Centonovantatré
Arden Stoeva
La
ragazzina fissava Natal’ja con una certa insistenza.
Aveva uno stivale solo…
L’altro
lo sfoggiava un giovane dagli scompigliati capelli neri, che rideva fino alle
lacrime per le parole dell’amica.
Due scapestrati dei vicoli, senza
alcun dubbio.
-Moĭ Bog, Jànos!- gridò d’un tratto la biondina,
colpendolo su una spalla.
Lui
inarcò un sopracciglio, senza smettere di ridere.
-Te megőrültél, én Natal’ja!-
La
ragazzina assottigliò lo sguardo, cercando di capire la sua lingua.
Evidentemente non era russo.
Eppure,
la gente intorno a lui sembrava comprenderlo senza problemi.
Alcuni si
giravano a sorridergli, gli facevano l’occhiolino.
Altri
scompigliavano i capelli biondi di…come l’avevano chiamata, Natal’ja, prendendola in giro
affettuosamente.
Dovevano essere molto uniti, in
quel quartiere.
C’era
un’allegria incredibile, eppure le case erano le più povere che avesse mai
visto.
Si fece
coraggio e avanzò di qualche passo.
-Scusate…
Izvinite- domandò, lieve.
Quando
gli occhi grigiazzurri di Natal’ja si posarono su di lei sentì come un brivido.
Erano
indimenticabili, quegli occhi.
Due
colori, una vita rubata, una speranza infranta.
Splendore e nostalgia.
-Dóbryj djen'…- sussurrò
la biondina con uno stivale solo, accennando un sorriso.
Lei ricambiò, un poco scossa.
-Arden
Stoeva- si presentò, abbassando lo sguardo.
Il
ragazzo dai capelli neri, Jànos, la
scrutava con sospetto.
-Natal’ja
e Jànos- replicò la giovane bella e triste che un attimo prima pareva così
spensierata, e adesso…
Non lo sapeva,
Arden Stoeva, cos’era successo.
-Jànos Desztor- sottolineò il suo amico, con
aria di sfida.
Il cognome avrebbe dovuto
ricordarle qualcosa?
-E
Natal’ja Gibson-
Era
sempre più confusa, lei.
-Ovvero…?-
-Io sono
il fratello del Capitano e lei era la donna di un eroe-
-Era?-
Natal’ja
annuì.
-Greco.
Di Sparta. Geórgos- soffiò, come se ogni lettera di quel pugno di dettagli
fosse per lei uno strappo al cuore.
-Come…-
-Impiccato-
Arden
socchiuse gli occhi.
Le girava la testa.
-E il
Capitano…-
-Davvero
non conosci Feri Desztor?-
-Sì…-
-Ma della
Strage di Bergen avrai sentito parlare!-
-No…-
-Khristos. Feri Desztor, il terrorista
ungherese… Il Rivoluzionario!-
-Come
noi…- provò ad aiutarla Natal’ja, indicando Forradalom con un cenno del capo.
-Il Capitano di Forradalom!-
-Siete
ungheresi, dunque?-
-Lei è
russa. Non si vede?- rise Jànos, tirando una gomitata a Lys.
-Sì… Eccome!- dovette riconoscere Arden.
-Appunto. Noi Desztor siamo ungheresi. Molto ungheresi-
-Il
colpo di stato del ’34… E quello del ’37… A San Pietroburgo?- tentò ancora
Alja, con poco successo.
-Non
capisco, davvero-
Jànos era
incredulo.
-Dio, ma
da dove vieni?-
-Sono
inglese di origini bulgare. Ho imparato il russo…-
-No, non
dirmi come! Mi spaventa già il fatto che tu sia qui!-
Non
era esattamente gentile, quel Desztor, e
Arden strinse i denti, distogliendo lo sguardo.
-Posso
venire con voi?-
-No! Andiamo, Lys-
-Andiamo…-
-Ma
almeno tu! Ti hanno ammazzato il marito, dovresti essere un po’ più tranquilla,
adesso…-
-Davvero?-
Lo
schiaffo dell’Ungherese fu il più forte che avesse mai ricevuto.
Arden sgranò
gli occhi, colta di sorpresa.
-Hai idea
di quello che hai appena fatto?- sibilò lui, inchiodandola con un'occhiata di sdegno.
-No!-
strillò la ragazzina, furiosa.
Natal’ja,
però, aveva fatto un passo indietro.
Jànos le
sfiorò una spalla, lei scosse la testa.
Poi svenne.
-Sta
male?- mormorò Arden, cauta.
-Tu non
capisci…- ruggì Szöcske, bruciandola con lo sguardo.
-Questo la distruggerà.
Ricordarglielo… La
distruggerà-
-Tu l’hai
fatto, prima-
-Lo
sapeva. Gliel’avevo chiesto con lo sguardo, intuiva che te l’avrei detto… E non l’ho fatto con la tua dannata brutalità!-
In realtà
era capitato, solo pochi mesi prima.
Era
nervoso, e gliel’aveva quasi gridato dietro, ch’era morto, Gee.
Non avrebbe permesso che si
ripetesse.
Non avrebbe permesso, soprattutto,
che fosse una sconosciuta a farla star male.
Quella piccola sciocca avrebbe
dovuto pensarci, prima di mettere piede a Forradalom.
La loro Forradalom.
-Gliel’avevi chiesto con lo sguardo, lei
intuiva… Ma chi siete, Santo Cielo?! A me sembrate
solo due straccioni, mica gli dei che vi credete-
-Hai un
padre, un fratello, un diavolo di parente, da qualche parte?- sputò Jànos, gelido.
-Sì…-
-Lo sfido a duello-
-Ma…-
-Come hai
detto di chiamarti?-
-Arden
Stoeva-
-Bene,
Arden. Avrai modo di conoscerla bene,
Forradalom-
Note
“Moĭ Bog, Jànos!” (russo): Mio Dio, Jànos!
“Te megőrültél, én Natal’ja!” (ungherese): Sei pazza,
mia Natal’ja!
Izvinite (russo): Scusate.
Dóbryj djen' (russo): Buongiorno.
Era da
tempo che pensavo a un personaggio simile, ma solo oggi ho finalmente avuto le
idee chiare.
Arden
Stoeva, l’anglo-bulgara… Sarà una presenza particolare, la sua a Forradalom.
Jànos non
l’ha affatto presa in simpatia, e Lys… Lys è veramente distrutta, in questo
periodo.
Siamo
all’inizio del 1848, Gennaio, direi, ed è tesa come non mai… Anche se Jàn la fa
sorridere sempre ;)
Quanto al
fatto che indossino uno stivale per uno… Una delle tante follie della loro
storica amicizia, e l’ennesima sfida alla povertà… Straccioni sì, ma sconfitti
mai ;)
A presto!
Marty