Era il primo
giorno di scuola di
Vanessa Handerson , una bambina di 6 anni abbastanza alta per la sua
età, con
dei lunghi capelli neri come la pece, e dei profondi occhi verdi
smeraldo. Una
semplice ragazzina sempre con il sorriso stampato in faccia.
Oggi a casa
Handerson erano tutti
emozionati: il Babbo Ryan era intento a fotografare con attenzione la
propria
figlia, mentre la madre Susanne stava sistemando accuratamente i
capelli di
Vanessa raccolti in due piccole trecce, che le ricadevano nelle spalle.
Vanessa
in quel momento non stava prestando molto caso alle raccomandazioni che
sua
madre e suo padre gli stavano facendo. Era troppo emozionata ad entrare
in
questa nuova avventura, o come diceva suo padre in "questa strada
tortuosa
che portava alla felicità". Poi ,avrebbe conosciuto nuovi
compagni, nuovi
insegnanti,avrebbe imparato a contare. Povera, ancora non sapeva che
cosa
l'aspettava nei prossimi 10 anni di scuola! Forse in futuro si sarebbe
pure
pentita di essere andata a scuola, maledicendo quel giorno! Ma in quel
momento
non pensava a ciò, si ripeteva che tutto sarebbe andato bene.
Dopo aver perso la cartella salirono tutti in macchina e giunsero alla
nuova
scuola: non era molto grande. Davanti c'era un piccolo giardinetto dove
vide
altri bambini e bambine che giocavano tra di loro, vedeva mamme che
sgridavano
i bambini di stare attenti con il pallone e infine ragazze che
piangevano
perché non volevano lasciare i genitori. Salutò
sua mamma Susanne e suo padre
Ryan con un bacio, e vide che sua madre tratteneva le lacrime agli
occhi, fiera
della sua bimba e il padre le sorrideva, ancora con la videocamera in
mano e
nell'altra teneva lo zaino viola e blu della piccola.
Vanessa prese
lo zaino, si
voltò e fece un sospiro ed entrò nella sua nuova
scuola. Quella giornata era
stata davvero bella, aveva conosciuto tutti i suoi compagni di classe e
anche i
maestri erano
bravi, a parte per quello
di inglese che sembrava un po' rigido... Lei era finita accanto ad una
ragazza
riccia con i capelli rossicci che si chiamava Racheal Walker. Era una
ragazza
un po' timida, ma i suoi capelli ricci e le sue lentiggini le davano un
aria
simpatica . Dopo che finalmente "le lezioni"-se cosi si potevano
chiamare- finirono uscirono fuori per l'intervallo.
Le nuvole scure
erano ancora in
cielo, ma l'aria era fresca e pulita. Uno stormo di uccelli si
alzò in volo
poiché i ragazzi più grandi,giocando a pallone,
avevano colpito un albero. Dopo
aver conosciuto anche le altre bambine e i bambini della sua classe,
notò un
bambino con una carnagione leggermente più scura seduto su
uno scalinato,
triste che fissava la macchinina rotta che teneva in mano e veniva
deriso da 2
dei suoi nuovi compagni : Dave e Robert. Vanessa si avvicino a loro e
disse
" Lasciatelo stare! Gli avete rotto la macchina. Chiedete scusa o
chiamo
la maestra Holly!".
I ragazzi
impauriti dalla sua minaccia, senza dire nulla se ne allontanarono. Il
ragazzo
moro ancora seduto fissò muto tutta la scena. Poi il suo
sguardo si soffermò
sugli occhi verdi della bambina che si era seduta accanto a lui. Lei
gli
sorrise e gli sfilò la macchina di mano, guardandola con
aria pensosa
"Mmm... Forse se ci aggiungi un po' di colla, si può
aggiustare. Non ti
preoccupare!Poi lo facciamo riparare dalla maestra Holly. Quei due
ragazzi sono
stati davvero cattivi, lasciali stare!". Poi aggiunse "Ah Comunque
piacere sono Vanessa, meglio vane, della 1 B e te? Sai anche io ho una
macchina
simile alla tua. Solo che è blu! Lo presa da casa di mio
cugino Johnny! Ma se
lo vedi, non glielo dire! Ahahah ". Il ragazzo continuò a
fissarla mentre
lei rideva. La sua risata era cosi contagiosa che anche lui, sebbene
fosse un
ragazzo molto riservato, rise e poi riprese la macchina con uno scatto
e disse
"io sono Zayn della 1A. Beh comunque non dovevi venire, me la stavo
cavando benissimo da solo...".
Vane aveva
intuito che il ragazzo era
troppo orgoglioso, dopotutto come lei, per chiedere scusa.
Così lei gli sorrise
e nel far questo lo guardò meglio negli occhi: quei profondi
occhi color
nocciola, freddi all'apparenza, nascondevano un lato tenero, proprio
come le
caramelle che mangiava suo nonno, dure fuori e tenere dentro. In quegli
occhi
riuscì a percepire un po' di gratitudine, ma il ragazzo,
Zayn era troppo
orgoglioso per dirlo. Da quel giorno quei due ragazzini, per una
semplice
macchinina, erano diventati migliori amici.
I due erano inseparabili: anche se erano in classi diverse approfittavano dell'intervallo per passare un po' di tempo insieme e avvolte con la scusa 'di andare in bagno' si incontravano in un piccolo corridoio dove il custode Jimmy gli copriva le spalle, mentre Vane e Zayn si scambiavano le figurine dei Power Rangers. Già, Vanessa non era mai stata una delle solite ragazze, tutte alla moda, vestite di rosa come le loro bambole perfette. Lei era un tipo un po' maschiaccio, vestita sportiva, semplice, che amava i Power Ranger- apparte quella rosa, che proprio non sopportava- e non si tirava di certo indietro alle sfide. Era per questo che Zayn l'ammirava, era diversa dalle altre, era speciale. Fino alla quinta elementare, tutto andava bene: i due migliori amici si aiutavano a vicenda, Vanessa aiutava Zayn a studiare - che lui proprio non ne aveva voglia- e invece lui la difendeva dagli insulti che le altre ragazze schizzinose le rivolgevano. Poi arrivò il cambiamento: le medie.