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Autore: Black Fullmoon    07/03/2012    3 recensioni
Di ritorno con Wolf's Rain. Questa one-shot è tratta da come Darcia ha vissuto le ultime puntate della serie, soprattutto la fine.
Il sapore metallico del sangue non lo infastidiva, le gocce rosse che gli cadevano sulla sua nuova pelliccia violacea lo rinfrescavano più della neve. Nessuno dei suoi nemici sarebbe sopravvissuto.
Genere: Drammatico, Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Sometimes blood isn't so different from poison


Sangue. Il sapore metallico del sangue non lo infastidiva, le gocce rosse che gli cadevano sulla sua nuova pelliccia violacea lo rinfrescavano più della neve. Nessuno dei suoi nemici sarebbe sopravvissuto.
Aveva ucciso o causato la morte di ogni lupo. Il cucciolo rosso era morto per via di quel proiettile che lo aveva trapassato, quando ancora era umano.
Aveva squarciato la gola della mezzalupa bluastra quasi recidendole la testa e beandosi degli schizzi che per un attimo erano fuoriusciti dalle di lei arterie, gli stessi che poco dopo erano usciti da quelle del lupo marroncino suo compagno.
Aveva fatto uno squarcio profondo nel fianco del lupo grigio, arrivando perfino quasi a sentire il sapore dei suoi organi interni.
Nella lotta col lupo bianco, aveva più e più vole assaporato quel sapore inebriante e affondato le sue zanne affilate nel corpo del nemico, totalmente insofferente al dolore delle ferite. A dirla tutta, non le sentiva nemmeno. Ora anche il prescelto, Kiba, il lupo bianco, gli ringhiava nella neve coperto di ferite sanguinanti.
Aveva persino morso ripetutamente e violentemente Cheza, sporcandole la coperta che l'avvolgeva di rosso del sangue dei lupi e di verde di quello amaro dei fiori. Si era preso quel maledetto veleno facendolo, ma ne valeva la pena perchè il sangue di Cheza ora aveva creato quella traccia multicolore che lo avrebbe condotto ad aprire il Rakuen, un Rakuen dannato di sangue e tenebre e paura e follia, ma sempre un Rakuen.
Avanzava barcollando come un ubriaco, vomitando veleno, gli occhi male assortiti sbarrati e fissi sul laghetto. Era il vincitore, era quello che avrebbe aperto il Rakuen, era semplicemente... meravigliosamente... totalmente... pazzo furioso.
Non avrebbe mai pensato di finire così, con la bava sporca di verde e rosso che colava dalle fauci dotate di armi più efficaci di qualsiasi arma. Il veleno di Cheza gli bruciava nelle vene, corrodendogliele e infiammandole fino al cuore oramai incapace di battere per qualcosa di diverso dal suo odio e voglia di sangue e morte, ma non lo sentiva neanche con chiarezza. Il suo corpo non gli apparteneva più. Gli era estraneo e privo di sensibilità, la sua stessa ragione lo rifiutava. Ma la ragione a quest'ora si era consumata come la vita di quel mondo gelido, e la sua follia omicida aveva un solo obbiettivo. Del resto, ormai c'era quasi... avrebbe aperto il Rakuen.
Chissà cosa avrebbe fatto dopo. Ci sarebbero stati dei lupi. Avrebbero fatto la stessa fine degli altri, no, peggio. Gli avrebbe strappato le viscere dal ventre e avrebbe fatto a brandelli sanguinanti ogni pezzo di carne sulle loro ossa, guardandoli morire e sentendo l'odore e sapore di quella cosa meravigliosa che era il sangue scarlatto dei lupi mentre guaivano di dolore.
Ma ci avrebbe pensato dopo, ora, mentre sputava verde e amaro veleno e una nuova fitta lo prendeva allo stomaco, non era il momento. La neve e il ghiaccio scricchiolavano sotto le sue zampe come ossa che si rompevano.
Mise la zampa nel laghetto e fu assalito da un dolore atroce, insopportabile. Ogni più piccolo punto del suo corpo bruciava, e sembrava volersi strappare dal resto e al tempo stesso veniva attirato su di sè come se ci fosse un'enorme forza di gravità nel suo corpo, e ormai non rimaneva che capire se sarebbe imploso o esploso. Tanto sarebbe durata poco, la sua agonia.
Prima di morire, ebbe un solo pensiero. Non al Rakuen o ad Hamona o chissà cosa. Pensò al sapore nella sua bocca, che saliva dal suo stomaco come vomito che non avrebbe mai sputato. Un sapore innaturale e disgustoso, come di carne marcia mista a qualcosa di indecifrabile, un sapore che rasentava quello del troppo conosciuto veleno che gli aveva ormai invaso il sistema circolatorio.
Con orrore ciò che rimaneva della sua mente malata e consumata si rese conto che non aveva nemmeno bisogno di chiedersi cosa fosse. Stavolta era suo. Sangue.



Note della cosiddetta autrice:

Allora, rieccomi con questa fic alquanto come dire? macabra, credo. Me lo sono sempre immaginata decisamente folle il pensiero di Darcia alla fine della serie. Quindi ho fatto questa cosa totalmente splatter e insensata. Ditemelo se mi converrebbe alzare il rating a rosso perchè mi sembra sia abbastanza scuro come arancione. Bye!



 

  
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