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Autore: Natalja_Aljona    09/03/2012    1 recensioni
Natal'ja vende fiammiferi e sogna la Rivoluzione.
Siberiana fin nelle ossa e nel sangue, nel cuore e nell'anima, nipote di uno dei capi dei Decabristi ed ultima erede della famiglia russa più temuta dallo zar, è quasi impazzita in prigione ma sa che non è finita.
Geórgos vive per la guerra e per il cielo di Sparta.
Nato durante la Guerra d'Indipendenza Greca e nipote del capo dei Kléftes, i briganti e i partigiani del Peloponneso, ogni notte spara alle stelle perché ha un conto in sospeso con gli Dei.
Feri è uno zingaro ungherese, il terzogenito di Kolnay Desztor, il criminale del secolo, e il più coraggioso dei suoi fratelli.
Legge il destino tra le linee della mano, e tre anni di galera e lavori forzati non sono bastati a fargli smettere di credere nel suo.
Nikolaj, ussaro polacco e pianista mancato, crede di aver perso tutto.
Sa che l'epilessia, i complessi d'inferiorità nei confronti del padre morto, l'ossessione per sua cugina e i suoi sogni infranti lo uccideranno, ma la sua morte vuole deciderla lui, e a ventidue anni s'impicca per disperazione e per vendetta.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Centonovantatré



Centonovantatré

Arden Stoeva

 

La ragazzina fissava Natal’ja con una certa insistenza.

Aveva uno stivale solo…

L’altro lo sfoggiava un giovane dagli scompigliati capelli neri, che rideva fino alle lacrime per le parole dell’amica.

Due scapestrati dei vicoli, senza alcun dubbio.

-Moĭ Bog, Jànos!- gridò d’un tratto la biondina, colpendolo su una spalla.

Lui inarcò un sopracciglio, senza smettere di ridere.

-Te megőrültél, én Natal’ja!-

La ragazzina assottigliò lo sguardo, cercando di capire la sua lingua.

Evidentemente non era russo.

Eppure, la gente intorno a lui sembrava comprenderlo senza problemi.

Alcuni si giravano a sorridergli, gli facevano l’occhiolino.

Altri scompigliavano i capelli biondi di…come l’avevano chiamata, Natal’ja, prendendola in giro affettuosamente.

Dovevano essere molto uniti, in quel quartiere.

C’era un’allegria incredibile, eppure le case erano le più povere che avesse mai visto.

Si fece coraggio e avanzò di qualche passo.

-Scusate… Izvinite- domandò, lieve.

Quando gli occhi grigiazzurri di Natal’ja si posarono su di lei sentì come un brivido.

Erano indimenticabili, quegli occhi.

Due colori, una vita rubata, una speranza infranta.

Splendore e nostalgia.

-Dóbryj djen'…- sussurrò la biondina con uno stivale solo, accennando un sorriso.

Lei ricambiò, un poco scossa.

-Arden Stoeva- si presentò, abbassando lo sguardo.

Il ragazzo dai capelli neri, Jànos, la scrutava con sospetto.

-Natal’ja e Jànos- replicò la giovane bella e triste che un attimo prima pareva così spensierata, e adesso…

Non lo sapeva, Arden Stoeva, cos’era successo.

-Jànos Desztor- sottolineò il suo amico, con aria di sfida.

Il cognome avrebbe dovuto ricordarle qualcosa?

-E Natal’ja Gibson-

Era sempre più confusa, lei.

-Ovvero…?-

-Io sono il fratello del Capitano e lei era la donna di un eroe-

-Era?-

Natal’ja annuì.

-Greco. Di Sparta. Geórgos- soffiò, come se ogni lettera di quel pugno di dettagli fosse per lei uno strappo al cuore.

 -Come…-

-Impiccato-

Arden socchiuse gli occhi.

Le girava la testa.

-E il Capitano…-

-Davvero non conosci Feri Desztor?-

-Sì…-

-Ma della Strage di Bergen avrai sentito parlare!-

-No…-

-Khristos. Feri Desztor, il terrorista ungherese… Il Rivoluzionario!-

-Come noi…- provò ad aiutarla Natal’ja, indicando Forradalom con un cenno del capo.

-Il Capitano di Forradalom!-

-Siete ungheresi, dunque?-

-Lei è russa. Non si vede?- rise Jànos, tirando una gomitata a Lys.

-Sì… Eccome!- dovette riconoscere Arden.

-Appunto. Noi Desztor siamo ungheresi. Molto ungheresi-

-Il colpo di stato del ’34… E quello del ’37… A San Pietroburgo?- tentò ancora Alja, con poco successo.

-Non capisco, davvero-

Jànos era incredulo.

-Dio, ma da dove vieni?-

-Sono inglese di origini bulgare. Ho imparato il russo…-

-No, non dirmi come! Mi spaventa già il fatto che tu sia qui!-

Non era esattamente gentile, quel Desztor, e Arden strinse i denti, distogliendo lo sguardo.

-Posso venire con voi?-

-No! Andiamo, Lys-

-Andiamo…-

-Ma almeno tu! Ti hanno ammazzato il marito, dovresti essere un po’ più tranquilla, adesso…-

-Davvero?-

Lo schiaffo dell’Ungherese fu il più forte che avesse mai ricevuto.

Arden sgranò gli occhi, colta di sorpresa.

-Hai idea di quello che hai appena fatto?- sibilò lui, inchiodandola con un'occhiata di sdegno.

-No!- strillò la ragazzina, furiosa.

Natal’ja, però, aveva fatto un passo indietro.

Jànos le sfiorò una spalla, lei scosse la testa.

Poi svenne.

-Sta male?- mormorò Arden, cauta.

-Tu non capisci…- ruggì Szöcske, bruciandola con lo sguardo.

-Questo la distruggerà. Ricordarglielo… La distruggerà-

-Tu l’hai fatto, prima-

-Lo sapeva. Gliel’avevo chiesto con lo sguardo, intuiva che te l’avrei detto… E non l’ho fatto con la tua dannata brutalità!-

In realtà era capitato, solo pochi mesi prima.

Era nervoso, e gliel’aveva quasi gridato dietro, ch’era morto, Gee.

Non avrebbe permesso che si ripetesse.

Non avrebbe permesso, soprattutto, che fosse una sconosciuta a farla star male.

Quella piccola sciocca avrebbe dovuto pensarci, prima di mettere piede a Forradalom.

La loro Forradalom.

-Gliel’avevi chiesto con lo sguardo, lei intuiva… Ma chi siete, Santo Cielo?! A me sembrate solo due straccioni, mica gli dei che vi credete-

-Hai un padre, un fratello, un diavolo di parente, da qualche parte?- sputò Jànos, gelido.

-Sì…-

-Lo sfido a duello-

-Ma…-

-Come hai detto di chiamarti?-

-Arden Stoeva-

-Bene, Arden. Avrai modo di conoscerla bene, Forradalom-

 

 

 

 

 

Note

 

“Moĭ Bog, Jànos!” (russo): Mio Dio, Jànos!

Te megőrültél, én Natal’ja!” (ungherese): Sei pazza, mia Natal’ja!
Izvinite (russo): Scusate.
Dóbryj djen' (russo): Buongiorno.

 

Era da tempo che pensavo a un personaggio simile, ma solo oggi ho finalmente avuto le idee chiare.

Arden Stoeva, l’anglo-bulgara… Sarà una presenza particolare, la sua a Forradalom.

Jànos non l’ha affatto presa in simpatia, e Lys… Lys è veramente distrutta, in questo periodo.

Siamo all’inizio del 1848, Gennaio, direi, ed è tesa come non mai… Anche se Jàn la fa sorridere sempre ;)

Quanto al fatto che indossino uno stivale per uno… Una delle tante follie della loro storica amicizia, e l’ennesima sfida alla povertà… Straccioni sì, ma sconfitti mai ;)

 

A presto!

Marty

  
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