Se
non
fosse per te
Cosa
avrebbe un senso
Sotto
a questo cielo immenso
Niente
più sarebbe vero
Se
non fosse per te
Crollerebbe
il mio cielo
Se
non fosse per te
Sarei
niente, lo sai
Perché
senza te io non vivo
E
mi manca il respiro
Se
tu te ne vai
Do...Sol...La.
..Sol...Sol.
La
musica invadeva l’aria, si propagava nella
stanza, conquistava il cuore e penetrava nel profondo, raggiungendo
l’anima.
Draco
premeva quei tasti bianchi del suo amato
piano, con tale trasporto che il mondo attorno a lui sembrava
scomparire.
Quello era il suo modo per sfuggire ai problemi, lì, davanti
al suo amato
pianoforte amava rifugiarsi ogniqualvolta si doveva leccare le ferite.
Quando
litigavano, quello sgabello di pelle nera a
contrasto con il suo piano laccato di bianco diventava
l’unico conforto.
L’unico
sostegno.
Quella
sera avrebbe dovuto suonare interrottamente
per ore, visto le proporzioni della litigata che poco prima li aveva
coinvolti.
Lei,
la sua Hermione, era uscita dall’appartamento
che condividevano da un anno sbattendo la porta.
Offesa.
Sdegnata
e per l’ennesima volta, era lui la causa di
tutto.
La
musica si arrestò, mentre la mente cominciò a
vagare.
Ricordò
gli anni bui, quando la speranza l’aveva
abbandonato.
Ricordò
la ricostruzione, lenta e dolorosa, forse
peggio della guerra stessa.
Ricordò
la sua mano tesa, l’unica mano, l’unico
sorriso che nonostante le offese, le cattiverie lo aiutarono nel lungo
e
tedioso cammino di ricostruzione di corpo ma soprattutto anima.
Quell’anima
che aveva venduto al diavolo e ora un
angelo cercava di curare.
Se
non ci fosse stata lei, sarebbe ancora disteso
nel suo letto al Manor, guardando il soffitto, aspettando
l’uomo con la lunga
falce.
Sarebbe
ancora privo di speranza e incurante di
tutto.
Senza
lei al suo fianco, non avrebbe lottato per
rientrare nella società magica per ripulire il suo nome, non
avrebbe sprecato
nemmeno un’ora nei colloqui attitudinali per entrare al
Ministero.
Se
non fosse per lei, sarebbe ancora lo stronzo Malfoy,
Algido, sferzante, razzista, Serpeverde ora invece era Draco, anche se
la parte
peggiore di lui usciva ancora e quella sera era riuscita a fare tanti
danni.
Lei
era andata vita.
Quando
sono con te
Chiudo
gli occhi e già volo
D'improvviso
la malinconia se ne va
Dai
pensieri miei cade un velo
E
ritrovo con te l'unica verità
Solamente
tu sai
Anche
senza parole
Dirmi
quello che voglio sentire da te
Io
non ti lascerò
Fino
a quando vivrò
Tutto
quello che un uomo può fare
Stavolta per
te lo farò.
Chiuse gli occhi, abbandonandosi alla musica.
Mentre
nella testa scorrevano pezzi di vita vissuta.
Attimi
splendidi con lei al suo fianco.
Il
primo contatto in biblioteca, quando grazie a un compito
dovettero collaborare. L’assidua frequentazione, fatta per lo
più di silenzi e
sguardi sfuggenti, si trasformarono con il tempo in parole mozzate e
frasi di
scuse e sentimenti celati.
La sua sola
presenza lo rassicurava, calmava l’ira e la sua voglia di
lasciarsi andare. La sua
voce suadente, dolce e delicata, scavava nelle viscere, plasmando un
nuovo uomo,
quello che per anni celava sotto maschere di odio, presunzione e sangue
puro.
I
contatti divennero assidui e sapeva che quello li
avrebbe portati a un punto troppo intimo, un punto che spaventava
entrambi, ma
resistettero, facendo scorrere il tempo, divenendo spettori della loro
vita.
Le
lunghe passeggiate trasformarono l’odio in
amicizia.
La
sua caparbietà fu premiata alla fine della scuola
quando divenne l’unico contatto con il mondo reale.
L’unica
che voleva aiutarlo.
La
sua migliore amica...
Le
cene silenziose, gli scambi culturali e quelli di
vedute divennero elementi fondamentali.
Una
droga.
Era
diventata importante, a tal punto che, fu’ lui
stesso a chiederle di andare a vivere insieme, la loro amicizia era
ormai nota
a tutti, nessuno avrebbe storto il naso.
Nessuno.
Quello
fu il primo passo.
La
loro amicizia, era un limbo che racchiudeva molte
cose non dette, cose che entrambi non volevano vedere.
La
stupidità degli uomini che hanno paura di amare.
Le
donne, che si erano volatilizzate ora, avevano
ripreso a ronzargli intorno, come api vogliose attorno ad un unico
fiore.
E
lui, senza farsi scrupolo ne faceva mostra, una diversa
ogni sera per poi tornare a casa da lei, la sua amica, la sua
confidente.
L’unica
cui mostrava la sua vera identità, l’unica cui
aveva smesso di dare carezze per paura, troppa paura.
La
vedeva sorridere, sforzarsi di farlo, sapeva che
le cose erano cambiate, non erano più gli stessi.
Quella
sera litigarono, rivangando tutto: il
passato, le idee della sua famiglia, le sue idee razziste e la sua
convinzione
di perfezione.
Aveva
urlato Draco, le aveva urlato di tutto ma
soprattutto le aveva detto.
-sei
gelosa, perché non ti guardo come guardo loro-disse.
Ricordò
ancora i suoi occhi grandi velati di
lacrime, la sua bocca spalancata nel sentire quelle parole, i pugni
chiusi per
la rabbia e lo schiaffo che poco dopo lo colpì non fu nulla
in confronto a
vederla scomparire un secondo dopo.
Aveva
mentito, lei era l’unica che guardava
veramente, l’unica che non poteva permettersi di perdere e
che ora aveva perso.
Una
pioggia di stelle
Ora
brilla nell'aria
Ed
il mondo mi appare
Per
quello che è
Un
oceano da attraversare
Per
un cuore di donna
O
la spada di un re
Perché
senza te io non vivo
E
mi manca il respiro se tu te ne vai
C'è
un
tempo per l'amore
Che
spiegarti non so
Tutto
quello che un uomo può fare
Stavolta
per te lo farò
Tu
sarai la regina
Dei
miei desideri
Era
rientrata da pochi minuti e rimase immobile.
Non
suonava mai in sua presenza, diceva che era una
cosa privata, troppo intima.
Infatti,
non si era accorto di lei, non si era
accorto che Hermione era rientrata in casa dopo essere scappata diverse
ore prima.
Non
si era accorto della valigia che aveva preparato
per fuggire da quel sentimento, che le offuscava la mente e che ora la
rendeva
fragile.
Draco
non si accorse di nulla, batteva con forza le
lunghe dita sui tasti bianchi, mentre le lacrime rigavano il suo viso.
Un
Malfoy che piangeva era uno spettacolo raro, come
una stella che attraversa la galassia, una volta ogni mille anni.
Hermione
era imbambolata. Che cosa stava succedendo?
Cosa
l’aveva portato in quello stato, era lei quella
che era stata offesa, quella che soffriva.
Doveva
interromperlo?
Doveva
dirgli che andava via?
Avrebbe
dovuto salutarlo visto quello che c’era tra
loro... giacché erano amici.
Tossì,
imbarazzandosi per questo.
Ritrovandosi
dopo solo un secondo due occhi grigi
che la guardavano.
Due
occhi grigi persi nel vuoto, la scrutavano ma
sembravano non vederla.
-Draco-
disse cercando di ridestarlo dal torpore.
Il
biondo girò nuovamente la testa sul piano
accarezzando i tasti bianchi senza schiacciarli non producendo alcun
suono.
Il
silenzio era calato e con lui anche la luce pian
piano scomparve. Rimasero al buio senza dire nulla per molto, molto
tempo.
Fino
a quando non si alzò dallo sgabello in pelle
nera chiudendo con un tonfo il coperchio del suo pianoforte.
Fece
due passi verso la donna che stava ancora ferma
vicino alla porta, scrutò nel vuoto la sua figura, osservo
per alcuni istanti
la valigia che stava appoggiata a terra, accanto ai piedi di Hermione.
Una
stretta al cuore, l’ennesimo abbandono.
Anche
la donna seguì lo sguardo di Draco e cercò di
dire qualcosa, una frase che spiegasse il perché.
Nulla,
non riuscì a dire nulla fino a quando la mano
gelida dell’uomo non le afferrò il braccio,
spingendola verso in muro e
poggiando con rabbia le sue labbra sulle sue.
Non
riuscì a capire, fu assalita in un vortice.
Vortice
che spingeva Draco a schiacciarla al muro,
mozzandole il fiato, approfondendo quel bacio che le bruciava la pelle,
che la
faceva sospirare che mostrava i suoi reali sentimenti.
Lei,
non lo vedeva da molto tempo ormai come un
amico, lei, lo amava e lui, ammise quel sentimento solo quando la stava
per
perdere per sempre.
-Non
lasciarmi- disse staccandosi dalla sua bocca, sussurrandole
quelle parole nell’orecchio mentre il cuore batteva
all’impazzato e il respiro
era mozzato dall’ansia del momento.
-Non
lasciarmi, perché senza di te, io non vivo-
disse ancora, immergendo il naso nei lunghi capelli ricci di lei, che
profumavano di vaniglia, che sapevano di casa, che tante volte avrebbe
voluto accarezzare
e baciare. Desistette per paura di rivelare qualcosa cui ancora non
riusciva ad
attribuire un nome.
L’amore.
-Diventa
la mia regina, rendimi un uomo felice-
disse stringendola tra le sue braccia.
-amami
Hermione. Scusa ancora lo stupido e codardo
uomo che sono-concluse e questa volta fu lei a baciarlo, intrecciando
le dita
nei capelli dorati di Draco.
Fu
lei a stringersi al suo petto cercando un
contatto con il suo corpo e fu lui a sospirare per quei tocchi delicati
e dolci
che sapevano d’amore.
L’amore
che provavano e che avevano rischiato di
perdere per sempre per paura d’amare.
SPAZIO
AUTRICE.
AVREI
DOVUTO EVITARVI L’ENNESIMA LAGNA, MA PER CASO LA SCORSA
MATTINA CERCANDO
CANZONI DI DALLA MI SONO IMBATTUTA IN QUESTA CHE NON è DEL
CANTAUTORE MORTO DA
POCO.
L’HO
ASCOLTATA, SOPRATTUTTO, LE PAROLE E L’HO TROVATA MOLTO BELLA.
QUINDI,
HO IMMAGINATO UN DRACO CHE SI NASCONDA NELL’AMICIZIA CON
HERMIONE L’UNICA
PERSONA CHE DOPO LA GUERRA SI SFORZA DI STARGLI AFFINACO,
L’UNICA CHE DOVREBBE
ODIARLO.
È
UN’AMICIZIA
CHE COL TEMPO DIVENTA AMORE E CHE RISCHIA DI SPEZZARSI FINO A QUANDO
LUI NON
CAPISCE CHE DEVE RIPRENDERLA PERCHE SE Così NON FOSSE NON
AVREBBE Più NULLA PER
CUI VIVERE.