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Autore: Lushia    08/03/2012    1 recensioni
Sawada Tsunayoshi è il grande, amato e stimato (e anche odiato) decimo boss dei Vongola. Lui e i suoi guardiani, grandiosi e irragiungibili agli occhi di persone che li ammirano e li amano, sono impegnati con affari interni e problemi di varia natura tipici di un potente clan mafioso.
E tralasciando le vicende in Italia la nostra attenzione va in Giappone dove si sta formando un'altra famiglia, la famiglia Vongola di undicesima generazione, capitanata dalla psicopatica figlia di Vongola Decimo, che si appresta a voler lottare a tutti i costi per realizzare i loro sogni.
Ma come andrà a finire la loro storia? Potrà essere ricca di emozionanti avventure o non riusciranno nel loro intento?
Seguiamoli assieme nel loro viaggio!
Genere: Avventura, Commedia, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'KHR! 11^ Famiglia'
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Target 7 - Eh?! La nuova vita scolastica è così radiosa~ O forse no?!

cover


La primavera era quasi finita e Namimori si apprestava a preparasi per l'estate.

Era passato già un mese dal Festival Culturale e la vita di Nozomi e Jun sembrava essere cambiata radicalmente: i loro compagni di classe li salutavano con affetto, scherzavano, parlavano con loro ad ogni occasione e spesso li invitavano per passare dei pomeriggi insieme.
Anche quando uscivano dalla classe la situazione era diversa: gli altri ragazzi li guardavano sorridenti, alcuni con ammirazione.
Purtroppo però, nonostante la situazione incredibilmente rosea, tra i ragazzi c'erano sempre alcuni bulli ben nascosti, che non vedevano l'ora di torturare Jun o di vendicarsi picchiando Nozomi.
Le forme di bullismo erano abbastanza frequenti e ad occuparsi di quel problema c'era il "quartetto" della scuola: Kaito, del terzo anno, Haname, del secondo e Nozomi con Arashi, del primo.
Inutile dire che il più temuto era Kaito, per via della sua bravura nelle arti marziali, che attirava l'ammirazione dei ragazzi.
E poi, dopotutto, la pasticceria Yamasaki era la più rinomata.
Ma, nonostante fosse una ragazzina del primo anno, Nozomi sembrava avere delle qualità molto simili: sapeva prendere a pugni, era veloce e precisa, il suo corpo riusciva a resistere abbastanza bene ai colpi. Purtroppo non era questo il motivo per cui era sempre lei l'obiettivo di quegli stolti.
Probabilmente volevano solo capire come mai non riuscivano a picchiare una femmina per appagare il loro ego. Era raro, dopotutto, vedere una ragazza così forte fisicamente e sicura di sé.

Per fortuna non era successo nulla di pericoloso e Jun, che aveva stabilito con la ragazza un rapporto più sereno, si sentiva al sicuro e a suo agio accanto a lei.
Si parlavano spesso, ma non c'era altro all'infuori dell'amicizia.

Intanto, Masato e Arina erano ancora impegnati nella creazione dell'arma di Nozo. Il ragazzo aveva a disposizione dei macchinari all'avanguardia assieme a meccanici ed ingegneri, che facevano parte della sua squadra da un bel pezzo. Era incredibile pensare che stessero costruendo qualcosa proprio a casa Fukada, nel seminterrato dov'era collocato l'enorme laboratorio di Masato, adiacente al piccolo campo di poligono dove Arashi solitamente si esercitava nello sparo.

Ed era proprio a casa Fukada dove Nozomi aveva passato tantissimo tempo, a volte giornate intere.

- Fra' è ancora nel laboratorio, c'è anche Arina con lui. - rivelò Arashi, scarabocchiando sul quaderno davanti a lei.
- Ah, sono così eccitata! Quando sarà pronta?? - chiese la brunetta, incapace di concentrarsi sulle equazioni che doveva svolgere.
- Boh, ma sicuramente presto! - rispose l'amica. - Ah proposito, com'è andata oggi in classe tua? -
- Oh, tutto bene! C'è Jun che è preoccupato perchè adesso siamo o amati o odiati- spiegò lei, pensierosa.
- Beh è ovvio. Comunque, dopo che l'entusiasmo finisce nessuno si ricorderà più. -
- Speriamo, pare che non riesca a sopportare questa situazione... -
- Senti, ma ultimamente parli solo di Jun, e sono IO che non sopporto questa situazione. - Arashi divenne seria all'improvviso. - Sicura non ci sia nulla tra di voi?? -
- Ara ma perchè sei così gelosa?? Sai che amo aiutare la gente, Jun è solo uno di quelli che ho aiutato. E' il compito di un boss. -
- Non sono gelosa! - disse la rossa, guardandola torva. Tuttavia, lo sguardo accusatorio di Nozomi la costrinse ad ammettere la verità, preceduta da un lungo sospiro - ... e va bene, magari un pochino. E comunque non voglio che qualcuno ti faccia del male. - spiegò lei - E non voglio più vederti piangere. -
- ... A CAUSA DI JUN? -
- A causa di chiunque. -

Dopotutto Arashi era colei che la conosceva più di chiunque altro. Era lei a doverla rassicurare quelle notti in cui la brunetta non faceva altro che piangere, quando arrivava ad esplodere dopo essersi tenuta tutto dentro per molto tempo.
Capitava spesso per via di Primo e dei suoi sogni, ma ad Arashi non importava, voleva essere sempre lì per lei.

Quanti sfoghi avrà sopportato, la povera Arashi?
Nozomi si sentiva spesso vuota, e quando si sentiva così si ritrovava stesa sul letto della sua Guardiana della Tempesta, accanto a lei che la stringeva e sussurrava dolci parole per calmarla e rasserenare il suo animo, finchè non si addormentavano.

- Non sei sola, io non ti abbandonerò mai. - la rossa le accarezzò dolcemente i ricciolini castani.
- … Scusami. Sono di nuovo corsa a piangere da te senza pensare... - Nozomi si morse un labbro, imbarazzata. Stava nuovamente agendo da egoista, buttando tutti i suoi problemi addosso alla rossa.
- Non ho il diritto di farti pesare i miei problemi... -
- I tuoi problemi sono i nostri problemi. Siamo una famiglia, ricordi? - spiegò, abbozzando un sorriso.
Da anni il suo rapporto con Arashi era sempre stato particolare, un turbinio di emozioni e sentimenti che le avevano accompagnate durante il passaggio all'adolescenza.
Arashi era conscia che non era ciò che Nozomi desiderava, non andava bene per lei. Perciò, alla fine, fu lei a decidere di allontanarsi.

Nozomi era solo il futuro boss dei Vongola, il suo boss.
Nient'altro.


- Sawada-san, non usare quella penna che mi si sporca la divisa! - piagnucolò l'albino.
- Sto solo cercando di appuntirti. - spiegò lei, divertita.
- Si, ma... eh? Cosa? - il ragazzo sembrava non aver capito bene.
- Appuntirti. - ripeté, decisa.
- ...Sawada-san, no. -

- Ahahahah Matsumoto-kun è stato sconfitto dalla freddura di Sawada! -
- Sto morendo ahahahah -
- Ma Jun, ancora dai peso alle battute di Sawada-san? Dai, si vede che ti sta sfottendo! -

- Ehi, non rivelare i miei oscuri segreti! - esclamò la bruna.

Jun Rideva.
Rideva come non aveva mai riso prima.
E anche Nozomi.

Lei era spesso felice con i suoi guardiani, ma mai aveva riso a scuola assieme ai suoi compagni. Iniziava a sentirsi stranamente a suo agio.
I compagni la stimavano e ridevano alle sue battute, Jun stava agli scherzi e ci cascava sempre, la gente in giro la additava con ammirazione.
Era un mondo splendido che aveva sempre sognato: il mondo dove tutti erano sorridenti e allegri, con molti sogni nel cuore.
E, riflettendo proprio sui sogni, ricordò lo scontro con i tre ragazzacci del fanclub di Noel. Anche loro avevano dei sogni eppure il loro cuore era sporco.

Sono sempre strada totalmente fuori strada... ma allora cosa dovrei proteggere?”

L'albino la stava osservando con curiosità, lo sguardo di Nozomi era serio e pensieroso, abbastanza afflitto.
- Sawada-san... tutto a posto? -
- Beh... non ne sono sicura. Senti un po', se la bontà di una persona non dipende da che tipo di sogni abbia, allora cos'è? -
- Eh? ... Beh... i loro obiettivi? - azzardò lui - Se si tratta di brave persone, sicuramente avranno degli obiettivi di tutto rispetto. -
- Beh, non sembra essere così e l'ho notato guardando quei ragazzi dell'altra volta. Insomma, puoi anche voler diventare un dottore, ma se sei disposto a tutto per farlo... beh, questo non ti rende una buona persona, no? - chiese lei, ripensando anche alla sua giustizia unilaterale - Oppure il fine giustifica i mezzi? -
- Ma non capisco, stai cercando di capire come riconoscere una persona buona da una cattiva?? -
- Non proprio, si tratta più del mio di scopo... Voglio rendere le persone felici e sono sempre stata sicura che per farlo dovessi realizzare i loro sogni, ma... -
- Beh, allora limitati a realizzare i sogni delle persone per bene! - esclamò lui, sicuro. - E poi, se vuoi davvero renderli felici, perchè non li aiuti e basta? Voglio dire, le persone sono diverse, magari ad alcuni basta solo farsi una risata! -
- ... Una risata?? -
- Ad alcuni basta poco e nemmeno lo sanno! Chissà che la loro vita non possa cambiare con un po' di positività ed un sorriso! -
- Ah, quindi... devo proteggere il sorriso delle persone? -
- Guarda, ti basta far sorridere la gente. E sai, sei anche molto brava a farlo! -

La ragazza sgranò gli occhi, stupita da quelle affermazioni. Dopotutto Jun non aveva tutti i torti, anzi, sembrava aver trovato facilmente una soluzione a cui lei non aveva minimamente pensato.

- ... Nee, Jun. Che ne dici di andare a farci una camminata assieme dopo scuola? - chiese lei, sorridendo -Voglio mostrarti un nuovo negozio di musica che hanno aperto vicino alla biblioteca! -
- Oh... okay... - il ragazzo arrossì, ma sembrava felice.

Nozomi era elettrizzata dal fatto che anche Jun amasse tanto la musica, dopotutto anche lei e i suoi guardiani erano attratti da quel fantastico mondo.
Ma, dopotutto, le persone che non apprezzavano la musica erano relativamente poche al mondo.

- Quindi abiti nella zona a sud, giusto? Sei nato lì? - chiese la ragazzina, rompendo il ghiaccio e dando sfogo alla sua curiosità.
- Sì, è la zona originaria di mio padre, mentre mia madre è del distretto nord. E tu? -
- Anche io sono nata qui, ma è stato un caso... - spiegò lei - Cioè, mia madre si trovava qui con i miei nonni per passare in tranquillità gli ultimi mesi di gravidanza. Dopo la mia nascita poi siamo tornati a casa, e mi sono trasferita a Namimori solo al compiere degli otto anni. -
- E dove hai vissuto? -
- In Italia! -
- Oh, sei metà italiana? -
- Non del tutto, i miei genitori sono di Namimori, ma ho antenati italiani! -
- E parli italiano, per caso? -
- Parlo entrambe le lingue! Parlavo in giapponese con i miei genitori e i loro amici, mentre in italiano con tutti gli altri e alle elementari. - spiegò lei.
- Wow, sei molto intelligente! -
- No, basta con questa storia. Non sono un genio o qualcosa di simile, amo semplicemente imparare nuove cose! Molte persone dicevano che ero intelligentissima, altri dicevano che ero strana. Com'è possibile non sapere che i bambini apprendono più velocemente degli adulti?? -
- Oh, capisco... erano increduli nel sapere che parlavi due lingue? -
- No, perchè avevo imparato a leggere e a scrivere molto presto, e poi perchè comunque parlavo tre lingue a sette anni. In Italia, alle elementari si insegna anche l'inglese. - rivelò lei, camminando accanto a lui - Comunque amo molto imparare nuove cose, e nuove lingue. Con Arashi stavamo anche studiando un po' di tedesco! -
- COSA? Ma non sono troppe lingue?? Come fai a non confonderti?? -
- Come ti ho già detto prima, amo imparare. E poi, da piccola, avevo molto tempo libero e la biblioteca di casa mia era enorme e piena di tanti libri diversi! -
- Wow... sapevo anche io che i bambini apprendessero molto più in fretta, ma tu sei grandiosa! -
- Non sono grandiosa, leggo molto e uso il cervello. - rispose lei, fermandosi all'improvviso davanti una vetrina - Oh, eccoci qui! -

I due ragazzi erano arrivati all'ingresso del negozio, pieno di strumenti quali pianoforti, trombe, sassofoni, flauti, violini, tastiere elettriche e attrezzature come microfoni e mixer.

- Vieni, entriamo! - la ragazzina tirò l'albino per il colletto e insieme si intrufolarono nel locale.

Il ragazzino iniziò a fissare gli articoli a bocca aperta, mentre la ragazzina ammirava alcuni violini all'apparenza pregiati.
- Guarda che bel pianoforte... - sussurrò lui, osservando lo strumento.
- La prossima volta ti porterò al negozio di musica della mia nuvola! E' dall'altra parte della città. -
- La tua nuvola...? -
- Il mio guardiano della nuvola, il negozio è dei suoi genitori. - disse lei - Voglio farti sentire quando suona il piano, adoro quando compone le sue melodie! -

All'improvviso una suoneria interruppe i due, l'albino tirò fuori il cellulare e osservò il nome impresso sullo schermo.
- Oh mia madre... esco un secondo a rispondere. - disse, allontanandosi, lasciando la brunetta ad osservare gli strumenti.

Ogni volta che vedeva un pianoforte pensava a Cloud, era davvero molto bravo a suonarlo. Sapeva anche suonare il violino e altri strumenti, era davvero un amante della musica.
Osservando una chitarra, ricordò che Arina le aveva detto quanto Luca amasse le chitarre elettriche. Anche Kaito le aveva confessato di essere interessato a quello strumento e voleva prendersene una, ma costavano davvero troppo.
Alcuni flauti attirarono la sua attenzione, ne vide uno in camera di Haname ma non sapeva se fosse o meno in grado di suonarlo, non glielo aveva chiesto.
Lanciò un'occhiata all'orario sul cellulare e si avvicinò all'entrata del negozio, cercando l'amico con lo sguardo. Stranamente non era ancora rientrato e si stava preoccupando.

Si guardò attorno, cercandolo nelle immediate vicinanze, tuttavia non sembrava essere da nessuna parte.

-Ma dov'è? Non penso che se ne sia andato senz-

Solo un passo e quasi non inciampò.
C'era un coltello da cucina conficcato nel terreno, sembrava servisse a tenere fermo un pezzo di carta.

“Al deposito abbandonato, ti conviene venire da sola.”

- … No. -

   
 
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