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Autore: OurThirteen    10/03/2012    1 recensioni
E se Dean si innamorasse?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Angolo autrice: 
Buon salve D. scusate il ritardo ma la scuola... SIA DANNATO CHI HA INVENTATO QUELL'INFERNO çAç, comunque si questo capitolo è stato più tosto divertente da scrivere XD e si è pietoso e privo di senso lo so D: ma boh çAç il prossimo capitolo, ve lo dico già da ora, sarà tristissimo e pieno di liti, ps cover spoiler :O 
Ricordate : una recensione = il nuovo capitolo :O (?)
 

Il senso della vita è dare alla vita un senso
Just be friends


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Cover by NaruHinaKiss
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link efp

http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=169283
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link deviantart (è tipo un sito per i disegni fatti a mano (?) LOL )
http://naruhinakiss.deviantart.com/gallery/
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<< Dodici corpi dissanguati nella città da cui siamo fuggiti e altri dieci sono stati ritrovati sul percorso che abbiamo fatto per arrivare qui >>
Sospirò appena Sam soffermando, per un momento, lo sguardo sui due.

A dire il vero non sapeva esattamente come comportarsi con quella ragazza in giro, sapeva che adesso il fratello avrebbe proposto di andare ad indagare, ovviamente nei panni dell’FBI ma c’era un problema: lei.
Era troppo giovane per fingersi un’agente e di certo non potevano, era certo che Dean non glielo avrebbe mai permesso, lasciarla da sola.
In un certo senso era un po’ una scocciatura dover starle dietro ma non lo avrebbe mai ammesso, sapeva cosa voleva dire sentirsi fuori posto, non essere trattato come gente “normale”, beh per quanto lui potesse essere normale.

Dean alzò appena il capo alle parole del fratello per poi abbassarlo svogliatamente.
Sapeva che ora il suo dovere doveva venire prima ma, cosa non avrebbe dato per poter star lì ad abbracciare la ragazza o soltanto guardarla per una giornata intera… okay si questo era strano pensato da lui, parecchio, ma ormai ci andava a braccetto con le stranezze no?, sospirò sedendosi su un bordo del letto borbottando distrattamente e sarcasticamente, in risposta al fratello.

<< Ecco che arriva l’FBI >>

Alice era rimasta lì seduta a giocherellare con le maniche calde e soffici della maglia di lui con uno strano sorrisetto, forse un tantino ebete, in viso, ovviamente il perché era sconosciuto, sospettava fosse un effetto collaterale della presenza di Dean.
FBI? Uhm… avrebbe voluto anche lei uno di quei distintivi finti ma, data la giovane età, nessuno l’avrebbe presa sul serio no? Per ora aveva solo qualche documento falso che aveva rimediato disseminando favori qui e lì.
Quindi ora loro sarebbero usciti e lei sarebbe rimasta lì? Sola?...Non che le dispiacesse anzi, era una persona più tosto solitaria e forse a volte brusca ma, ora come ora era come se sentisse il bisogno di una persona, più o meno, fidata accanto, qualcuno che la confortasse, come Dean.

Sam indicò con lo sguardo la ragazza, assorta nei suoi pensieri, sperando che il fratello maggiore non si fosse perso a fissarla costantemente come, supponeva, faceva di solito, così da poter cogliere il messaggio che cercava di mandargli.
Sospirò scuotendo appena la testa, in segno di disapprovazione, quando il maggiore non lo degnò neanche di un momento d’attenzione, attenzione che tra l’altro era tutta rivolta verso la ragazza.
Quella ragazza era un problema, no…problema è una parola brutta, diciamo una distrazione ecco, come avrebbero tirato avanti con lei in torno? Decise di mettere le cose in chiaro prendendo parola.
Oh si sentiva così cattivo a pensare queste cose ma sapeva di essere nel giusto, eppure, lo rendeva felice vedere Dean così spensierato e sorridente, così come non lo era mai stato.

<< Alice non può venire con noi, resterà con me, qui, a cercare qualche notizia >>

Sorrise lui, scollando appena le spalle mentre Dean era pronto a ribattere.
Perche doveva restare con Sam? Non poteva presentarsi lui per conto dell’FBI? Infondo era lui quello paziente, scrupoloso, attento ai dettagli, Dean era certo che non avrebbe combinato niente lì da solo, o forse erano solo scuse?
Un traballante edificio di bugie su cui arrampicarsi passo dopo passo? Beh in un certo senso non era lui a parlare, o per meglio dire pensare, era il Dean cotto e insano di mente, perche si la sanità mentale l’aveva abbandonato già da tempo.

<< Non capisco perche tu debba restare qui, non era quello che aveva bisogno di boccate d’aria? >>

Cacciò fuori lui avvicinandosi a Sam, non sapeva neanche se quella frase avesse un senso logico, era la prima cosa che gli era venuta in mente, voleva davvero restare lì con lei, lo voleva più di ogni altra cosa e sapeva che doveva risultare convincente per riuscirci.

Alice alzò lo sguardo alle parole dei due, le balenò la malsana idea che stessero litigando per lei, a dire la verità le sarebbe piaciuto, non aveva mai avuto un vero e proprio ragazzo, figuriamoci due che si litigavano le sue attenzioni.
Momento…No ma cosa stava pensando? Neanche li conosceva, come poteva illudersi così? Si sapeva di piacere a Dean ma Sam era un’altra storia, a stento ci aveva scambiato due parole, era sicura sarebbero andati abbastanza d’accordo, non era come Dean, no, sempre pronto a ribattere, che doveva avere l’ultima parola, lui era calmo e gentile.
Cercò di mettere bocca su quello di cui continuavano, costantemente, a blaterare i ragazzi ma, a stento, venne ascoltata, anzi no proprio calcolata, dio si sentiva così inutile.

<< Ragazzi...veramente…io…ragazzi!..hey!.. >>

Cominciò lei tra una battuta e l’altra dei due, poteva decidere anche da sola con chi andare o, per meglio dire, con chi stare no?, non era mica una bambina.

<< Perche tu e lei non combinereste mai niente qui, insieme >>

Cominciò Sam cercando di sembrare il più calmo possibile, ma la verità era che questa cosa lo alterava, suo fratello, quello che gli diceva sempre di non innamorarsi, non legarsi a nessuno perche, probabilmente, avrebbero potuto usarlo contro di te, ora, lo stava facendo, innamorarsi intendo.
Oh Sam, sembri tanto una fidanzatina gelosa, pensò lui scuotendo la testa in un movimento impercettibile mentre il fratello ribatteva di nuovo, e di nuovo, e di nuovo ancora, sembrava tanto una lite, davvero? Litigare per queste stupidate? Come si erano ridotti ?

Dean continuava a ribattere ad ogni singola frase del fratello, mantenendo, ovviamente, la sua vena sarcastica in voce.
Non sapeva neanche perche si stava ostinando così tanto su quella faccenda, era come se il suo corpo facesse quello che volesse senza il suo controllo, voleva rimanere lì e ci sarebbe rimasto a costo di litigare davvero con Sammy.
Samy…forse aveva ragione, sarebbe stato troppo preso da lei per riuscire a fare qualche ricerca decente, telefonata o altro.
Interruppe ad un tratto i propri pensieri quando sentì la voce chiara e limpida della ragazza sovrastare le loro, rimase un attimo di stucco a quelle affermazioni che si affrettava a cacciar fuori, lo stesso valeva per Sam, soprattutto per Sam.

<< CHIUDETE QUEL BUCO DENTATO, CHE VOI LE DECISIONI NON LE SAPETE PRENDERE! >>

Urlò lei tutto d’un fiato dopo esser scesa dal letto comodo, si sentiva leggermente stranita dal silenzio imbarazzante e gli sguardi, leggermente, rintronati dei due, beh che c’è? Qualcuno deve pur prendere una decisone no?
Visto che nessuno si decideva ad aprire bocca, continuò a parlare, sta volta però abbassando il tono, non voleva finire nei guai col proprietario del motel, avanzò di qualche passo, ancora, verso loro, notando con disappunto le loro espressioni divertite che si accentuavano sempre più ad ogni parola che usciva dalla sua bocca.

<< Tu! >>

Cominciò lei puntando un dito verso il maggiore che, a stento, tratteneva un risatina a metà dallo stupore e il divertimento.

<< Tu andrai ad indagare fingendoti un fottuto agente dell’FBI e non voglio storie okay? E se ti sento urlare un’altra volta giuro che ti falcio la testa con un cazzuto coltello… e tu! Riderei poco se fossi in te>>

Continuò lei puntando sta volta il dito verso Sam che non era riuscito a trattenersi, si era fatto uscire un risolino di troppo, scatto dritto in piedi, rigido, quando la ragazza gli puntò il dito contro.

<< Io resto con te chiaro? E vedi non farmi incazzare che oggi mi girano, sembrate dei bambini di cinque anni per dio e se qualcuno prova a ribattere giuro che non risponderò delle mie azioni chiaro? >>

Finì lei portandosi le mani sui fianchi con fare autoritario ottenendo un grugnito d’assenzio da parte di tutti e due, appena si voltò per ritornare alla postazione udì la voce di Dean spezzata dalle risate che balbettava qualcosa al fratello.

<< E’ per questo che la amo, ha l’aspetto di un angelo ma la finezza di un vero camionista >>

A Sam scappò un sorriso divertito alle parole “la amo”, credeva che Dean se ne fosse accorto, infatti era pronto a ribattere se solo la ragazza non si fosse voltata di nuovo per poi prendere prepotentemente parola.

Dean rise mentre diceva quelle parole, era proprio vero, amava le donne di carattere, solari e allegre e lei, beh, da quello che aveva visto, lo era di sicuro, non si era accorto in tempo di aver davvero detto “la amo”, gli era uscito spontaneo, un po’ come respirare perche si, era vero che l’amava ma non si sentiva pronto a dirlo così apertamente; era pronto a ribattere, a trovare una scusa o a far credere al fratello di aver capito male quando sentì ancora la voce di lei fargli fare capolino.

Alice si girò di scatto con un’espressione un tantino contrariata,  era un complimento o cosa? Scosse la testa avvicinandosi di un poco al più basso dei due, come se non avesse sentito quel “la amo” nella frase.

<<  Non è vero, io sono molto fine se mi prendi per il verso giusto e ora, MUOVI IL CULO E VAI A FARE CIO’ CHE DEVI >>

Continuò lei scandendo per bene le ultime parole avvicinandosi ancora al viso di lui, con una smorfia quasi seria in volto, c’era della gente in pericolo e la cosa la turbava molto, chi sa quante altre persone sarebbero morte ancora se non si fossero sbrigati a trovare il responsabile.

Sam alzò un sopracciglio allontanandosi di qualche passo dai due, che erano troppo presi  a fissarsi negli occhi l’un l’altro per accorgersi della sua mancanza, si lasciò cadere su una seggiola del tavolino su cui c’erano ancora le cartacce della colazione consumata poco prima, lì aveva una visuale perfetta: riusciva a vederli entrambi di profilo avvicinarsi sempre più , come se si stessero sfidando.

Dean si avvicinò anch’esso alla ragazza, man mano che continuava a parlare, dio era così prepotente da non sembrare neanche vera ma, in quell’attimo, quando i loro sguardi furono legati tra di loro non seppe più resistere alla voglia di avvicinarsi e poggiare un dolce bacio sulle labbra soffici di lei.

Alice tentennò prima di spingerlo via contro voglia, quel breve contatto era stato così bello, l’aveva resa felice per poco, tanto che era sicura che un sorrisetto vagamente innamorato si fosse formato sul suo viso, lo guardò un attimo con un velo d’imbarazzo per poi prendere a guardare l’altro ragazzo che, probabilmente, aveva assistito all’intera scena.

Sam sorrise quasi intenerito dai due e, quando la ragazza prese a guardarlo, abbozzò un sorriso tranquillizzante, aveva notato il suo solito imbarazzo, sperava che non arrossisse violentemente come prima, sarebbe stato imbarazzante stare con lei in quella situazione.

Dean sospirò appena cercando di abbozzare un sorriso, evidentemente deluso da quell’interruzione, cosa c’era di sbagliato che non andava? Non riusciva a capire, davvero, anche se si sforzasse non avrebbe mai capito il perche del dare fine a quel momento, al loro momento.
Forse era lui che non era abbastanza per lei? Naah sapeva di piacerle, insomma quando si era svegliato e avevano incominciato a parlare se n’era accorto, allora cosa c’era che non andava?

Alice notò lo sguardo deluso di Dean, no c’era qualcosa in più della delusione… era come se fosse stato ferito in qualche modo, si sentiva così in colpa, lui gli piaceva davvero, non le era mai piaciuto un ragazzo come gli piaceva lui ora, davvero si sentiva così… male a vederlo in quel modo.
Alzò appena il viso per poggiargli un piccolo dolce bacio consolatorio sulla guancia, leggermente ruvida a causa della barba ispida ma era okay, le piaceva quella sensazione di ispido dopo tutto, abbozzò un sorriso balbettando imbarazzata sempre verso il ragazzo

<< … Dovresti andare...si.>>

Dean sentì un sorriso, evidentemente troppo felice, felice all’idea di non esser stato rifiutato ancora, formarsi sul suo viso, cercò di camuffarlo per non avere ripercussioni dal fratello; sarebbe andato, era suo dovere infondo.
Avanzò a passo insicuro verso il proprio borsone estraendone il vestito che, di solito, usava per fingersi un’agente, rivolse ancora un mezzo sorriso alla ragazza avviandosi verso il bagno.

Sam chinò appena la testa, come per gustarsi meglio il momento in cui la ragazza poggiò le proprie labbra sulla guancia del fratello, abbozzò un sorriso tirandosi in piedi per poi poggiarsi di schiena al muro, quello proprio accanto alla ragazza.
Continuò a sorridere prendendo a guardarla, notò che lei ricambiava il suo sguardo sempre con quel filo d’imbarazzo, chi sa com’era per lei stare lì con degli sconosciuti.

Alice ricambiò distrattamente gli sguardi del più alto dei due, in un certo senso era imbarazzante per lei quella situazione.
Insomma cos’era lei e Dean? Conoscenti? Fidanzati? Amanti? O forse lei era solo un passatempo? No, sapeva, voleva credere, che non era così, aveva visto qualcosa di diverso negli occhi di lui mentre la guardava, quel barlume di gioia in viso ogni volta che sentiva la propria voce, lui era speciale, era diverso dagli altri, per lei.
Era una ragazza a cui piaceva credere nell’amore, quel tipo d’amore che ti salva dal baratro della tristezza e ti rende felice per sempre ma sapeva, in cuor suo, che le possibilità di trovarlo erano davvero misere, fino ad ora.

I due restarono in silenzio sospirando di tanto in tanto, finche Dean non uscì dal bagno con a dosso il completo da agente dell’FBI, aveva colto quel tempo per pensare, per riflettere su come fosse la situazione tra lui e Alice e su come si stesse lentamente rincitrullendo.
Fino a qualche tempo fa non avrebbe mai esitato davanti a un caso così, sarebbe corso subito in soccorso di bisognosi, ad indagare per trovare quel figlio di puttana che aveva disseminato tutto quello scompiglio tra la gente ma, ora, beh era tutto diverso e strano, la sua mente era come annebbiata e non poteva permettere che restasse così a lungo.
Era un problema, era un fottuto problema quella situazione, cos’avrebbe fatto s egli avessero chiesto di scegliere tra lei e Sam? O tra lei e la salvezza del mondo? Dio probabilmente avrebbe tentato il suicidio più tosto che scegliere.
Ma, tutto sommato, quello era il problema più bello che gli fosse mai capitato, sospirò uscendo dal bagno per poi dirigersi verso l’uscita della camera facendo un segno col capo, a mò di saluto, verso entrambi.
Sarebbe stato un giorno duro da affrontare, quasi quanto la “sorpresa” che avrebbe trovato al suo ritorno.

Alice sospirò voltandosi verso Sam, giocherellando distrattamente con le maniche della maglia che indossava a mò di vestito, abbozzò un sorriso lasciandosi cadere su una seggiola del tavolino, pieno di cartacce, su cui era poggiato il protatile.

<< Quindi…cosa dobbiamo cercare? >>

Chiese lei alzando appena il viso con un’espressione curiosa, non aveva mai fatto ricerche di questo genere, insomma telefonare per conto di un qualche reparto della polizia, fingersi che sa chi per accedere agli archivi di giornali, associazioni, hotel, di tutto e di più per risalire ai passi delle vittime, l’idea la eccitava infondo.

Sam sorrise appena, quasi intenerito dall’espressione curiosamente infantile di lei, afferrò il giornale aveva buttato sul proprio letto quella mattina, appena tornato; prese a sfogliarlo trovando la pagina che illustrava la vicenda degli omicidi.

<< Okay, emm… qui ci sono i nomi delle vittime per cui la prima cosa da fare è guardare i precedenti penali e cercare più cose possibili in comune tra loro, mi segui? >>

Cominciò lui sventolando in aria il giornale, notando lo sguardo curioso e impaziente di lei, lo divertiva tanto l’idea di prendere “un principiante” sotto la sua ala custode, per poi sedersi proprio accanto a lei, porgendole il giornale mentre lui era occupato ad accedere agli archivi della polizia.
Cominciò tutto così, da quella banale ricerca, quelle poche ore passate insieme, Sam che insegnava qualche trucco Alice e Alice che aiutava  il più possibile Sam , le chiacchierate, le battute, le risate, scoprirono di avere tanto in comune: i genitori di Alice, di cui faceva difficilmente parola, erano insegnanti di Stanford, dove probabilmente lei sarebbe andata se tutto non fosse andato storto, saltò fuori che Sam li conosceva anche, questo fu l’inizio di un’amicizia importante,un’amicizia che però schiacciò in un attimo la gioia del ritorno di Dean.

Tornato dall’indagine, stanco e svogliato, Dean si diresse nella propria stanza d’albergo; aprì la porta aspettandosi di trovare i due immersi nelle ricerche e il radiante sorriso di lei, che gli scaldava il cuore ogni volta, poggiarglisi a dosso; invece con suo stupore trovò la camera vuota.
Prese a gironzolare distrattamente per la camera, cercando di capire dove potessero essere i due quando un fogliettino di carta, proprio poggiato sul portatile attirò al sua attenzione:

<< “” Siamo ai giardinetti qui di fronte, avevo bisogno di una pausa
- Sam e Alice “” >>

Sospirò fissando il foglietto, la solita calligrafia di Sam, ci mise dei minuti per capire cosa ci fosse scritto,l’unica cosa che gli era saltata maggiormente all’occhio era il nome “Alice” scritto con calligrafia differente, probabilmente era stata lei ad aggiungerlo.
Sbuffò uscendo dalla camera, senza neanche cambiarsi, voleva comunicare le novità che aveva raccolto e chiudere presto questo caso, così da dedicare maggior tempo possibile a lei, andò a piedi ai giardinetti lì di fronte.
Era un’area verde, con fin troppe piante e fiori per i suoi gusti, quel colori così luminosi e i raggi accecanti del sole gli facevano venire il mal di testa, era comprensibile, dopo un’intera giornata passata in una pulciosa stazione di polizia e a discutere di cadaveri coi medici legaci.
Sbuffò scocciato rigirandosi nel parco in cerca dei due, avrebbe potuto chiamare al cellulare Sam se solo quel babbeo non lo avesse lasciato in camera, aveva ormai perso le speranze quando ad un tratto, su un muretto, li vide e quasi fu certo di aver sentito il rumore del suo cuore che cadeva in frantumi, in quel preciso momento.

Alice aveva acconsentito alla pausa proposta da Sam, lo aveva seguito ai giardinetti nonostante indossasse soltanto quella maglia,ma nessuno sembrò farci caso più di tanto.
Era felice in quel momento, non aveva mai avuto un amico ma ora era diverso, aveva trovato Sam che già considerava amico, forse per lui non era lo stesso ma poco importava.
Sopirò sedendosi sul muretto che separava i giardinetta dalla strada poco lontana prendendo a guardarlo dal basso, ora che ci faceva caso era davvero alto, più del normale.

<< Mi sento un fottuto puffo anche su questo muretto >>

Rise lei prendendo a punzecchiarlo con un ramoscello che aveva raccolto poco prima per terra mentre un leggero venticello scompigliava le chiome degli alberi e dei cespugli tutt’intorno.

Sam rise anch’egli lasciandosi punzecchiare con quel ramoscello, non gli dispiaceva la sua compagnia, anzi si trovava più tosto bene, così aveva qualcuno con cui parlare che non fosse Dean.
Non fraintendetelo, adorava Dean, era più di un fratello per lui, avrebbe dato la vita solo per proteggerlo ma, a volte, sentiva il bisogno di staccare da lui.

<< Non è colpa ma se sei alta un metro e una ciliegia >>

Cominciò lui ridendo sotto il finto disappunto di lei che, dopo poco, scoppiò a ridere con lui lasciando cadere a terra quel bastoncino che prima usava per divertirsi, per poi prendere a dargli dei leggeri pugni sul torace, con fare amichevole.

<< Come ti permetti eh? Non si offendono così le persone >>

Continuò lei ridendo sarcasticamente poggiando poi stancamente il viso sulla spalla di lui, neanche ci aveva dato troppo peso a questo gesto che tanto sconvolse Dean.
Sam sorrise stringendola in un abbraccio amichevole, con fare più tosto goffo a dire la verità, non notò neanche Dean sullo sfondo che gli aveva dato le spalle e se ne stava andando sconsolato.

  
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