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Autore: Sonskyn    08/03/2012    4 recensioni
Non piangere, se ti hanno ferita e ti hanno illusa.
Guarda oltre il recente passato, guarda al domani!
Alza la testa, asciuga i tuoi occhi, accendi lo sguardo e cammina con passo sicuro per la via che ora hai scelto, non farti abbattere dagli altri.
Sì orgogliosa di essere donna!
Buon 8 marzo a tutte le donne!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Millicent Bullstrode
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Il potere dei fiori
Non piangere, se ti hanno ferita e ti hanno illusa.
Guarda oltre il recente passato, guarda al domani!
Alza la testa, asciuga i tuoi occhi, accendi lo sguardo e
cammina con passo sicuro per la via che ora hai scelto, non farti abbattere dagli altri.
Sì orgogliosa di essere donna!



8 marzo 1995

 

La primavera cominciò ad avvicinarsi anticipatamente. Nel cielo limpido il sole splendeva caldo, mandando pigramente i suoi raggi sulla terra, un leggero venticello muoveva le fronde degli alberi e faceva alzare le gonne delle divise alle ragazze e gli uccellini si rincorrevano cinguettando felicemente.
Millicent si svegliò con un’amara tristezza addosso, mascherata dietro alla solita aggressività e rabbia, nascose il suo corpo ignobile sotto la divisa di una taglia più grande e decise di uscire dai sotterranei per cominciare un altro triste e doloroso giorno.
Erano ormai cinque anni che era in quella scuola, ma aveva presto rinunciato a cercare qualcuno da ritenere amico. Nessuno si era dimostrato gentile e disponibile con lei, anzi, tutti la prendevano in giro per il suo aspetto fisico e il suo carattere sensibile. Così aveva deciso di sopprimere la Millicent dolce e delicata, sostituendola con una più irruente e prepotente. Si era chiusa sempre più in sé stessa, annullando le sue emozioni e evitando qualsiasi contatto affettivo.
Millicent odiava qualsiasi festività che implicavano dimostrazioni d’affetto. Ma soprattutto odiava quel giorno, quel dannato giorno dove tutti fingevano calore e allegria, gratitudine e riconoscimento verso la donna, mentre gli altri trecentosessantaquattro giorni volavano insulti e discriminazioni. Il motivo principale era anche perché, fin da quando suo padre era morto, nessuno le aveva mai riservato attenzioni. Mai un fiore, un cioccolatino o un semplice auguri da parte di un ragazzo. Mai un complimento, un sorriso sincero o un abbraccio grato e questo le riempiva il cuore di solitudine e amarezza. E, come sempre, decise che il modo migliore per superare quelle ventiquattro ore di tortura era isolarsi dalla serenità e dalla contentezza di tutti gli ipocriti che popolavano quella scuola.
Millicent si recò in Sala Grande, taciturna si sedette alla tavolata per consumare la sua colazione in solitudine e, non appena finì, si recò velocemente alla prima lezione. Non degnò di sguardo il smisurato numero di mazzetti di fiori gialli appesi alle divise delle ragazze, né gli innumerevoli scambi di auguri e baci. Passava davanti a tutte queste scene smielate a testa china, pregando che la tortura finisse, che i suoi occhi non dovessero subire continue pugnalate alla sua autostima e al suo cuore fragile.
 
 
Ore 22.30
 
Finalmente, Millicent poté nascondersi tra le tende del suo letto e riversare le sue lacrime sul suo fidato cuscino.
Non ne poteva più di essere continuamente trascurata in quel modo.
Era una donna anche lei, aveva gli stessi diritti di tutte le altre ragazze di essere amata, rispettata e considerata. Aveva il diritto di sognare il principe azzurro sul cavallo bianco, di essere sé stessa senza dover ricevere tutte le volte risate di scherno e avere paura dei giudizi degli altri.
Con gli occhi offuscati dalle lacrime, si girò sul fianco destro e, solo in quel momento, si accorse che sul suo comodino era posato un rametto di mimosa. I piccoli boccioli dorati erano illuminati dalla luce della luna che filtrava dalla finestra e emanavano un denso odore mielato.
Frastornata e incredula, si alzò a sedere e prese delicatamente tra le mani il bellissimo fiore. Ne annusò la fragranza, chiudendo gli occhi e spiegando le labbra in un sorriso di apprezzamento.
Quando riaprì gli occhi, notò che sul legno scuro del comò vi era un piccolo biglietto, dove una scrittura disordinata diceva:
 
Per la ragazza forte e vitale che mi ha infuocato il cuore.
 
Leggendo quelle parole, Millicent scoppiò in lacrime, singhiozzando sommessamente per non svegliare le sue compagne di stanza. Era felice che qualcuno avesse pensato a lei, che, per la prima volta dopo anni, qualcuno le dedicasse attenzioni e si sentiva talmente sollevata, che al pianto si unì una risata cristallina, una risata che le addolcì il cuore indurito e le alleggerì i polmoni, permettendole di respirare l’aria pulita dell’appagamento.
 
Millicent non scoprì mai chi fu l’artefice del regalo, ma conservò quel giorno meraviglioso come uno dei più belli.



 




NdA

Buondì! ;)
Ho deciso di scrivere questa OS per augurarvi un buon 8 marzo e la voglia dedicare a tutte le donne che ogni giorno combattono contro i pregiudizi e le discriminazioni di ogni giorno.
Ho pensato che il personaggio che meglio poteva descrivere questo giorno, non poteva che essere Millicent Buldstrode. L'ho sempre vista una ragazza fragile, che si nasconde dietro il suo atteggiamento burbero e aggressivo per difendersi dagli insulti dei coetanei. Ho voluto renderle un po' di giustizia scrivendo qualcosa su di lei!
Spero che vivamente vi sia piaciuta e aspetterò con ansia una vostra recensione ;)
   
 
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