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Autore: mikilily    08/03/2012    4 recensioni
Ho letto le parole della canzone di Cammariere ed ho pensato a Draco Malfoy. spero che il tutto vi piaccia.
Un caloroso saluto da Miki.
La storia racconta i pensieri, le emozioni, i sentimenti di un Draco inedito seduto al piano.
Racconta, soprattutto, dell'amicizia che diventa amore ma che viene celata per paura di perdersi e rovinare tutto.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Se non fosse per te 
Cosa avrebbe un senso 
Sotto a questo cielo immenso 
Niente più sarebbe vero
Se non fosse per te 
Crollerebbe il mio cielo 
Se non fosse per te 
Sarei niente, lo sai 
Perché senza te io non vivo 
E mi manca il respiro 
Se tu te ne vai

 

Do...Sol...La. ..Sol...Sol.

La musica invadeva l’aria, si propagava nella stanza, conquistava il cuore e penetrava nel profondo, raggiungendo l’anima.

Draco premeva quei tasti bianchi del suo amato piano, con tale trasporto che il mondo attorno a lui sembrava scomparire. Quello era il suo modo per sfuggire ai problemi, lì, davanti al suo amato pianoforte amava rifugiarsi ogniqualvolta si doveva leccare le ferite.

Quando litigavano, quello sgabello di pelle nera a contrasto con il suo piano laccato di bianco diventava l’unico conforto.

L’unico sostegno.

Quella sera avrebbe dovuto suonare interrottamente per ore, visto le proporzioni della litigata che poco prima li aveva coinvolti.

Lei, la sua Hermione, era uscita dall’appartamento che condividevano da un anno sbattendo la porta.

Offesa.

Sdegnata e per l’ennesima volta, era lui la causa di tutto.

La musica si arrestò, mentre la mente cominciò a vagare.

Ricordò gli anni bui, quando la speranza l’aveva abbandonato.

Ricordò la ricostruzione, lenta e dolorosa, forse peggio della guerra stessa.

Ricordò la sua mano tesa, l’unica mano, l’unico sorriso che nonostante le offese, le cattiverie lo aiutarono nel lungo e tedioso cammino di ricostruzione di corpo ma soprattutto anima.

Quell’anima che aveva venduto al diavolo e ora un angelo cercava di curare.

Se non ci fosse stata lei, sarebbe ancora disteso nel suo letto al Manor, guardando il soffitto, aspettando l’uomo con la lunga falce.

Sarebbe ancora privo di speranza e incurante di tutto.

Senza lei al suo fianco, non avrebbe lottato per rientrare nella società magica per ripulire il suo nome, non avrebbe sprecato nemmeno un’ora nei colloqui attitudinali per entrare al Ministero.

Se non fosse per lei, sarebbe ancora lo stronzo Malfoy, Algido, sferzante, razzista, Serpeverde ora invece era Draco, anche se la parte peggiore di lui usciva ancora e quella sera era riuscita a fare tanti danni.

Lei era andata vita.

 

 

 


Quando sono con te 
Chiudo gli occhi e già volo 
D'improvviso la malinconia se ne va 
Dai pensieri miei cade un velo 
E ritrovo con te l'unica verità 
Solamente tu sai 
Anche senza parole 
Dirmi quello che voglio sentire da te 
Io non ti lascerò 
Fino a quando vivrò 
Tutto quello che un uomo può fare 
Stavolta per te lo farò.


Chiuse gli occhi, abbandonandosi alla musica.

Mentre nella testa scorrevano pezzi di vita vissuta.

Attimi splendidi con lei al suo fianco.

Il primo contatto in biblioteca, quando grazie a un compito dovettero collaborare. L’assidua frequentazione, fatta per lo più di silenzi e sguardi sfuggenti, si trasformarono con il tempo in parole mozzate e frasi di scuse e sentimenti celati.

 La sua sola presenza lo rassicurava, calmava l’ira e la sua voglia di lasciarsi andare. La sua voce suadente, dolce e delicata, scavava nelle viscere, plasmando un nuovo uomo, quello che per anni celava sotto maschere di odio, presunzione e sangue puro.

I contatti divennero assidui e sapeva che quello li avrebbe portati a un punto troppo intimo, un punto che spaventava entrambi, ma resistettero, facendo scorrere il tempo, divenendo spettori della loro vita.

Le lunghe passeggiate trasformarono l’odio in amicizia.

La sua caparbietà fu premiata alla fine della scuola quando divenne l’unico contatto con il mondo reale.

L’unica che voleva aiutarlo.

La sua migliore amica...

Le cene silenziose, gli scambi culturali e quelli di vedute divennero elementi fondamentali.

Una droga.

Era diventata importante, a tal punto che, fu’ lui stesso a chiederle di andare a vivere insieme, la loro amicizia era ormai nota a tutti, nessuno avrebbe storto il naso.

Nessuno.

Quello fu il primo passo.

La loro amicizia, era un limbo che racchiudeva molte cose non dette, cose che entrambi non volevano vedere.

La stupidità degli uomini che hanno paura di amare.

Le donne, che si erano volatilizzate ora, avevano ripreso a ronzargli intorno, come api vogliose attorno ad un unico fiore.

E lui, senza farsi scrupolo ne faceva mostra, una diversa ogni sera per poi tornare a casa da lei, la sua amica, la sua confidente.

L’unica cui mostrava la sua vera identità, l’unica cui aveva smesso di dare carezze per paura, troppa paura.

La vedeva sorridere, sforzarsi di farlo, sapeva che le cose erano cambiate, non erano più gli stessi.

Quella sera litigarono, rivangando tutto: il passato, le idee della sua famiglia, le sue idee razziste e la sua convinzione di perfezione.

Aveva urlato Draco, le aveva urlato di tutto ma soprattutto le aveva detto.

-sei gelosa, perché non ti guardo come guardo loro-disse.

Ricordò ancora i suoi occhi grandi velati di lacrime, la sua bocca spalancata nel sentire quelle parole, i pugni chiusi per la rabbia e lo schiaffo che poco dopo lo colpì non fu nulla in confronto a vederla scomparire un secondo dopo.

Aveva mentito, lei era l’unica che guardava veramente, l’unica che non poteva permettersi di perdere e che ora aveva perso.

 

Una pioggia di stelle 
Ora brilla nell'aria 
Ed il mondo mi appare 
Per quello che è 
Un oceano da attraversare 
Per un cuore di donna 
O la spada di un re 
Perché senza te io non vivo 
E mi manca il respiro se tu te ne vai 

C'è un tempo per l'amore 
Che spiegarti non so 
Tutto quello che un uomo può fare 
Stavolta per te lo farò 
Tu sarai la regina 
Dei miei desideri 

Era rientrata da pochi minuti e rimase immobile.

Non suonava mai in sua presenza, diceva che era una cosa privata, troppo intima.

Infatti, non si era accorto di lei, non si era accorto che Hermione era rientrata in casa dopo essere scappata diverse ore prima.

Non si era accorto della valigia che aveva preparato per fuggire da quel sentimento, che le offuscava la mente e che ora la rendeva fragile.

Draco non si accorse di nulla, batteva con forza le lunghe dita sui tasti bianchi, mentre le lacrime rigavano il suo viso.

Un Malfoy che piangeva era uno spettacolo raro, come una stella che attraversa la galassia, una volta ogni mille anni.

Hermione era imbambolata. Che cosa stava succedendo?

Cosa l’aveva portato in quello stato, era lei quella che era stata offesa, quella che soffriva.

Doveva interromperlo?

Doveva dirgli che andava via?

Avrebbe dovuto salutarlo visto quello che c’era tra loro... giacché erano amici.

Tossì, imbarazzandosi per questo.

Ritrovandosi dopo solo un secondo due occhi grigi che la guardavano.

Due occhi grigi persi nel vuoto, la scrutavano ma sembravano non vederla.

-Draco- disse cercando di ridestarlo dal torpore.

Il biondo girò nuovamente la testa sul piano accarezzando i tasti bianchi senza schiacciarli non producendo alcun suono.

Il silenzio era calato e con lui anche la luce pian piano scomparve. Rimasero al buio senza dire nulla per molto, molto tempo.

Fino a quando non si alzò dallo sgabello in pelle nera chiudendo con un tonfo il coperchio del suo pianoforte.

Fece due passi verso la donna che stava ancora ferma vicino alla porta, scrutò nel vuoto la sua figura, osservo per alcuni istanti la valigia che stava appoggiata a terra, accanto ai piedi di Hermione.

Una stretta al cuore, l’ennesimo abbandono.

Anche la donna seguì lo sguardo di Draco e cercò di dire qualcosa, una frase che spiegasse il perché.

Nulla, non riuscì a dire nulla fino a quando la mano gelida dell’uomo non le afferrò il braccio, spingendola verso in muro e poggiando con rabbia le sue labbra sulle sue.

Non riuscì a capire, fu assalita in un vortice.

Vortice che spingeva Draco a schiacciarla al muro, mozzandole il fiato, approfondendo quel bacio che le bruciava la pelle, che la faceva sospirare che mostrava i suoi reali sentimenti.

Lei, non lo vedeva da molto tempo ormai come un amico, lei, lo amava e lui, ammise quel sentimento solo quando la stava per perdere per sempre.

-Non lasciarmi- disse staccandosi dalla sua bocca, sussurrandole quelle parole nell’orecchio mentre il cuore batteva all’impazzato e il respiro era mozzato dall’ansia del momento.

-Non lasciarmi, perché senza di te, io non vivo- disse ancora, immergendo il naso nei lunghi capelli ricci di lei, che profumavano di vaniglia, che sapevano di casa, che tante volte avrebbe voluto accarezzare e baciare. Desistette per paura di rivelare qualcosa cui ancora non riusciva ad attribuire un nome.

L’amore.

-Diventa la mia regina, rendimi un uomo felice- disse stringendola tra le sue braccia.

-amami Hermione. Scusa ancora lo stupido e codardo uomo che sono-concluse e questa volta fu lei a baciarlo, intrecciando le dita nei capelli dorati di Draco.

Fu lei a stringersi al suo petto cercando un contatto con il suo corpo e fu lui a sospirare per quei tocchi delicati e dolci che sapevano d’amore.

L’amore che provavano e che avevano rischiato di perdere per sempre per paura d’amare.

 

 

***

SPAZIO AUTRICE.

AVREI DOVUTO EVITARVI L’ENNESIMA LAGNA, MA PER CASO LA SCORSA MATTINA CERCANDO CANZONI DI DALLA MI SONO IMBATTUTA IN QUESTA CHE NON è DEL CANTAUTORE MORTO DA POCO.

L’HO ASCOLTATA, SOPRATTUTTO, LE PAROLE E L’HO TROVATA MOLTO BELLA.

QUINDI, HO IMMAGINATO UN DRACO CHE SI NASCONDA NELL’AMICIZIA CON HERMIONE L’UNICA PERSONA CHE DOPO LA GUERRA SI SFORZA DI STARGLI AFFINACO, L’UNICA CHE DOVREBBE ODIARLO.

È UN’AMICIZIA CHE COL TEMPO DIVENTA AMORE E CHE RISCHIA DI SPEZZARSI FINO A QUANDO LUI NON CAPISCE CHE DEVE RIPRENDERLA PERCHE SE Così NON FOSSE NON AVREBBE Più NULLA PER CUI VIVERE.

   
 
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