragazzeeee :D Continuooo? Fatemi sapere :D
  
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