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Autore: justisabella    10/03/2012    1 recensioni
Non sempre i cambiamenti sono qualcosa di negativo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PRIMO CAPITOLO. To feel a little lo-o-o-o-ove.

 
 
-Non sarà così male, vedrai che la città ti piacerà-

-Mà, senti, accetto il fatto di trasferirmi in una città scognita del paese più falso e noioso del mondo, alias Inghilterra, quindi se per favore la piantassi di convincermi con frasi semi-persuasive sentite nei programmi tv per madri, te ne sarei grata.-

-Dico solo quello che penso. E’ un bel college. E’ un’ occasione per cambiare aria, tu volevi questo, no?-

-Esatto, volevo, ma...-

-Niente ma, signorina. Ormai siamo qui. Fallo almeno per tuo padre, per lui conta molto l’ esser riuscito ad entrare in una multinazionale d’ oltreoceano.-

-Bah, va bene.-

 
Mi presento...Mi chiamo Isabella, e sono logorroica, quindi avrete molto da leggere.
Primo, ho diciassette anni, e, sì...Ehm... Rimango spesso senza parole quando sono nervosa.
Perché sono nervosa?
Perché, sceso questo aereo, la mia vita cambierà in maniera incondizionata.
Vivevo a Chicago, Illinois, quando, per fatti che riesco ad attribuire solamente ad una qualche specie di destino, sono stata praticamente costretta a buttare tutti i miei ‘viveri’ dentro una valigia e fare il passaporto;
il resto lo sapete, sono su un volo O'Hare-Standsted, per poi prendere un pullman direzione Bradford, la mia...
Oh, cavolo, la mia nuova casa.
-I passeggeri di bordo del volo Chicago O'Hare – Londra Standsted sono pregati di lasciare il veicolo; a terra la temperatura è di dieci gradi centigradi, e il cielo è sereno.- sento la voce acuta di un’ hostess, che, malgrado il sorrisetto da se-non-scendi-ti-disintegro, ci avvia cautamente verso l’ uscita.
 
-Oh, no, papi, mà...Vi prego, non riiniziate a piangere, eravate così felici all’ idea di iscrivermi in questo college-
-Ma noi lo siamo...E’ che, ecco, sei la nostra bambina, e ora che dobbiamo lasciarti andare abbiamo paura di perderti.- fa mio padre tra un singhiozzo e una tirata su col naso. Di solito è orgoglioso, fa il duro, è evidente che è colpito veramente...
 -State tranquilli, sono e sarò la vostra bambina per sempre.- sento uscire dolcemente dalla mia bocca.
-Ma buonasera ragazzi! Io sono Luthon, e sono il segretario d’ istituto, o meglio quellochesioccupadelleiscrizioni. Accompagnerò vostra figlia durante il viaggio, dato che è minorenne- sbuca un tizio alto e panciuto, sulla quarantina, schiarendosi la voce.
-Salve signore, vorremmo iscrivere nostra figlia per i prossimi due semestri.-
-Non chiamatemi signore! Solo Luthon. Se volete iscrivere quest’ adorabile ragazza devo chiedervi dei dati, però.-
Uhm, simpatico. Decisamente, ha fatto centro quando ha voluto farsi dare del ‘tu’.
Ci avviamo verso l’ interno dell’ edificio; è strano come aeroporto, sembra, ehm…diverso. La gente passa e non ti fissa, mi sento invisibile, mi sento confusa tra la folla. Mi piace già.
-Come ti chiami, signorina?-
-Isabella Holmes, uno febbraio 1995, Chicago – Illinois.-
-Wow, mi hai preceduto! Madame, monsieur,  mi spiace, ma è arrivato ‘il momento’.-
-Sssssh! Non dite niente, salutiamoci felici! Verrò il prima possibile, ve lo giuro.-
-Va bene. Ciao amore mio.-
Ultimi due schiocchi, e...
Adesso sono sola.
 
-Eccitata all’ idea di essere libera, tesoro?- Ok. Era palesemente gay, e io già l’ adoravo.
-Non proprio, sono in un college, ma non dovresti essere tu a ricordarmelo?- gli dico ridendo.
-Prima di tutto il nostro college è molto largo con i ragazzi. C’è una sola regola, però: si può uscire solo il sabato, e il coprifuoco è all’ una di notte. Sono pericolosi, i liceali!-
Cavolo, aveva detto ‘largo’?!
-Oh, va bene! Ma in questo momento spero solo di non fare una figura delle mie, davanti gli altri ragazzi.-
-Non preoccupartene! Sono tutti simpatici, in linea di massima. Vedrai che farai amicizia subito. Toh, il pullman!- detto questo, saliamo all’ interno del mezzo, tenendo sospese le nostre tessere d’ appartenenza alla scuola, pronte ad essere timbrate; prende posto accanto una ragazza.
Eh, sì. Separati. Giusto nel momento cruciale.
-E ora accanto a chi mi metto? Cacchio.-
Vedo due posti liberi, giusto nel fondo; bene, mi siedo, prendo le cuffie del mio iPod e chiudo gli occhi.
Occhio non vede, cuore non duole, dice il saggio, anche se il ‘non vedere’ in questo caso riguarda solo gli sguardi percuisitori degli alunni ‘di casa’.
Partono le note della mia canzone preferita; una canzone che sapeva quali tasti toccare per sollevarmi il morale e alleviare qualsiasi mia preoccupazione.
 
...“But our house gets cold when you cut the heating 
Without you to hold I'll be freezing 
Can't rely on my heart to beat it 
'Cause you take part of it every evening 
Take words out of my mouth just from breathing 
Replace with phrases like when you're leaving me”...



Eh, sì. Tutti sanno della mia spietata ossessione per Edcarota Sheeran.
Ma, sembra che il rilassamento sia destinato a finire presto, così la mia attenzione viene catturata da una figura bruna, alta, di fronte a me.
-Ciao! Posso?-
Un ragazzo alto, con gli occhi chiari, indugiava lì davanti, probabilmente in attesa di una risposta.
-Eh...-
-Ehi, non ti mangio mica- fa sorridendo.
-Volevo dire di sì. Accomodati-
-Sei nuova, vero?-
-Si vede così tanto?- dico in iperventilazione.
-Sembri ingenua e spaventata. Non è che ti hanno picchiata o roba del genere?-
-Già, roba del genere. E spaventata è poco!-
-Wow, sei la prima a cui sento dirlo.-
-Cosa intendi?- ok, sono confusa.
-Ma, niente. Piacere, Louis.- dice sorridendomi.
-Isabella.-  dico ricambiando.
Carino’, ecco come lo avrei definito. Louis, il tizio carino.
-Beh, adesso non ho molto da dire, solo che sono un buon ascoltatore e un ottimo cuscino.-
-Mmh, prenderò in considerazione l’ idea.- sorrido. –Ecco, però, ehm...-
Brrr.
Cavolo, il mio stomaco. Non sa mai  quando tacere.
-Hai fame?- dice Louis scoppiando a ridere.
-A dire il vero, un bel po’- sono imbarazzata, cavolo!
Apre il suo zaino, estraendone qualcosa di sgargiante.
-Questa è per te!- dice porgendomi una… carota?
-Tu...Porti carote nella borsa?- inizio a ridere.
-Ehi, parli con un esperto di carote! E di tè. Li hai mai provati insieme?-
-Non ho ancora avuto questa fortuna! Ma ci penserò, la prossima volta che li avrò a portata di mano.-
Dannazione, questo ragazzo è completamente fuori di testa!
-Va meglio?- mi chiede premuroso.
-Tanto! Grazie mille Louis.-
-Prego, Bells.-
-Come mi hai chiamata?!-
-Oh, già! Io sono quello dei soprannomi, ma non tenerne conto. Te ne darò circa un triliardo prima di arrivare al campus-
-Buono a sapersi! Tu sei qui da molto, vero?-
-Già, sono al quinto anno. A proposito, quanti anni hai?-
-Diciassette, sono al quarto!-
Sono felice di aver trovato un ragazzo simpatico, neanche il primo giorno, per giunta!
Cerco di non darlo a vedere, un po’ per educazione, un po’ per ‘imbarazzo’, ma sbadiglio.
-Ehi! Guarda che non scherzavo quando parlavo del cuscino.-
-Mannò tranquillo, ho solo un po’...-
Non finisco la frase, che crollo sul simpatico sconosciuto, aka ‘carino’, alias Louis. Non scherzava, quando parlava di morbidezza.

 
“Come stai? Com’è andato il volo? Io sono già arrivata, è decisamente figo qui. Ma tu non ci sei. x”
 
“E’ andato tutto bene. Il volo è stato spaventoso come al solito, ma il problema sono io. Mi manchi, vorrei essere lì con te. x”
 
-E’ il tuo ragazzo?- Ha la voce impastata dal sonno.
-Sbagliato. Ma tu non dormivi?- gli dico indicando il mio braccio, che gli aveva fatto da appoggio.
-Uhm…Non è finita qui.- Mi guarda male e chiude nuovamente gli occhi.
 
Ts, il mio ragazzo. E’ la mia migliore amica quella, è molto più di un ragazzo. E l’ ho persa. Anche lei si trasferiva in qualche angolo di pianeta, lontano da me; non le chiesi nemmeno quale, sopraffatta dalla delusione e dalla prematura nostalgia. E lei non mi chiese dove sarei andata io, presuppongo per lo stesso motivo.
 
“Qui è pieno di ragazzi carini, dovresti vedere. L’ unico che mi ha considerata finora è stato un certo Greg, ma niente di che. E ho una stanza enorme, ma sono sola, la mia compagna se n’è andata prima che arrivassi. Che carina, eh?”
 
“Davvero accogliente. Io sono in pullman, e ho un ragazzo carino sulla spalla. Alt! Lo conosco da due ore, non pensare quello che io so che tu stai pensando.”
 

“Sei una sconsiderata.” Rido immaginando la sua voce mentre pronuncia ironicamente quella frase. “Guai a te se non mi racconti tutti gli sviluppi, sei fritta. Ora scusa, ma devo menare un tizio brufoloso che mi tira palline di carta. Tatiana la violenta #modeon! Baci.”
 
Poso il telefono, ripercorrendo le sue parole: era felice, la conoscevo bene.
-Se lo merita.-
 
-Vedo che avete già fatto amicizia! Isa, non frequentare Louis, ti porterà sulla cattiva strada!- sento la voce squillante di Luthon farsi più vicina.
-Ah-ah-ah Luthon, davvero spiritoso. Quand’è che tu e i tuoi amici travestiti vi incontrate per giocare ai videogame?-
-Sei sotto controllo, Tomlinson. E se vedo che beve tè e carote, vengo e ti picchio. Intesi?- dice sorridendo.
-Oh oh oh. Sbaglio o mi avete chiamata in questione? Siete due folli.- esclamo mettendomi a ridere.
-Arrivati!-

  
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