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Autore: Artemis00    08/10/2006    0 recensioni
Questa è la mia prima fanfic su Naruto, c'è un nuovo personaggio e riguarderà in seguito Sasuke, sopratutto!!! Un mistero, una chiesa, un lago. Un mostro e sangue. Cosa farà il team 7 per salvare un villaggio intero? Non che gli abitanti di esso paiano così propensi ad essere salvati...
Genere: Romantico, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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La missione

La missione

 

Ore 8.30 del mattino.

Sakura, Sasuke, Naruto e Asako stavano buttati sulla ringhiera del ponte ad aspettare il maestro, come al solito ritardatario cronico. Nell’ordine: Sakura sbuffava come una locomotiva, Naruto canticchiava “sulla cima dell’Olimpo c’è una magica città, gli abitanti dell’Olimpo sono le divinità…”, Asako tentava di dormicchiare sdraiata su una panchina e Sasuke scrutava il cielo con aria enigmatica, al che la rosa subito, animata da una grandiosa sfacciataggine, sospirò:

-         è romantico vero?

-         ?

-         Il cielo la mattina.

-        

-         Come hai dormito?

-        

-         Stai bene?

-        

-         Hai freddo?

-        

-         Sakura!!! ^^ ti va di andare a raccogliere funghetti?

-         NARUTOOOOO!!! è_é non vedi che io e LUI stiamo discorrendo?

-         Più che una discussione il tuo mi sembra un monologo, a seconda dei punti di vista…- Osservò una voce proveniente dalla panchina sotto innumerevoli zaini.

-         TACI VECCHIA STREGA!!! Non dovevi dormire? – rimbeccò, colpendo con la sua borsa la fonte della dichiarazione.

In un attimo un kunai, veloce e potente, passò fischiando vicinissimo all’orecchio della ragazza, che si spostò strillando. Un’altra, bionda, riemerse dai cappotti e, con un sorrisino, l’apostrofò:

-         Fai attenzione. Potrei pensare che mi sei in contrasto…

-         Oh, ma davvero? E allora?

-         Non ti converrebbe, questo lo sai, vero?

-         Ragazze, state calme!

-         Non ti crucciare, biondo. Io sono calmissima.

Facendo muovere su e giù i ricci, Asako si voltò bruscamente.

-         Lo sento.

-         Che cosa?

-         Sta arrivando Kakashi…

-         Da cosa lo capisci?

-         Te l’ho già detto. Lo so.

-         Sarebbe in anticipo nel ritardo. Abbiamo aspettato solo mezz’ora, non due ore…- ragionò Naruto.

-         BUON GIORNO! – la figura del sensei si stagliò contro luce, apparendo dal nulla.

Sasuke, aggrottando le sopracciglia sottili, lanciò un’occhiata alla sua compagna di stanza.

-         Bene ragazzi!- fece Kakashi- Ho una missione per voi!

 

In seguito a circa due ore di cammino, il maestro si fermò nei pressi di un lago.

-         Appoggiate pure le vostre cose, ci dobbiamo accampare.

-         Dobbiamo fare cosa???- protestò Sakura.

-         Accampare. Il nostro compito è difendere il villaggio da un pericoloso mostro marino che imperversa causando mareggiate di dimensioni inaudite.

-         =_= ma questa è solo una credenza popolare! È normale che i laghi straripino di tanto in tanto!- obbietta la bionda.

-         State pur certi che non è come credete voi. Ci sarà una tenda per coppia, deciderò io, naturalmente. Voi andate a farvi una passeggiata per le strade.

 

I viali erano brulicanti di gente vestita poveramente, bambinetti sporchi e pastorelli ignoranti che tentavano di vendere la lana delle loro pecore. Mercanti ingioiellati offrivano le loro mercanzie.

- Dovremo chiedere a qualcuno notizie sul presunto mostro… ci penserò io!- decise Naruto.

Si accostò ad un vecchio che propagandava medaglioni portafortuna.

-         Buona sera, signore. Che mi sa dire del mostro del lago?

-         Mostro… mostro? Aaaaahh!!! Ressy tornerà! Aiuto! Ditelo a tutti! Ressy attaccherà di nuovo!

In un attimo le vie si sgomberarono, lasciando come traccia solo la polvere che si depositava pigramente sui marciapiedi, e poche cartacce vaganti.  

-         Non sarai stato troppo diretto?- disse sarcastico Sasuke.- ne sappiamo meno di prima.

-         Almeno siamo sicuri che deve portare calamità orribili- fece Sakura conciliante.  

Il resto della mattina lo passarono a cercare informazioni. Senza successo.

Asako propose:

-         Ho un’idea. Ma dovremo fare una colletta. Quanto avete?

-         Cinque yen (non so quali sono le monete su Naruto, mi dispiace)

-         Io sette

-         Venti!

-         Okay. Date qua.

Si diresse verso un’osteria, al tavolo di un uomo dal cappello di paglia, la camicia a quadretti e pantaloni infangati. Dal naso paonazzo si capiva che era piuttosto sbronzo. Urlava contro il cameriere che non gli voleva fare credito per quella che chiamava “l’ultimo scotch”. La ragazza, prendendo un atteggiamento svagato, si sedette al suo tavolo e ordinò:

-         Niente storie amico. Porti una birra piccola e un doppio whisky al mio compare. Offro io.

 

Bevendo il liquido ambrato direttamente dalla bottiglia, si decise a passare all’interrogatorio. Il contadino non le aveva chiesto nemmeno il nome, ma era meglio così in fondo.

-         Come vanno le cose qua al villaggio?

L’uomo vuotò in un sol sorso quasi metà del bicchiere.

-         Cosa vuoi dal nostro piccolo paese, forestiera?

-         È un ritorno alle origini, vecchio mio. Devo recuperare un prezioso quadro dalla casa dei miei antenati.

-         Capisco. E con ciò?

-         Questa casa, in seguito a un terremoto nel 1955, è sprofondata e ora è sommersa dalle acque del lago.

Per poco lui non sputò la goccia finale dell’alcolico. <> mormorò sommessamente la bionda all’oste.

-         NO! Se ci tieni alla tua vita, alla larga da Ressy!

-         Mi perdoni, ma non la seguo. Le darò retta di certo, ma mi schiarisca un pochino la mente. Chi sarebbe Ressy?

-         Lo conoscono anche i marmocchi, che ne cantano al filastrocca:

è notte prima di quanto pensi

e dal lago esce Ressy

ha gli occhi a luna piena

e un lamento pien di pena

mostra i denti aguzzi di leone

e muove forte il codone

ogni cosa sconquasserà

e alla fine della notte

nell’acqua ritornerà.

        È un flagello. Si dice che sia stato richiamato dal grido di dolore lanciato da un prete ucciso in modo orribile durante un battesimo a un bimbo nel quale risiedeva il demonio. Allora ogni 19 novembre sacrifichiamo il primogenito di una famiglia tirata a sorte.

-         Ma è una cosa orrenda!- Si scandalizzò Asako.

-         Qui le cose vanno così bellezza. E ora perdonami, ma devo andare a lavorare nei campi. Grazie per avermi offerto il bicchierino.

-         Si figuri. A presto.

 

-         Dunque, per una superstizione, un neonato viene strappato ai genitori per essere ucciso? – ripeté Sakura.

 

-         A quanto pare…

-         Che cosa stupida.

-         Alla fine della notte nell’acqua ritornerà… esce fuori la notte dunque.- rifletté ad alta voce Naruto.

-         Esatto. Significa anche che nessuno l’ha visto del tutto. Non mi pare granché illuminato questo posto.

-         Stai cercando di dire che forse non è reale?- domandò tagliente Sasuke.

-         Può darsi, anche se non mi sento di dare per scontato nulla…

Arrivarono al punto di ritrovo di Kakashi.

-         Salve ragazzi. Mi auguro che abbiate raccolto informazioni. Dunque, ecco le tende… Sasuke andrà con Naruto e Sakura con Asako.

-         NEMMENO PER SOGNO! – Scoppiarono in coro Sakura e Naruto- IO CON LEI/LUI?

-         Non scaldatevi, va bene va bene… Sakura con Sasuke e Asako con Naruto.

Il moro prese un’aria esasperata con  la ragazza appesa alla schiena, ma sentì una fitta allo stomaco vedendo Asako e il suo rivale entrare nel riparo per mettere a posto le proprie cose. Si dette dello stupido.

Kakashi si appoggiò nuovamente al tronco d’albero, riprendendo la lettura del suo tascabile. Sorrise fra se’. Sarebbe stata una lunga, lunghissima missione.

-         Sasuuuuke… - miagolò Sakura. – Io la notte ho sempre freddo… dormiamo nello stesso sacco a pelo?

-         Mettiti un maglione in più. – rispose lapidario il ragazzo.

-         ç_ç sei sempre così freddo con me! C’entra forse quella scema?

Le rivolse uno sguardo gelido – non ti riguarda affatto…

Uscì e si allontanò.

 

 

  

 

 

 

 

 

 

  
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