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Autore: Doralice    10/03/2012    2 recensioni
Piccola, azzurra aleggia
una farfalla, il vento la agita,
un brivido di madreperla
scintilla, tremola, trapassa.
Così nello sfavillio d'un momento,
così nel fugace alitare,
vidi la felicità farmi un cenno
scintillare, tremolare, trapassare.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, John Watson , Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: Mpreg, Tematiche delicate
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IMPORTANTE: ho modificato il periodo in cui si svolgono i fatti... semplicemente, mi sono accorta di aver sbagliato mesi: come si può leggere in The Blog of Dr. John H. Watson, a Baskerville ci sono stati in Marzo, per cui ho dovuto rivedere le date. Tutto qui.

Noterete subito un cambio di registro narrativo: è momentaneo, giusto tre capitoli... ma penso che lo troverete interessante. ;)






Sei

~

Di un mese dantesco


Dolce color d'orïental zaffiro,

che s'accoglieva nel sereno aspetto

del mezzo, puro infinito al primo giro.

Divina Commedia, Canto I, v 15 –



Primo dei post a lettura privata che John Hamish Watson, al fine di documentare gli eventi che intercorsero tra la primavera e l'estate del 2011, scrisse e pubblicò regolarmente sul suo blog ogni settimana.


THE PERSONAL BLOG OF

Dr. John H. Watson


20 Aprile


Quinta settimana: Inferno


Giorno uno.

L'assunzione della prima dose di ormoni è andata a buon fine. Ancora nessun effetto collaterale riscontrabile, per il momento. Prima di cena ho eseguito un rapido esame dello stato di salute del paziente: appare nella norma, pur soffrendo ancora di una lieve disidratazione causata dal vomito e dai prelievi del sangue. Prospetto che gli ormoni faranno presto svanire questo sintomo, comunque gli ho somministrato un antiemetico.


Giorno due.

L'assunzione della seconda dose pare che sia andata a buon fine. Dico “pare” perché il paziente non ha voluto che assistessi, adducendo come spiegazione l'inutilità della mia presenza e lanciandomi dietro un vecchio barattolo di Spam riempito di unghie umane nel cacciarmi dalla sua stanza. Rilevato immediatamente un massiccio cambio d'umore. Ragionevole dubbio: è imputabile agli ormoni o mi trovo davanti al solito imbecille? Il check-up serale è stato quanto mai difficoltoso. Sotto la minaccia di scavalcare il cornicione, ho preferito esaminare Sherlock da lontano e annotare mentalmente quanto potevo. Gli strilli di paura della signora Hudson mi hanno fatto venire il mal di testa.


Giorno tre.

Giornata confusa. Sherlock ha suonato dalle tre di notte fino a mattina inoltrata. Ringrazio il cielo che fosse un sabato: addormentarmi in ambulatorio sta diventando una fastidiosa abitudine. Gli sbalzi umorali del paziente sono peggiorati: questa volta ha imposto che assistessi all'assunzione della terza dose. Ma prima ha ripetutamente preteso che controllassimo che la data fosse esatta. Il sospetto che abbia assunto della nicotina a mia insaputa si è rivelato del tutto fondato quando, con l'aiuto della signora Hudson, sono riuscito a trovare i cerotti usati in fondo al cesto della biancheria sporca. Il check-up è stato la sagra dell'ipocondria: ha sistematicamente ribattuto ad ogni mia conclusione sul suo stato di salute con argomentazioni tratte dalla Medical Encyclopedia WebMD. Dopo cena ho provato a somministrargli un blando sedativo, ma ha capito che glielo avevo nascosto nel the e ha scambiato le tazze.


Giorno quattro.

Non potrò mai ringraziare abbastanza il Signore per avermi regalato questa giornata. Sherlock ha dormito tutta la mattina e gran parte del pomeriggio. La dose di ormoni ho dovuto somministrargliela io stesso (ovviamente dotandomi di guanti monouso). Non ha aperto gli occhi nemmeno mentre lo svestivo. Per puro scrupolo l'ho svegliato all'ora di pranzo e sono riuscito a fargli mangiare qualcosa. La sera era talmente intontito che si è fatto fare il check-up mentre guardava la TV e ha criticato solo tre volte le deduzioni della Fletcher.


Giorno cinque.

Dal New Oxford Dictionary of English:

Incubo [ìn-cu-bo] s.m.

  1. Sogno angoscioso che provoca un forte senso di oppressione. Avere un i.

  2. fig. Pensiero molesto e angoscioso. Vivere nell'i. della guerra; Liberarsi dall'i. degli esami.

  3. fig. Di situazione o persona estremamente molesta. Questa cena è stata un vero i.; Quando è nervoso diventa un i.

Errata corrige: Quando è nervoso diventa un i. Sherlock Holmes.

Per amore della professione medica riferisco che la dose è stata somministrata e che il check-up è stato eseguito: a parte dei reiterati episodi di vomito imputabili al tailandese da asporto che il paziente ha preteso di mangiare a pranzo, appare in salute (per lo meno fisicamente). Risparmio ai posteri ulteriori delucidazioni sulla giornata appena trascorsa.


Giorno sei.

Si è verificata una fuga del paziente. Mea culpa: era un'azione prevedibile da parte del soggetto, in particolare visto che aveva minacciato di farlo più volte nei giorni precedenti. Panico momentaneo, lo confesso. Fortunatamente Lestrade ha provveduto a riportarlo indietro prima che si rendesse ridicolo davanti a tutta Scotland Yard. Ormoni somministrati in ritardo, ma comunque entro le 24 ore. Al chuck-up è risultato che il paziente è riuscito ad assumere una dose di caffeina di gran luna superiore a quella consigliata. È rimasto vigile e iperattivo fino alle due di notte, ora in cui è crollato in stato semi-incosciente, sbavando sul tappeto del soggiorno. Spero che questa esperienza gli abbia fatto capire che non è consigliabile bere dieci lattine di Red Bull di seguito.


Giorno sette.

Dose regolarmente somministrata. Il paziente ha lamentato per tutto il giorno, ininterrottamente, chiamandomi più volte sia sul cellulare sia al numero dell'ambulatorio, i seguenti sintomi: gonfiore agli arti, emicrania, vista appannata, appetito insanabile, colpi di sonno nel pieno di qualche attività, difficoltà di concentrazione, sudorazione eccessiva e conseguente prurito localizzato accompagnato da parestesia diffusa. Al mio ritorno, giaceva nudo sul proprio letto, cosparso di quello che dall'odore ho capito essere borotalco e canticchiando qualcosa dei Depeche Mode. Alla fine del check-up ero tutto imbiancato.


11 commenti


Erano i Talking Heads, John. Psycho Killer, singolo tratto dall'album del '77. Fatti una cultura musicale. Francamente, mi chiedo quale metodo d'indagine tu stia usando, vista la palese mancanza di accuratezza nelle tue rilevazioni. Non andremo da nessuna parte in questo modo, John.

Sherlock Holmes 20 Aprile 9:16


Non accetto critiche da qualcuno che rifiuta sistematicamente l'assistenza del proprio medico.

John Watson 20 Aprile 12:39


Perché non stai pranzando con Sarah?

Sherlock Holmes 20 Aprile 12:41


Non cambiare discorso, Sherlock.

John Watson 20 Aprile 12:47


Sei in pausa, altrimenti non potresti perdere tempo al computer. E l'ora suggerisce che tu stia mangiando. Infatti le tue risposte sono lente, anche più dei tuoi standard, quindi hai le mani impegnate. Ma non risponderesti affatto ai miei commenti se fossi in compagnia. In particolare, se fossi in compagnia di Sarah. Ergo, stai pranzando da solo. La domanda è: perché? Sarah non è fuori città o avresti il doppio turno e stamattina, prima di uscire, mi hai detto che saresti rientrato al solito orario. Certo, questo non esclude un contrattempo sorto senza preavviso. Ma ciò implicherebbe, ancora una volta, che tu ricopra i suoi pazienti, cosa che non avverrà visto che non ti sei premurato di telefonare a casa per avvertirmi (e sopratutto per avvertire la signora Hudson in modo che mi tenesse d'occhio). Qualsiasi impegno di Sarah si riduce al solo orario del pranzo. Dunque ha un appuntamento. Oppure avete litigato, delle due l'una. O forse entrambe?

Sherlock Holmes 20 Aprile 12:50


Fingerò di non aver letto.

John Watson 20 Aprile 12:55


Risposta insensata. John, perdi ogni giorno di più la tua già scarsa logica.

Sherlock Holmes 20 Aprile 12:56


Oh, e nella definizione di “incubo” hai dimenticato di inserire i tuoi concerti notturni.

Sherlock Holmes 20 Aprile 12:57


Questo era un colpo basso anche per uno come te, Sherlock.

John Watson 20 Aprile 13:02


Sono gli ormoni, John. Non vorrai farmene una colpa, vero? Ricordati che se sono in questo stato è solo per opera tua.

Sherlock Holmes 20 Aprile 13:03


Perché ho abilitato i commenti?

John Watson 20 Aprile 13:08


~


Appunti vari tratti da fogli sparsi, block notes, margini di libri e il portatile personale di Sherlock Holmes, datati approssimativamente dal 21 al 27 Aprile 2011.


Ho chiesto ed ottenuto di poter suonare il violino. L'ho fatto per molte ore e alcuni giorni di seguito. E mi sono beato delle espressioni di forzata serenità sui volti del mio coinquilino e della mia (facciamo finta che non sia) governante.

Nausea: gradualmente diminuita fino a limitare la propria comparsa solo al mattino.

Ipersensibilità agli odori: trovo ormai insopportabile l'odore della cucina della signora Hudson, in particolare il suo roastbeef. Non ho più avuto l'impellente necessità di mangiare tailandese, ma da due giorni non faccio che sognare carote.

Vomito: non si sono più verificati episodi dal picco del 18/04/2011

[aggiunto a margine: (voce mantenuta per scrupolo: dalla prossima settimana cancellata)]

Sonnolenza: incostante. Non rilevo particolari che possano ricondurre ad un preciso ritmo.

Minzione: la frequenza è aumentata di 1/3 rispetto alla settimana scorsa (½ rispetto al normale).

Temperatura: sui 37°C, costante.

Gonfiore: lieve ma persistente in tutta la zona pelvica, occasionalmente agli arti.

Parestesia: costante, ma se non vi faccio caso non la percepisco. Si accentua la sera, suppongo per via delle manipolazioni cui mi sottopone John per il check-up. È insopportabile durante la doccia.

Sbalzi d'umore: dubito che irritazione e noia siano imputabili a sbalzi d'umore come vorrebbe farmi credere John.

Sbalzi della libido: una polluzione notturna. Nella norma. John è stato fin troppo allarmistico.

Tre chiamate perse da Lestrade. Cinque sms da Mycroft. Ignorati entrambi. Se anche avessi per le mani dei casi interessanti, John non mi permetterebbe di occuparmene, per cui in effetti meglio così, sarebbe uno spreco inutile. E francamente non saprei nemmeno dire se avrei la luci-

[testo mutilo a causa dello strappo della pagina]

Adrenalina. Nel mio stato, sono costretto da chi mi sta attorno i miei carcerieri a farne a meno. Di seguito una lista dettagliata di ciò che al paziente prigioniero è vietato (tutto) e cosa gli è permesso (niente):

  • Al paziente (sì, John mi chiama “paziente”, con buona pace di decenni di femminismo che vorrebbero demedicalizzare lo stato di gravidanza... complimenti John!) è vietato: uscire di casa, salvo per la sua passeggiatina giornaliera in rigorosa compagnia del medico; maneggiare armi da fuoco, sostanze chimiche reagenti, parti anatomiche in vari stadi di putrefazione; decidere di farsi la doccia quando è da solo in casa (eventualità per altro remotissima) e comunque deve avvertire prima; fare uso di qualsiasi cosa contenga della nicotina o altri stimolanti; fare qualsiasi cosa sia anche solo lontanamente interessante.

  • Al paziente è concesso: mangiare, molto e spesso (superfluo); bere, molto e spesso, tranne le bevande alcoliche (noioso); leggere libri e riviste che ha già letto e riletto un considerevole numero di volte; bruciare i suoi preziosi neuroni guardando la TV; navigare tra le meraviglie del web (perché ci sono così tanti siti di porno e nessun database decente sui pollini del Galles occidentale?); innaffiare piante della cui esistenza era felicemente ignorante fino a ieri; riordinare cassetti il cui contenuto ha già trovato una sua alchemica sistemazione senza alcun intervento esterno; fare qualsiasi cosa sia altamente inutile e sopratutto tediosa.

Ho mostrato a John i miei appunti sui cambiamenti che sto progressivamente subendo. Ovviamente non è apparso minimamente interessato. Potrebbe per lo meno dimostrarsi utile e spiegarmi come distinguere i sintomi della gravidanza dagli effetti collaterali degli ormoni. E invece si sta rivelando del tutto incapace di gestire una così semplice richiesta. Ad ogni mia domanda, le sue risposte sono vage e completamente insoddisfacenti. Ogni sera la stessa storia. Tragico, ma mi è stata più utile la consultazione incrociata di Wikipedia e PregnancyForum.co.uk. Il che risulta comunque insufficiente. Ho bisogno di maggiori dati.

Gel di ormoni, check-up serale, mangiare e dormire, fare attenzione a non prendere freddo, riposarmi. Questo è quanto di entusiasmante ha riempito questa sesta settimana. Stasera John mi visiterà e mi dirà che procede tutto bene (grazie tante, John, potevo arrivarci anche da solo). Non capisce che non è questo il punto? Si vanta di possedere tutta quell'empatia, ma quando si tratta di comprendere le mie esigenze non ri-

[righe illeggibili a causa della grafia scomposta e della ripetuta cancellazione tramite scarabocchi]

Cosa non darei per una sigaretta.

Ha chiamato il nuovo post “Non sapevo che il biglietto fosse di sola andata”. Ed è anche convinto di essere originale. Il contatore di presenze prosegue la sua crescita e io ancora mi chiedo quale sia la grande attrattiva rappresentata da quei suoi riassunti rabberciati e superficiali. Un medico dovrebbe possedere un certo spirito di analisi. John, come faccio a fidarmi di te, con tutta questa approssimazione? Per lo meno può procurarmi i medicinali adatti senza costringermi a ricorrere a tediosi espedienti. Certo, previa sua approvazione. John sa essere fin troppo ligio alle regole, quando vuole. Il fatto drammatico, al momento, è l'aver coinvolto la signora Hudson. Gioco pericoloso, a mio dire. Ma John ama giocare pericolosamente (sempre saputo). Almeno in questo siamo simili.

Non ragioniam di loro, ma guarda e passa” [in italiano nell'originale]

La mia vita è un abisso d'inedia. Mi limito a nutrire la blanda speranza che alla fine di questo scriteriato mese, quando torneremo a Baskerville, la Stapleton sappia darmi quelle risposte per le quali il suo master appeso in bella mostra troverebbe giustificazione.



Terzo dei post a lettura privata che John Hamish Watson, al fine di documentare gli eventi che intercorsero tra la primavera e l'estate del 2011, scrisse e pubblicò regolarmente sul suo blog ogni settimana.


THE PERSONAL BLOG OF

Dr. John H. Watson


4 Maggio


Settima settimana: Purgatorio


Giorno uno.

La dose giornaliera è stata assunta come al solito, ovvero tra i borbottii contrariati del paziente. Notevole il fatto che non si lamenti mai degli effetti collaterali, ma solo di quanto sia seccante dover assumere gli ormoni con questo metodo. Gli ho chiesto se per caso non soffrisse di omfalofobia e lui mi ha risposto che non c'è niente che non va nel suo ombelico, che dovrei piantarla di riempirmi la bocca di termini dei quali a stento conosco il significato e che se non uscivo immediatamente dalla stanza mi avrebbe somministrato di nascosto gli ormoni tramutandomi in “Joanna”. Al momento del check-up serale sono stato mandato affanculo (sono comunque riuscito a fare un controllo superficiale mentre dormiva, grazie al cielo la sonnolenza persiste).


Giorno due.

Dose assunta, check-up serale eseguito. Tutto nella norma. Ciò che mi ha perplesso è ben altro. Cause immotivate hanno spinto il paziente a tartassarmi di sms dal contenuto indecifrabile (“Libertà va cercando, ch'è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta”...? Suppongo che sia italiano e proprio per questo non ne comprendo il significato). Rientrato a casa, alla mia domanda su cosa gli fosse preso ha risposto che era annoiato, ma qualsiasi mio tentativo di conversazione al fine di distrarlo si è arenato davanti alla sua totale... come posso definirla? Mancanza di senso sociale? Troppo raffinato. Diciamo che ha fatto lo stronzo. Sherlock, non se l'unico a cui infastidisce essere ignorati!


Giorno tre.

Ormoni assunti regolarmente: ormai il paziente è nel pieno della routine, per quanto non manchi mai di lamentarsene. Inaspettata di visita di Mycroft. Sherlock si è innervosito (più per il fatto che non ci avesse pensato che per la sua presenza in sé). Ho dovuto mantenere una certa fermezza per evitare situazioni spiacevoli. Le domande di Mycroft sono state inopportune e insistenti. Appunto: dobbiamo essere più cauti, la signora Hudson sta iniziando ad avere die sospetti. Complessivamente, è stata la giornata delle domande e ne siamo usciti entrambi sfiancati. Forse è per questo che alla fine, durante il check-up, Sherlock ha evitato la solita pioggia di domande. Silenzio appagante come non ne sentivo da secoli.


Giorno quattro.

Crisi inaspettata. Fortunatamente era domenica e ho potuto provvedere personalmente, senza coinvolgere la signora Hudson. Con la scusa di farsi la doccia prima della dose, il paziente si è rinchiuso in bagno e non ne è voluto uscire per le tre ore successive. Mi sono trovato costretto a forzare la porta. La temperatura all'interno della stanza era di almeno 10 gradi maggiore a quella esterna. Ho trovato Sherlock accucciato nella vasca, che disegnava schemi sulle piastrelle della parete con la schiuma da barba. Non è stato facile farlo uscire e asciugare e obbligarlo a prendere gli ormoni. Non ha voluto vedere nessuno per il resto del giorno. Check-up ovviamente impossibile da eseguire: per lo meno mi ha detto come si sentiva da dietro la porta della sua stanza e mi ha concesso di lasciargli qualcosa da mangiare fuori.


Giorno cinque.

Il vassoio vuoto fuori della sua stanza mi ha informato che ad un certo momento della notte ha ceduto alla fame. Ha anche accettato il the che gli ho preparato prima di andare al lavoro, ma non sono stato certo che abbia assunto la dose di ormoni fino alla sera, quando sono rientrato a casa e ho trovato la confezione vuota nella spazzatura. Sherlock non si è comunque fatto vedere né sentire per il resto del giorno e non ho osato intercettarlo durante le sue frequenti visite al bagno. Ma la notte non ha chiuso la porta a chiave, per cui non mi sono fatto scrupoli a visitarlo sommariamente mentre dormiva.


Giorno sei.

Questa giornata è stata sfiancante, la tensione ha rischiato seriamente di mettermi fuori gioco. Il comportamento del paziente è stato assurdo. Era già sveglio alle sette del mattino: l'ho trovato lavato e vestito in soggiorno. Suonava. Appariva in salute (persino colorito) e di buon umore. Quando gli ho chiesto se avesse preso gli ormoni, ha risposto con una blando “Certo che sì” e ha ripreso a suonare (confermo che li ha presi). Tornato dal lavoro, stava ancora suonando e la signora Hudson mi ha riferito che l'ha fatto per quasi tutto il giorno. Ha mangiato e bevuto regolarmente, senza lamentarsi. A dire il vero non si è lamentato mai, nemmeno durante il check-up (confermo che non ha fatto uso di alcuna sostanza). Alla fine della visita mi ha posto una domanda (più un'affermazione che una domanda vera e propria) di carattere personale, alla quale ho cercato di rispondere in maniera naturale. I suoi discorsi erano comunque poco coerenti.


Giorno sette.

Il paziente ha preteso mangiare fuori. Lo dico come prima cosa per il semplice fatto che è stata la prima cosa che mi ha detto al mattino, presentandosi in camera mia alle 6 vaneggiando che aveva già prenotato da Angelo. Ho accettato solo perché mi lasciasse in pace e poi mi sono rigirato nel letto. La prospettiva della cena fuori l'ha galvanizzato a tal punto che si è comportato diligentemente per tutto giorno (non ai livelli agghiaccianti del giorno prima, ma quasi). Ha preso la sua dose con entusiasmo persino eccessivo, si è sforzato di mangiare ai pasti e ha limitato le domande durante la visita serale. La signora Hudson ha riferito che mentre ero al lavoro non ha tentato di fare cose strane e ha suonato il violino per sole 4 ore. In compenso, non ha smesso di parlare dal momento in cui siamo usciti di casa per andare da Angelo e fino a quando non è crollato addormentato all'una di notte. Confesso di avergli concesso un paio di bicchieri di vino (non lo uccideranno... non più di quanto non stia già facendo quel micidiale cocktail di ormoni).


17 commenti


Versi 71 e 72 del I canto del Purgatorio della Divina Commedia. Nel primo è Virgilio che parla a Catone Uticense, riferendosi a Dante “cercatore di libertà”. Nel secondo, invece, parla del suicidio di Catone stesso. Dante elogia il suicidio di Catone in virtù dello scopo eroico di libertà politica che esprime il gesto.

Sherlock Holmes 5 Maggio 02:45


È un modo per dirmi che quel giorno hai contemplato il suicidio?

John Watson 5 Maggio 02:52


Non solo quel giorno.

Sherlock Holmes 5 Maggio 02:52


E saresti così gentile da darmene il motivo.

John Watson 5 Maggio 02:55


È stata una settimana noiosa.

Sherlock Holmes 5 Maggio 02:56


Ma se ti ho anche portato al cinema!

John Watson 5 Maggio 02:59


A vedere l'ultimo film di J.J. Abrams. In 3D. John, ho capito come finiva Lost alla quarta puntata della terza stagione e tu mi porti a vedere un film di J.J. Abrams? Ho pagato 7 £ per farmi una dormita con addosso degli occhiali da hipster.

Sherlock Holmes 5 Maggio 03:01


Non hai dormito tutto il tempo: ogni tanto ti sentivo commentare.

John Watson 5 Maggio 03:04


Parlavo nel sonno.

Sherlock Holmes 5 Maggio 03:05


Tu non parli mai nel sonno.

John Watson 5 Maggio 03:08


E tu come lo sai?

Sherlock Holmes 5 Maggio 03:09


John? Come sai che non parlo nel sonno?

Sherlock Holmes 5 Maggio 03:10


Sono le 3 di notte, Sherlock. Vai a dormire.

John Watson 5 Maggio 03:13


Abbiamo condiviso la stessa stanza per sole 3 notti non consecutive. Anche ipotizzando che in quelle notti io non abbia parlato nel sonno o non l'abbia fatto a voce abbastanza alta da svegliarti, non puoi ragionevolmente supporre che io non lo faccia mai. Dunque, cosa ti fa pensare che io non parli nel sonno? Devi avere delle prove in merito, ma a meno che tu non ti sia messo a guardarmi mentre dormo come fanno i vampiri stalker dei romanzi young-adult, non vedo come tu possa affermare una cosa del genere.

Sherlock Holmes 5 Maggio 03:16


Tutto questo è ridicolo. Sto per disattivare i commenti.

John Watson 5 Maggio 03:19


Lo sai cosa si dice dei censori, John?

Sherlock Holmes 5 Maggio 03:20


Buonanotte, Sherlock.

John Watson 5 Maggio 03:23



Appunti vari tratti da fogli sparsi, block notes, margini di libri e il portatile personale di Sherlock Holmes, datati approssimativamente dal 5 al 11 Maggio 2011.


Ho bisogno di distrarmi. Non c'è niente niente niente tra queste mura che possa essere utile allo scopo. Mi trovo incastrato negli stessi ragionamenti e non mi fa bene. Due giorni sul divano, in contemplazione del paziente lavoro di un ragno alle prese con la costruzione della sua ragnatela. Il mio lato di entomologo è soddisfatto. Mi è venuta nostalgia di Moriarty. Sfortunatamente, il mio cellulare è stato requisito da John, con la scusa che tanto non sono mai da solo in casa. Non posso nemmeno contattare Lestrade per elemosinare dei casi minori con cui giocare a distanza.

[aggiunto a margine: Sì, sono ridotto a questo. La noia. Il tedio. I REALITY SHOW IN TV. Un giorno me la pagherai, John!]

Gli occhi di John sono blu. Non vi avevo mai fatto caso (non aveva alcuna importanza, rilevato e cancellato). Sono blu, screziati di nocciola attorno all'iride. Gliel'ho detto durante una delle sue visite, perché quando me le fa è abbastanza vicino e posso vederlo. Gli ho detto che sono- [riga in parte illeggibile perché cancellata] Mi ha risposto “Sì, lo so”. Gli ho chiesto se non gli desse fastidio. Mi ha risposto “Ci sono nato, perché dovrebbe darmi fastidio?”. Gli ho detto che io mi sentirei a disagio se tutte le volte che mi guardassi allo specchio fossi scrutato da quegli occhi.

[lungo tutto il bordo della pagina: Non bene? Sono stato offensivo? Un po', sì. Lo sono stato. Perdonami, John.]

Nausea: eccettuato un episodio sporadico al mattino del 06/05/11, non si è più presentata.

[aggiunto a margine: (voce cancellata dalla prossima settimana)]

Ipersensibilità agli odori: si mantiene costante, tuttavia non è forte quanto le scorse settimane. Posso riprendere a mangiare il roastbeef della signora Hudson.

Sonnolenza: sta gradualmente diminuendo.

[aggiunto a margine: (non arriverà mai troppo presto il momento in cui svanirà)]

Minzione: ogni due ore sono costretto a recarmi in bagno. Seccante.

Gonfiore: si è ormai stabilizzato alle pelvi, ci sto quasi facendo l'abitudine.

Parestesia: il borotalco è inefficace sul lungo termine. Si sta rivelando utile l'abbandono di qualsiasi indumento, ma pare che i dirimpettai non condividano questa soluzione. Ho detto a John che possono anche chiudere le tende invece di spirare i vicini e lui ha risposto che non sarebbe una buona difesa contro un'accusa di atti osceni.

Sbalzi d'umore: se scatti d'ira a causa di questi reiterati fastidi sono da considerarsi sbalzi d'umore, allora io ne soffro costantemente, per quanto lo ritenga in certo senso una contraddizione.

Sbalzi della libido:4 polluzioni notturne. Nettamente sopra la media. Mi chiedo se abbia a che fare con la parestesia e con il check-up di John. So che la sua stupida pruderie lo spinge a far finta di non notare gli effetti che mi provocano le sue manipolazioni, e questo è l'unico motivo per cui ancora non gli ho chiesto se è da ritenersi nella norma un tale aumento del desiderio sessuale: non sarebbe in grado di rispondere con l'onestà che gli impone la sua professione.

Sono consapevole che il clou dell'esperimento è ancora lontano, ma la mia pazienza ha un limite. Fortunatamente, a breve ci sarà la blanda distrazione del viaggio a Baskerville. Spero che la Stapleton sia riuscita a procurare delle pillole: quel gel freddo e appiccicoso è indicibilmente seccante da usare. Sarebbe meno fastidioso se fosse John a-

[testo illeggibile a causa dello stato in cui versa la pagina, presumibilmente accartocciata e/o bruciata]

Ha davvero disattivato i commenti sul blog.

Quando gli ho chiesto a quale riferimento culturale pop avrebbe attinto questa volta per il nome del post, ha risposto che probabilmente lo chiamerà “Il Danno di Cerbero”. Cerbero = Mastino = H.O.U.N.D.? È questo, John? Il danno di Baskerville? Non molto sottile, ma efficacie. Certamente notevole da parte tua. Non so se ritenerlo un complimento o un'offesa. Confesso che sul momento mi ha inspiegabilmente ferito (terminologia che non ho mai compreso fino in fondo, eccetto in quell'istante: John, saresti fiero dei miei progressi nello spettro emotivo) (io non ne sono fiero)

[scritto a margine, cancellato e poi riscritto: (io mi sento vulnerabile)]

   
 
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