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Autore: gunnantra    10/03/2012    3 recensioni
"Perchè essere un detective investigativo che non ha mai provato l'amore non significa non essere in grado di provarlo.
Perchè essere un consulenze criminale che non ha mai provato l'amore non significa non essere in grado di provarlo.
Perchè essere semplici, genuini, buoni e unilateralmente innamorati di qualcuno in silenzio non significa essere stupidi.
Perchè non sempre amore e devozione rimangono inappagati"
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jim Moriarty , John Watson , Molly Hooper, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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4 capitolo
Qualcosa su cui riflettere
 

Mentre chiacchiaravamo pacificamente sgranocchiando biscotti nella cucina della signora Hudson sentimmo suonare il campanello per una, due, tre, quattro volte in modo insistente.
“Arrivo!” mentre la signora Hudson si alzava faticosamente dalla sedia mi proposi di andar io stessa ad aprire la porta
“Buongiorno mi di…” mentre dicevo ciò un uomo si lanciò all’interno dandomi anche una spallata e con occhi sgranati, quasi da pazzo mi disse:
“Abita qui Sherlock Holmes? Il mio messaggio è arrivato?”
Avrei tanto voluto chiedere spiegazioni della sua maleducazione ma qualcosa mi fece capire che c’era una situazione grave in ballo.
“E’ nella casa giusta e se si riferisce al telegramma….il signor Holmes lo stà già esaminando accuratamente, mi segua prego”
Avevo fatto solo due passi quando improvvisamente sentì un tonfo e voltandomi vidi l’uomo steso.
Controllai il battito e dopo essermi resa conto che non era il pericolo di vita urlai semplicemente: “John!”
 
 
“Dovete perdonarmi per l’irruzione di poco fa. E in particolar modo deve perdonarmi lei, signorina, se l’ho spintonata. Solitamente non mi comporto in modo così brutale, anzi io stesso mi compiaccio nel definirmi, e nel sentire definirmi, ‘gentiluomo d’altri tempi’; purtroppo le circostanze mi hanno fatto perdere il senno….Lei, signor Holmes, non può negarmi il suo aiuto, deve assolutamente tener fede alla fama che la precede. Lei deve salvare mia moglie e deve salvare me e tutta la mia famiglia dalla follia. Posso pagare, qualunque prezzo andrà bene. Pagherò dovessi anche ridurmi sul lastrico. Scusatemi”
Il lungo monologo finì con l’uomo che nascondeva gli occhi lucidi dietro le mani.
Dev’essere difficile per chiunque farsi vedere in questo stato davanti a degli estranei, infatti io e John immediatamente distogliemmo lo sguardo, ma non Sherlock. Lui rimase ad osservare impietosamente.
“L’aiuterò, anche se lei fosse già sul lastrico l’avrei aiutata comunque. Il suo casi si preannuncia almeno un 8! Non posso mai rifiutare un 8. Ora, signora Hudson, se vuol’esser così gentile da preparare una tazza di camomilla per il signor….”
“Norton. William Norton” rispose immediatamente il signore, rassicurato dalle parole si Sherlock
La signora Hudson uscì solerte dalla stanza.
Solo allora Sherlock ricominciò:
“Bene signor Norton, immagino voglia riposarsi per il lungo viaggio fatto, non dev’esser stato un viaggio breve visto che viene dalla campagna….e certamente prendere un treno a notte fonda, nello stato in cui si trova, non dev’esser stato semplice. Ad ogni modo vorrei prima qualche ragguaglio. Qualcosa l’ho già capita.  Hai mai visto le persone che stanno scrivendo questi messaggi a sua moglie?”
“Ma come ha….” Il signor Norton parve confuso
“Signor Norton, la prego di rispondere alle domande, prima finiamo di parlare, prima potrà rassicurare sua moglie di esser arrivato sano e salvo e poi potrà finalmente riposarsi”
“D’accordo. No, signor Holmes, non ne ho mai visto uno in volto. Ma una volta ho seguito un uomo con un fucile, dopo averlo visto…” e qui il signor Norton porse a Sherlock un altro bigliettino
“…vicino alla fontana immagino, mentre era intento a scrivere il messaggio che mi ha appena consegnato” concluse per lui il detective “Oh, non faccia quell’espressione signor Norton, e nemmeno tu John sembri un beone; è palesemente una fontana visti gli schizzi d’acqua disposti solo da un lato che hanno rovinato in parte la trascrizione e oltretutto sappiamo bene che son giorni che non piove. Quindi non può esser altrimenti! Sei contento ora John? Non ho ‘fatto desiderare’ le mie deduzioni. Signor Norton, veniamo con lei…ovviamente, si rassicuri, domattina partiremo. Prima non è possibile perché dovremmo dar tempo a Molly di preparare le valigie. Sa come sono fatte le donne. Ora vada dopo aver bevuto una buona tazza di camomilla con la signora Norton, chiami sua moglie. Non si disturbi, so già dove alloggerà, la chiameremo noi”
Una volta che il signor Norton fu scortato, ancora meravigliato, fuori dalla stanza da John (che sarebbe poi andato a prenotare i tre biglietti per il giorno seguente), rimanemmo io e  Sherlock: lui immerso nella lettura del secondo enigma, io immersa nel mio enigma personale, lui.
“Ho tempo per rispondere ad una domanda Molly, avanti sono tutto tuo”
Ovviamente lui non si rendeva conto del doppio senso che aveva appena fatto, per questo (dopo un breve colpo di tosse) continuai:
“Perché anch’io?” come altro avrei potuto porre la questione del resto?
“Molly. La situazione è critica, sicuramente lì troveremo una donna in preda al panico per la sua vita e per quella dell’uomo che ama. Non crederai che io abbia la pazienza di mettermi a discutere con una donna per giunta in quello stato! No no, mi serve una presenza femminile. Tu dovresti essere all’incirca della stessa età ed inoltre…te lo meriti dopo la battutaccia del ‘give mi five’”
 “Sherlock…”audacia Molly, l’audacia è il segreto “…ma se le mie battutacce mi hanno fatto guadagnare un viaggio con voi allora dovrò impegnarmi di più! Ora se permetti vado a preparare le valigie. Non chiedermelo nemmeno, la tua valigia non la preparo!”
“Ah no? Beh, peggio per te! Allora sarò costretto a venire solo con i vestiti che ho addosso e tra due giorni dovrò andare in giro nudo!”
“Beh, non saresti il primo uomo nudo che vedo! A domani Sherlock, tienimi informata sull’orario di partenza”.
Detto questo, fiera, uscì dalla stanza dopo aver fatto una linguaccia a Sherlock che era di nuovo intento a guardarmi con quello sguardo capace di perforarmi.
 
 

 
Ore 4.15 a.m. in stazione
Binario 12
Puntuale!
Saluta il tuo amico
e digli che sei requisita per
qualche giorno.
A domani!
p.s. le linguacce sono infantili
SH

 
 
 
Era il primo messaggio che ricevevo dal suo numero da…almeno sei mesi.
Imbarazzata ascoltai per la prima volta la suoneria che John aveva impostato: era una voce infantile che dava bacetti.
O per l’amor di John Watson!
 
 
“E ovviamente non c’era un treno più tardi?” disse John sbadigliando
Erano le 4.34 a.m. e in stazione, nel buio della notte c’eravamo solo io, Sherlock, John e il signor Norton.
“Scusatemi per i disagi che vi sto causando” disse il signor Norton con un’espressione contrita e preoccupata nello stesso tempo
“Oh, no signor Norton, mi scusi. Non volevo….” John tentò di giustificarsi.
Dopo aver lanciato un’occhiata di rimprovero al mio amico, mi rivolsi al cliente e gli dissi: “Non si preoccupi. Ci rendiamo conto che tutto questo è necessario. Chiunque farebbe di tutto per la persona che ama. Quindi non ha bisogno di scusarsi. Anche se in questo momento le sembra improbabile, il signor Watson è davvero una persona gentile e comprensiva…e al signor Holmes che deve stare attento!” e indicai con il pollice Sherlock che era alle mie spalle
Tutti risero e Sherlock mi disse: “Preferivo le linguacce”
Intanto il nostro treno arrivò e salimmo a bordo.
“Sherlock….dov’è la tua valigia?” chiese d’un tratto John dopo aver posizionato i bagagli
“Oh, io l’avevo detto, ma Molly non ha voluto prepararmela.” Disse semplicemente, con tono di sfida
John spalancò la bocca incredulo.
“Non ti preoccupare John, Stamattina, quando sono passata da voi prima di venire in stazione, la signora Hudson mi ha detto di non aver visto Sherlock preparare la valigia, diversamente da te, quindi nella mia valigia c’è anche qualcosa per lui”.
“Menomale. Non avevo proprio voglia di vederti nudo” rispose John rincuorato
“Il sentimento è reciproco!”rispose Sherlock
 
Tutti erano addormentati da tempo, tranne me e Sherlock. Lui era ancora alle prese con il secondo biglietto (confrontandolo con il primo), io ero intenta a giocherellare con il cellulare quando ricevetti un sms:
 

 
Perché non sei al tuo posto di lavoro?
Sono appena venuto a cercarti ma
mi hanno detto che hai preso
qualche giorno di ferie.
Stai bene?
Jim
 
 

Certo! Stò benissimo!
Scusami per questioni personali sono dovuta andare fuori città.
Niente di preoccupante comunque.
Grazie per l’interessamento.
Ci vedremo tra qualche giorno.
Molly

 
“Il cavaliere azzurro è preoccupato?” disse Sherlock tutt’ad un tratto
“Non è un cavaliere ma…voleva sapere dove fossi perché non mi ha trovata al mio posto. Tutto qui”
“Non direi tutto qui. Comunque solitamente la gente che mostra così tanto affetto, finge. Sappilo”
“Come? Certamente un antropologo come te sa bene come vanno queste questioni!” risposi irritata
“Quale questione? Ammetti quindi una relazione?”
Questa sua domanda mi colse di sorpresa…
“No…cioè si…cioè….Sherlock, è un amico, mi piace chiacchierare con lui e talvolta dividere il pranzo. Cosa c’è di male?”
“Devo ancora capire chi di voi due sta illudendo l’altro” rispose enigmatico “Tu con tutti i gli sforzi di sembrare attraente, oppure lui con tutti questi messaggini. Oh eccone un altro” disse non appena un “bipbip” segnalò l’arrivo di un messaggio
“Sempre meglio di quelle scudisciate e di quei versi volgari quando tu ricevi alcuni messaggi” risposi molto irritata, ormai ero a ruota libera e sentivo la rabbia (e la gelosia) aumentare
“Ma IO, a quei messaggi, non rispondo” disse alzando la schiena dal sedile.
Questo improvviso smottamento fece sobbalzare John che si svegliò dicendo: “Oh mamma mia! Non riesco a liberarmi di te nemmeno quando dormo?”
“Nessuno ti ha detto di occupare il posto accanto al mio” rispose con rabbia Sherlock
“Ma che dici? Abbiamo posti numerati!” rispose John guardandomi basito “Molly ma che diavolo è successo mentre dormivo?!”
“Niente John, io vado a prendere un po’ d’aria nel corridoio” detto ciò mi alzai e andai via . non senza prima aver lanciato un’occhiata triste a Sherlock.
Nonostante tutto ero geneticamente inidonea ad essere arrabbiata con lui.
 
 
JOHN POV
“Molly aspetta…Mo….Andata” poi guardando il mio coinquilino dissi “Che cosa le hai fatto? È strano vedere Molly arrabbiata, con te poi è ancora più strano”
“Mi disturbava. Io cercavo di pensare e lei…cliccava quei tasti del cellulare. Troppo in fretta. Così tante volte. Ma cosa aveva da scrivere così tanto!”
“Sherlock mi sembra di aver perso qualche passaggio. Molly stava mandando messaggi, giusto?”
“Si”
“A chi erano diretti questi messaggi?”
“Al suo amichetto di lavoro”
“Bene. E questo continuo ticchettio ti infastidiva, giusto?”
“Si”
“E come le hai esposto questo tuo, insano, disturbo?”
“L’ho rimproverata. Ma, in realtà la colpa è stata sua. Lei ha parlato dei messaggi della Donna”
“Parli di Irene?”
Non credevo possibile che Molly si sarebbe spinta così in là. Addirittura nominare Irene in un attacco di (palese) gelosia.
“Chi sennò. Ha detto addirittura che la infastidisce il suono del messaggio”
“Beh effettivamente è…” come parlare di qualcosa di così fisicamente volgare con Sherlock? “sopra le righe”
“Si ma io a quei messaggi non rispondo! Lei si!”
Un attimo. Credevo di aver capito tutto, invece la storia è più interessante di quel che sembra….
“Sherlock…ti rendi conto che hai appena ammesso che a te da fastidio che lei risponda a QUEI messaggi?” risposi enfatizzando su ‘quei’.
Quelli e non altri, insomma!
Non potevo essere più esplicito.
Sherlock mi guarda con quella sua solita espressione calcolatrice. Sembra però che abbia trovato un’incongruenza nella sua logica e chiaramente questo lo disturba.
“Non ti seguo John. Te l’ho già detto che mi infastidisce quel rumore di tasti”
“Sherlock, la tua infantilità in certe questioni è seriamente imbarazzante. Devo ammetterlo”
“Lascerò che tu rimanga delle tue convinzioni…” detto ciò Sherlock si voltò verso il finestrino esaminando ancora quegli omini.
“Eh no ascoltami. Ragiona per l’amor di Dio, Sherlock!” ero spazientito oramai
“È quello che faccio sempre, John. Per quanto la cosa possa sembrarti strana”
“Ok, ragiona a proposito di quando, in passato, tu….Sherlock, tu hai MAI avuto una ragazza in passato?” all’improvviso una malsana idea mi passò per la testa
“Immagino che tu intenda ‘fidanzata’” rispose lui ancora dandomi le spalle
“Si quindi….”
“Non vedo che cosa centri questo con l’irritante rumore della tastiera di Molly”
Non ero riuscito a rispondergli quando improvvisamente Molly si affacciò al vagone dicendo: “La prossima stazione è la nostra. Prendete i bagagli mentre io sveglio il signor Norton”
 
 
MOLLY POV
Scesi dal treno e mi guardai attorno: sembrava di esser tornati in dietro di un secolo. Se non fosse stato per quel treno e per quelle macchine che ogni tanto sfrecciavano per strada, avrei pensato di aver viaggiato nel tempo.
Tutto era antico, di pietra e ferro, niente plastica o suoni molesti.
 
Una macchina nera attendeva noi a quanto pare infatti il conducente corse subito ad abbracciare il signor Norton appena lo vide.
“Signore, ben tornato signore. Ne sono comparsi degli altri. Sua moglie è quasi catatonica. Mi segua per favore”
Dopo le presentazioni e brevi convenevoli salimmo sulla macchina e ci dirigemmo verso la tenuta Norton.
 
Guardavo emozionata il panorama, avevo completamente dimenticato di guardare il cellulare.
Qualunque aggeggio elettronico mi sembravo cozzare in quella realtà anacronistica.
 
 
 
 
Toh 4 capitolo pronto ;) il 5 ha bisogno solo di essere controllato e il 6 è già in cantiere!
Grazie mille a tutti i 70 e passa lettori.
È un piacere sapere che c’è gente a cui interessa la propria storia.
E fa ancora più piacere legger recensioni come quella di Susy (alias AuraD), grazie mille per i complimenti ^^ spero non ti deluda questo capitolo
 
Un bacio a tutti e (ovviamente) al prossimo capitolo!   
   
 
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