Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure
Segui la storia  |       
Autore: Akane    10/10/2006    4 recensioni
Se potessi non esistere…ma per me è impossibile ormai. Sono stato creato e svanire non mi è concesso. Ma avrò la mia pace. Perché loro non sanno quello che fanno ma io si. Il tutto è da fermare alla radice. Dovrò bloccare il futuro nel presente.
Genere: Romantico, Avventura, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Insolitamente insieme'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 14:
TIME IS RUNNING OUT


/Izzy/

Ormai si sono quasi tutti persi d’animo, si aspettavano che tirassimo fuori chissà quale piano formidabile, ma cosa pensano? Che abbiamo la bacchetta magica? Sono in pensiero per Mimi, è rimasta in ospedale poiché ormai manca poco al parto, vorrei stare con lei, continuare la mia vita… ma dall’altra parte desidero aiutare mia figlia, se ha preso un po’ da sua madre ora sarà in un mare di lacrime, stretta al suo fedele amico Joji.
Io non sono con lei, non posso far nulla per aiutarla, io… vorrei poter fare un sacco di cose eppure nemmeno una è nelle mie forze. Nemmeno una!
Tai e Matt dirigono una discussione su cosa sia più utile fare e proprio ora mi stanno interpellando, io li guardo spaesato e colto alla sprovvista: cosa gli dico, ora? Se mi mostro perso d’animo e agitato come reagiranno, loro?
A volte il mio altruismo è seccante per me in primo luogo!
A togliermi dall’impiccio sono delle voci, grida che chiamano aiuto, ci hanno visto arrivare…sono voci di bambini. Mi illumino come tutti gli altri, qualcuno dice:
- Sono loro, li abbiamo trovati… - e ci precipitiamo direttamente nella direzione della gabbia di fili elettrici. Potrei sentirmi più sollevato ma non c’è male, almeno posso vedere la mia piccola ed illudermi che finchè Mimi starà nel mondo reale e non partorirà, sarà al sicuro. Ora… ora devo salvare Miho. Prima di ogni altra cosa, per egoismo o per amore o per entrambi. Farò tutto ciò che posso per lei. Percorro di corsa tutta l’ampia circonferenza della gabbia e con attenzione cerco la piccola bambina dai capelli rosso scuro, mi fermo quando la vedo in compagnia di un bambino dai capelli neri riflessi di blu e gli occhiali. Ecco Joji, come immaginavo sta con lei e le dà coraggio.
- Papà! -
Mi chiama a gran voce avvicinandosi, presto arrivano anche Joe e Sora per Joji.
- Papà, e mamma? -
Vorrei toccarla, o come vorrei, ma noto che i suoi occhi non sono gonfi di lacrime e il suo viso, anche se non sorride, è sollevato nel vedermi. Non ha pianto, è stata coraggiosa.
- La mamma sta bene, è in ospedale coi medici, forse farà nascere il tuo fratellino, sai? -
- Di già? -
Innocentemente mi guarda chiedendomi coi suoi occhi neri come sia possibile, non ha capito tutti i giri assurdi che il tempo e questo posto ha fatto fare a sua madre.
- Si, ma sta bene… -
Mi sforzo di sorridere anche se si vede che non sono spontaneo, Joe e Sora hanno più fortuna con loro figlio, presto si uniscono a noi anche gli altri per parlarci ed esporci il loro piano. Mi interrompono dalla mia contemplazione visiva mentre nell’animo continuo a sentire qualcosa di preoccupante che cresce, non so decifrarla. Spero che Mimi stia bene. Non può aver già partorito, no?
- Allora, dobbiamo farci aiutare da loro e unire i poteri dei digiwise, per lo meno chi li ha... tenteremo di aprire un digi varco. -
Tai espone l’idea in maniera un po’ confusa ma in realtà nemmeno molto. Lo guardo come se lo vedessi per la prima volta, fino ad ora mi sembra la cosa più sensata che ho ascoltato. Un sospiro di sollievo, forse funziona ed almeno i bambini saranno in salvo… forse… è comunque l’unica speranza.
- Sbrighiamoci, prima che si accorga che ci siamo… -
- Aspettate, apro il portatile per attivare il processo di apertura del varco! -
Lo faccio mentre le ragazze spiegano agli altri bambini digi prescelti cosa devono fare, tutti si stringono al centro e li sento mormorare indistintamente diversi commenti, tiro fuori il mio e al momento di dare l’ok qualcosa si attiva automaticamente nello schermo del pc, si tratta della web cam, qualcuno mi sta chiamando tramite chat.
- Ma chi… -
Borbotto, ho una fretta del diavolo, non posso crederci che qualcuno abbia un tempismo simile ma a farmi dimenticare di ogni cosa è il viso di Mimi che vedo nel video. Trattengo il fiato e attiro l’attenzione dei miei amici che mi si stringono intorno. Ha un aria a dir poco sconvolta ed è tutta sudata mentre le lacrime le rigano il volto. Agitatissima dice:
- Izzy! Izzy, è nato… è nato… il piccolo Jessy! Lo stanno curando, ora me lo portano, lo terrò con me senza staccarmene… se me lo porterà via dovrà prendere anche me! Ho paura… volevo ci fossi anche tu con me. Izzy… ti prego, fate presto… non voglio che lo prenda. -
E' molto agitata… già, è l’unica cosa che realizzo, visto che perdo subito i sensi sprofondando nel buio più assoluto!

/Sora/

Opporca!
Izzy cade all’indietro dopo aver roteato gli occhi, viene preso al volo da Matt che gli stava giusto dietro. Ma come si fa a svenire in un momento così inopportuno? Bè, ma lo capisco… è col secondo treno che realizzo a fondo le parole di Mimi: ha partorito!
In un certo senso sono zia, visto il legame che abbiamo sviluppato io e lei. In un attimo le lacrime mi inondano gli occhi che subito si appannano non facendomi vedere bene, mi porto la mano sulla bocca e vedendo anche me fuori uso, Tai parla con Mimi mentre Matt si occupa di Izzy insieme a Joe.
- Sono felicissimo, Mimi! È bello? Che colore ha gli occhi? E i capelli? Dai, dimmi a chi assomiglia! Ha pianto tanto appena nato? Io non so cosa succede quando nascono i bambini, speravo di poterci essere, sono curioso, dai racconta! È stato un parto naturale o un taglio cesareo? -
Strabuzzo gli occhi guardandolo in mezzo al fiume che mi scende… ma che cavolo sta dicendo questo pazzo? È il momento?
- Tai, smettila, scemo! Non è il momento… datti una mossa e renditi utile! -
Lo ammonisce seccato Matt da dietro, Mimi invece ignora le sue domande e chiede cosa sia successo a Izzy e perché non lo vede più, ora è il doppio preoccupata e se speravamo che Tai potesse calmarla ci sbagliavamo. TK mi guarda implorante… ha ragione, in fondo quello di calmarla era il mio compito, solo io ci riuscivo!
Con fare deciso spodesto il moro dal portatile e mi metto davanti alla piccola web cam, lei mi vede e si illumina un po’ ma in effetti è in un mare di lacrime così io cerco di asciugare le mie.
- Tesoro, sono contenta per te. Non vediamo tutti l’ora di vederlo… però tu ora devi stare tranquilla, che il piccolo sente se sei agitata e ci sta male. -
- Izzy? -
- Ehm… la notizia gliel’hai data in maniera improvvisa, l’hai shockato ed è… svenuto… ma si riprenderà presto, non pensarci! -
- Sora, ho paura. -
La voce le trema e non va avanti a parlare. Che le dico, ora? Posso spiegarle che stiamo per rispedire i bambini in salvo. Chissà, ci provo, questo magari la solleverà!
- Non devi. Forse abbiamo trovato un modo per riportare lì i bambini rapiti. Cercheremo di aprire un digivarco all’interno della gabbia. Il problema sarà raggiungere Mr Elettricità e sconfiggerlo… senza i digimon che poteri abbiamo, noi? -
Ops, dovevo tranquillizzarla ed invece forse ho peggiorato le cose. Lei ha mostrato un aria più entusiasta sull’inizio per poi spegnersi.
Cosa posso fare per lei? È sempre stata una persona così particolare, emotivamente instabile, facile alle lacrime e all’agitazione… è che è troppo sensibile. Da piccola si poteva dare la colpa al fatto che fosse viziata, ma ora è cresciuta, non si tratta più di quello, solo di sensibilità…
Sospiro e sorrido un po’ stringendo le labbra.
- Ora devo chiudere la comunicazione o non faremo in tempo. Sta serena, su… ce la faremo! -
Detto ciò lei mi dice un flebile e sconfortato ‘ciao’ e chiudiamo la comunicazione. Si sente sola ed è preoccupata perché sua figlia è rapita in questo mondo assurdo, suo marito non sa che pesci prendere, i suoi amici seguono le orme di suo marito, lei ha partorito e avrebbe voluto farlo con Izzy accanto, ha paura che le venga portato via anche la sua nuova creatura, non sa che fare da laggiù… io la capisco ma che posso farci? A volte è tutto più grande di me, di tutti noi messi insieme, a volte non so proprio cosa fare. Anche se salviamo i bambini dobbiamo convincere questo mostro che... che… ma cosa possiamo dirgli?
Mi passo una mano fra i capelli nervosa ed è su questo che Izzy si sveglia!

/Joe/

Ma che cavolo!
Basta che loro mi dicano: ‘Joe, pensaci tu!’
Ma perché? Solo perché sono un dottore? È solo svenuto, non c’è nulla di grave, è lo shock, non ci arrivano?
La gente deve sfruttare fino in fondo il mio ruolo, il mio lavoro… sono un medico? Bene, rivolgiamoci a lui in caso di bisogno, e perché non anche in altri casi? Che ne so… per cose più rilassanti, allegre, leggere… no!
La gente si rivolge a me, al di fuori del mio ambito lavorativo, solo per darmi i loro guai da risolvere, cattive notizie e pressioni da risollevare.
Chissà se se ne rendono conto… magari preferivo parlare con Mimi e congratularmi con lei, o spiegare la situazione ai bambini, o…
- Joe? Cosa dici? -
Mi riscuoto alla chiamata di Matt che sostiene Izzy. C’è un crescendo d’agitazione ed io ci vado a braccetto.
- Cosa dico su cosa? -
Sono spaesato e lui spazientito mi fa notare che Izzy è svenuto e che ci serve sveglio.
- Lo so, sai? Lo vedo anche io! -
- E allora fa’ qualcosa! -
Comincia ad alzare la voce, la situazione è critica per tutti e ne sente gli effetti perfino uno come Matt, ma a me non va’ di essere trattato così:
- Ma cosa vuoi che faccia? Non siamo in un ospedale, non ho nessun attrezzo utile con me… è lo shock, si riprenderà presto. Fagli aria, alzagli i piedi, vedrai che si sveglia subito! -
Alzo a mia volta la voce con nervosismo e come se non bastasse, oltre allo sguardo freddo e contrariato proveniente da lui, c’è anche Tai che si mette a fare una stupida conversazione inutile con Mimi. Anche questo è motivo di seccatura per Matt che lo ammonisce mentre chiede a Kari, qua vicino, di far aria a Izzy così lui si alza tirandogli su le gambe. Non c’è tempo per le sciocchezze eppure sembra che Tai ne abbia eccome, non sente lo scorrere implacabile del tempo?
Tutta questa pressione che ci manda il sangue al cervello e ci fa andare di matto?
Forse no perché lui matto lo è già di natura!
Tai si precipita da noi e guardando Matt come se fosse un mostro, comincia a litigare con lui, urlano come facevano da bambini e a me il mal di testa comincia ad aumentare. Ma quanto stress sono capaci di trasmettere?
- Joe, tieni tu le gambe di Izzy! -
Eh già, tu devi litigare, no? Sospiro contrariato ma mio malgrado non mi lamento a voce e faccio come dice. In fondo ho sempre fatto come dicevano gli altri, ho questa mania di non prendere le decisioni da solo, non le so prendere, solo quando sono in ospedale in qualità di medico ci riesco. E quando sono a casa c’è Sora e lei le decisioni le sa prendere così bene, non serve che le prenda anche io.
Che discorso assurdo!
Io sono fatto così ma ho capito col tempo che ognuno ha una sua utilità, non devo dimenticarmi di ciò che Sora mi ha fatto capire in questo tempo insieme.
Anche se però i minuti scorrono, l’adrenalina e il sangue vanno troppo veloci, i bambini cominciano ad urlare impauriti, Mimi piange dall’altra parte disperata, Sora alza la voce sovrastando le grida di tutti per farsi sentire, Tai e Matt litigano tanto per cambiare… come faccio io a non agitarmi a mia volta? Freneticamente muovo le caviglie di Izzy che reggo per facilitare la circolazione e senza accorgermene inizio a chiamarlo con voce acuta e convulsiva!
Forse il prossimo a sentirsi male sarò io… fortuna che TK e Kari sono tranquilli, non sarebbe nella loro natura agitarsi… Kari è qua ma TK?
Dov’è? Lo trovo dietro a tutti noi che ci guarda, ha una aria… bè, non so definirla, forse sta pensando di trovarsi in mezzo a degli alieni.
Ti prego, TK, fa’ qualcosa!
Il risveglio di Izzy mi fa prendere fiato e ringraziare il cielo.

/TK/

- Ehi, ragazzi, calma! Nessuno ha detto che sarebbe stato facile, ma dobbiamo mettercela tutta, imboccarci le maniche ed agire in fretta ma con sangue freddo! -
Li ho visti un tantino partiti con la testa. In alcune situazioni sono il primo a non capire nulla e perdere la ragione infuriandomi, ma quando sono tutti nella mia stessa condizione finisco che mi trattengo e riesco a gestire la situazione. Mi dico che se parto anche io che succede poi?
Il resto dei miei amici mi guardano zittendosi di colpo, Kari mi sorride grata dell’ordine che ho riportato mentre Izzy si alza barcollante chiedendosi se ha capito bene o era un sogno. Matt come al solito non si è agitato ma Joe si, come è nel suo DNA, Sora era troppo occupata a calmare Mimi (ma non sono sicuro ci sia riuscita), alimentando solo un caos determinato per lo più dalle urla di Tai che non era d’accordo con Matt per chissà quale ragione. Ma noto che sono tutti tornato in loro stessi, più o meno.
- Allora, vogliamo agire? -
E' come se i secondi accelerassero, andassero sempre più veloci e il tempo sfuggisse, non c’è più tempo, non si può attendere, i batticuori di tutti quanti rivelano che potremmo anche morire di vecchiaia il minuto dopo e non potremo fare nulla e solo perché è tutto sballato.
L’adrenalina scorre troppo in fretta e tutti subiamo la pressione, se sbagliamo ora potremmo finire tutti chissà dove. Dobbiamo avere fede, crederci perché senza avere fiducia totale in ciò che facciamo, finiremmo male… finiremmo per fallire.
Il tempo corre? E noi correremo con lui!
Esprimo questo pensiero anche agli altri e finisco così di tranquillizzarli, mi guardano più risoluti e sicuri per ciò che stanno per fare, così parlo anche ai bambini che cominciano a tremare pensando che non riusciremo mai a salvarli!
- Allora, bambini… abbiamo bisogno di voi e della vostra speranza, della vostra fede! Dovete crederci mentre alzerete il braccio col digiwise. Dovete credere ciecamente che dopo la luce che si sprigionerà, il varco sarà per il mondo reale. Dovete avere fiducia nella vostra salvezza. Mi capite? Se non ci credete tutti in modo completo, potremmo fallire. Volete rimanere qui per sempre? -
Dicono subito un ‘no’ terrorizzato dall’idea di rimanere lì, così quando chiedo se ci credono che si salveranno, loro mi guardano coi loro grandi occhi innocenti e dicono che credono in noi.
- Dovete tutti fare una cosa, però. Quando arrivate nel mondo reale dovete fare in modo, con qualunque metodo, di togliere quanta più corrente elettrica potete. Deve avvenire un gigante black out. Lo dico specie ai bambini più grandi. So che potete farcela, sono tutti in allerta per ciò che sta accadendo, vi aiuteranno! -
Questo lo aggiunge Izzy che sembra essersi ripreso ed aver attivato il cervello. Geniale, penso che nessuno in effetti ci avrebbe pensato, fortuna che c’è!
Così noi sette ci guardiamo e ci posizioniamo intorno alla gabbia di fili, alziamo il digiwise, altrettanto fanno i bambini e quando Izzy dà l’ok col portatile aperto, tutti gli oggetti che teniamo in mano cominciano ad illuminarsi e a fare il consueto ticchettio elettronico che da lento cresce fino a diventare un'unica suoneria sempre più forte, chiudiamo gli occhi e la luce diventa grande finchè non si unisce e colpisce l’intera gabbia avvolgendola. Quando riapriamo a forza gli occhi vediamo che proprio nel soffitto della rete elettrica si è aperto un varco.
- Forza, bambini, dovete andare… è la porta del mondo reale. Noi sistemiamo qua la faccenda! Via! -
Tai urla a tutti di muoversi e così cominciano a saltare dentro, gli ultimi sono Miho e Joji che vorrebbero aspettare i genitori, ma con un risoluto ‘andate ora!’ di Sora, saltano anche loro.
Così noi possiamo abbassare i bracci che cominciavano a pesare per la pressione assurda di quella luce, e sospirare mentre il varco si richiude.
Ce la faremo anche noi.
Dobbiamo crederci.
Dobbiamo credere nel fatto che abbiamo noi le giuste armi per combattere quel personaggio assurdo e che lo convinceremo.
- Già… perché senza elettricità difficilmente si vive, dobbiamo convincerlo e fargli capire come stanno le cose. Dobbiamo. -

/Mimi/

È una scarica di corrente elettrica quella che avvolge la mia stanza d’ospedale, piena di macchinari che vanno a pieno ritmo. È come un fulmine che colpisce la stanza, io stringo forte il mio bambino al petto che comincia a piangere, poi c’è il buio perché la luce va’ via e una sensazione ormai familiare di risucchio mi fa perdere nuovamente i sensi nel viaggio attraverso un varco, verso una dimensione.
QUELLA DANNATA DIMENSIONE.
Nessuno mi porterà via il mio bambino.
Buio.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure / Vai alla pagina dell'autore: Akane