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Autore: Dolcestellina21    09/03/2012    3 recensioni
Anche se in ritardo, ecco la mia fic su Carnevale :)
Grande attesa e grande aspettativa per l’evento in programma: una festa di Carnevale, in stile babbano, ma totalmente diversa e “magica”. Hermione e Ginny hanno intenzione di essere speciali e, soprattutto, irriconoscibili e fantastiche. Ma quando arriva una proposta inaspettata e un cavaliere tenebroso ti si avvicina, cosa potrebbe accadere? Un gatto e un angelo delle tenebre possono coesistere?
Iscritta al contest "Maschere ad Hogwarts" indetto da Sole :) sul forum di EFP e classificatasi terza!
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Carnevale apparente



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“Allora Herm? Non sei felice? Io sono a dir poco entusiasta” Esclamò la mia miglior amica saltellandomi accanto.
La guardai, trattenendomi dallo scoppiare a ridere “Ma Gin, se tu non sai neanche che festa sia il Carnevale” le dissi, enfatizzando l’ultima parola.
“Oh ma non serve saperlo!” mi rispose con un sorriso a trentadue denti “Mi basta il fatto che sia una festa, che sia autorizzata e che, soprattutto, ci permetta di mascherarci! Ma ti rendi conto? Nessuno potrà riconoscerci, potremmo fare quello che vogliamo!”
“Ferma, ferma un attimo… Ti ricordo che tu stai con Dean! Hai intenzione di tradire il tuo ragazzo?” le chiesi sbalordita.
Lei rise “Oh Herm, certo che no!” tirai un sospiro di sollievo e continuai a camminare, diretta alla Sala Grande per il pranzo “Però sai com’è… Io sarò mascherata, lui non mi riconoscerà e così…” Boccheggiai a sentire quelle parole “Ginny, ti prego, dimmi che stai scherzando…”
“Ma Hermione che male c’è!” mi rispose lei scuotendo i lunghi capelli rossi “Mica sto parlando di andare a letto con qualcuno! In fondo lo sai, pure se in questa scuola girano tante voci, io sono ancora vergine! Mica mi svendo così facilmente!” concluse indignata e precedendomi, come se quelle voci le avessi messe io in giro.

Velocizzai il passo e la raggiunsi “Dai Ginny scherzavo, scusa! E poi sai benissimo che io non credo a quelle cose! Figurati, sei la mia migliore amica!” conclusi con un sorriso. La piccola Grifondoro si voltò sorridendomi e, prendendomi per mano, mi trascinò verso la Sala Grande, correndo e ridendo come una pazza. “Ginny! Ginny, fermati! Cosa hai intenzione di fare?” le gridai da dietro, sperando di riuscire a farla rallentare. La mia amica continuava a ridere, senza prestarmi attenzione. Correva per le scale, volava attraverso i corridoi, scansava tutte le persone che trovava sul suo cammino. Molti ci guardavano credendoci pazze, qualcuno rideva con noi, altri scuotevano la testa. Mi sentii avvampare per la figura che stavamo facendo e, tuttavia, quando Ginny si voltò ad osservarmi con il sorriso stampato sul volto, non potei fare a meno di aprire le mie labbra in una risata di felicità. Iniziai a correre con lei, complice anziché succube. Iniziai a tirarla io, voltandomi ogni tanto per ridere insieme di quella piccola pazzia.

Improvvisamente, però, misi un piede in fallo e, conscia che in pochi secondi mi sarei trovata con il sedere per terra, mi voltai di scatto per proteggermi dalla caduta. Sentii distintamente che trascinai qualcuno con me nella caduta. Ginny sicuramente, visto che era ancora attaccata alla mia mano. Ma quando finii in posizione orizzontale, mi accorsi che la mia mano destra non toccava il pavimento, bensì il maglioncino di una divisa simile alla mia. Anche il mio viso era poggiato su qualcosa che non aveva esattamente la stessa consistenza e la stessa fermezza dei mattoni che avrebbero dovuto procurarmi un gran male.
Aprii gli occhi e sentii qualcosa alzarsi e abbassarsi sotto di me. Voltai la testa quel tanto per capire che stavo letteralmente sdraiata sopra qualcuno. Arrossii per la vergogna ancora prima di guardare in faccia il diretto interessato.
“Hermione! Dove vai così di fretta?” Un paio di occhi verdi mi fissarono stralunati.
“Oh, ciao Harry!” risposi sorridendo, felice di essere caduta in braccio al mio migliore amico invece che a qualcun altro. Il moro si aggiusto gli occhiali e mi guardò come se fossi pazza. Risi, probabilmente lo ero veramente “Scusa Harry ma io e Ginny ci stavamo sgranchendo le gambe dopo due ore di lezione… Io Storia della Magia, lei Babbanologia e…”
“Ecco a proposito di Babbanologia!” intervenne Ginny, mettendosi in ginocchio sul pavimento “C’è una novità Harry, non vediamo l’ora di dirtela! È…” Iniziò la rossa entusiasta, quando una voce fredda la interruppe “Uuuhh... La Mezzosangue e lo sfregiato… Potter non credevo volessi copulare nel corridoio con la zannuta qui presente” Alzai la testa di scatto, facendomi malissimo al collo. Eh si, era stato proprio quello spocchioso arrogante di Draco Malfoy a parlare “Malfoy! Prenditi la lingua tra i denti e masticatela, capito?” berciai infastidita. Lui strinse gli occhi, mentre Tiger e Goyle, imponenti, rimanevano immobili dietro di lui, pronti ad intervenire. “Bè, Granger, hai imparato anche a rispondere a tono?”
“Non ci vuole certo una laurea!” risposi, cercando di alzarmi a fatica dal corpo di Harry. Mi ero ricordata solo in quel momento che stavo ancora sdraiata su di lui. Notai che Malfoy non aveva risposto e quando alzai lo sguardo capii perché: gli occhi del biondo stavano seguendo i miei movimenti e quando mi alzai completamente, notai che nella caduta la gonna era finita un po’ troppo in su. Diamine! La riaggiustai e controllai che cadesse tranquillamente sulle gambe. “Frigida come sempre, eh?”

Lo fulminai con lo sguardo digrignando i denti, mentre Ginny rispondeva al posto mio “Malfoy, e che diamine, cosa vuoi? Vai a rintanarti nel tuo covo e non uscire più per… Bè almeno per il prossimo secolo!” concluse la ragazza con un sorrisetto sulle labbra, mentre Harry scoppiava a ridere. Il Serpeverde socchiuse gli occhi “Weasley fossi in te eviterei di offendermi e, Potter, tu non sei autorizzato a ridere in quanto una battuta del genere potrebbe riferirsi benissimo anche a te” Harry continuò a ridere, senza sentirsi minimamente toccato dalle parole del ragazzo “Guarda, io non spreco neanche il fiato per risponderti. Andiamo ragazze?” Mentre il Grifondoro si apprestava a scendere le scale, Ginny lo seguì, voltandosi solo un momento per tirare fuori la lingua e mostrarla ai Serpeverde. Sentii le nocche di Goyle scrocchiare e gli lanciargli un’occhiata di avvertimento: in fondo ero pur sempre un Prefetto. Il ragazzo corpulento non mi notò, ma Malfoy mi vide e mi osservò di rimando. Rimanemmo immobili per un istante scrutandoci in cagnesco. Fu lui il primo a distogliere gli occhi. “Ragazzi, andiamo!” Mi venne incontro, sfiorando la mia spalla con la sua e sorpassandomi senza degnarmi più di uno sguardo. Mi voltai di poco, fino a vederli scomparire dietro il corridoio. Poi, lentamente, ripresi il mio cammino, dirigendomi verso la Sala Grande.


“Wow, non pensate che sarò divertentissimo?” Ginny era a dir poco entusiasta della festa che le si prospettava davanti. La professoressa di Babbanologia aveva appena finito di spiegare alla scuola, dopo il consenso datole dal Preside, della festa che aveva intenzione di organizzare. Aveva esposto agli studenti il significato del Carnevale per i Babbani, passando poi a illustrare come si sarebbe svolta la cosa, sotto lo sguardo di disapprovazione di una contrariata McGranitt. Una cosa che aveva sorpreso molti era stata la libera scelta del costume, dei più appropriati incantesimi di Trasfigurazione e l’autonomo uso di Pozioni per poter variare e adeguare il proprio aspetto a quello del personaggio scelto. Ciò significava che i componenti delle varie Case non si sarebbero riconosciuti (a meno che non avessero voluto rivelare la propria identità) fino allo scoccare della mezzanotte, ora in cui tutti gli incantesimi e le pozioni avrebbero perso il loro potere.
“Voglio vestirmi da qualcosa che dia nell’occhio, di sgargiante, di esplosivo…”
“Ginny calmati” la frenai io “Sicuramente hai dei limiti da rispettare, quindi non esagerare come al tuo solito” La rossa non si lasciò minimamente toccare dalle mie raccomandazioni e si rivolse ai ragazzi “E voi? Cosa avete intenzione di indossare?”
“Mi pare che la prof abbia detto di non rivelare il proprio costume, a meno che non lo si voglia” le rispose Harry mandando giù un boccone. Ginny si finse delusa “Oh dai, dillo! Hai già in mente cosa fare, vero?” Il moro si limitò a sorridere con fare enigmatico. Sorrisi guardandoli: sapevo che Harry avrebbe approfittato della situazione a suo vantaggio. Si vedeva lontano un miglio che moriva ogni volta che Dean e Ginny si sfioravano.

Neanche a farlo apposta, il ragazzo si presentò al nostro tavolo salutando tutti e schioccando un bacio sulla guancia della fidanzata. Vidi il mio migliore amico digrignare i denti un attimo, prima di tornare normale. Lo osservai di sottecchi: certo che si vedeva, era proprio innamorato!
Salutai educatamente Dean e, scusandomi con gli altri, mi diressi verso il dormitorio, per prendere i libri delle seguenti lezioni. Camminavo senza dare peso a niente, pensando ad un vestito per la festa. Cosa avrei potuto indossare? Non mi veniva niente in mente… Il mio armadio certo non conteneva abiti di alta sartoria, quindi mi sarei prima dovuta inventare qualcosa e poi cercare la materia prima. Certamente non potevo vestirmi da strega o da fata o da elfo o cose del genere: vivevamo già in una situazione magica e quindi tutti quei vestiti che ai Babbani sembravano oro colato, qui non avrebbero suscitato nessun scalpore… Ma di una cosa ero del tutto sicura: alla festa sarei andata da sola, uscendo per ultima dal dormitorio. Non volevo farmi riconoscere.

Ero così persa nei miei pensieri che non mi accorsi neanche che qualcuno dietro di me mi stava raggiungendo “Ehi, Hermione! Fermati, Herm!” Mi voltai di scatto e notai Ron che avanzava verso di me col fiatone. Ormai mi trovavo quasi davanti al ritratto della Signora Grassa: si era fatto sette piani correndo? Ero sbalordita “Ron che ci fai qui? Pensavo fossi rimasto in Sala Grande a finire di mangiare” Il ragazzo cercò di riprendere fiato, prima di iniziare a parlare “Bè Herm…” iniziò, ansimando leggermente “Mi chiede… Mi chiedevo se tu vo… volessi venire alla Festa di Car- Car- Carnebale con me” concluse arrossendo. Rimasi un attimo interdetta.
Certo, ricevere un suo invito mi aveva fatto piacere, ma avevo già intenzione di andare da sola. E ora, come dirglielo?
“Bè Ron, vedi… Ecco, mi fa piacere il tuo invito “ incominciai tentennante “Ma veramente penso sia una cosa più bella e misteriosa se ci incontrassimo direttamente in Sala Grande, che ne dici? Per vedere se riusciamo a riconoscerci anche se siamo mascherati!” terminai con un grande sorriso, sperando di averlo convinto. Rimasi zitta aspettando una sua reazione; lui mi guardava silenzioso. Poi, chinò la testa di lato, pensandoci su “Mmm… Bè, forse hai ragione. Si, dai, facciamo come hai detto tu” concluse, convinto. Io gli sorrisi in risposta e gli schioccai un bacio sulla guancia “Grazie Ron! Allora… Io vado!” E prima di voltarmi per entrare nella nostra Sala Comune, lo vidi arrossire come un pomodoro. In realtà anch’io avevo le guance imporporate e avevo fretta di nascondermi.


Sabato pomeriggio arrivò ad una velocità spaventosa, forse perché le continue chiacchiere di Ginny sulla festa mi avevano messa davvero in agitazione o perché ero ancora indecisa su cosa indossare.
“Uffa! Mannaggia a Merlino e a Morgana! Aaaahh!” Il mio urlò disperato e liberatorio aveva richiamato qualche ragazza di troppo nel nostro dormitorio, qualcuna con la bacchetta sguainata, qualcuna ancora mezza svestita. Tra le componenti dell’ultimo gruppo, la mia amica Ginny era accorsa con un braccio fuori dalla manica della maglia che indossava per metà e i capelli tutti arruffati “Herm! Cosa è successo?”
“Oh, Ginny non riesco a trovare niente da mettermi” piagnucolai, ignorando le occhiate assassine delle altre Grifondoro che avevano capito che non c’era nessun pericolo reale. Per loro, almeno.
“Hermione! Sei consapevole del fatto che mi hai fatto prendere un infarto? E per una cosa cosi sciocca?” mi rimproverò la rossa, mentre le altre mie compagne continuavano la loro opera di trucco e parrucco.
“Una cosa così sciocca, la chiami?” esclamai a bocca aperta per la sorpresa.
“Non mi pare che Hermione Granger si sia mai fatta troppi problemi per decidere cosa indossare” mi rimbeccò lei con un’occhiata maliziosa. Sbuffai. Aveva ragione. Eh certo che aveva ragione, io non mi ero mai fatta di questi problemi. Ma per una volta, per una sera nella mia vita, volevo essere diversa, irriconoscibile… Insomma, un’altra! E il problema era che non avevo nessun’idea in testa.
Ginny guardò la mia espressione afflitta e poi disse “Aspettami qui Herm, torno subito!” schizzò via velocemente. Sorpresa e delusa del suo abbandono, mi lasciai cadere sul letto, tra l’indifferenza delle altre ragazze, ognuna persa nell’acconciare e vestire se stessa. Se non mi fosse venuto niente in mente di li a dieci minuti, non sarei andata alla festa, avevo deciso!


Prima che il mio tempo fosse scaduto, vidi Ginny tornare “Ginny! Cosa è successo ai tuoi capelli?” esclamai orripilata e sorpresa nello stesso tempo, mentre scattavo a sedere. Lei si limitò a ridacchiare “Tranquilla Herm, è solo un incantesimo” mi spiegò attorcigliando un dito attorno ad un boccolo castano scuro che era stato lasciato libero dalle due trecce “Bè i miei capelli naturali mi avrebbero resa troppo riconoscibile” mi spiegò incerta, visto che seguitavo a guardarla senza aprire bocca. Effettivamente non le stavano male “Complimenti Gin, sei bellissima” le dissi sorridendo dopo un momento di esitazione.
“Davvero ti piace?” chiese aprendosi in un grande sorriso e facendo una piroetta sulle sue ballerine per mostrarmi il vezzoso abito nero guarnito da pizzi, completo di maniche a palloncino e lunghi guanti bianchi. Annuii “Bambola nera?”
“Certo che si” rispose facendomi l’occhiolino. Non aveva un filo di trucco, a parte l’abbondante fard rosa sulle guance.
“E ora pensiamo a te!” dichiarò sedendosi sul letto vicino a me “Dunque ci stavo pensando mentre mi vestivo… Che ne pensi di vestirti da angelo bianco? Sarebbe adatto per te”
Scossi la testa “Non mi ci vedo. E poi, vestita di bianco, mi riconoscerebbero tutti.”
Lei mi guardò incuriosita “Perché pensi questo?” Accennai al mio sedere abbastanza importante. Sbuffando ed evitando altre critiche dirette alla mia persona, tirò fuori un’altra idea “Da vampira?”
“Con quei denti lunghi? Vuoi scherzare? Finirei per sputacchiare saliva ovunque!”
“Mummia?”
“Si, certo, per inciampare mentre scendo le scale”
“Da lupa?”
“Assolutamente no!”
“Da regina antica?”
“Carino, ma ci sarebbe voluto tempo per un vestito così lungo e complesso e l’unica cosa che ora non abbiamo a disposizione, è il tempo!” risposi, dando un’occhiata all’orologio sulla parete: mancava meno di un’ora alla festa, dovevo sbrigarmi.
“Altro?”
“Mi dispiace Herm, ho terminato le idee…” mi rispose la ragazza dispiaciuta. Sentii un movimento vicino alle gambe. Abbassai lo sguardo: Grattastichi “Vabbè dai, non fa niente, non preoccuparti. Vorrà dire che questa sera starò insieme a Grattastichi” dissi prendendolo in braccio e mettendomelo sulle gambe. Guardai Ginny. E fu in quel momento che ebbi paura. Negli occhi le brillava una scintilla che non presagiva niente di buono “Sei grande Herm, hai visto? Hai trovato da sola il tuo vestito!” esclamò sorridendo. Io continuai a guardarla dubbiosa, lei allora indicò la palla di pelo acciambellata sulle mie gambe. Spostai lo sguardo da lei al mio gatto e viceversa, poi scoppiai a ridere “Gin! Vuoi farmi vestire da Grattastichi?” mentre continuavo a ridere, lei sbuffò esasperata “No, non da Grattastichi! Da gattina!”

Osservai la mia migliore amica, temendo per la sua salute mentale… Ma, mentre accarezzavo la schiena del gatto rosso e lui ricambiava con profonde fusa, ci pensai. Accidenti, non era male come idea! Era un’idea carina e poi immaginavo che non molti avrebbero avuto la stessa idea. Mi alzai di scatto dal letto, facendo cadere Grattastinchi a terra, che mi rivolse uno sguardo profondamente offeso prima di sparire sotto il letto “Ci sto Gin! È un’idea stupenda, mi aiuti?”
La ragazza mi guardò sorridendo, poi si alzò anche lei “Certo che si, che ci starei a fare qui sennò?” Entusiasta, aprii l’armadio e mi ci tuffai letteralmente dentro per scovare tutto ciò che poteva servirmi.
“Bene, iniziamo…” fece la mia amica fregandosi le mani.


Poco più di mezz’ora dopo mi trovavo in cima alla scalinata che portava alla Sala d’Ingresso. Feci un profondo respiro, leggermente nervosa, e incominciai a scendere le scale. Il mio palmo destro era rivolto all’insù e su di esso levitava, a pochi centimetri dalle dita, una candela, la cui fiamma illuminava la mia maschera argentata e dava riflessi dorati ai miei capelli innaturalmente biondi e lisci. Continuai a scendere le scale fino a trovarmi davanti alla porta della Sala Grande. Notai che molti occhi curiosi mi avevano almeno sfiorata con lo sguardo. Quindi ero riuscita nel mio intento di non essere riconoscibile, pensai esultante. Muovendo la punta del mio stivale nero, entrai nella stanza dove la festa era in pieno svolgimento: alcuni ragazzi erano seduti intorno ai piccoli tavolini circolari, intenti a chiacchierare o bere qualcosa, altri stavano già ballando al centro della pista. Poco distante le Sorelle Stravagarie, ingaggiate per l’occasione, alternavano musica babbana (sotto richiesta della professoressa) a quella comunemente ascoltata su RSN (Radio Strega Network).

Avanzai dirigendomi verso il centro della Sala, osservando le altre ragazze che, come me, reggevano delle candele sul palmo della mano. La professoressa aveva messo questa piccola regola: ogni ragazza del castello avrebbe dovuto portare una candela. Queste sarebbero levitate fino al soffitto cinque minuti prima della Mezzanotte. Allo scoccare esatto dell’orologio, sarebbe stata l’esplosione delle candele in migliaia di coriandoli dorati a rompere tutti gli incantesimi.

Aggiustai le orecchie da gatta che avevo sul capo e cercai di riconoscere le persone che avevo intorno. La prima che notai fu Ginny. Sapevo chi era quella bambola provocante che ballava, ma non riuscii a riconoscere la Dea greca e il Lupo che ballavano con lei. Voltai di poco lo sguardo e notai con quanta attenzione ciascun membro del corpo studentesco avesse preparato il proprio costume: c’erano vampiri, lupi, mostri, gentiluomini, cavalieri, principi, pirati, oltre a tutte le loro varianti al femminile.

In mezzo a tutta quella gente, non riuscii a scovare né Harry, né Ron, né chiunque altro che avesse potuto appartenere alla mia Casa. Alzai lo sguardo fino al soffitto notando che quella era una notte luminosa, punteggiata da tantissime stelle e una luna splendente.
All’improvviso sentii una voce dietro di me “Chissà se il tuo costume rispecchia il tuo carattere, misteriosa gattina?” Non riuscii a riconoscere la voce: probabilmente anche questo faceva parte della magia della Sala. Mi voltai trovandomi di fronte ad un angelo nero dai capelli scuri. Rimasi sorpresa nel constatare il vestito che Ron aveva scelto per la festa. Non so perché, ma avevo pensato che avesse scelto qualcosa di più ordinario. Bè ma in fondo chi ero per giudicarlo? Alla fine anch’io mi ero travestita in qualcosa che non mi sarei mai messa normalmente. Decisi di stare al gioco “Chissà… E questo angelo nero è venuto per portarmi via?” chiesi con un sorrisino sulle labbra rosse, con una voce che non mi apparteneva.
L’angelo mi rispose chinandosi, torreggiando su di me con le sue spalle e le sue enormi ali nere. Mi piagai di riflesso all’indietro “Direi proprio di si, piccola gattina” sussurrò ad un centimetro dal mio volto. Osservai i suoi occhi grigi nascosti dietro la maschera “Sai, i gatti possono anche graffiare” dissi puntando un’unghia smaltata di nero, che usciva dai guanti a mezzo dito color fumo, sul suo petto per farlo indietreggiare. Godric, quel costume mi cambiava più di quanto non avessi previsto! Stavo flirtando, e in modo anche provocante, con Ron. La mia candela volteggiava attorno a noi pigra e lenta, dandoci l’impressione di essere chiusi in una bolla solo nostra.
“Correrò il rischio” mi rispose con un ghigno sulle labbra. Fu quell’espressione che improvvisamente fece nascere in me il sospetto che quella persona non fosse Ron. Il mio cuore sbatté più forte contro la gabbia toracica per pochi secondi. E se davvero non…
Ma non finii di formulare il pensiero che una sua mano poggiata sulla mia schiena mi strinse d’impeto a lui. Spalancai i miei occhi, azzurri per l’occasione, dalla sorpresa: Ron non si sarebbe mai azzardato a fare una cosa del genere. Ma, forse, poteva anche aver cambiato il suo atteggiamento quella sera, esattamente come avevo fatto io.

La coda alla base della mia schiena presa a muoversi ondeggiando, effetto della magia che la incantava, mentre l’angelo mi stringeva di più a sé. Poggiai le mie mani sul suo petto, per evitare troppa vicinanza o l’intimità di cui avevo paura. Arrossii per quel contatto e l’angelo si avvicinò al mio orecchio “Vediamo se hai bisogno di essere domata, micina” mi soffiò mentre la sua mano destra mi sfiorava leggera il collo, le scapole e le spalle, coperte da una semplice maglietta nera. Chiusi gli occhi e sospirai, vagamente conscia che quella sensazione era qualcosa di nuovo per me. Ma quando sentii le sue dita avvicinarsi troppo al bordo della scollatura, alzai una mano e spostai delicatamente la sua, intrecciando le nostre dita. Mi osservò per un secondo con degli impenetrabili occhi grigi, prima di propormi “Balliamo?” Annuii e mi lasciai trasportare da lui grazie alle nostre mani ancora intrecciate.
Iniziammo a muoverci a ritmo di una canzone conosciuta da entrambi. Lui mi stava sempre vicino e non mollava un attimo i miei occhi. I miei passi, dapprima inesperti e goffi, si fecero sicuri. I miei piedi si muovevano con sicurezza sulla pista, il mio bacino e la mia coda ondeggiavano allo stesso ritmo, le mie braccia fendevano l’aria attorno al mio volto o al suo. Di tanto in tanto abbassavo il capo da un lato e facevo finta di nascondermi dietro la mia candela oppure gli giravo intorno, ma lui, prontamente, mi riafferrava per la vita e mi riportava vicino a sé. Ballammo tanti tipi diversi di ballo, anche lenti.
Stavo bene, tanto che non mi accorsi nemmeno quando la mia candela iniziò a levitare verso l’alto, verso il soffitto, verso le stelle…
Ormai distanti lo spazio di un respiro, sentii le sue dita spostarmi i capelli e il suo volto chinarsi su di me. Istintivamente chiusi gli occhi e lasciai che lui posasse le labbra sulle mie e che mi baciasse. Abbandonai le mie mani sulle spalle e approfondii il bacio con la quale ci stavamo scoprendo. Improvvisamente sentii qualcosa sfiorarmi, leggero come il tocco di una farfalla, il viso e il corpo e capii che era mezzanotte. I coriandoli stavano cadendo attorno a noi e ciò significava che ogni incantesimo era andato infranto.

Aprii lentamente gli occhi, aspettandomi degli occhi azzurri che mi scrutavano con passione. Invece davanti a me trovai gli stessi identici occhi grigi che avevo osservato prima di chiudere gli occhi. Ciò significava che gli incantesimi non erano stati sciolti? Ero confusa… Ma poi notai che il ragazzo davanti a me aveva spalancato gli occhi, ormai senza maschera, e che dei ciuffi biondi gli ricadevano sulla fronte. Così come lui ora osservava i miei capelli ricci e castani e i miei occhi tornati di un semplice marrone. Mi allontanati di un passo. Non poteva essere… Non poteva essere vero quello che vedevo. Il mio cuore perse un battito e scossi lentamente la testa. Non sentivo nessuna voce, nessuna musica intorno a me, tutto era stranamente ovattato.
Quando mi resi conto della cosa, scappai dalla Sala, con mille domande in testa e lo shock impresso nel mio volto. Scappai lontano dallo sguardo sconvolto e deluso di Harry e Ron, che avevo scorto ai margini della Sala, da quello confuso di Ginny. Scappai lontano da quel ragazzo che mi guardava sorpreso e impietrito, da quel ragazzo che mi aveva baciato. Scappai lontano da Draco Malfoy.
E nonostante stessi scappando, sentii il rimpianto di quell’azione di codardia, invece di rimpiangere quel bacio che ne era stato la causa.




Angolo autrice:
Eccomi ancora :) Anche se in ritardo, vi pubblico una bella storia di Carnevale... Come avrete notato, la storia si svolge a febbraio del sesto anno e, in questa piccola parentesi di vita, non ci sono né Voldemort, né i Mangiamorte che turbano i nostri protagonisti.
Bè, che ne pensate? Fatemi sapere :)
   
 
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