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Autore: Emily Kingston    08/03/2012    4 recensioni
“Voglio…” sussurrò Hermione, timidamente. “Voglio essere la tua priorità, per oggi.”
Ron arrossì, stringendole forte la mano per la sorpresa.
“Tu sei la mia priorità tutti i giorni, Hermione.”
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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A Ron, il personggio
a cui mi sono più affezionata
dopo anni di letture .

 




Una mimosa per una fotografia

 
 
L’impazienza era sempre stata fra i suoi difetti.
Nella moltitudine delle sue non-qualità, l’impazienza era forse una delle peggiori. Ogni volta che intercorreva un lasso di tempo, breve o lungo che fosse, tra lui e la realizzazione di qualcosa - o un incontro con qualcuno - iniziava a provare la stessa fastidiosa sensazione di quando, nelle notti estive, le zanzare ti ronzano attorno alle orecchie e tu sei troppo stanco per svegliarti e scacciarle via, ma ti danno così fastidio che non riesci a dormire bene.
Magari le zanzare e l’impazienza si erano messe d’accordo per essere insopportabili.
Ron espirò, producendo una nuvoletta di vapore che si dissolse nell’aria, confondendosi con i piccoli fiocchi di neve che cadevano radi dal cielo.
Infilò le mani guantate nelle tasche ed appoggiò la schiena contro un basso muricciolo di mattoni alle porte del villaggio di Hogsmeade.
Con un lieve sospiro cercò di ignorare l’impazienza che gli ronzava nelle orecchie ed alzò lo sguardo verso il sentiero dal quale sarebbe dovuta comparire Hermione, possibilmente con un bel sorriso sul volto e le guance arrossate dal freddo.
“Sei qui! Merlino, ti ho cercato da per tutto!”
Ron sussultò, rimanendo immobile per qualche secondo, lo sguardo ancora puntato sul sentiero, la mente ancora concentrata sull’immagine di un’Hermione sorridente che correva verso di lui.
Poi si voltò e qualcosa lo colpì dritto nel petto, facendogli mancare il respiro per diversi secondi.
Hermione lo stava osservando bardata sotto strati di lana e stoffa pesante, con un cappellino azzurro cucito all’uncinetto e le mani nascoste sotto al mantello, al riparo dai fiocchi di neve.
Quel poco che si riusciva a scorgere del suo viso erano le guance ed il naso arrossati e gli occhi lucidi e luminosi.
“Ciao,” sussurrò, nascondendo un sorriso sotto alla sciarpa di Grifondoro che teneva avvolta attorno al collo.
Ron sentì le orecchie arrossare ed abbassò gli occhi.
“Ciao.”
“Mi dispiace se ho fatto tardi,” iniziò Hermione, torturandosi le mani. “Cioè, io non ho fatto tardi, e nemmeno tu hai fatto tardi. Nessuno di noi ha fatto tardi. Però, sì, insomma, non ci siamo incontrati subito, anche se non abbiamo fatto tardi e-”
Hermione sbatté le palpebre, ritrovandosi l’indice guantato di Ron davanti alle labbra.
“Non importa,” disse lui, con un sorriso. “Non è un problema se ho dovuto aspettare.”
In realtà, Ron avrebbe voluto dirle che aspettarla era stata una cosa terribile, una cosa che gli aveva quasi provocato del dolore fisico, e che avrebbe dovuto fare in modo di non farlo mai più attendere per così tanto. Ma quando vide lo scintillare del sorriso di Hermione emergere da sotto alla spessa trama della sciarpa, riuscì solo a tenderle la mano con un sorriso.
“Allora, cosa ti va di fare?” domandò, intrecciando le dita con quelle della ragazza ed iniziando a camminare lungo le vie di Hogsmeade.
Hermione sorrise, avvicinandosi un po’ a lui, quanto bastava per sfiorargli il braccio con il proprio mentre passeggiavano.
“Mh,” arricciò le labbra, aggrottando lievemente le sopracciglia. “Be’, ci sarebbe un libro che-”
“Ti prego,” sbuffò Ron, “niente libri per oggi.”
Hermione lo guardò interdetta per qualche minuto, e in un primo momento Ron pensò che si sarebbe messa ad urlare e che i suoi capelli si sarebbero sollevati in aria, serpeggiando, come in quei simpatici disegni animati che mandavano nella ‘scatola magica’ dei babbani. Cartoni animati, aveva detto Harry.
“Okay,” sussurrò, appoggiando il capo sul braccio di Ron con un piccolo sorriso.
Ron abbassò lo sguardo su di lei, incredulo. Non ci mise molto, però, a gonfiare il petto e a metter su un’espressione tronfia, segno indiscutibile della sua soddisfazione.
“Però,” aggiunse Hermione, diversi minuti dopo, “io starò lontana dai libri se tu starai lontano dai dolciumi e tutto il resto.”
Ron fece per aprire bocca e protestare, ma poi le sue labbra si piegarono in un sorriso e riuscì solo a sbuffare un po’.
“Voglio…” sussurrò Hermione, timidamente. “Voglio essere la tua priorità, per oggi.”
Ron arrossì, stringendole forte la mano per la sorpresa.
Non rispose alla sua affermazione, né fece altro oltre a quella stretta di mano improvvisa, continuò semplicemente a camminare, mentre Hermione si mordicchiava le labbra, segretamente delusa.
“Tu sei la mia priorità tutti i giorni, Hermione.”
Hermione arrossì di botto, ma sorrise. L’imprevedibilità era sempre stata una delle sue qualità migliori.
 
Il campanile della chiesa di Hogsmeade suonava le sei del pomeriggio quando Ron e Hermione si trovarono di nuovo davanti al muricciolo di mattoni alle porte del villaggio.
Hermione si era sbardata durante la loro passeggiata, e aveva riposto la sciarpa nella sua piccola borsetta di perline, liberando il volto.
“Oh!” esclamò all’improvviso, infilando un braccio dentro alla borsa. Iniziò a frugare freneticamente al suo interno, rovistando tra la miriade di cose che erano nascoste là dentro.
“Che c’è?” domandò Ron, incuriosito.
Hermione non gli rispose, continuò a rovistare nella borsetta di perline con aria concentrata, finché le sue mani non afferrarono un oggetto rettangolare.
“Be’, ecco, dato che per il tuo compleanno non ci siamo visti, volevo darti il mio regalo,” disse, porgendogli un pacchetto avvolto in una lucente carta arancione.
“Non c’era bisogno che mi facessi un regalo,” rispose lui, afferrando il pacchetto dalle mani di Hermione. Lo tenne sul palmo per qualche secondo, poi iniziò a strappare gentilmente la carta, rivelando un libricino in una morbida rilegatura di pelle color blu notte.
“Non è niente di che, solo..”
“È un album!” esclamò Ron, aprendolo ed iniziando a sfogliarlo. “Un album di fotografie.”
Hermione abbassò il volto, per nascondere il rossore delle sue guance, e annuì.
Ron cominciò a guardare tutte le foto una per una, ma più andava avanti più si rendeva conto di non ricordare affatto quando quelle foto fossero state scattate. Si trattava di immagini di lui ed Hermione perlopiù, scattate sicuramente durante le vacanze alla Tana; più raramente, il suo sguardo incontrava immagini che coinvolgevano anche Harry o qualche componente della sua famiglia.
“Le ho trovate in camera di Ginny, in alcuni rullini che teneva nel doppiofondo di uno dei cassetti della scrivania,” spiegò Hermione, leggendo la perplessità negli occhi del ragazzo. “Non ho frugato tra le sue cose,” specificò, “stavo aiutando tua mamma a mettere in ordine, le ho trovate per caso. E comunque ho chiesto il permesso a tua sorella prima di usarle.”
Ron non ascoltò una sola parola del racconto di Hermione, catturato da un’istantanea che li ritraeva nel giardino della Tana, sotto al pesco piantato in un angolo isolato del prato. Erano entrambi addormentati, lui con il capo appoggiato sul grembo di Hermione e lei, una mano tra i suoi capelli, con la schiena appoggiata al tronco dell’albero.
Era una foto carina perché, anche se dormivano e la foto doveva risalire almeno ad un paio di anni prima, c’era una sorta di tacita consapevolezza, come se si fossero implicitamente confessati i propri sentimenti senza saperlo.
“È bellissimo,” disse, rialzando lo sguardo su di lei. “Grazie.”
Hermione sorrise, osservandolo mentre rimpiccoliva l’album con un colpo di bacchetta e lo infilava nelle tasche del giubbotto.
Quando il piccolo quadernino toccò il fondo della sua tasca, Ron percepì con le dita un qualcosa di rigido e lungo, dotato di piccole palline morbide che gli pendevano ai lati.
“Anche io ho qualcosa per te,” disse, afferrando l’oggetto appena ritrovato.
Hermione sbatté le palpebre.
“Per me?”
“Sì,” ripeté, tirando fuori dalla tasca uno stropicciato rametto di mimosa. “Be’, so che oggi i babbani regalano alle ragazze questi fiori, così ho pensato che-”
Le parole di Ron furono soffocate dall’abbracciò di Hermione che gli balzò al collo, facendolo barcollare all’indietro. Per non cadere, Ron avvolse le braccia attorno alla vita della ragazza e si appoggiò al muricciolo di mattoncini.
“Non ci posso credere che l’hai fatto davvero,” sussurrò, soffiando tra i suoi capelli.
“Non è niente di speciale, sono solo fiori.”
Hermione si allontanò dal suo collo, portandosi faccia a faccia con lui.
Averla così vicina, fece affiorare nella mente di Ron tutte le cose che avrebbe voluto dirle ma che, puntualmente, rimanevano intrappolate da qualche parte, non si sa bene dove.
“Tanti auguri, Ron,” sussurrò Hermione, avvicinandosi quel tanto che bastava da poterlo baciare e per potersi far baciare. E Ron adempì volentieri a quel compito, mettendo a tacere quei pensieri che l’avevano tormentato da quando si erano incontrati all’inizio del pomeriggio, quando l’aveva rivista dopo tre mesi e aveva pensato che le era mancata da morire, che le era mancata così tanto che, certe volte, aveva creduto che non sarebbe riuscito ad andare avanti ed aveva provato lo strano desiderio di tornare indietro e scegliere Hogwarts, per non dover stare lontano da lei.
E magari poi le avrebbe detto che aveva saputo della mimosa solo quella mattina perché aveva incrociato Harry per le scale che ne teneva un grosso mazzo in mano e gli aveva spiegato che le avrebbe portate a Ginny ad Hogsmeade quel pomeriggio, perché per il babbani quel giorno era la festa della donna e si regalavano fiori di mimosa a tutte le ragazze.
Sì, magari glielo avrebbe detto, solo non in quel momento.  

 

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Fantasia portami via! Insomma, oggi è la festa della donna ed io, con un'originalità degna di un bradipo addormentato, me ne esco con un Ron che dona mimose ad Hermione e, già che per il compleanno del mio Ronnino non ho avuto tempo di scrivergli nulla, ci ho fatto anche incastrare un regalo per lui ;)
Be', mentre coloro i quali seguono le mie storie a capitoli staranno pensando a modi poco ortodossi con cui farmi del male fisico, io spero che quest'immagine tranquilla di Ron ed Herimione dopo la guerra vi sia piaciuta e che vi abbia fatto sorridere almeno un po'. 
Bien, buon pomeriggio a tutti e....AUGURI DONNE!
Emily. 

PS. Recensire fa bene alla salute ;)


   
 
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