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Autore: Lady Eloise    07/03/2012    4 recensioni
E se tutto fosse stato solo frutto della paura di Elena di scegliere senza seguire le regole del buon senso.
Finalmente dopo la partenza di Stefan con Klaus, Elena ha la possibilità di guardarsi nel cuore e capire cosa davvero prova per i due fratelli.
Sceglierà la strada più semplice e resterà fedele a Stefan, oppure scaverà nella sua anima e accetterà la verità sui suoi sentimenti per Damon con serenità.
Tutto si svolgerà all'ombra di Stefan che rientrato a Mystic falls, non sarà più lo stesso e creerà problemi al fratello e ai suoi amici.
Ci saranno scelte dolorose e notti di passione, consapevolezza dei propri sentimenti e tentativi di salvataggio.
L'amore è irrefrenabile e anche Stefan scoprirà che Elena non era l'unica per lui, un vecchio amore sarà la sua salvezza e la sua redenzione.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap.27 L'ultimo saluto Cap.27 L'ultimo saluto   


Passai più di un'ora chiusa in bagno, non perchè volessi farmi bella ma perchè uscire di li ed indossare il mio vestito nero mi avrebbe sbattuto in faccia la realtà, stavo per uscire per andare all'ennesimo funerale della mia vita, ero decisamente troppo giovane per avere così tanti ricordi legati al cimitero di Mystic Fall, gran parte delle persone che amavo erano sepolte li e spesso facevo loro visita ma questo era davvero troppo, il mio cuore non avrebbe retto altra sofferenza e altre perdite, c'è un limite a quanto dolore un essere umano è in grado di sopportare e io avevo sicuramente oltrepassato il mio.
Quando finalmente riuscii a prendere coraggio e mi decisi ad uscire dal bagno trovai Damon ad aspettarmi seduto sul letto e già pronto per uscire, mi rivolse un sorriso e mi porse il vestito che era deposto sul letto accanto a lui, lo afferai e lentamente lo indossai, la prima spallina e poi la seconda, quando lo ebbi indossato Damon mi raggiunse e delicatamente fece scorrere la cerniera dell'abito chiudendola, mi depose un bacio su di una spalla e si diresse verso la porta della camera, prima di uscire si voltò un'ultima volta e mi sorrise di nuovo, poi scomparve diretto al piano di sotto.
L'enorme specchio della camera di Damon rifletteva la mia immagine vestita di nero ma quella che vedevo non ero io, delle profonde occhiaie facevano bella mostra sul mio viso e tutto il mio corpo era attraversato da un leggero tremito che mi era impossibile sedare, cominciai a pettinarmi i capelli per raccoglierli in una coda ma ogni colpo di spazzola era come lo sferzare di una frusta che inesorabile lacerava la mia anima, mi ritrovai ben presto accovacciata a terra in preda ai singhiozzi, le lacrime mi inondavano il viso come un fiume in piena, in preda all'ira scagliai la spazzola che tenevo in mano contro lo specchio che finì in mille pezzi spargendosi per la stanza, cercai di alzarmi ma mi ferii una mano con delle schegge, rimasi ad osservare il sangue che defluiva dalla ferita andare a sporcare il pavimento come ipnotizzata.
Probabilmente allarmata dal rumore fece capolino dalla porta Kathrine, rimase qualche secondo sulla soglia poi vedendomi a terra mi corse incontro, gentilmente mi fece alzare e mi aiutò a sedermi sul letto, afferò la mano che mi ero ferita e cominciò a bendarla, purtoppo la sua presenza non riuscì a placare i miei songhiozzi e ben presto ripresi a piangere senza controllo.
La vampira mi abbracciò con fare materno e mi accarezzò i capelli finchè i miei singhiozzi si placarono, ormai ero talmente stremata che non avevo nemmeno più la forza di piangere, avevo versato così tante lacrime negli ultimi anni che forse non me ne erano rimaste altre da versare.
Finalmente dopo molto più del tempo necessario ero pronta per scendere in salotto, lasciai che Kathrine mi precedesse, mi presi ancora qualche secondo, feci un respiro profondo e indossai il mio miglior sorriso per dimostrare a tutti che nonostante i drammi e le sofferenze ero pronta a rialzarmi e ad andare avanti, afferrai la maniglia della porta e in un attimo ero in corridoio, arrivai in cima alle scale e cominciai a scendere, il  primo gradino fu il più difficile di tutti, quando i miei occhi incontrarono quelli di Damon che mi attendeva in fondo alle scale tutto mi sembrò facile come respirare e quella scalinata non mi sembrò più una discesa negli Inferi ma solo un altro sentiero da percorrere per riunirmi all'unico uomo della mia vita.
La sua mano era pronta ad accogliere la mia e a stringerla per infondermi coraggio, come al solito la sua vicinanza era la panacea per tutti i miei mali, ebbi immediatamente la sensazione di essere più forte e di poter affrontare qualunque cosa, incrociai gli sguardi di tutti i miei amici e in ognuno di loro lessi la stessa tristezza e dolore che sicuramente loro avevano visto in me.
Come una cosa sola ci dirigemmo verso le auto parcheggiate nel vialetto e una volta a bordo delle rispettive auto partimmo verso il cimitero.
Durante tutto il viaggio nessuno ebbe il coraggio di parlare, spesso mi scambiavo sguardi attraverso lo specchietto retrovisore con Kathrine che era seduta dietro a Damon, ma niente di più, il silenzio la faceva da padrone.
Quando arrivammo al cimitero molte delle persone che conoscevano i nostri amici erano già li e il prete era in piedi vicino alla due lapidi con i nomi dei nostri amici, ci avvicinammo lentamente e tra la folla riuscii a riconoscere la madre di Tayler e il padre di Bonnie che stringevano mani e accettavano le condoglianze da chiunque le porgesse.
Niente fu più straziante del momento in cui dovetti avvicinarmi a loro, cercai di mantenere un contegno, abbracciai la signora Lockwood e strinsi la mano al signor Bennet, poi mi diressi da Caroline e la presi per mano cercando di infonderle coraggio e dimostrarle che ci sarei stata se avesse avuto bisogno di me.
Non appena il prete prese la parola il brusio che aveva caratterizzato il cimitero fino a quel momento si arrestò e tutti volsero la lo attenzione all'uomo di Chiesa che ci snocciolava tutte le incedibili qualità di queste due meravigliose creature strappate troppo presto alla vita.
La verità era che non li conosceva affatto, non sapeva quanto fosse testarda e difficile Bonnie e neppure quanto fosse iroso e prepotente Tayler, ma dopotutto quanto si passa a miglior vita si ricordano solo le qualità e non i difetti, senza contare però che spesso quello che ci faceva amare queste persone erano proprio i loro difetti, che le rendevano speciali e uniche.
La cerimonia proseguì tranquilla e silenziosa, ogni tanto sentivo Caroline seduta accanto a me sussultare per trattenere i singhiozzi, così in silenzio le stringevo ancora più forte la mano cercando di consolarla, sapevo che sarebbe stato difficile ma con l'aiuto di tutti ne sarebbe uscita e presto o tardi avrebbe ricominciato a vedere i colori, a sentire i profumi insomma avrebbe ricominciato a vivere.
Quando qualcuno di amato ci lascia, sopratutto prima del tempo, ci sentiamo impotenti e tutto quello che ci circonda ce li ricorda, ogni luogo, ogni suono, perfino un'auto uguale a quella della persona che ci ha lasciati, questi ricordi possono ridare la libertà ad un dolore che faticosamente avevamo nascosto nel profondo del nostro cuore, non avrei permesso che questo accadesse alla mia amica, le sarei stata vicino e le avrei insegnato e imparato con lei a fare tesoro di quei ricordi e a non rinchiuderli in un angolo ma a viverli a pieno per sentirci ancora con loro.
Ormai la funzione stava volgendo al termine e  le bare erano state calate nelle rispettive fosse e ricoperte, ora eravamo davvero arrivati alla fine, tutto quello che avevo cercato disperatamente di evitare si era avverato e niente poteva essere più terribile di questo momento, cercai Damon con lo sguardo tra la folla per ottenere il suo sostegno, ma non lo trovai, così mi avvicinai lentamente tenendo tra le mani due rose biache, simbolo di purezza e grazia, mi inginocchia prima accanto alla tomba di Tayler e vi deposi una delle due rose, osservai per qualche istante la lapide e dovetti impormi di non piangere perchè sentivo già gli occhi pizzicare e la vista si stava annebbiando, dovevo essere forte non per me ma per chi contava su di me, presi il coraggio a due mani e mi alzai per avvicinarmi alla tomba di Bonnie, anche qui deposi una rosa, accarezzai la lapide, poi investita da un'ondata di dolore decisi di allontarmi per fare una passeggiata, avrei colto l'occasione per restare un pò da sola con i miei pensieri e per lavorare sul mio dolore.
La sfortuna di avere molta familiarità con il cimitero di Mystic Falls era che sapevo esattamente dove stavo andando e che sicuramente mi sarei fatta ancora più del male, come previsto in pochi minuti arrivai davanti alla tomba della mia famiglia, quattro lapidi una accanto all'altra, due più vecchie , ormai coperte di polvere e rampicanti, come il mio dolore vecchio e arruginito ma non per questo meno vivo e terribilie e due più nuove ancora pulite e perfette, mi avvicinai alla lapide di Jenna e vi appoggiai la mano, in un istante spuntò dalla terra una rampicante che la avvolse e la inondò di meravigliosi fiori viola, poi mi avvicinai alla lapide di John e ripetei la stessa cosa, forse era ora che il dolore e la sofferenza potessero entrare a far parte del passato, un passato dal quale avrei attinto solo i momenti belli trascorsi con le persone che oggi non erano più con me, forse l'unico modo per andare avanti era chiudersi una porta alle spalle e guardare avanti senza mai voltarsi.
Mi voltai per tornare verso l'ingresso del cimitero, quando la mia attenzione venne attirata da una figura nella parte vecchia del cimitero, per il mio incredibile senso di avventura decisi di controllare, chi poteva avere dei parenti in quella parte di cimitero erano troppo vecchie quelle lapidi perchè qualcuno potesse ricordarsi di loro, affrettai il passo e in pochi minuti varcai il cacelletto che introduceva al vecchio cimitero, la figura che mi dava le spalle non accennava a muoversi, quando fui abbastanza vicina mi resi conto che la figura non era altro che Damon, solo lui poteva essere li in quella parte del cimitero, lentamente gli arrivai alle spalle e intrecciai la mia mano con la sua, il mio vampiro si voltò e mi sorrise, poi tornò a guardare la lapide talmente intesamente che avrebbe potuto frantumarla con lo sguargo se avesse voluto.
Diressi la mia attenzione ai caratteri scolpiti sulla lapide ma era troppo coperta di rampicati e usurata dal tempo perchè potessi capire cosa ci fosse scritto, così sciolsi l'intreccio con la mano di Damon e mi avvicinai alla lapide, la sfiorai con un dito e tutte le erbacce e le sterpaglie lasciarono libero il marmo di vedere di nuovo il sole, quello che vidi mi lasciò di stucco, l'incisione era chiaramente molto vecchia ma quello che mi stupì davvero fu il nome che vidi, Evelyn Salvatore, Damon non mi aveva mai parlato di sua madre ma ero certa che quella fosse la sua tomba, non sapevo che si chiamasse Evelyne non l'aveva mai chiamata per nome ma non c'era nessun'altra ragione per la quale Damon potesse essere li.
Lentamente tornai da lui e intrecciai nuovamente la mia mano alla sua, restammo fissare la lapide per molto tempo, Damon sembrava fatto dello stesso marmo, poi il sole si andò a nascondere dietro all'orizzonte e cominciai a sentire freddo, non appena il mio corpo fu attraversato dal primo brivido Damon si svegliò dal suo trance e sempre tendomi per mano in silenzio si diresse verso l'uscita del cimitero.
Il viaggio in auto fu davvero silenzioso, data l'ora tarda erano già andati via tutti così in auto ero da sola con Damon, avrei voluto chiedergli di sua madre, ma mi mancò il coraggio, sapevo che era un argomento spinoso così vista la giornata pesante decisi di rimandare la chiaccherata ad un'alrta volta perchè era certo avrei voluto sapere di più su di lei ora che sapevo che era importante per Damon.
Arrivammo alla pensione e da bravo cavaliere Damon mi aprì lo sportello della auto e mi aiutò ad uscire ma appena fui fuori puntò il suo sguardo nel mio e il mio mondo per un istante smise di girare, tutto era così vuoto e privo di significato, solo lui mi teneva ancorata alla realtà con la sua dolcezza, lo vidi raccogliere il coraggio e poi parlare << Grazie  >>, non capivo lui ringraziava me, sarebbe dovuto essere il contrario, così decisi di chiedergli delucidazioni << Per cosa ? >>, non mi lasciò ad aspettare a lungo e sospirando disse << Per non aver detto niete al cimitero e per essere rimasta con me, erano molti anni che non tornavo a trovare mia madre perché non credevo di farcela e invece ho scoperto che vivere così a lungo rende tutti i ricordi molto più dolci e meno dolorosi e anche la sofferenza piano piano viene sepellita da montagne di altri sentimenti più vividi che presto o tardi prendono il posto di quelli che ti hanno distrutto... >>, non potevo credere a quello che le mie orecchie stavano sentendo, mi avvicinai per abbracciarlo ma mi fermò e riprese a parlare << ...mentre tornavamo da Richmond mi hai detto che ti amo perchè sai tenere a bada il mio brutto carattere ed in parte è vero ma ora vorrei dirti io perchè ti amo, ti amo perchè tiri fuori la parte migliore di me, quando sono con te non so mai cosa farò stravolgi il mio mondo e le mie certezze ogni volta che ti parlo, sei saggia e riflessiva tutto quello che non sono io ma sei anche essere passionale e selvaggia, ho ucciso e ferito, per secoli sono stato un mostro e niente e nessuno era riuscito a riportarmi sulla retta via, ora so perchè, nessuna di loro era la persona giusta, ora so che tutto quello che ho fatto e subito era solo un percorso per permettermi di arrivare a te, ti ringrazio di permettermi di assagiare un pò di quel calore e amore che ho cercato per secoli, ti amo come non ho mai amato nessuno e non potrò mai più amare nessuno come amo te perchè senza di te non c'è amore >>, ero sconvolta non avevo mai ricevuto una dichiarazione d'amore così dolce e sincera, non gli diedi il tempo di rendersene conto che già gli ero saltata al collo, non sapevo se piangere o ridere, ero felice da morire, alla fine una giornata terribile si stava chiudendo nel miglior modo possibile.
Mano nella mano ci dirigemmo verso l'ingresso del Pensionato e una volta all'nterno mi avviai verso la scala che portava al secondo piano quando Elijah fermò Damon che mi fece segno di andare pure di sopra, ovviamente non era da me andarme a letto, dovevo sapere di cosa dovevano parlare a notte fonda, cosa poteva essere così importante da non poter aspettare la mattina seguente, così attesi che entrassero in salotto e senza far rumore mi accovacciai sull'ultimo scalino prima dell'ingresso e nascosta dalle tenebre aspettai di saperne di più.
Per prima cosa si versarono entrambi da bere e come dei gentiluomi dell'ottocento si accomodarono sulle potrone davanti all'enorme camino che come al solito ospitava un fuoco allegro e scoppittante, ormai ero seduta in quella scomodissima posizione da più di mezz'ora ma di argomenti importanti neppure l'ombra, solo chiacchere da bar, forse avevano sentito la mia presenza e non avrebbero parlato finchè fossi stata li, così scoraggiata decisi di andare a dormire ma appena feci per alzarmi le mie orecchie captarono alcune cose piuttosto interessanti, Elijah stava promettendo a Damon di aiutarlo a cercare un'altra Pietra della Vita da usare su di lui così avrebbe potuto stare con me da umano e vivere una vita normale insieme, per quello che ne sapevo non c'erano altre pietre in circolazione e non volevo che Damon si imbarcasse in una  ricerca estenuate di qualcosa che non esisteva solo per vivere una vita normale, io amavo la mia vita con lui proprio così com'era e non volevo che cambiasse niente di lui per me.
Avevo sentito abbastanza, sapevo che avrei dovuto affrontare l'argomento prima o poi, ma non questa sera, ormai la stanchezza della giornata cominciava a farsi sentire, così mi alzai sempre senza fare rumore e mi diressi in camera di Damon, appena arrivai in camera presi la rincorsa e mi gettai sul letto affondando nel piumino come avvolta da una nuvola, immaginando di volare mi lasciai catturare da Morfeo nel sonno più riposante e tranquillo di tutta la mia vita.
CONTINUA

Spazio autrice
Ciao a tutti, per prima cosa mi devo scusare per non aver postato la scorsa settimana ma purtroppo mio padre è stato ricoverato in ospedale e ho avuto molte cose da fare.
Per quanto riguarda il capitolo non ci sono molte cose da dire, è stato molto difficile scriverlo, ho perso da poco una persona fondamentale nella mia vita e affrontare questo argomento mi ha messa in difficoltà, alcune cose che ho scritto sono sentimenti personali che ho elaborato con il passare del tempo e affrontando il dolore.
Spero che vi sia piaciuto, nell'ultima parte ho inserito una dichiarazione d'amore di Damon ad Elena secondo me molto bella, non è farina del mio sacco ma sono più o meno le parole che mi ha detto mio marito quando mi ha chiesto di sposarlo, a parte dove parla di uccidere o ferire quello mio marito non me lo ha detto, se me lo avesse detto molto probabilmente sarei scappata!
Ho cercato a lungo il nome della madre di Damon ma non avendo trovato nulla e non ricordando se era mai stata citata nella serie ne ho scelto uno che mi piaceva, se qualcuno di voi sa il vero nome me lo dica così correggo l'imprecisione.
Questa volta non vi lascio spoiler poichè di fatto la storia si è conclusa, nei prossimi capitoli vedremo solo cosa accadrà nel periodo seguente al rientro a casa, nello specifico il prossimo capitolo riguarderà Caroline.
Ora vorrei lasciarvi una nota di servizio, dato che mio padre è ancora in ospedale e ne avrà per almeno due settimane e io ovviamente non avrò il tempo di scrivere vi comunico che ci rivedremo il 28 marzo con  un nuovo capitolo, mi dispiace molto ma davvero mi sarà impossibile concentrarmi sulla storia.
Vorrei chiudere oltre che con i soliti saluti a chi mi segue con un saluto speciale per una persona che ho amato immensamente e che adesso mi legge da lassù...ciao Sam 21/6/1984 - 20/2/2012.






   
 
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