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Autore: Valar Morghulis    10/03/2012    2 recensioni
Attenzione: storia di mia pura invenzione che ha come protagonista un personaggio di Naruto.
La storia del passato di Madara Uchiha. Come è nato, come ha passato la sua infanzia...
Tutto questo per capire come è diventato l'uomo spietato che ha ucciso suo fratello, l'uomo spietato che ha scatenato la quarta grande guerra ninja.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Tobi
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Prima dell'inizio
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Uchiha Madara'
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11° Capitolo





Misaki era stanca.
Stanca di vivere l'inferno a causa di Akuma, stanca di soffrire e vedere i suoi figli fare altrettanto.
Così, quando aveva visto Akuma abbassare la spada su Madara, non ci aveva pensato due volte a mettersi in mezzo ai due e fare scudo con il proprio corpo al bambino.
Aveva sentito la lama penetrare lentamente e con precisione nella carne, aveva visto la punta della katana trapassarla da parte a parte e spuntare poco sotto i seni. Si era accasciata a terra cercando di sostenersi con le braccia, quello spezzato la fece gemere di dolore.
Misaki sollevò lo sguardo sul suo bambino, cercando di tenere un'espressione rassicurante, sforzando un sorrisetto.
Madara tremava e piangeva, con la vista annebbiata dalle lacrime vide la madre sorridergli dolcemente. Il viso di Misaki era molto pallido e il suo sangue aveva formato una piccola pozza sul pavimento. La katana conficcata nella schiena le provocava un dolore intenso, eppure sorrideva.
Infondo aveva salvato la sua ragione di vita, le andava bene così.
Con un certo sforzo sollevò una mano per accarezzare la paffuta gota di Madara e per levargli una piccola goccia di sangue.
Il suo sangue.
Si mise a sfiorare gli spettinati capelli corvini, avvicinandosi il più possibile per depositargli un bacio sulla fronte pallida.
Doveva fare di tutto per tranquillizzarlo.
Misaki sentiva una grande stanchezza invaderle il corpo, non sentiva più alcuni arti e ogni minimo movimento le costava una grande concentrazione. Però, prima di chiudere gli occhi per sempre, doveva fare un'ultima cosa.
Con la coda dell'occhio guardò Akuma. Lo trovava terribilmente bello e affascinante, nonostante tutto quello che le aveva fatto, somigliava terribilmente ad un angelo della morte così macchiato di sangue, un demone sceso in terra con il solo scopo di tentarla.
E lei era caduta in quella tentazione, si era abbandonata tra le sue braccia aspettando il paradiso e invece aveva avuto soltanto l'inferno. Ma non si era pentita di nulla, di nessuna delle sue scelte. Nonostante tutto.
"Ma l'amavo e l'amo ancora"* questo fu l'ultimo pensiero che gli rivolse prima di concentrarsi nuovamente su Madara.
<< Proteggi sempre Izuna, tesoro, anche a costo della vita. Promettimelo >> sussurrò fievolmente con occhi supplichevoli.
 Lei sentiva che le forze le stavano venendo meno, ma doveva resistere.
Doveva essere sicura che i suoi figli sarebbero stati bene, che ci sarebbero stati l'uno per l'altro.
<<< Prometto >> il mormorio strozzato le arrivò a malapena alle orecchie, ma a Misaki bastò. Solo allora si lasciò vincere dal torpore che le fece chiudere dolcemente le palpebre, il sorriso sul suo volto si allargò mentre si lasciava cadere a terra, finalmente in pace.
Ora in quella casa c'erano solo tre persone che avrebbero proseguito la loro vita, la quarta se ne era andata per sempre.
La pioggia iniziò a cadere dapprima leggermente, poi sempre più fitta, in piena armonia con l'anima del piccolo Madara. Sembrava che persino le gocce d'acqua volessero dire addio alla donna che un tempo era stata Misaki Hyuuga.
Madara vorrebbe urlare, balzare sul corpo di Misaki e scuoterlo finche non vedrebbe la donna rialzarsi. Perchè lei doveva rialzarsi, non esiste che lo abbia abbandonato così, da solo.
Ma non riuscì a muoversi, a fare nient'altro che morire lentamente mentre la consapevolezza si faceva strada in lui.
Perchè lei non c'era più.
Voleva piangere ma non lo fece. Sapeva che avrebbe dovuto fare qualcosa mentre Akuma si avvicinava al cadavere ed estraeva la katana sporca di sangue dal corpo di Misaki.
L'uomo si sentiva strano, provava un'emozione che non sapeva riconoscere e gli schiacciava il petto comprimendo il cuore. Sentiva dolore in tutto il corpo ma sapeva benissimo che non era niente di fisico, non era ferito nè altro. Era forse il suo cuore o la sua anima a sanguinare, inconsapevolmente?
Non si seppe dare un risposta, riuscì solo ad abbassarsi e ad accarezzare i capelli della donna, in una dolcezza non sua. Quella stupida ragazzetta Hyuuga lo aveva stregato dalla prima volta che l'aveva incontrata, ma niente di più. Non era possibile che si sentisse in colpa per averla uccisa.
Non aveva senso, eppure era così.
Madara rimase immobile, continuando a fissare quella scena senza vederla realmente.
Non si mosse quando Akuma si sporse a baciare per l'ultima volte le labbra della donna che lo aveva amato, per poi sparire fuori dalla porta mentre sentimenti a lui prima d'ora sconosciuti gli riempivano la testa di interrogativi.
Madara rimaneva solo lì, a guardare con gli occhi vacui il corpo della madre. Non si mosse, rimase inginocchiato a terra per minuti interi, forse ore.
Il silenzio fu interrotto da un pianto disperato. Questo lamento sembrò risvegliare Madara che, come in trance, si diresse verso la camera da letto.
Un bambino era raggomitolato in un angolo della stanza, le spalle erano scosse dal pianto convulso e le lacrime rigavano il viso paffuto.
Izuna.
Madara si riscosse dallo stato di incoscienza che lo aveva preso e si precipitò dal fratellino. Aveva promesso alla madre di proteggerlo e avrebbe mantenuto il giuramento.
Lo abbracciò stretto, in un goffo tentativo di consolarlo.
<< Non piangere Izuna. Noi siamo Uchiha, gli Uchiha sono dei demoni. E i demoni non piangono** >> mormorò spingendo il capo di Izuna contro il proprio petto.
<< Dov'è mamma? >> singhiozzò il più piccolo guardandolo disperato.
Gli occhi di Madara erano vuoti , non avevano più la solita luce che li contraddistingueva. Erano come morti.
Lui era morto con lei.
<< Non c'è, non c'è più. Non ci sarà mai più >> le parole di Madara risuonarono fredde e affilate come coltelli.
I singhiozzo disperati di Izuna aumentarono mischiandosi al rumore incessante della pioggia.
Il più grande dei fratelli si versare una lacrima, una soltanto.
"Infondo -pensò- sono anche uno Hyuuga".
Quel giorno non era morta solo Misaki Hyuuga, ma altre cose preziose come lei erano sparite per sempre:
Una parte del cuore di Akuma.
L'infanzia di Izuna.
L'innocenza di Madara.


* E' una frase presa dalla canzone di Tiziano Ferro e Laura Pausini "Non me lo so spiegare".
** Se vi ricordate Ayano chiama gli Uchiha "demoni". Facciamo caso che Madara ha ascolato uno dei monologhi che la zia rivolgeva a Misaki.

Angolo autore:
Salve, salvino gente!
Sono ritornata con il nuovo capitolo, l'ultimo di questa storia. Il prossimo sarà l'epilogo che chiuderà questo strazio, ve lo prometto.
Ringrazio chi ha letto lo scorso capitolo, specialmente Hikari93 e w_akatsuki per avere recensito.
Spero di avere reso al meglio i sentimenti di tutti i personaggi. Volevo metterci anche Ayano ma sinceramente non mi è piaciuta come ho reso la sua parte e l'ho cancellata, sembrava una forzatura.
So che è poco realistico che Misaki abbia il tempo di fare tutto ciò che le ho fatto fare, visto e considerato che ha una katana in mezzo alla schiena, ma è da quando ho scritto il primo capitolo che questa scena mi era venuta in mente e non ho trovato la forza di cambiarlo, perdonatemi!
Ora vorrei chiedervi consiglio su due cose: la prima è che sono indecisa se fare o meno un capitolo extra dopo l'epilogo che spiega come si sono conosciuti Misaki e Madara. La seconda è se fare o no il continuo di questa storia. Ho già scritto qualch pezzettino, ma non sono sicura se postare o no. Voi che dite?
Bene ora vi lascio in pace, recensite mi raccomando!

Baci
Angel_Madara12
  
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