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Autore: Babus    09/10/2006    0 recensioni
"Una, due, tre…. E’ già la terza. Strano davvero come il movimento del portare la sigaretta alle labbra, inspirare e poi espirare sia così rilassante. Accidenti… non sono passati neanche 10 minuti dalla prima… sono già tre , lo capite? Ok, una decina di sigarette me le faccio fuori in una giornata. Ma 3 in 10 minuti non mi era mai successo. Al diavolo, ne prendo un’altra. Oggi ne ho proprio bisogno." E' la mia prima storia. Siate clementi ^^'
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Devo fare pure la spesa….Mamma è una commessa, non può farla lei?

Le quattro e mezza. Meglio che mi sbrighi, non ho voglia di stare in giro oggi.

Mi avvio al supermercato all’angolo.

Ho 30 euro in tasca. Spero bastino.

Guardo la lista della spesa. Oh, beh, non è tanta roba, magari avanza anche qualche spicciolo.

 

Mi sono avanzati 2 euro netti.

Non ci faccio niente.

Tengo le borse della spesa e cammino verso casa.

Giro l’angolo.

-ciao! Dante,giusto?-

No.

 

-sembri diversa da stamattina…-

Chiodo, catena e gonna nera con un paio di stivali harley.

Decisamente non è la stessa ragazza di quando eravamo a scuola. La tipa nuova, per intenderci. 

Mi prende in giro?

Mi ha pure costretto a seguirla al parco giochi, dove ha accompagnato il fratellino.

-ti riferisci all’abbigliamento?-

Guardalo come corre quel marmocchio…

Torno a guardarla, appena sento che ha parlato.

-sì,sì.. come mai..?-

Non mi interessa molto…devo cercare un modo per filarmela.

-a mia madre non piace che io giri vestita così. Dice che non va bene per una ragazza e che le figlie degli amici di papà non hanno questo genere di abbigliamento. Per non sentirla urlare mi sono piegata alla sua volontà e così a scuola ci vengo vestita come vuole lei. Però oggi se n è andata a spasso, per cui sono libera per un po’!-

Che problemi.

Gli amici di papà.

Ho sentito abbastanza.

-senti, io adesso..-

-parlami un po’ di te!-

Non sono riuscito neppure ad alzarmi!

-che ti interessa sapere, scusa?-

-non saprei… hai fratelli, sorelle?-

Accenna al moccioso che gioca sullo scivolo, davanti a noi.

-sì, una sorella.. di 13 anni.-

-che faccia buia! Ti fa diventare matto? Come Michelino con me?-

Magari mi facesse diventare matto. Magari avessi un fratellino come il tuo. La fisso. Deve avere una vita che io non riesco neppure ad immaginarmi. Questa non ha problemi. Aspetta la mia risposta.

-no.-

Apre la bocca per parlare. Non credo si aspettasse una risposta secca. Ho come l’impressione che mi terrà inchiodato a questa panchina ancora per molto.

-beh, meglio così… Mmh, vediamo…Ah! Ci sono altri ragazzi nel quartiere? O qua vicino?-

- sì, ma non sono bella gente.-

Vatteli a cercare se vuoi.

-oh, come mai..?-

-pieni di soldi e rompi scatole.-

-ah-

Mi alzo. Ora sì che me ne vado. Al diavolo lei e suo fratello, ho altro a cui pensare. Prendo le borse di plastica accanto alla panchina. Noto con disappunto che una delle due borse si è rotta: qualche vetro in terra deve averla graffiata. Sospiro e me la metto tra le braccia.

-ti aiuto se vuoi!-

La tizia mi prende dalle mani la borsa ancora integra. Ehi, carina, vuoi anche questa? Magari, servi a qualcosa! No, questo non lo dico. Sarebbe veramente una cattiveria… però lo penso.

-Micheleeeeee!! March!-

-Sìì!-

 

Quanto parla. Dal parco a casa mia sono 10 minuti di strada ed e’ da cinque minuti che rispondo "sì.. no.. ahah… certo..forse" e, diciamocelo, mi sto un po’ scocciando. Però,dai, alla fine non è così antipatica, magari un po’ rompi scatole, ma non malvagissima.

Non la sento più. Mi fermo e mi volto. E’ pietrificata e sta guardando dall’altra parte della strada.

Che fissa? La coppia che esce dal bar? Il vigile? No, la coppia.

Il fratellino le tira una manica, lei scuote la testa come se si fosse risvegliata da una sorta di trance..

-Lucre,Lucre! Voglio andare a casa!-

-..sì..-

Umore cambiato? Adesso se ne starà buona per un po’. Chissà perché si è ammutolita guardando quei due… Vabbeh, non sono affari che mi riguardano, ormai sono quasi a casa.

Il mio fantastico condominio.

Ringrazio di essermi fatto l’antitetanica, perché qua c’è il rischio di prendere la morte solo sfiorando il ferro.

-bene. Io mi fermo qua.-

-va bene. Casa nostra è più avanti, quindi ci si vede domani!-

-Lucrezia, muoviti!!!-

Se ne va trascinata dal fratellino.

Bene. A sistemare la spesa e a preparare la cena. Spero che Sophia mi aiuti.

 

 

-sono a casa!-

-ciao!-

Che diavolo sta facendo? Perché ha una scopa in mano?

Ha pulito casa. Ha faticato.

-che stai facendo? Ti ricordo che non devi sforzarti!-

-oh, ma io mi annoio..-

Mormora e si avvicina a me. Mi prende le borse dalle mani. Benedetta ragazza.

-insomma, ascoltami ogni tanto, no??-

Mi riprendo la spesa e la appoggio al tavolo della cucina, prima che la borsa danneggiata si apra del tutto.

Mia sorella ringhia di disappunto.

Si annoia terribilmente. Ma d’altronde, a scuola mia madre non vuole mandarcela perché fanno troppe domande e non vuole che arrivino assistenti sociali o gente del genere in casa nostra. Non sarebbe felice di liberarsi di noi? Non la capisco.

Metto l’acqua per la pasta, mentre mia sorella fruga nella spesa.

-lava la verdura e condiscila un po’…-

Non mi ascolta. Ha trovato le merendine. Non so perché le ho prese.

Se le porta in soggiorno.

-ehi, mi ascolti?-

-non vuoi che faccia sforzi,no? Pensaci tu alla verdura!-

Che carina. Mi rinfaccia le mie stesse parole.

-ringrazia che sei mia sorella, o ti avrei già tirato un pugno-

-sì,sì, bravo.-

Accende la tivù e non mi ascolta più.

Sbuffo e inizio a lavare le carote, mentre l’acqua si scalda.

 

Mmh.. che ore sono?

Mi sono addormentato sul divano…

Faccio attenzione a non svegliare Sophia che mi sonnecchia accanto e cerco di vedere l’ora sull’orologio a muro. Impresa complicata visto che l’unica fonte di luce è quella blu della tv.

Undici e quaranta. Pensavo peggio.

Mi stropiccio gli occhi e mi alzo lentamente.

Sophia mugugna nel sonno mentre mi sposto, ma poi torna tranquilla e sul suo viso riappare un’espressione rilassata.

Sembra stia facendo un bel sogno.

Mi avvio verso la cucina, sbadigliando. Non ho neppure lavato i piatti. Poco male, vorrà dire che domani avrò qualcosa da fare.

Mamma, non è ancora tornata.

Di solito per le nove è a casa.

A che ora mi sono addormentato?

Guardavo Braveheart su italia uno e poi..?

Gli scozzesi in kilt mi hanno conciliato il sonno.

Che diavolo, volevo vederlo quel film.

Sento la porta d’entrata che si apre e torno in salotto.

-mamma..?-

Cerco l’interruttore sul muro e lo accendo.

Sì, è lei.

Ed è penosa.

-mamma…. Che cavolo stai facendo??-

Non mi accorgo che la mia voce è salita di qualche tono, me lo fa notare mia madre che brontola..

-non urlare.. non mi sento bene..-

-non ti senti bene? Non ti senti bene??? Porca miseria sei ubriaca!!!-

Ora ho proprio urlato.

-..Dante.. è tornata la mamma..?-

Sophia apre gli occhi, ma appena vede nostra madre con una bottiglia in mano, è sveglia del tutto e si alza.

Mamma sprofonda nel divano.

-non urlare… oggi è stata una giornataccia..-

Ha la voce impastata. Non capisco bene quello che dice, se sta parlando. Dopo qualche minuto di monologo incomprensibile, smette di parlare.

Si addormenta lì, sul divano.

Patetica. Deprimente. Non trovo aggettivi migliori.

-Sophia, andiamo a letto. Lasciala là.-

Mi volto e faccio per andare in camera. Spero che Sophia non tenti di svegliarla o cose del genere. Non ho intenzione di vedere mia sorella che tenta di portare a letto un’ubriaca. No, questo no.

Lei si merita di meglio.

Impreco.

Mia sorella smette di fissare quella donna, a cui è pure caduta la bottiglia che rotola sul pavimento,bagnandolo di alcol.

-và in camera, Sophia. Muoviti.-

Annuisce e finalmente si decide a seguire il mio ordine.

Dò un’ultima occhiata a quel quadro grottesco che è diventato il mio salotto per poi entrare nella mia stanza, accasciarmi sul letto e osservare il soffitto.

Ho come l’impressione che non chiuderò occhio stanotte.

Guarderò quel ragno che tesse la tela intorno ad una mosca. Però, è veloce… chissà la mosca come si sente.

Forse riesco pure ad immaginarmelo…

 

 

Ecco il secondo capitolo! Ringrazio Amelie Elektra per la recensione! Mi ha fatto molto piacere riceverla! ;D

  
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