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Autore: shesfede    07/03/2012    6 recensioni
«Ciao» disse il  riccio con un marcato accento inglese, mostrando a Fede un sorriso smagliante. La mora abbassò lo sguardo, decisamente imbarazzata.
«Ciao» rispose titubante.
«Ciao» disse nuovamente il biondo.
Calò un silenzio imbarazzante, in cui i tre ragazzi iniziarono a guardarsi intorno, finendo per posare lo sguardo su Vanessa.
«Oh, dovrei dire ‘ciao’ anch’io, giusto» disse quest’ultima, sentendosi osservata. Aveva appena fatto una delle sue solite figure.
I due ragazzi scoppiarono a ridere, coinvolgendo subito le altre due.
E pensare che quello era solo l’inizio...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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But everyday I love you a little bit more.

 
«Secondo me assomiglierà ad un elfo» squittì una.
«Avrà i capelli rossi sicuramente» continuò un’altra, facendo una faccia schifata.
«Secondo me l’inglese sarà sicuramente più figo» ocheggiò una terza.
Chiacchiere. Sempre e solo chiacchiere. Spettegolare era l’unica cosa che quelle galline… scusate, ragazze, sapessero fare. In realtà si vociferava che fossero esperte anche in altre attività, ma quello non è certo un campo di nostra competenza.
Vanessa alzò gli occhi al cielo, sbuffando pesantemente.
«Stanno ancora parlando dei nuovi?» chiese Federica con la voce impastata dal sonno. L’ora di economia appena finita l’aveva messa completamente ko.
«Non vedo l’ora che questi due arrivino, almeno smetteranno di essere l’argomento del giorno» rispose l’altra, lanciando un’occhiataccia al gruppetto distante da loro.
Qualche settimana fa la professoressa di inglese aveva annunciato loro che a breve sarebbero arrivati due ragazzi, uno inglese e l’altro irlandese, coinvolti in uno di quei progetti intercultura che andavano tanto di moda nell’ultimo periodo. Inutile dire che da allora non si era fatto altro che parlare di loro e di come potessero essere esteticamente.
Apparentemente l’intera sezione femminile della classe sbavava già per il tipo inglese, snobbando a priori il ragazzo dell’Irlanda.
«Che ore sono?» Vane tentò di cambiare argomento.
L’amica però non rispose, troppo impegnata a fissare con occhi sognanti il riccio che aveva appena varcato la soglia della porta.
Vanessa sorrise divertita. «Fede, Fede, Fede» disse scuotendo la testa. «È solo un ragazzo, smettila di fissarlo con la bava alla bocca» tentò di farla riprendere, ma tutto era inutile.
Fede era come ipnotizzata. Non riusciva a distogliere l’attenzione dai pozzi verdi che quel ragazzo aveva al posto degli occhi. E il riccio parve gradire quel genere di attenzioni, dato che non tardò a ricambiare, dando così il via a uno scambio di sguardi piuttosto esplicito.
«Oh, andiamo!» sbottò Vanessa, stanca di quella situazione e di non essere considerata.
Annoiata, si lasciò cadere sulla sedia. Quando alzò nuovamente la testa involontariamente scontrò lo sguardo di qualcuno. Era un ragazzo dall’aspetto dolce e dall’aria simpatica. Stava dietro rispetto al riccio adocchiato da Fede, per questo Vane non lo aveva notato subito. Si grattava la testa con aria confusa. Sembrava a disagio. Sentendo lo sguardo della ragazza puntato addosso il biondo sorrise cordialmente, facendo involontariamente perdere un battito a Vanessa che, per la prima volta, si trovava ad essere coinvolta in quel modo da un ragazzo.
«Però, a quanto pare non sono l’unica vittima del fascino dei nuovi arrivati» Fede sussurrò all’orecchio dell’amica divertita. Le parti a quanto pareva si erano invertite e quella imbambolata adesso era lei. Vanessa non tardò a darle uno schiaffo sulla testa.
«Ahio, mi hai fatto male» si lamentò massaggiandosi la nuca.
«Sta zitta idiota» le suggerì Vanessa, notando che i due ragazzi si stavano dirigendo verso di loro.
«Ciao» disse il  riccio con un marcato accento inglese, mostrando a Fede un sorriso smagliante. La mora abbassò lo sguardo, decisamente imbarazzata.
«Ciao» rispose titubante.
«Ciao» disse nuovamente il biondo.
Calò un silenzio imbarazzante, in cui i tre ragazzi iniziarono a guardarsi intorno, finendo per posare lo sguardo su Vanessa.
«Oh, dovrei dire ‘ciao’ anch’io, giusto» disse quest’ultima, sentendosi osservata. Aveva appena fatto una delle sue solite figure.
I due ragazzi scoppiarono a ridere, coinvolgendo subito le altre due.
E pensare che quello era solo l’inizio...

 

***


«Per l’ottava volta Harry, e giuro che l’ho contate: si dice ciao bella e non sciao bela» disse Fede cercando di imitare la sua pessima pronuncia italiana.
Harry sbuffò, facendole un segno con la mano per dire ‘non importa, è uguale’. La ragazza lo ignorò, continuando a camminare vicino alla riva del mare.
«E poi lasciatelo dire, è davvero un modo pessimo per rimorchiare una ragazza» disse con forse una punta di troppo di disapprovazione. Harry le piaceva, le era sempre piaciuto, sarebbe stato inutile anche solo provare a negarlo. Tutti a scuola lo avevano capito, persino alcuni insegnanti se ne erano accorti. Tutti tranne il diretto interessato.
«Qualcuna qui è gelosa…» la provocò Harry, passandole un braccio dietro le spalle.
«Chi? Io? Pff, figurati» tentò di negare lei, evitando di proposito lo sguardo del riccio. Se avesse incrociato i suoi occhi sarebbe entrata nel pallone come sempre e avrebbe iniziato a dire fesserie come era solita fare quando non sapeva cosa dire.
«Si, si. Proprio tu ragazzina, so quando menti, non provare a fingere con me» le rispose il riccio convinto, attirandola e stringendola ancora di più a sé.
Fede, forse per la prima volta in vita sua, stesse zitta, appoggiando la testa contro il petto di Harry e ascoltando il battito del suo cuore confondersi con quello delle onde del mare.
Harry in un gesto istintivo le baciò dolcemente i capelli.
Lei fu sorpresa e si fermò di botta, alzando la testa per controllare di non aver immaginato quel gesto.
«A cosa devo tutta questa dolcezza, Styles?» gli chiese.
Harry fece spallucce, non sapendo neanche lui il vero motivo. Lo aveva fatto perché sentiva di volerlo, perché il cuore lo aveva spinto verso di lei.
«Ti brillano gli occhi» le fece notare, spostandole una ciocca di capelli mossa dal vento dietro l’orecchio. Fede arrossì visibilmente, abbassando la testa per nascondersi.
«Mi piace quando arrossisci» disse ancora, costringendola a guardarlo negli occhi alzandole il viso.
«Smettila di dire cazzate» rispose Fede, provando a non illudersi. Il suo cuore le suggeriva di lasciarsi andare, ma la paura di soffrire la teneva a freno. Chi voleva prendere in giro? In pochi mesi Harry sarebbe tornato a casa sua, a kilometri di distanza dalla sua, e presto si sarebbe dimenticata di lei e di tutti i momenti che avevano vissuto insieme.
«Sono sincero e tu lo sai.» Harry puntava alle labbra di lei, stanco di tenere a bada i suoi sentimenti. Da tempo aveva capito di provare qualcosa per lei, ma il cervello gli aveva sempre impedito di farsi avanti perché troppo spaventato dalle conseguenze.
Era arrivato il momento di smetterla con tutte quelle seghe mentali e agire.
Harry raccolse tutto il coraggio che aveva in corpo e in attimo annullò la distanza tra i loro visi. Le labbra di Fede sapevano di fragola, o forse ciliegia. Qualunque cosa fosse, a Harry piaceva da impazzire.
Fede si irrigidì di colpo, non aspettandosi quella reazione da parte del riccio. Inizialmente era tesa come una corda di violino, ma lo svolazzare di infinite farfalle nella sua pancia presto la riportarono alla realtà. Sciolse tutti i muscoli, intrecciando le braccia dietro al collo del ragazzo che non accennava ad allontanarsi da lei. Si alzò leggermente sulle punte, tanto per facilitare il tutto nonostante la netta differenza di statura tra di loro. Harry le cinse la vita, attirandola ancora di più a sé.
Quando si staccarono i due fecero combaciare le proprie fronti, soffermandosi in silenzio a specchiarsi l’uno negli occhi dell’altro.
«Wow» fu Fede per prima a rompere quel silenzio che era comunque piacevole.
«Già, wow» ripeté Harry, accarezzandole lentamente una guancia.
I due si scambiarono un ulteriore sguardo complice, che bastò per far intuire quali fossero le loro intenzioni. Harry fece combaciare nuovamente le sue labbra con quelle di Fede ed entrambi si lasciarono trasportare dalla magia del momento.
Dicono che ognuno di noi abbia la sua metà perfetta in una parte qualsiasi del mondo. Che Harry e Fede fossero la metà l’uno dell’altro?

 

***


«Niall per l’amor del cielo, il film non è neanche a metà e tu hai già divorato tutti i popcorn!» Vanessa bisbigliò per non recare disturbo agli altri spettatori, ma la risata fragorosa in cui scoppiò Niall rese il suo tentativo di gentilezza nullo.
«Vuoi fare un po’ di silenzio? Vuoi farci buttare fuori per caso?!» gli domandò retorica.
Niall la guardò, assumendo la solita espressione da cucciolo alla quale nessuno resisteva.
«Smettila di guardarmi con quella faccia da cane bastonato, mi metti in soggezione.» Per quanto provasse a fare la distaccata e la fredda, neanche Vanessa riusciva a resistere al dolce faccino dell’irlandese.
«Cosa ha detto il tizio col cappello? Non ho capito» Niall cambiò argomento, facendo riferimento al film del quale capiva poco o niente a causa della sua poca attenzione e del parlare italiano veloce dei protagonisti.
«Non lo so, se tu parli io come riesco a sentire quello che dicono?!»
Niall alzò le spalle, afferrando un’altra manciata di popcorn e portandosela alla bocca. Vanessa lo osservava in silenzio, ridacchiando sotto i baffi. Le piaceva guardare Niall mentre mangiava, lo definiva ‘uno spettacolo unico e divertente’.
«Perché mi guardi? Ho qualcosa in faccia?» le domandò il biondo sentendosi osservato. La ragazza scosse la testa, rubando qualche popcorn al ragazzo.
«Cosa hai fatto?» le domandò Niall con tono di voce serio, scandendo attentamente ogni singola parola. Vanessa lo guardò interrogativa, alzando un sopracciglio.
«Hai mangiato i miei popcorn» l’accuso, fingendo una crisi di pianto.
«I tuoi, i miei. Cosa vuoi che cambi…» sbuffò lei, prendendo una porzione più grande di popcorn e mandandola giù in un solo boccone.
«Questa me la paghi, lo sai che per me il cibo è sacro!»
«Ehi voi due! Volete fare un po’ di silenzio! Qui c’è gente che vuole vedere il film!» urlò un uomo dal fondo della sala.
Niall e Vanessa si ammutolirono all’istante, per poi lasciarsi andare in una risata contenuta.
«Quel tipo ci odia» commentò lei, accucciandosi nella poltroncina di velluto blu.
«Sarà, ma a me poco importa.» Niall osservò con la coda dell’occhio Vane. Quello era il momento perfetto per dirle tutto ciò che avrebbe dovuto buttar fuori tempo prima.
«Senti Vane, io devo dirti una cosa…»
La ragazza spostò lo sguardo dal mega schermo davanti a lei agli occhi blu di Niall, che nel buio brillavano ancora più del solito. «Dimmi» lo incitò a parlare.
«Ecco, io, si insomma.. » tentò una, due, tre volte, ma ogni discorso che iniziava si rivelava essere un buco nell’acqua.
Andiamo Niall, l’hai invitata al cinema apposta per questo, non puoi tirarti indietro proprio adesso che sei a un passo dal dichiararti! ripeteva a se stesso, con scarsi risultati.
«Quello che sto cercando di dirti e che ti voglio dire da tanto tempo è che…» altro tentativo andato in fumo.
«Niall, stai tranquillo. Qualsiasi cosa sia dimmela e basta» Vane provò a rassicurarlo, vedendolo piuttosto teso e agitato.
Niall deglutì, passandosi due dita nel colletto della polo per allargarselo. «Dalla prima volta che ti ho vista io…»
«Oh, andiamo! Quanto ti ci vuole per baciarla!» si sentì il grido di una ragazzina.
Niall si voltò di scatto, pensando che stesse parlando con lui, quando invece la frase era riferita nettamente al film che ormai sia lui che Vanessa avevano rinunciato a seguire.
Forse si trattò di una coincidenza, o forse no. Fatto sta che in quelle parole Niall trovò la forza che cercava da tempo. Senza indugiare ancora, prese il viso di Vanessa tra le mani e la baciò.
Quando si staccarono la ragazza lo guardò sorridendo, per poi commentare: «Però, ce ne hai messo di tempo per capire che anche tu mi piaci.»

 

***
 

«Stanza 269, eccola qua!» Harry si fermò di fronte ad un’enorme porta in ciliegio, guardando la ragazza al suo fianco sorridendo.
«Sul serio, Harry? 269? Un numero più originale no?» gli chiese Fede guardandolo male.
Lui fece l’innocente, fingendo di non capire a cosa si stesse riferendo la ragazza.
«Andiamo, una camera il cui numero finisce col 69 promette solo un certo genere di cose…» Lui la guardò, facendo di no con la testa e scuotendo l’ammasso di ricci di cui andava tanto fiero.
In realtà Federica non aveva mai dovuto preoccuparsi troppo da quel punto di vista. Nonostante lei ed Harry stessero insieme da qualche mese ormai, il riccio non aveva mai allungato mai su di lei, sapendo che quel passo per Fede rappresentava un qualcosa di davvero importante. Continuamente Harry era tentato di andare oltre quei baci che si scambiavano con tanta passione e coinvolgimento, ma il sentimento che provava e la paura di rovinare tutto quello che avevano costruito insieme lo faceva controllare.
Fece scattare la serratura nella quale aveva inserito la chiave e quando la porta fu aperta, da vero galantuomo, fece segno a Fede di entrare per prima.
La ragazza entrò cauta. Con Harry era sempre meglio prestare la massima attenzione, era impossibile prevedere quali folli idee gli venissero in mente. Inizialmente dovette ammettere di essere rimasta delusa. Non che Harry le avesse fatto venire chissà quali aspettative, ma dopo essere stata rapita da casa e trascinata fuori correndo si immaginava qualcosa di più di una semplice camera d’albergo.
«È… carina» commentò sforzandosi, cercando di non far capire a Harry il suo reale dispiacere.
«Ti ho già detto che so quando menti…» le rispose ridendo.
Le parti si invertirono e fu lei a rimanerci male. «Ok, scusa, ma come dovrei reagire a questo?» disse indicandosi attorno.
Harry le si avvicinò, lasciandole un casto bacio sulle labbra. «Il mio budget è misero al momento, questo è tutto quello che posso permettermi.»
Fede si sentì terribilmente mortificata. Delle volte non si rendeva conto di quando fosse fortunata ad avere un ragazzo come Harry al suo fianco e spesso si perdeva nelle cose insignificanti.
«Mi dispiace» sussurrò abbassando il capo. Harry la strinse forte a sé, iniziando a cullarla dolcemente.
L’ atmosfera stava prendendo una piega poco piacevole, così Harry decise di ristabilire la pace e l’allegria di sempre.
«Tieni, metti questo» disse allungandole un buffo pigiamone azzurro con gli orsetti che sembrava essere sbucato dal nulla. Fede lo guardò, alzando un sopracciglio.
«Tu mettilo e non fare storie per una volta!» le ordinò, spingendola in bagno. Fede indossò quel particolare indumento e quando si guardò allo specchio non poté trattenere le risate.
«Sembro un barboncino» disse uscendo e fermandosi davanti al letto, dove Harry era sdraiato sotto le coperte e stava guardando un documentario sui panda.
«Credevo di essere io il barboncino» rispose prestandole attenzione.
«Allora vorrà dire che sembro la ragazza barboncina del barboncino» disse sedendosi sul letto e gattonando fino a lui. Harry alzò le coperte e la fece stendere al suo fianco, abbracciandola non appena fu vicino a lui.
«Per me sei sempre bellissima» le disse, per poi baciarle il naso teneramente.
«Posso sapere il perché di tutto questo?» chiese incuriosita. Insomma, se dovevano solo stare abbracciati sotto le coperte potevamo benissimo farlo a casa sua. Non era necessario affittare la camera di un albergo per una sola notte.
«Volevo stare da solo con te. La data della partenza si sta avvicinando e ho sentito il bisogno di averti vicina.» La voce del riccio si fece improvvisamente bassa e triste. Pensare alla partenza era l’ultima cosa che avrebbe voluto fare.
Non riusciva a capirlo neanche lui, ma quella ragazzina, la sua ragazzina, gli aveva completamente stravolto la vita. Ogni mattina si svegliava col pensiero di lei e la sera andava a letto con la speranza di sognarla. Fede lo aveva reso un totale idiota, eppure ora non riusciva a togliersela dalla mente. Era convinto di amarla, anche se non glielo aveva ancora detto apertamente.
«C’è una cosa che voglio dirti» prese coraggio improvvisamente. Fede lo guardò, facendogli segno di andare avanti.
Harry prese un respiro profondo e poi sputò tutto fuori: «Ti amo.»
Fede lo guardava immobile. Avrebbe voluto gridare al mondo la sua felicità, ma non ci riusciva. Ancora era in quella fase in cui si assimilano per bene le cose.
«Ti amo anch’io» sussurrò, quando finalmente ebbe trovato le forze per reagire.
Le labbra del riccio si aprirono in un sorriso bellissimo e così fecero anche quelle di lei, come se le due cose fossero in qualche modo collegate.
La ragazza si allungò per baciarlo, ma fu Harry a prendere l’iniziativa, attirandola verso di sé e facendola sdraiare sul proprio petto.
«Ti voglio» gli sussurrò ad un orecchio. Harry la fece subito allontanare per guardarla negli occhi. Forse aveva frainteso, forse lei non intendeva quello.
«Fede, sei sicura?» le domandò con voce smorzata.
«Voglio ricordare questa notte per sempre. Voglio sentire il tuo respiro sulla mia pelle, i tuoi baci, le tue carezze. Voglio essere tua, adesso e per sempre» disse annuendo timidamente.
Harry la guardò sorridendo e la ragazza non poté fare a meno di perdersi in quegli occhi verdi che l’avevano fatta innamorare perdutamente.
Ci fu un ultimo scambio di sguardi prima che i due si lasciassero trasportare dalla passione, perdendosi completamente tra le braccia dell’altro.
 

***


Fede stava raccontando la sua notte da favola, evitando ovviamente i particolari. Vanessa faceva finta di ascoltarla, presa da altri pensieri. Niall non si era fatto vivo per niente durante il fine settimana appena trascorso e questa cosa le metteva un’ansia assurda. Non aveva chiuso occhi durante la notte e questa cosa si poteva notare sul suo viso stanco e pallido.
«Vane, mi stai ascoltando?» La piccola strofinò gli occhi lucidi, scuotendo la testa.
«M dispiace Fede, ma non ci sto con la testa oggi.» La mora annuì, intuendo quale fosse il problema dell’amica.
«Qualcosa non va con Niall?» le chiese, poggiandole una mano sulla spalla.
Vane sospirò, declinando l’argomento con un flebile: «Non ho voglia di parlarne.»
Si allontanò dal gruppo, senza smettere di guardare l’ora. La campanella stava per suonare e di Niall neanche l’ombra. Poi qualcuno la tirò per un braccio e lei si spaventò terribilmente. La paura svanì in un attimo, quando le sue labbra furono a contatto con quelle del suo biondo preferito. Le avrebbe riconosciute anche ad occhi chiusi, come in quel caso.
«Buongiorno angelo mio» disse il ragazzo, scompigliandole i capelli giocoso. Lei in tutta risposta gli diede un pugno sul braccio.
«Ahio! E questo perché?» Lei sbuffò.
«Sei sparito per giorni. Davvero pensi che un bacio possa sistemare le cose?» Niall la guardò interrogativo, credendo di essere già stato perdonato. In realtà era così, Vanessa non ce l’aveva con lui, anche se gli stava facendo credere il contrario.
«Speravo di sì, ma se non ti è bastato…» Sul volto di Niall apparve un sorriso furbo, che Vane notò subito.
«Che hai combinato?» lo accusò immediatamente.
«Niente di male, giuro» si difese, iniziando a cercare qualcosa nella profondità del suo zaino. Quando sorrise vittorioso Vanessa capì che aveva concluso la sua ricerca.
«Per te» disse allungandole una busta bianca. Lei la prese, aprendola frettolosamente tanta era la curiosità. Quando i suoi occhi lessero le parole ‘volo’ e ‘Irlanda’ scoppiò in un pianto isterico, saltando in braccio al biondo che la guardava tra il divertito e lo spaventato.
«Vacci piano o finirai per uccidermi» scherzò sulla forte presa che la ragazza aveva su di lui.
«Tu sei un folle» disse tra le lacrime Vanessa. «Come ti è venuta in mente una cosa del genere?» Parlava a raffica, senza dare la possibilità all’altro di rispondere.
«Insomma io, in Irlanda, insieme a te… è la cosa più folle che sia mai successa in vita mia» continuò camminando avanti e dietro per l’agitazione.
«Allora, lo posso prendere come un sì oppure…»
«Sì!» lo interruppe violentemente lei. «Assolutamente sì» ripeté, questa volta con un tono di voce più calmo e dolce.
Il biondo sorrise, prima di prenderla per mano e attirarla a sé, baciandola teneramente.
 

***


Fede era seduta in braccio a Harry, con la testa appoggiata al suo petto. Respirava lentamente, come se le costasse un’enorme fatica farlo.
«Se fai così è peggio» le disse per l’ennesima volta il riccio, senza smettere di accarezzarle la schiena.
«Lo so, ma è difficile rassegnarmi all’idea che tra tredici minuti tu non sarai più qui con me» gli rispose, tirando su col naso e cercando di trattenere le lacrime.
«Tornerò presto, il tempo di spiegare la situazione a casa e sarò di ritorno. Neanche la noterai la mia assenza» Harry tentò di rassicurarla, anche se sapeva che infondo era tutto inutile.
Glielo aveva promesso. Le aveva giurato che una volta tornato a casa avrebbe spiegato alla sua famiglia ciò che provava e gli avrebbe convinti a lasciarlo in Italia ancora per molto tempo.
Fede si fidava ciecamente di Harry e sapeva che non l’avrebbe delusa, ma era lo stesso spaventata. Aveva paura che qualcosa impedisse a Harry di tornare da lei e essere così felici. Stupide paranoie da ragazzina innamorata.
Alzò il viso, appoggiando la sua fronte a quella di lui. I due si guardarono negli occhi per un istante che parve interminabile. Poi Harry annullò quella breve distanza, facendo combaciare perfettamente le loro labbra in un soffice bacio.
«Mi mancherai» gli sussurrò a fior di labbra Fede.
«Anche tu» fu tutto quello che riuscì a dire Harry, prima di baciarla nuovamente.
 
Niall e Vanessa stavano seduti poco distanti da Harry e Fede, avvolti in un’atmosfera totalmente diversa.
«Emozionata per la partenza?» chiese Niall alla ragazza, stringendole la mano.
«Non sto più nella pelle» rispose onestamente, intrecciando le loro dita e sorridendogli.
«Credi che piacerò alla tua famiglia?» chiese improvvisamente, iniziando a giocare con una ciocca di capelli.
«Ancora con questa domanda? Vedrai, ti adoreranno.»
Vanessa rivolse lo sguardo verso il biondo, che sembrava convinto di quanto aveva appena detto. Non era mai stata un tipo molto socievole e temeva di fare qualche figuraccia di fronte ai familiari del suo ragazzo. Rovinare la loro storia per uno spiacevole equivoco era l’ultima cosa che voleva accadesse.
Il loro volo fu chiamato e i due furono costretti ad alzarsi.
«Pronta?» le chiese Niall, accarezzandole una guancia.
«Pronta» rispose sicura Vanessa.
Niall le lasciò un dolce bacio sulle labbra, per poi stringerle la mano e incamminarsi insieme verso il loro nuovo inizio.
 
«Fai la brava, mi raccomando. E non mangiare troppa cioccolata, lo sai che ti fa male!» Vanessa sembrava la madre di Fede mentre la salutava. Le stava raccomandando la qualunque, pur di prolungare il momento dei saluti.
«Vanessa non voglio mentirti: mangiare cioccolata sarà l’unica cosà che farò una volta fuori di qui» le rispose, sforzandosi di scherzare e non apparire una musona.
«Trattamela bene biondo!» disse poi staccandosi da Vanessa e abbracciando Niall.
«Stai tranquilla, è in buone mani» le rispose lui, ricambiando l’abbraccio.
«Non ne dubito» si lasciò scappare la mora una volta staccatasi dal ragazzo.
Niall e Vanessa salutarono anche Harry, prima di lasciare i due ragazzi da soli.
«Allora.. eccoci qua» fu Fede la prima a parlare, o meglio a sussurrare dato che le parole le si bloccarono in gola, smorzate da alcuni singhiozzi.
Harry non le rispose. La prese per mano e la attirò a sé, stringendola tra le sue braccia per quella che sembrava essere l’ultima volta.
«Promettimi solo che sarai forte, ho bisogno di sapere che starai bene» le disse, staccandosi leggermente giusto per poterla guardare in viso.
Lei annuì, anche se sapeva di stare mentendo. Lei non era forte, non lo era mai stata. Non avrebbe retto un secondo senza di Harry, ma per il suo bene doveva fargli credere il contrario.
 
Forse per masochismo o forse per stupidaggine, Fede anche dopo il decollo dell’aereo era rimasta seduta su quella stessa poltrona dove fino a qualche minuto fa c’era Harry.
Aveva il viso completamente rigato dalle lacrime e il naso arrossato a causa di tutte le volte in cui lo aveva soffiato. Stava male. Anzi no, stava peggio. Si sentiva uno schifo.
Aveva appena lasciato andare la cosa migliore che le fosse mai capitata in diciassette anni, ma ormai era troppo tardi. Il cuore le pulsava a raffica, ma soprattutto le faceva un male terribile. Era come se qualcuno glielo avesse strappato dal petto e lo avesse gettato a terra.
«Sbaglio o mi avevi promesso che saresti stata forte?!»
Fede si alzò di scatto, iniziandosi a guardare a destra e sinistra. Lo aveva sentito veramente oppure aveva solo immaginato quella voce?
«Dietro di te bella mora.»
Questa volta ne era più che certa, quella voce era reale e non uno scherzo bastardo della sua immaginazione.
Appena lo vide non capì più nulla. Corse nella sua direzione, sicura del fatto che l’avrebbe accolta a braccia aperte. E infatti fu così. Harry lasciò cadere la borsa a terra, andandole incontro. La prese per la vita e la sollevò leggermente da terra. La strinse a sé e la baciò come mai aveva fatto in passato.
«Tu sei completamente pazzo, cosa ci fai qui?!» gli domandò Fede, senza però accennare minimamente ad allontanarsi da lui.
«Non potevo partire senza di te. Sei l’aria che respiro, non posso starti lontano» le disse sistemandole i capelli dietro le orecchie, in modo da poter godere in pieno della bellezza del suo viso.
«E la tua famiglia? Cosa diranno i tuoi quando sapranno che non sei partito?» Fede iniziò ad entrare in paranoia, convinta che quel folle gesto avrebbe messo nei guai seri Harry.
«Capiranno. E se non lo faranno pazienza. Adesso voglio stare con te, questa è l’unica cosa di cui mi importa.» Fede non riuscì a trattenere il sorriso, così come Harry che non perse ulteriore tempo e la baciò nuovamente.
Il tempo, lo spazio, tutto si era fermato in quel momento. Esistevano solamente loro due.
Il resto era diventato un dettaglio insignificante.




here i am:
sono giorni che lavoro a questa one shot e devo dire che il risultato mi soddisfa tanto *-* non dico spesso che un mio testo mi piaccia, quindi se lo faccio è perchè ne sono davvero convinta *-*
per primo vorrei ringraziare il supplente di diritto (?) ahah se non fosse stato per le sue ore durante le quali ho scritto gran parte della storia a quest'ora non avrei potuto postare (?) GRAZIE PROF! :'D
ora, scherzi a parte, un ringraziamento speciale va a quella cacca che è la mia vanessa (si esatto, la stessa della storia LOL) ♥ ora so che starai pensando qualcosa del tipo 'no, non ci credo, fede è stata carina con me!' e non tentare di negarlo perchè ti conosco e so che è così LOL questo per smentire tutte le cose negative che dici su di me, pff uù (p.s. lo so, sul finale mi sono un po' persa e mi sono lasciata prendere la mano da farry <3 ahah).
boh, credo di aver parlato troppo. non so di preciso cosa dire, spero solo che la storia vi piaccia e che mi facciate sapere cosa ne pensate (:
ah si! il titolo.. il titolo è preso dal testo di una canzone dei JLS, che si chiama 'love you more'. a me questa canzone piace particolarmente e vi consiglio di metterla come sottofondo quando leggete la storia c:
ora sparisco, promesso!
buona lettura xx

   
 
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