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Autore: CHALLENGE_ACCEPTED    07/03/2012    2 recensioni
Kurt vive a Lima da diciotto anni, e non ha mai conosciuto una persona così interessante e simpatica come quel ragazzo. Con la scusa delle ripetizioni riesce a diventare un suo amico, accaparrandosi un ruolo importante nella sua vita.
Sembra perfetto per lui, ma per quanto le cose possono andare così bene?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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-Non è possibile! –gridò una ragazza, nel bel mezzo di un corridoio –E neanche giusto! –ad urlare era stata Sasha, la cheerleader che stava organizzando la festa di Halloween più bella di tutto l’ Ohio. –Ti riferisci alle gravidanze inattese? –chiese Santana, tenendo le braccia strette al petto e guardando un colorato manifesto appeso al muro. –No! –Sasha e Santana non andavano molto d’ accordo: in verità Santana non andava d’ accordo con molti, ma con Sasha era ancora peggio.

-Io mi riferisco alla festa che ci sarà qui a scuola. Nessuno verrà più alla mia. –la ragazza stava piagnucolando come una bambina capricciosa. Sicuramente se la coach Silvester l’ avesse vista, l’ avrebbe presa a calci fino a farla arrivare in Alabama. –Oh, andiamo Sasha: magari tutti quelli che hai invitato verranno comunque alla tua festa, mentre tutto il resto della scuola verrà qui. –Sasha era sempre pronta ad ascoltare Quinn, non tanto per seguire i suoi saggi consigli, ma per prendere spunto su frasi da dire poi in futuro,

-Hai ragione, Quinnie. –ridacchiò Sasha, urtando i nervi del suo capitano che odiava non poco quel nomignolo, almeno lo odiava se detto da lei –Voi verrete tutte alla mia festa, no? –mentre tutte le ragazze annuivano eccitate, Santana fu sincera –Io e Brittany non ci saremo. –disse, poi la sua “amica” aggiunse –Non te la prendere, è solo che tu hai organizzato una festa… normale, mentre qui è in maschera, e noi abbiamo in mente dei costumi talmente belli! –detto questo Santana cercò di far capire alla sua ragazza che non dovevano dare spiegazioni a quella ragazza.

-Nemmeno io ci sarò, in realtà neanche Puck, Finn, Sam e Mike. Noi del Glee andiamo tutti insieme alla festa a scuola. –confessò Quinn, e Sasha insistette –Ma voi siete tutti invitati! –quella ragazza non era proprio una cima. –Forse non hai capito, Barbie, ma ci sono dei nostri amici che tu non hai invitato. –intervenne Santana, trattenendosi tallo sfoderare una delle sue lamette. –Allora dimmi chi sono, che li invito! –sbuffò Sasha, con tono sbrigativo e di chi ha un sacco di lavoro da fare.

-Vuoi sapere i nomi? –chiese Quinn, con sguardo minaccioso. Era una Barbie, ma se voleva poteva farti buttare di sotto da un grattacielo con un solo movimento delle sopracciglia, e questa cosa Sasha la invidiava molto. La ragazza annuì con incertezza. –Rachel Berry, Kurt Hummel, Artie  Abrams, Merc… -Quinn stava per continuare, ma Sasha la fermò e con tono altezzoso chiese –Mi stai chiedendo di invitare quello gay, il paraplegico e… la Berry? –non era la prima volta che quella ragazza cercasse di mettere i piedi in testa al suo capitano, ma tutte le stante volte non ci era riuscita. E questo successe anche stavolta. –No, non te lo sto chiedendo, perché io non ho nessuna intenzione di venire alla tua festa. –detto questo le tre amiche si presero a braccetto e camminarono vittoriose per i corridoi affollati del McKinley.

-Gente, avete sentito? –gridò Santana, poi continuò Quinn –Quinn Fabray, Santana Lopez e Brittany Pierce non andranno alla festa di Halloween di Sasha Comesichiama. –a queste parole si levò un brusio generale.

-Ah! Usare i proprio poteri seduttivi per abbindolare le persone! –esclamò Santana, compiaciuta –E’ così che faceva Mata Hari? –chiese rivolta alle sue amiche. –Credo di sì. –

 

 

 

L’ attesa dell’ arrivo di Blaine era sempre angosciante: Kurt non riusciva a calmarsi e aveva sempre paura che il suo amico gli desse buca. Il che era assurdo perché Blaine era sempre puntuale e se aveva un imprevisto lo avvertiva sempre.

Intanto Kurt se ne stava seduto sul suo divano, a girarsi fra le mani una penna masticata. Muoveva nervosamente il piede, quando il display del suo cellulare non s’ illuminò. Kurt si affrettò a leggere il messaggio.

Vieni su Facebook. Ahora.

Immediatamente Kurt fu assalito dal panico. Blaine non aveva uno Smartphone, ma neanche un telefono con la connessione Intenet, quindi se era su Facebook voleva dire che era a casa sua e che doveva parargli. Probabilmente doveva uscire con la sua ragazza, o doveva vedersi con dei suoi amici o…

Poi si accorse che il numero non era quello di Blaine, ma di Santana. Si era completamente scordato delle origini latine della sua amica.

Allora Kurt corse in camera sua ed entrò su Facebook. Trovò Santana online, così le aprì la chat.

KURT: Fai veloce che ho un impegno.

SANTANA: buongiorno anke a te

KURT: Santana spicciati.

SANTANA: OK, OK. X))) cmnq ci sn anke Quinnie e Britt

KURT: Ciao, ragazze. Ora, con uno dei tuoi sgrammaticati messaggi dimmi cosa dovete dirmi e poi salutiamoci.

SANTANA: allora: tu vai alla festa di halloween, no???

KURT: Non lo so, Finn mi ha chiesto di andare con lui, ma sarei solo il terzo in comodo… Rachel (ho detto tutto).

SANTANA: ma 6 proprio scemo!! O.o

KURT: Grazie.

SANTANA: qst era quinnie

KURT: E, sentiamo, perché sarei scemo?

SANTANA: xk potresti invitare Blaine. ma devo dirti ttt io? … ehm, noi

KURT: Ma non è nemmeno gay!

SANTANA: ki ha dtt ke dovete andare cm fidanzati??? ;D sei dawero malizioso…

KURT: No, non sono io malizioso, è solo che ho paura che Blaine fraintenda questa cosa. Non lo so se in Porto Rico andare con un altro amico ad una festa è normale.

SANTANA: fermo fermo fermo… solo perché è portoricano è per forza retrogrado?

KURT: Non volevo dire questo.

SANTANA: ma l’ hai ftt

KURT: Oddio, come sono stato razzista. Perdonami San.

SANTANA: ti ho già perdonato. lo so ke sei buono!! ma invitalo, xk sennò ti aizzo contro il quartiere dv vivo…

KURT: Non mi fai paura.

SANTANA: ma l’ avrai

KURT: San, è arrivato Blaine, devo andare. A domani <3

SANTANA: ciao scimmiotto bello… ahahahah ora ke 6 talmente preso dal tuo bello posso kiamarti cn ttt i soprannomi orrendi ke voglio.

KURT: Non pensarci nemmeno. Ciao!

SANTANA: ciao <3 <3 <3

 

 

Correndo per le scale rischiò di cadere un paio di volte, ma ciò non gli impedì di correre come un pazzo. Aprì la porta e fu subito accolto da una piacevole brezza autunnale; faceva abbastanza freddo, però era sopportabile. Poi vide che il suo amico indossava una giacca a vento e uno sciarpone di lana che gli copriva metà viso.

-Ciao. –salutò affettuosamente Kurt, mentre l’ altro si limitò ad un cenno del capo. Appena fu dentro Blaine si catapultò sul termosifone. –Hai freddo? –chiese Kurt, stupendosi. Blaine annuì veementemente. –Aspetta: -disse Kurt –Fa parecchio caldo a Porto Rico? –sapeva che non era certo un paese freddo, ma non pensava che un po’ di corrente autunnale potesse sconvolgerlo tanto.

-Clima tropicale. Però sono abituato al viento. –sospirò con nostalgia –sai com’è, gli uragani. –spiegò meglio. Kurt annuì convinto.

-Allora, -prese Blaine, con la sua solita euforia –cominciamo con la propaganda. –

RRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR

-Sì. –biascicò Kurt, sentendosi un perfetto idiota.

-Potresti rispiegarmi cosa dovrai fare io? –domando Blaine, il quel si chiedeva cosa c’ entrasse lui, con i manifesti. –Tu devi andare in giro dicendo: vote Hummel. – spiegò Kurt, il quale arrossì violentemente notando l’ espressione poco convinta sul volto del suo amico.

-Per il mio carisma?-

RRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR

-Proprio così. –sorrise Kurt. –Oggi hai da fare? –la buttò lì. –Sì, ho un impegno. Ma oggi non vado finché non viene mia madre a prendermi. –

“Impegno. Sempre lo stesso.” Pensò Kurt, evidentemente preoccupato.

Subito dopo entrò nella stanza Burt, il quel aveva già sentito involontariamente una parte della conversazione. Appena entrò, Kurt si sentì colpevole, nonostante suo padre sapesse che lui aiutava un ragazzo.

-Ciao papà. Lui è Blaine. –cercò di rimediare ad un danno che effettivamente non esisteva. Intanto il ragazzo si era alzato e porse la mano al signore. –Piacere signor Hummel. –disse con allegria.

RRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR

Nemmeno a Burt sfuggì il colorito accento di Blaine. quest’ ultimo si salutò molto educatamente, poi si diresse verso la cucina, e prima ancora di essere abbastanza lontano per non farsi sentire gridò –Caaaaroole! Mio figlio è solo in salotto con un ragazzo che parla con il gatto con gli stivali. –Kurt arrossì violentemente, mentre Blaine si sentiva leggermente offeso. Da quando era arrivato in America, il paese più bello di tutti, non aveva fatto altro che sentire persone che lo giudicavano per le sue origini. Anche persone che non erano razziste aveva comunque dei pregiudizi sui portoricani.

-Sta scherzando. –tentò Kurt, mettendo ancora di più a disagio Blaine.

La serata trascorse molto lentamente, e quando il cellulare di Blaine squillò fu un sollievo per entrambi.

Il moro estrasse dalla tasca il suo “magnifico” telefono dell’ uno ed ebbe una breve conversazione con sua madre.

-Mia mamma è qui fuori, mi sta aspettando. –disse prendendo il giubbotto. –Ti accompagno alla porta. –suggerì Kurt. Il suo amico cercò di non farlo uscire, ma Kurt non si fece problemi ad ignorare le proteste di Blaine, così lo scortò fino al vialetto.

Vide che la macchina era un’ utilitaria di quarta, o forse quinta, mano. Alla guida di essa vi era una sifgnora giovanissima che non dimostrava più di trent’ anni. –E’ tua mamma? –chiese incredulo Kurt, astenendosi dal chiedere “è tua sorella?”.

-Sì. –Blaine sembrava sincero, una volta tanto. –Scusa se te lo chiedo, ma quanti anni ha? –Kurt parlò liberamente, perché l’ altro non sembrava scocciato. –Trentadue. –rispose, quasi con fierezza. –Ma trentadue meno diciotto fa quattor… oh… -dopo queste parole calò un silenzio imbarazzante, ma Kurt non si diede per vinto e chiese –Anche tuo padre è così giovane? –ma poi non volle una risposta, perché gli occhi di Blaine si rabbuiarono. Guardava in terra, cercando di non incrociare lo sguardo di Kurt. –Non lo so. –sospirò.

Kurt non disse “mi dispiace”, perché sapeva che non sarebbe servito a Blaine non sarebbe servito a niente. Si ricordò del fastidio che gli aveva provocato quella frase, quando era sbucata fuori dalla bocca di parenti visti a mala pena due volte, durante il funerale di sua madre. Si ricordò di quando qualcuno aveva detto “Se le cose fossero andate diversamente…”; ma le cose non erano andate diversamente, ed una stupida malattia se l’ era presa. Si ricordò del fastidio che gli avevano provocato le persone che dicevano che era morta di cancro: accidenti! Lui, a otto anni, sapeva che era leucemia.

Si ricordò di tutte queste cose, così si limitò a dire –A domani, Blaine. –

 

 

Il giorno dopo Blaine era uno straccio, ma nonostante ciò si mostrò allegro come sempre.

-Votate Hummel! Votate Hummel! Ciao, come va? Vota Hummel! –l’ aiuto di Blaine si era rivelato essenziale, infatti un sacco di ragazzi cominciavano a ripensare sul votare Brittany.

 

 

Qualche ora più tardi Blaine andò da Kurt, con il volto rigato di lacrime. –Che succede? –chiese ansiosamente Kurt. –Kurt, mi dispiace! –disse scoppiando a piangere –Oggi mi hanno interrogato e… e accidenti! E ho fatto pena! Poi mi ha reso il compito di inglese e ho preso quattro. Oddio, non rimedierò mai! –Kurt cercò di consolarlo, e gli sussurrò –Vuol dire che ci vedremo più volte alla settimana. –Blaine scosse la testa –No, Kurt! I patti erano io ti aiutavo con la campagna elettorale e tu con le ripetizioni: ma io non ti posso più aiutare, perché oggi hanno scoperto che sono nel Glee, e poi dicono che sto sempre con te e che sono un froc… -Blaine non riusciva ad andare avanti così Kurt cercò di calmarlo.

-Non smetterò certo di aiutarti con le ripetizioni. Oramai siamo amici, e non ho più bisogno di un patto per darti una mano. Ok? –Blaine annuì mentre il suo amico lo abbracciava.

Kurt era incerto sulla reazione del moro. Poi rimase sorpreso nel vedere che  Blaine non disdegnava, anzi, lo strinse ancora più forte, lasciandolo quasi senza respiro. Una parte di Kurt voleva staccarlo per evitare di procurargli altri inconvenienti, mentre l’ altra parte prendeva a schiaffi l’ idea di lasciarlo andare. Però ci pensò qualcun’ altro a dividerli.

-Guarda, guarda: due fatine che si scambiano la polverina magica! –a parlare era stato Karofsky, che li guardava con gli occhi serrati.

 

 

 

Eccomi!

Mi dispiace per il ritardo, ma ho avuto da fare. Credo che non sia male, comunque.

Vorrei dedicare questa FanFiction alla mia migliore amica, che quando era piccola si è trasferita in Italia: è vero che il rumeno e l’ italiano si assomigliano abbastanza e che i bambini imparano facilmente, però deve è stata dura! Ti voglio bene, amica mia!

<3 Margy <3

  
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