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Autore: benedicte    09/03/2012    5 recensioni
Ciao a tutti! Sono una fan di Lady Oscar da molto e spesso mi sono trovata a fantasticare su possibili versioni alternative della storia. Da quando ho scoperto questo sito, poi, ho pensato (e finalmente ho deciso) di pubblicare anche la mia.
Spero che le mie idee non sembrino scopiazzate da altri testi qui presenti ( non li ho letti tutti quindi davvero non lo so, nel caso fatemelo sapere, vi prego!).
La storia non è che una semplice rivisitazione della storia originale, ma narrata da un punto di vista diverso. Un personaggio di mia invenzione, particolarmente vicino ad Oscar, ci racconta come la vede e, forse, come è realmente..
Ma chi sarà in realtà questo personaggio? spero di condurvi a scoprirlo man mano e che questa storia vi appassioni.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Oscar François de Jarjayes
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chi ha avuto modo di conoscerci  entrambi lo sa. Abbiamo gli stessi occhi io e te. Dello stesso azzurro brillante e profondo.
 Ma i tuoi sono così fieri, decisi ed anche un po’ freddi. È questo che ti rende quella che sei. Il Comandante della Guardia, una perla rara che è possibile trovare solo a Versailles, la donna-soldato. Eh già.. per una decisione presa quando ancora eri in fasce, ora vivi interpretando un ruolo e tutti ti conoscono ed ammirano per questo.
A me però il Destino ha concesso di vederti sotto una luce diversa. Quando i miei occhi ritrovano in te il loro riflesso capisco che davanti a me non c’è il Comandante, né l’erede di un grande casato, ma solo la donna. Una donna bella e dolce che serba nell’animo molto più di quanto la gente possa immaginare.
È quasi il tramonto a ancora non torni da Palazzo. I tuoi impegni ti trattengono lì per la maggior parte della giornata, se non addirittura per giorni interi, ed è così già da molto ormai. Un tempo mi promettesti che saremmo sempre rimasti insieme noi due, che mai nulla e nessuno ti avrebbe allontanato da me. E tu cerchi tutt’ora di mantenere la tua promessa, ma non sempre ti è possibile ormai.
Questa vicenda nota in tutta Parigi come “l’affare della collana” ti tiene sempre più spesso lontana da casa, e da me. Gli ultimi raggi di sole che, sempre più deboli, rischiarano l’orizzonte sembrano dirmi che anche stasera sarà così, non tornerai.
Un po’ deluso mi siedo in poltrona davanti al fuoco e penso..
Penso a quante volte negli anni ti sei seduta su questa stessa poltrona per stare un po’ con me la sera e raccontarmi la tua giornata o qualche bella storiella.. ormai quei tempi sono passati..  né io né tu siamo gli stessi..
Penso a quante sere ti ho vista rientrare da Versailles, ogni volta più stanca. Potevo percepire dai tuoi gesti bruschi la tua rabbia, a volte solo l’amarezza e la delusione del dover vivere quella realtà.
Ma mai hai fatto pesare sul nostro legame le vicissitudini delle tue giornate: ad aiutarti a sorreggere questo pesante fardello ci pensa già lui, il tuo Andrè, amico fidato da sempre e da sempre innamorato di te.
Io per te sono sempre stato un angolo di pace, di fronte a me c’è sempre stata solo la donna, dolce e premurosa, a me solo hai riservato la dolcezza del tuo sguardo e la tenerezza delle tue carezze.
Quante volte in passato hai rimandato i tuoi impegni per stare un po’ con me, concedendomi di aver parte del tuo io più segreto.
La tua bravura al pianoforte è nota a tutti, ma nessuno immagina che tu sappia cantare con tale dolcezza; e se chiunque è in grado di dire che sei un ottimo spadaccino, nessuno conosce come me il calore e il conforto dei tuoi abbracci. Nemmeno al tuo Andrè con cui pure condividi ogni istante, concedi tutti questi segreti della tua anima.
Di tutti i momenti passati insieme non riesco proprio a ricordarne nemmeno uno in cui i tuoi problemi abbiano preso il sopravvento su noi.
Eppure di problemi ne hai avuti.                                          
Spesso dalle grandi vetrate del palazzo, dietro pesanti tende in broccato, potevo vederti sfogare i tuoi dolori duellando con Andrè.
Ti ho vista rabbiosa e umiliata dover sopportare l’ira del Generale a cui troppo spesso hai disobbedito. Ah, l’onore e la rispettabilità del casato a cui lui tanto tiene, quante volte ti ha incolpata di aver cercato di disonorare la Famiglia? Ma forse dimentica quello che hai fatto e continui a fare per realizzare i suoi progetti..
Ti ho sentita da dietro le porte dei tuoi salotti parlare da vero Comandante a quel conte Girodelle, così tanto devoto a te.
E quel conte straniero, Fersen.. le sue visite ti turbano sempre e posso chiaramente leggertelo in viso, ma tu mi hai sempre promesso che nulla avrebbe rovinato il nostro rapporto.
Una volta mi dicesti che noi eravamo un porto sicuro l’uno per l’altra.. ora che ripenso a quegli istanti che ho rubato alla tua vita “ufficiale” e che riesco a spiegarmeli, mi rendo conto di quanto fossero vere quelle parole: i momenti trascorsi con me sono gli unici in cui la tua vita non ti tormenta, sono il tuo porto sicuro, e in ogni tuo abbraccio io ritrovo il mio.
  
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