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Autore: xlondoneye    09/03/2012    2 recensioni
Tutti hanno i loro piccoli segreti! Perfino Jessica, diciottenne londinese che di giorno si diletta a scattare fotografie mentre di notte.. fa un lavoro un po' diverso. L'incontro con un giovane membro di una band la metterà in crisi e dovrà decidere se dire tutta la verità o aspettare di essere scoperta con le mani nel sacco. A tutti piace mentire, ma che succede quando per colpa di una bugia tutta la tua vita rischia di andare a quel paese?
Genere: Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Piccola mia,
all’inizio della mia relazione con tuo padre, avevamo deciso di non avere figli perché nessuno dei due si sentiva ancora pronto. Eravamo giovani, poco più che ventenni, ma sapevano che le cose tra noi si sarebbero fatte subito serie. Quando ci siamo sposati eravamo poco più ragazzi, ma ci amavamo molto e questo era quello che più contava. Tuo padre lavorava in uno strip club, faceva il barista e io ero una spogliarellista. Non te l’ho ma raccontato questo, piccola mia, perché mi vergognavo troppo. Ho fatto molte sciocchezze quando ero giovane, questo perché volevo essere emancipata e mantenermi da sola. Spero che tu riesca ad avere il meglio dalla vita e che non ti debba mai ridurre a fare spogliarelli per arrivare a fine mese, non riuscirei a sopportarlo.
Eravamo entrambi molto giovani, piccola mia, e nessuno dei due era pronto per avere dei figli. Viaggiammo tanto in quegli anni. Non pensavamo al futuro, non pensavamo che le cose avrebbero preso una direzione così drastica. Quando finalmente ci sentimmo pronti, quando entrambi avevamo deciso di sistemarci definitivamente, era ormai troppo tardi.
Quando tuo padre andò a ritirare le analisi alla clinica e scoprimmo che ero sterile, il mondo ci crollò addosso. Desideravamo tanto un figlio, un piccolo Carter da amare più della nostra stessa vita e quando, dopo mesi di pratiche e ricerche, trovammo questa donna in procinto di dare alla luce una creaturina che non avrebbe potuto mantenere i nostri sogni tornarono ad rallegrarci le giornate.
Non siamo dei cattivi genitori per questo, piccola mia, non giudicarci male.
Sei ancora piccola adesso ed è per questo che ti scrivo questa lettera, per far sì che tu un giorno possa leggerla e rispondere a tutte quelle domande che ci hai fatto in questi anni, quando sentivi che non eravamo in grado di comprenderti.
Tuo padre ed io ti amiamo più di qualsiasi altra cosa al mondo Jessica, sei la nostra piccolina, il nostro unico motivo per andare e tornare a casa ogni sera.
Daremo la vita per te, piccola mia, e non sarà la differenza genetica che romperà questo legame tra di noi. Niente romperà mai il legame tra di noi.
Probabilmente sarai adulta quando leggerai questa lettera, magari vivrai già da sola e mi chiamerai in lacrime urlandomi contro qualcosa di cattivo o mi farai mille domande, ma sappi che anche se ora conosci la verità rimarrai sempre mia figlia e che la tua mamma sarà sempre qui per consolarti quando un uomo ti ferirà, per coccolarti quando ti sentirai sola e per stringerti forte quando la vita sarà perfida con te.
Ti voglio bene, piccola mia, e così tuo padre.  –Mamma”

 
Le lacrime scorrevano veloci sulle guancie macchiando qua e là la pagina ormai sbiadita dal tempo. Mi poggiai al bancone della cucina per non cadere, la testa mi girava vorticosamente.
Ero stata adottata.
Mia madre aveva scritto quella lettera ma non era mai riuscita a consegnarmela perché morta in un incidente d’auto insieme a mio padre e il postino me l’aveva portata dopo molti anni perché smarrita in archivio. Era una situazione surreale, non poteva essere vero. Non potevo essere stata adottata.
Girai il foglio e notai che sul retro, scritto in piccolo sull’angolo destro c’era un’ulteriore scritta che recitava “non amarla più di me, non riuscirei a sopportarlo” seguito da un nome e un indirizzo..di Londra.
Mi accasciai a terra tremante e mi avvolsi le ginocchia con le braccia smettendola di cercare di controllare i singhiozzi che ormai mi scuotevano violentemente.
L’avevo delusa, che fosse la mia vera madre o meno, ero diventata anch’io una spogliarellista e a causa di questo avevo perso l’unico ragazzo che fosse mai riuscito a rubarmi il cuore così in fretta.
Avevo perso prima i miei genitori, poi lui e ora l’unico legame che mi legava alla mia vita di bambina. Alzai lo sguardo preoccupata
“Payne? Piccolino dove sei?” urlai spaventata
Mi alzai in preda al panico e notai la porta rimasta aperta. Pregai che non fosse andato lontano.
Presi le chiavi e mi lanciai fuori, prima per le scale e poi sulla strada ad una velocità sovrumana tanto che l’impatto con l’aria gelida mi congelò i polmoni.
“Payne?” urlai ancora piangendo “Dove sei Payne?”
Feci il giro dell’isolato tre volte, chiesi a tutti i passanti –che mi guardavano chi spaventato, chi comprensivo- se avessero visto un piccolo gattino nei dintorni ma ad ogni ‘no’ il mio cuore sembrava battere un colpo di meno. Avevo perso tutto. Avevo perso i miei genitori, avevo perso Liam, avevo perso la mia migliore amica che aveva smesso di chiamarmi e battere furiosa alla porta urlandomi di farla entrare o le sarebbe venuto un infarto e ora avevo perso anche Payne. Mi accasciai su una panchina della fermata dell’autobus e piansi le lacrime che ancora mi erano rimaste.
“Jessica” mi chiamò una voce. Mi voltai solo perché, ero sicura, avevo sentito un miagolio.
“Liam?” sussurrai sorpresa spalancando gli occhi al ragazzo di fronte a me con in braccio..Payne!
“oddio Payne” sobbalzai asciugandomi le lacrime con la manica della felpa “piccolino mi hai spaventata a morte”
“l’ho trovato per strada. Cos’è successo?” chiese porgendomelo
“ho lasciato la porta aperta ed è corso via, l’ho cercato ovunque” risposi stringendolo forte
“non intendevo il gatto Jess, cos’è successo a te”
“che t’importa?” lo fissai gelida
“m’importa Jess, vorrei darti la possibilità di..spiegare”
“spiegare? Spiegare cosa?!”
“spiegare quello che ho visto quella sera Jess perché sinceramente penso di meritare una spiegazione”
Sentì avvampare le orecchie e cercai di non urlare troppo per evitare sceneggiate.
“tu vuoi una spiegazione?! Adesso?! Ho passato giorni attaccata al telefono sperando che rispondessi! Ho chiamato tutti i tuoi amici ma neanche loro si degnavano di rispondere, ho chiamato la casa discografica ma dicevano sempre che eri fuori..” sbraitai
“non ero veramente fuori, era una balla”
“lo so che era una balla, pensi sia cretina?!”
“avevo bisogno di tempo”
“aah certo. Ho provato a spiegarti Liam, ho provato a parlarti ma tu non volevi sentirmi. Sai cosa? adesso sono io che non ho tempo” feci per andarmene
“aspetta” mi prese un braccio “non puoi andartene via così, so quello che ho visto e pretendo che tu mi spieghi perché eri su quel palco a fare..” alzò la voce
“a fare cosa Liam?” urlai in lacrime, la sua presa mi faceva male
“a fare la puttana”
SLAP! Quando il palmo della mia mano colpì la sua guancia con una violenza che non credevo di avere, il suo occhio sinistrò inizio a lacrimare.
“ma sei impazzita?!” urlò toccandosela
“non voglio più vederti” gli urlai prima di correre via, nuovamente in lacrime.



ps! PERDONO çç è passata una vita dall'ultima volta che ho aggiornato e di questo sono mortificata, perdonatemi vi scongiuro.
non ho commenti da fare su questo capitolo, vi chiedo solo di recensire o comunque menzionarmi su twitter (ho cambiato nickname, ora sono @xlondoneye ) e farmi sapere cosa ne pensate. cercate di essere obbiettivi e non dire 'non mi piace' solo perchè le cose tra Jess e Liam non vanno bene e__e
detto ciò, spero di riuscire ad aggiornare più frequentemente
buona lettura xx
  
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