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Autore: elymao    08/03/2012    0 recensioni
una breve scena che mi è balenata nella mente in un assolato pomeriggio d'agosto mentre stavo sdraiata sul freddo pavimento a godere di alcune folate di vento che facevano ondeggiare la tenda della mia stanza e che senza alcuna pretesa, solo per dar sfogo alla mia fantasia e lasciarne qualche traccia tangibile, ho steso nel giro di un'ora o poco più. Spero sia piacevole.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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‘700, Francia. stanza privata della contessa. La contessa stava stesa sul pavimento avvolta dal suo abito di seta rosa finemente rifinito con fili di argento che alla luce del pomeriggio la facevano brillare come un angelo. Le imposte della porta finestra che davano sul balcone erano semi aperte e le tende danzavano accompagnate dal vento estivo che soffiava sfiorando i capelli della donna che godeva di quella dolce frescura. Un uomo entrò dentro la stanza chiudendosi la porta alle spalle delicatamente in modo da non far rumore. La contessa schiudendo piano gli occhi intravide la figura del marchese il quale la osservava in religioso silenzio, come fosse un dipinto, e manteneva sul volto un sorriso impercettibile ma che lasciava trasparire il piacere provato da quella visione. Il marchese capì che la contessa si era accorta della sua presenza e si avvicinò a lei e con un inchino sussurrò “contessa, è sempre un piacere vedervi” e la contessa rispose “il piacere è tutto mio credetemi e supera anche la sorpresa di vedervi introdurre qui furtivamente caro marchese. la vita di corte vi stava forse annoiando?” “il tedio mi ha sopraffatto senza godere della vostra presenza nel salone” “vedete, il tedio aveva sopraffatto me stando in quel salone, mi aiutereste ad alzarmi?” “al vostro servizio contessa” Il marchese si avvicinò e prese tra le sue mani quelle della contessa per aiutarla ad alzarsi. La contessa sorridendo maliziosamente portò il suo peso all’indietro facendo cadere su di lei il marchese. Entrambi scoppiarono a ridere fragorosamente, come non era possibile fare nel grande salone dove l’etichetta regnava sovrana. Quella stanza in quel momento costituiva un po’ un mondo a parte. La contessa esordì dicendo “oh marchese perdonatemi” “perdonatemi voi semmai il mio esile corpo è stato sopraffatto dal vostro dolce peso” intanto il volto di lui si avvicinava pericolosamente a quello di lei e l’espressione del suo volto cambiò, se prima era ilare adesso era seria ma intrigante. Anche la contessa smise di ridere, portò la testa indietro chiudendo gli occhi mentre dalla finestra entrò una folata di vento che spinse le tende quasi a sfiorare il viso della contessa mentre i suoi capelli venivano accarezzati e scompigliati lasciandole una ciocca castana arricciata con cura sul viso. Il marchese, sfiorandole il volto, scostò la ciocca dal viso di lei mentre continuava a fissarla. “Marchese se entrasse qualcuno sarebbe inopportuno se ci trovassero così, non credete?” il volto era quello di una donna che voleva solo stuzzicare il signore che aveva davanti, ma dagli occhi era chiaro che non voleva stare in nessun altro posto e in nessun altro modo se non li, in quella stanza, su quel pavimento distesa con lui in sua compagnia. “contessa mai situazione è stata cosi sublimemente inopportuna” Il sorriso malizioso della contessa si addolcì e il marchese chiuse gli occhi e sfiorò le labbra di lei con le sue. La contessa rispose al bacio mentre un’altra folata di vento li avvolgeva. Intanto dal salone si levava la musica di un minuetto, dovevano essere iniziate le danze. La contessa si fece un po’ indietro liberandosi dal delizioso peso di lui e disse “forse dovremmo andare” “mi trovate in disaccordo mia signora” “oh marchese voi sapete io sono la paglia e voi il fuoco se stiamo troppo vicini, si sa, rischiamo di bruciare, volete forse ridurmi in cenere?” “non potrebbe mai succedere, voglio farvi bruciare di una fiamma inestinguibile”.
  
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