See you
Dicevano che era una stronza, questa è la verità.
Dicevano che spesso faceva i dispetti, che era egoista, che aveva tutto un suo ordine. Non toccare questo, non toccare quello. Era una donna strana.
Però dicevano che aveva sofferto come un cane. Orfana di madre in giovane età, costretta a crescere i fratelli minori. Erano sette o otto, non lo so. Si era innamorata, forse sì, forse no, di un uomo buono, che aveva perso tutta la sua famiglia durante la guerra. Un giorno era tornato dal carcere in Germania o da qualche altra parte in Europa e aveva trovato la casa distrutta da un bombardamente. Sotto le macerie, i figli e la prima moglie. Un figlio gli era morto in precedenza, cadendo giù per un pozzo. L'uomo aveva cominciato una nuova vita e sposato lei. Una donna testarda, severa. Era morto presto, lasciandola vedova con due figli maschi.
Dicevano che da giovane era bellissima. Nelle foto, aveva guance tonde e piene, labbra carnose e ciglia lunghissime. Che se pensi a quant'erano antiche quelle foto, capirai che era veramente bellissima.
Dicevano che era una donna forte, con la mente fresca, vivace, brillante. Non si lasciava sfuggire mai niente, sempre a dare opinioni su tutto. A volte era cattiva, faceva favoritismi tra i nipoti, criticava le nuore, viziava un figlio e l'altro no. Ma era forte, capace di farcela da sola, per più di novant'anni. Era intelligente, sveglia.
Finché non ha cominciato a dimenticare.
Ha perso la testa, le ha ceduto il cuore.
Adesso è morta e nessuno nega ciò che era. Era una stronza. Però le volevano bene.
Perché aveva lo stesso sangue, e il sangue attacca più del sugo alla marinara.
Dicevano pure, in fondo anche lei ci voleva bene, a modo suo.
Ci vediamo, nonna.