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Autore: FannyHarris    09/03/2012    7 recensioni
Ecco come io immagino il momento in cui Vegeta prende Bra per la prima volta nelle sue braccia. Ditemi che ne pensate se Vi va :)
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Bulma, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un istante e tutte le barriere caddero.

Un istante e tutte le barriere caddero.

Vegeta aveva deciso di non andare in ospedale da Bulma … era un sayan, il principe per giunta, e non poteva abbassarsi a confondersi fra una folla di umani.

Però … nonostante ostentasse in ogni modo la sua classica espressione corrucciata, fiera e severa, nel suo profondo era un uomo completamente diverso. Aveva ammesso una volta per tutte il suo amore per l’affascinante scienziata, non a tutti ovviamente, ma solo a sé. Neanche a Bulma, che però era l’unica ad averlo amato nonostante tutto e l’unica capace a leggere fra le righe del suo altero sorriso.

“Smettila di comportarti così. Capisco che tu non voglia essere venuto in ospedale, ma qui siamo soli noi tre. Non c’è nemmeno Trunks.” Bulma era appena tornata, e, senza nemmeno andare a cercare il marito o qualcun’altro, era andata a sdraiarsi e mettersi sotto le coperte, per riposarsi. Aveva passato nove duri mesi e il parto non era stato molto facile, aveva persino temuto di morire.

Si era addormentata lì, con la sua bambina fra le braccia, e con un sereno sorriso stampato sulle labbra.

Non che a Vegeta non interessasse nulla, anzi, attendeva con ansia il ritorno dell’unica donna che era riuscita ad abbattere molte delle sue barriere.  Era cambiato, inutile negarlo all’infinito. Quando aveva saputo che sarebbe di nuovo diventato padre era stato felice, e Bulma se ne era accorta. Le labbra del sayan si erano arcuate in un dolce sorriso, ammorbidendo le severe pieghe del volto.

Il principe era rimasto imbambolato, poco dopo essere entrato in camera.

“Dai, avvicinati. Non mordo, mordiamo mica!” Sorrise e accarezzò la guancia d’avorio della piccola che aveva fra le braccia e cullava amorevolmente. Il sayan mosse un passo, molto timoroso e preoccupato. Non rispose a nessuna delle provocazioni della moglie … moglie, gli sembrava così strano in principio, ma in seguito era divenuto così naturale pensarlo.

Tese le braccia e afferrò con estrema delicatezza la piccola, quasi temesse di romperla a causa della sua forza.  Era padre per la seconda volta ma per lui era come se fosse la prima, visto che con il piccolo Trunks aveva commesso i suoi errori, tutti causati dall’orgoglio che lo animava da una vita e lo paralizzava dal fare ciò che realmente desiderasse nel profondo del suo cuore. Era stato felice anche per quel primo figlio che dapprincipio aveva ignorato, però lo era stato solo in massima segretezza, nascondendo quella gioia anche al suo cuore.

Tutte le barriere caddero in un istante, non era più Vegeta, il Principe dei Sayan, ma era Vegeta, un padre.

Bulma li osservò con occhi sognanti e sentì un immenso calore prendere lentamente spazio, facendola sentire amata e protetta, ma in primis raggiante e soddisfatta. In quel momento la donna capì che aveva fatto la scelta migliore della sua vita quando aveva deciso di lottare e intraprendere un amore dal tortuoso cammino.

Ci fu silenzio.

La piccola emise un lieve suono, rideva, fra le possenti braccia del padre. Gli occhi azzurri e senza pensieri di una incontrarono quelli neri e profondi dell’altro e in quel preciso momento entrambi sentirono che un profondo legame si era appena instaurato e che li avrebbe tenuti sempre vicinissimi.

Lui l’amava. Per un momento la stanza sparì e rimasero solo Vegeta e la sua piccola. In quell’istante si promise che l’avrebbe protetta sempre, anche a costo di dare la sua vita.  Una promessa indissolubile, sancita dalla manina di Bra che stringeva con la sua modesta forza un dito, molto più grande di tutta la sua mano, del suo caro padre.

“Ti proteggerò, sempre. E’ una promessa.” Bisbigliò alla piccola, regalandole un veloce, ma anche intenso, bacio sulla fronte. Si voltò verso Bulma e le sorrise. In quei momenti era inutile nascondersi o fuggire. L’azzurra lesse nei suoi occhi gratitudine e amore. Non c’erano bisogno di parole, bastavano solo fugaci sguardi per intendersi.

 

Spero vi piaccia.

Baci, Fanny

 

   
 
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