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Autore: AmazingFreedom    09/03/2012    2 recensioni
E se durante la sera della consegna dei diplomi, Minerva McGranitt assistesse all'ascesa di un giovane mangiamorte?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Minerva McGranitt, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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NON FARLO!
 
“Un caloroso benvenuto ad ognuno di voi, genitori e studenti!”
La voce di Albus Silente risuonava forte e chiara nel silenzio che si era creato momentaneamente in Sala Grande.
“Per me, come per tutti gli altri insegnanti, è sempre un onore ed un onere costatare quanti menti brillanti stiano per lasciare Hogwarts. Vedete, in questa scuola, hanno studiato diversi giovani ed ognuno di loro ha lasciato un segno indelebile al suo passaggio.”
Il preside lanciò una rapida occhiata al tavolo dei Grifondoro, dove James Potter e Sirius Black si tirarono una gomitata complice.
“Posso affermare con orgoglio che avete tutti superato i vostri M.A.G.O.” concluse Silente.
Un boato esplose in Sala Grande e un centinaio di cappelli neri volò fino a toccare il soffitto, mentre gli insegnanti applaudivano, guardando quello spettacolo.
Una piccola lacrima scese lungo la guancia rugosa della professoressa McGranitt.
“Minerva stai bene?” le chiese Vitious.
“Certo Filius. Solo che questi ragazzi sono come dei figli e mi dispiace vederli andar via”
“Già!” sostenne Pomona Sprite, soffiandosi rumorosamente il naso in un fazzoletto sporco di terra, come la maggior parte dei suoi vestiti.
All’improvviso, una figura dalla folta chioma rossa abbracciò di slancio l’insegnate.
“Professoressa McGranitt! Mi mancherà così tanto!”
La donna passò una mano sulla schiena della ragazza.
“Anche a me mancherà, signorina Evans”. 
La giovane strega lasciò libera la sua ormai ex insegnate di Trasfigurazione, che si avvicinò a due giovanotti dai capelli neri e un sorriso a trentadue denti.
“Potter, Black…”
“Stia tranquilla, professoressa! Le nostre carriere sono già segnate. Non è vero Felpato?”
“Certo! L’addestramento Auror sta aspettando solo noi!”
La McGranitt scosse la testa, con un mezzo sorriso: quei due non sarebbero mai cambiati.
Mentre si guardava intorno, scrutando il viso di ogni diplomato, la sua attenzionefu catturato dalla figura pallida di un ragazzo tremante, rannicchiato vicino al portone d’ingresso.
“Signor Piton…”esclamò la donna, dirigendosi nella sua direzione. “Si sente bene?”.
A quelle parole, il giovane mago sussultò.
“Professoressa…ce-certo che sto bene!” balbettò Severus, guardandosi attorno, nervoso.
All’improvviso, lo sguardo del ragazzo sfrecciò verso il giardino.
“Mi spiace professoressa, ma ora devo proprio andare. La ringrazio di tutto, davvero.”
Dopo un veloce baciamano, Piton abbandonò la Sala Grande.
La McGranitt rimase interdetta per un attimo. Quel ragazzo non gliela contava giusta: nonstante fosse stato uno dei suoi studenti più brillanti, non era mai stato particolarmente dotato nell’arte del mentire.
Minerva sospirò e uscì anche lei di gran carriera del salone.
Nel giardino, l’aria fredda della notte le pizzicò il viso e il buio non le permise di mettere bene a fuoco le figure che si trovavano all’esterno. Fece qualche passo nel buio più totale, fino a quando non inciampò nei suoi stessi piedi, cadendo rovinosamente a terra. Si rialzò subito, sistemandosi gli occhiali sul naso e sussurrando l’incantesimo Lumos.
Un movimento al limitare della Foresta Proibita attirò la sua attenzione: una figura avvolta in un mantello si stava addentrando tra gli alberi.
Contro ogni logica, la donna accelerò il passo e dopo qualche secondo appoggiò la mano libera su un tronco: portò la bacchetta davanti a lei per illuminare meglio il sentiero e riuscì a scorgere un movimento in lontananza. Riprese, con fare più lento e attento, nella speranza di non fare rumore, spezzando qualche ramoscello caduto a terra. Camminò per qualche minuto, senza sapere esattamente dove stesse andando, fino a quando sentì una voce fredda provenire dal cuore della foresta.
“Finalmente, mio caro ragazzo! Avevo paura che ti fossi perso!”.
Un scroscio di risate sguaiate accompagnò la frase.
“Vieni! Inginocchiati davanti al tuo padrone!”
Quando la strega fu abbastanza vicina allo spiazzo da cui venivano i rumori, sbarrò gli occhi: un gruppo di Mangiamorte circondava la figura alta del Signore Oscure e quella di Severus.
Il braccio!” ordinò Voldemort, alzando la bacchetta in direzione del giovane, che protese il braccio, alzando la manica.
“NO!” urlò la strega, uscendo allo scoperto.
“Professoressa…” sussurrò il giovane.
“Minerva McGranitt!” sputò fuori Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.
Lo sguardo della donna era fisso sul corpo di Piton.
“Per favore, non farlo! Severus…” era la prima volta che lo chiamava per nome.
Il ragazzo voltò il viso nella sua direzione: i suoi occhi neri erano carichi di disperazione, dolore e tanta rabbia.
“Sei un bravo ragazzo! Pieno di talento! Non sprecare la tua vita…”
Una risata  glaciale la interruppe. “Sprecare la sua vita? Minerva McGranitt non capisci che unendosi a me, riempirò la sua vita di qualsiasi gloria possibile? Non capisci che unendosi a me, questo ragazzo potrà dare libero sfogo alle sue più nascoste emozioni? Non capisci che unendosi a me, lui sarà finalmente libero?”
A quelle parole, Piton tornò a guardare Voldemort.
“Mi dispiace, professoressa. Questa è la mia scelta.” esclamò, con una nota di determinazione nella voce. “Severus…” pianse Minerva “ti prego… pensa a tutto quello che perderai!”
“Non ho più niente da perdere!” sussurrò il giovane, portando il braccio più vicino al corpo del mago oscuro, che aprì le labbra in un ghigno.
Un urlo terrificante si disperse nella foresta, quando la bacchetta di Voldemort tracciò il Marchio Nero sulla pelle candida di Severus, che cadde a terra svenuto.
La McGranitt si portò una mano alla bocca: ormai il Severus Piton che conosceva non esisteva più.
Con il coraggio di una vera Grifondoro, puntò la bacchetta contro il Signore Oscuro e gli lanciò una maledizione, che fu deviata da una gesto teatrale della vittima.
“Potrei ucciderti Minerva McGranitt, ma non lo farò. Nutro troppo rispetto per tutti coloro nelle cui vene scorre sangue puro, anche se essi non ne sono meritevoli” disse mellifluamente Voldemort, alzando il corpo del giovane mago con un colpo di bacchetta.
Minerva tentò di colpirlo nuovamente, ma un Mangiamorte deviò la maledizione e ne lanciò una a sua volta, contro di lei.
La professoressa McGranitt si accasciò sul freddo terriccio, versando una lacrima nel vedere il suo promettente ex studente potato via da Voldemort.
Poi tutto fu nero.
  
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