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Autore: fantasie    09/10/2006    1 recensioni
Ancora una volta il richiamo di Sephiro...e i cavalieri magici sono pronti a farvi ritorno per aiutare il pianeta e ritrovare se stesse. Amare sorprese, però, attendono Anemone!
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo terzo

CAPITOLO IV

Amicizia e amore.

 

“Anemone … svegliati…”.

La prima cosa che la ragazza vide fu Luce con gli occhi gonfi di lacrime, che appena si accorse del suo risveglio, le si gettò al collo e cominciò a singhiozzare: “Oh Anemone ci hai fatto prendere uno spavento”.

Marina intervenne asciugandosi il viso: “Non ti permettere mai più di svenire in questo modo…. anche perché stavolta c’era Xato che ti ha portato a letto… ma scordati che io ti prenda in braccio… non sei mica una piuma mia cara” fece, cercando di sdrammatizzare.

Era passata più di un’ora da quando era svenuta, aveva la testa che le faceva male, e sapere che era stato Xato a portarla lì, la infastidiva ulteriormente. Si tirò un po’ su e guardò i suoi due angeli custodi, ognuna ad un lato del letto, vicino a lei, con gli occhi arrossati; allungò le braccia e le strinse a sé.

“Anemone io lo so quanto tieni a Ferio” disse Marina “anch’io non riesco a credere a quanto ho sentito su di lui… su Rafaga…" e rabbuiandosi  continuò: "Anche Ascot a detta di Clef è dalla loro parte… ma dobbiamo farci coraggio per noi stesse e per Sephiro”.

Anemone cominciò a piangere: “Come vorrei non aver mai rimesso piede su questo pianeta… lo so è un pensiero egoistico e vile…. ma vorrei che non avessimo parlato delle nostre sensazioni… che non ci fossimo rese conto del richiamo di Sephiro. Vorrei non aver mai lasciato la Terra… ora sarei nel mio letto, a trastullarmi coi miei sogni infantili su di un principe azzurro di nome Ferio” disse la ragazza dando sfogo a tutta la sua amarezza.

Luce cercò di consolarla: “Anemone, neanche io so che cosa pensare… improvvisamente ogni persona a cui abbiamo voluto bene in questo regno, sembra sia uscita fuori di senno… e per quanto Xato non abbia titubato a parlare con disprezzo dei nostri amici… io voglio vederci chiaro… voglio sapere cosa è successo… perché qualcosa deve pur essere successo dannazione!”

“Non sai quanto vorrei essere fiduciosa” rispose Anemone “ma hai sentito quel soldato…non hanno risparmiato donne e bambini”. Le lacrime tornarono ad uscire copiose.

Marina prese la parola: “Luce ha ragione. Anche la prima volta che eravamo venute qui, non avevamo esitato a condannare Zagato, considerandolo uno spietato guerriero, bramante di potere e invece…. era solo un uomo innamorato… maledettamente innamorato… il cui unico intento era liberare la sua donna da regole ingiuste che le impedivano di vivere i suoi sentimenti”.

Anemone si calmò e Luce, vedendo che l’amica si era un po’ ripresa, ricominciò: “Sai, mentre tu eri ancora svenuta ed eravamo qui a vegliarti, ho chiesto a Clef dove fosse Lantis. A quanto pare non si sa che fine abbia fatto; sembra se ne sia completamente lavato le mani e stia vagando chissà dove. Secondo alcuni avrebbe addirittura lasciato il pianeta prima ancora che la situazione qui degenerasse…

Sapevo che se Sephiro ci aveva richiamate con quei sogni, voleva dire che aveva bisogno che i cavalieri magici brandissero di nuovo le loro spade. Ma in fondo ero serena perché pensavo che avremmo ritrovato tutti i nostri amici a sostenerci con il loro affetto, a darci il loro aiuto, anche a costo delle loro stesse vite…

Ero certa che Lantis mi avesse aspettato, che in questo tempo fossi riuscita a riscaldare il suo cuore anche dalla Terra…ma probabilmente non è stato così. Forse la sua natura introversa… forse di nuovo la fredda solitudine… E’ assurdo per me pensare che non gli interessi il destino di Sephiro… non  so… so solo che ho bisogno di affrontare questa nuova battaglia per capire… capire se tutto questo ha un senso!

L’unica notizia positiva è che molto presto rivedremo Presea, me l’ha promesso Guruclef; sapere questo mi da un po’ di coraggio e di forza per andare avanti”.

Dopo qualche secondo di silenzio in cui Anemone era rimasta con gli occhi bassi, alzò lo sguardo, prese le mani delle due amiche e disse: “Luce, Marina… mi dispiace per quello che ho detto… sono una sciocca! Ho pensato solo a me stessa, al mio dolore, dimenticando che anche voi siete legate a molte persone di questo regno proprio come me, e che tutto questo sia una profonda ferita inferta anche ai vostri cuori.

Perdonatemi. Appena sono giunta su Sephiro, il mio unico pensiero è stato rivolto a Ferio.

Ero così sicura che fosse rimasta la meravigliosa persona che era riuscita a leggere nella mia anima; la mia unica paura era che il tempo avesse potuto in qualche modo sbiadire il ricordo dei momenti passati assieme. E invece … tutto ciò che ci hanno raccontato mi ha fatto all’improvviso capire che forse non gli è mai interessato veramente di me, altrimenti non avrebbe mai tradito così la mia fiducia. Il tenero spadaccino, insofferente alle regole e amante della libertà che ho conosciuto, non c’è più.. non c’è mai stato… e devo convincermi di ciò.

Adesso quel che conta è che gli abitanti di Sephiro hanno bisogno del nostro aiuto, per difendere la loro libertà, in nome della quale già molte vittime sono state mietute, ed io, come cavaliere magico, non mi tirerò indietro. Andremo a capo di questa storia… e chi ha le sue colpe dovrà pagare.. anche se è la persona di cui avrei voluto prendermi cura per la vita”.

“Hai ragione! Le nostre energie devono essere tutte dirette ad aiutare questo pianeta!” aggiunse Luce.

Marina prese una tazza poggiata su di un tavolo lì vicino e la porse ad Anemone: “Bevi questa, ti farà rilassare” e rivolgendosi anche a Luce “Ora però andiamo a letto, credo che per oggi  abbiamo saputo abbastanza. E’ inutile continuare a pensare e a logorarsi…. Domani, alla luce del sole, vedremo le cose in una prospettiva diversa e proveremo a capire meglio come sta la situazione”.

 

Marina e Luce sembravano essersi addormentate; nessun movimento si intravedeva provenire dai loro letti.

“Devono essere molto stanche… in fondo io sono rimasta svenuta per un po’” pensò Anemone.

Con lo sguardo era rivolta al soffitto della stanza, ma ben altro ero lo scenario che le si parava dinanzi agli occhi: con la mente stava ripercorrendo tutti i passaggi cruciali della sua vita.

Al tempo del primo viaggio su Sephiro lei era una timida quattordicenne, molto studiosa e amante del pianoforte, il cui mondo ruotava attorno agli affetti familiari, dei genitori e della sorella,  e la cui esperienza più avventurosa era stata quella di perdersi in gita scolastica per non più di venti minuti.

Poi da un momento all’altro, si era ritrovata proiettata in un mondo parallelo, a dover risvegliare non si sapeva bene cosa, per salvare una principessa da un terribile guerriero, che aveva al suo servizio maghi potenti e fortissimi cavalieri.

Inaspettatamente, quella che doveva essere un’avventura spaventosa, ben presto l’aveva portata a fare delle esperienze meravigliose, che sulla Terra non avrebbe potuto mai neanche immaginare.

Non solo scoprire un pianeta così eccezionale come Sephiro, pullulante di vita e di animali fantastici, bellissimo non solo per la natura, ma anche per la popolazione calda e accogliente.

Ma soprattutto imparare a conoscere quei sentimenti che riempiono la vita, che le danno un senso, e ai quali non si può più rinunciare una volta che solleticano il tuo cuore.

L’AMICIZIA, di quelle due ragazze, pronte a donare conforto nei momenti più difficili, a condividere le gioie in quelli più belli, a combattere insieme nelle battaglie più dure, a sacrificare anche la vita in nome di quel sentimento.

L’AMORE, per quel principe di un altro mondo, che avrebbe dovuto odiarla per averlo privato dell’unico legame di sangue che gli rimaneva (n.d.a. Emeraude), e che invece le aveva fatto scoprire la complessità e allo stesso tempo la completezza di quella parola, che le si era mostrata,  grazie a lui, in tutte le sue mille sfaccettature.

Come timido batticuore, nella Foresta del Silenzio, quando era stata tratta in salvo da bestie feroci e spronata a credere nelle proprie capacità.

Come tintinnio argenteo dell’anima, nel deserto, dove il risuonare del nome amato le aveva fatto scoprire quanta forza risiedesse in lei.

Come lampo che squassa il cielo, così in quella grotta, quando la gelosia le aveva ottenebrato  mente e ragione.

Come lama che trafigge, sapendo che nulla lei avrebbe potuto fare per restituirgli la sorella amata.

Come vento impetuoso, come soffio di primavera, come vibrazione dei sensi, ogni volta che si rifugiava nel suo abbraccio e i loro occhi si scambiavano una promessa di eternità.

 

Le lacrime che stavano attendendo lì dietro l’angolo, iniziarono a ripercorrere le vie del suo viso già abbondantemente battute per quella sera.

Scostò il lenzuolo, ormai diventato insopportabile per il suo corpo che sembrava continuamente febbricitante e si alzò delicatamente dal letto per non disturbare il riposo delle amiche.

Uscì da quella stanza senza finestre… avrebbe voluto prendere una boccata d’aria, ma non sapeva bene come fare… era ancora intontita per districarsi nel labirinto dei corridoi del castello.

Si ritrovò di nuovo dinanzi a quella vetrata, come se una forza irresistibile la richiamasse, come se quei ricordi che di lì trasudavano reclamassero la sua presenza, forse per parlarle…per dirle qualche cosa…

“Ah, ti sei ripresa” una voce risuonò nel corridoio, e non era di certo quella immaginata dalla ragazza.

Si voltò. Xato era lì, con il suo ghigno disegnato sul volto, che presto le sarebbe divenuto familiare. Difficilmente qualcuno le risultava antipatico e sgradevole a pelle, ma lui rappresentava sicuramente un’eccezione. Sembrava essersi divertito un mondo a dare loro quelle terribili notizie, soprattutto quando le aveva spiattellato in faccia di Ferio e delle sue brame di potere. Qualcosa doveva essere successo fra di loro…l’ostilità verso il principe era evidente e non sembrava dettata solo dagli eventi raccontati poco prima.

“Si sto meglio” fece Anemone, cercando di sembrare convincente, non avendo nessuna intenzione di manifestare le sue debolezze di fronte a lui, per la seconda volta.

“Ne sono felice” rispose il guerriero “il tuo aiuto a quanto pare è indispensabile per la salvezza di Sephiro”.

Anemone lo guardò e, resasi conto di essere uscita dalla stanza solo con la leggera camicia da notte che le amiche dovevano averle infilato quand’era svenuta, prima di metterla a letto, notò che Xato la stava osservando attentamente, specie nei punti in cui la veste aderiva di più al corpo.

Istintivamente incrociò le braccia davanti al seno e fece per andarsene.

“Come vai via…credevo volessi farmi un po’ compagnia” esclamò l’uomo.

“Mi spiace, non sono in vena di chiacchiere stasera” rispose seccamente Anemone dandogli le spalle.

“Beh, ci sono tanti modi per tenersi compagnia… me ne viene in mente uno dove, ti assicuro, non c’è molto da parlare”.

Anemone si voltò di nuovo verso il comandante e se lo ritrovò molto vicino. Non si era accorta della sua avanzata: era così a pochi passi, che la ragazza avrebbe potuto mollargli il ceffone che le sue mani reclamavano.

Ma preferì evitare azioni che potessero eccitare ancora di più Xato.

“Qualsiasi fanciulla di questo regno sarebbe onorata di questa proposta” disse l’uomo.

“Beh io non appartengo a questo mondo… io vengo dalla Terra!” fu la risposta fredda della ragazza.

“Si.. ma dovresti essermi più riconoscente visto che io cortesemente ti ho portata a letto dopo che eri svenuta” continuò.

Avrebbe voluto dirgli che sarebbe stato preferibile per lei restare sul gelido marmo piuttosto che in gita turistica sulle sue braccia, ma fu altra la replica: “Diciamo così, il mio ringraziamento sarà quello di impegnarmi a salvare il tuo pianeta”.

“Come? Uccidendo Ferio?”. La domanda aveva il forte sapore di una provocazione, considerando anche il modo canzonatorio con cui l’aveva formulata.

Quell’uomo sapeva evidentemente molto bene del rapporto che si era instaurato fra lei e il principe. Non perdeva occasione per tirare fuori l’argomento e scrutare le sue reazioni ogni volta che quel nome veniva pronunciato.

“Esisteranno sicuramente anche altri mezzi. Sono dell’idea che la violenza genera solo altra violenza”.

Xato scoppiò in una grassa risata: “E quali sarebbero questi altri “mezzi”? Un bel paio di gambe per caso? O delle dolci parole d’amore?”. Continuò a ridere sfacciatamente.

Quell’uomo era veramente odioso. Con poche parole era riuscita ad indispettirla, turbarla, ferirla insieme. Ma non aveva  intenzione di fare il suo gioco.

“Vado a letto… buonanotte” disse la ragazza con l’intenzione di chiudere la conversazione.

Si girò, ma un braccio da dietro le cinse la vita.

“Comunque la proposta di prima rimane sempre valida” fece l’uomo.

Anemone si divincolò e corse rapidamente via, fino alla sua stanza. Si accertò che la porta fosse ben chiusa e si infilò a letto.

Le amiche dormivano profondamente.

“Ci mancava il cavaliere dai bollenti spiriti” pensò.

Almeno però quello spiacevole incontro notturno l’aveva distolta un tantino dalle sue pene.

La stanchezza l’assalì e finalmente anche lei si addormentò.

 

- continua -

 

Note: I pensieri notturni di Anemone riguardano alcune esperienze vissute su Sephiro, quindi possono essere chiari a chi abbia visto l’anime (alcuni momenti sono presenti anche nel manga). Comunque non risultano importanti ai fini dell’economia della storia.

 

Per KIRBY: Innanzitutto grazie dei complimenti e dei tuoi consigli…saranno sempre ben accetti.

Per quanto riguarda il commento al I Cap., hai trovato descrizioni più attente e particolareggiate su di Anemone, perché è lei la protagonista, come avevo precisato in premessa. In questa fic vorrei cercare di mettere a nudo i suoi pensieri e il suo modo di essere, come è cambiata negli anni e come affronterà le nuove esperienze che l’attendono.  La storia d’amore (o di guerra… chi lo sa) con Ferio sarà il filo conduttore. Vorrei soprattutto non trascurare di costruire una storia che crei anche una certa suspence e sia ricca di colpi di scena. Perciò non ti rammaricare se ci sarà meno spazio per le altre: le mitiche CLAMP hanno creato dei personaggi belli e molto complessi, che meriterebbero ognuno il ruolo principale ed per questo che non voglio rischiare, chiamandoli tutti a protagonisti, di renderli superficiali e inconsistenti, ma piuttosto concentrarmi bene su  uno solo di loro.

Per quanto riguarda la reazione di Luce.. tranquilla..  è sempre  innamorata di Lantis; però sai bene come fosse legata da profonda amicizia a molte persone su Sephiro. Fra queste certamente anche Rafaga. Il suo, dunque,  è un grido di sconcerto.

 

Con riferimento agli aggiornamenti, spero di riuscire a pubblicare almeno un capitolo a settimana…baci e a presto!

  
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