Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
Segui la storia  |       
Autore: Lushia    11/03/2012    1 recensioni
Sawada Tsunayoshi è il grande, amato e stimato (e anche odiato) decimo boss dei Vongola. Lui e i suoi guardiani, grandiosi e irragiungibili agli occhi di persone che li ammirano e li amano, sono impegnati con affari interni e problemi di varia natura tipici di un potente clan mafioso.
E tralasciando le vicende in Italia la nostra attenzione va in Giappone dove si sta formando un'altra famiglia, la famiglia Vongola di undicesima generazione, capitanata dalla psicopatica figlia di Vongola Decimo, che si appresta a voler lottare a tutti i costi per realizzare i loro sogni.
Ma come andrà a finire la loro storia? Potrà essere ricca di emozionanti avventure o non riusciranno nel loro intento?
Seguiamoli assieme nel loro viaggio!
Genere: Avventura, Commedia, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'KHR! 11^ Famiglia'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Target 12 - Eh?! L'Undicesima famiglia è stata presa di mira!

cover

Luca scese le scale, sbadigliando. Aveva dormito un po' troppo nonostante si era ripromesso di non addormentarsi più mentre giocava a Legend of Flaming Heroes, un gioco per console dove muoveva un potente guerriero greco alla ricerca di una forza perduta: era un gioco che lo aveva appassionato non poco e spesso restava alzato fino alle 2 di notte pur di continuare la storia.
A causa di ciò gli capitava di addormentarsi di pomeriggio, senza rendersene conto, per poi risvegliarsi intorno alle quattro.
Ma, dopotutto, l'importante era andare avanti nel gioco il più presto possibile per poter vincere i trofei nazionali che tanto lo ossessionavano.

Quando entrò in cucina, grattandosi lo stomaco con aria sciatta e stanca, si stupì alla vista del fratello di Arashi, che stava parlando animatamente con sua sorella.
Masato lo notò e lo salutò con educazione, prima di tornare a discutere indicando alcuni fogli sparsi sul tavolo.
Il biondino si affacciò curioso, notando i fogli scarabocchiati da formule e calcoli con disegni a caso.
Ne fissò uno con orrore: si trattava di uno dei bozzetti fatti da Arashi per il design dei braccialetti dei guardiani.

"Ma cosa diavolo..."

- Ma questo è lo schizzo di Arashi! - lo indicò, spaventato. La gemella alzò lo sguardo, osservando dapprima Masato e poi il fratello.
- Stiamo lavorando al prototipo di Arashi. Masato ha in mente delle ottime idee da abbinarci. - rispose lei.
- Stai scherzando?! - il biondino si avvicinò alla sorella, furibondo. - Ti rendi conto di cosa succederà se lo scopre? - in realtà non voleva proprio pensarci.
- So che si arrabbierà non poco ma io vi sto solo aiutando. - spiegò Masato - Inoltre sono stanco di vederla tornare tardi mentre cerca rimedi assurdi su problemi elementari. -
- Per te potranno essere elementari ma non per lei. Ricordati che ha solo quattordici anni. - incrociò le braccia, confuso e nervoso.
- E' proprio perchè è ancora una ragazzina inesperta che ho deciso di aiutarvi. - aggiunse l'uomo - Mi sento in dovere di aiutare i Vongola in qualsiasi modo. -

Luca scosse il capo, arrabbiato. Non che gliene fregasse molto di chi avesse creato i braccialetti, ma aveva imparato a conoscere il carattere di Arashi ed era una persona estremamente orgogliosa, inoltre sembrava proprio non sopportare suo fratello. Quando avrebbe scoperto che lui aveva preso in mano l'idea, che tanto aveva faticato nell'organizzare, sarebbe successa l'apocalisse.
E lui non voleva esserci in mezzo.

- Non è solo questo, con l'aiuto di Masato abbiamo perfezionato l'idea di Arashi, che altrimenti avrebbe portato gli oggetti ad una vita breve. - spiegò la donna, osservando seria il gemello - Col perfezionamento di Masato adesso possiamo permetterci dei braccialetti resistenti e funzionanti al 90%. - affermò.
- … e il restante 10%? - il giovane inarcò un sopracciglio.
- Sono le probabilità che possano essere distrutti da fiamme superiori. - spiegò l'occhialuto - Ma non dovete interessarvene per adesso. -

Il fulmine si gettò su una sedia, imbronciato, osservando i due lavorare instancabilmente con un portatile, mentre Masato scriveva dati a caso su un foglio di carta con tanto di schema e calcoli assurdi di cui a lui non gliene fregava nulla.
Era sempre così, perso nei suoi progetti.
Lo conosceva da quanto? All'incirca una quindicina di giorni, più o meno, e ogni volta che lo incontrava era sempre immerso nei suoi studi.
Il bello era che Arina sembrava stargli dietro, curiosa e interessata da tutti quegli strani simboli, e sospettò anche attratta da altro. La fissò sottecchi con uno sguardo severo, sperando che la sorella non si lasciasse trasportare.

Sbadigliò, aprì il frigo e si versò un po' di succo in un bicchiere per poi sedersi su una sedia ad osservarli.
La bionda alzò il capo, guardando male il fratello. Sembrava volesse mandarlo via.

"No che non me ne vado, nee. Non ti lascio sola con questo qui."

Probabilmente si stava sbagliando o era semplicemente geloso, eppure non voleva che la sorella si invaghisse del fratello di Arashi.
Dopotutto era la sua adorata gemella, una parte di lui, una parte che non vedeva da così tanti anni, poichè furono stati separati dalla nascita a causa di problemi più grandi di loro.
I suoi ricordi tornarono al loro primo incontro dopo mille lettere, quella volta in Italia, alla stazione ferroviaria, quando si erano salutati per l'ultima volta.
Erano solo ragazzini, allora.
Eppure lui teneva molto ad Arina e non voleva che soffrisse, sarebbe stato come se fosse lui a soffrire.
Ma lui aveva sofferto spesso, prima a causa dei genitori adottivi, poi per il cambiamento radicale del padre, e infine perchè non ci sapeva proprio fare con le ragazze, non riuscendo mai a trovare qualcuna che ricambiasse i suoi sentimenti.
Ma cosa poteva farci? Amava le donne, se ne vedeva una carina le andava dietro senza esitare.
Erano la tattica e l'approccio a mancargli, dopotutto era stato educato severamente e da piccolo passava i pomeriggi nascosto nell'armadio della sua cameretta a giocare ad un giochino tascabile di trent'anni prima. Noioso, sì, ma serviva ad evitare che quel bambino ascoltasse i litigi dei suoi.
Non che le cose fossero cambiate da quando la madre era andata via.

Scosse il capo, perchè stava pensando al passato? Doveva rimboccarsi le maniche e lavorare per il futuro.
Lavorare.
Che parola noiosa, lui preferiva dormire, era così pigro.
Sbadigliò nuovamente, pensando di gettarsi su Legend of Flaming Heroes ma il suo cellulare squillò, facendolo quasi sobbalzare dalla sedia.
Si alzò controvoglia, lasciando la gemella e il rosso a lavorare in cucina e si imbucò nell'ingresso dove rispose finalmente alla chiamata.
All'altro capo del telefono c'era una nervosa Haname che gli chiedeva di dirigersi a casa sua, indicando la via e il numero della sua abitazione.

Luca chiuse il collegamento telefonico e uscì di casa, dirigendosi a passo svelto verso l'edificio indicatogli, con molta confusione e tanta preoccupazione.
Perchè la solitamente tranquilla guardiana della pioggia era così agitata? Cosa stava succedendo?
Di sicuro centrava l'undicesima, poiché l'aveva nominata durante la chiamata ma non aveva spiegato nulla di ciò che era successo.
Era anche la prima volta che andava a casa della pioggia e quando si fermò davanti all'abitazione indicatagli notò che si trattava di un palazzo con numerosi appartamenti.
Vi entrò con noncuranza, osservandosi intorno e notando alcune ragazze parlottare animatamente accanto all'ingresso.
Una di queste era davvero carina, aveva lunghi capelli color smeraldo e occhi rossastri. Il suo sorriso costrinse il giovane a fermarsi, il suo radar cerca-gnocca aveva raggiunto il livello massimo. Avrebbe potuto infilarsi nel gruppetto e cercare di conquistare quel bel bocconcino con le sue intelligentissime e divertentissime battute, purtroppo si ricordò che quella tattica aveva già fallito una volta, ma questo non fu l'unico motivo che gli impedì di fare conquiste: la chiamata di poco prima gli aveva lasciato ancora molti interrogativi nella testa per cui si lasciò alle spalle le belle ragazze e avanzò, sbuffando.
Salì al terzo piano, dove abitava la famiglia Inoya, suonò il campanello della casa e attese, aggiustandosi il colletto della camicia e torturandosi le tasche del pantalone, come faceva solitamente quando si annoiava.

Ad aprirgli la porta arrivò una donna sulla trentina, alta e snella, aveva dei capelli corvini mossi e ben curati, e indossava un abito tipico da donna in carriera: camicia con cravatta e minigonna stretta.
Luca restò per qualche istante perplesso ad osservare la donna, squadrandola dall'alto in basso.

"Wow, che figa."

Senza perder tempo e senza pensarci su, il giovane partì alla conquista della donna.
-
Ehilà, salve. Mi chiamo Luca e tu? - il fulmine si mise in posa, inchinandosi lievemente alla vista della signora, la quale lo stava studiando con un'espressione disgustata.
Sorrise in modo smagliante e si passò una mano tra i capelli cercando di attirare l'attenzione di quella splendida creatura che aveva adocchiato.

- … E' inutile che ci provi, ragazzino. - disse secca la donna - I donnaioli come te sono tutti uguali, inutili alla società. - si voltò con noncuranza e scostò il suo sguardo dal giovane, che intanto era rimasto interdetto: essere rifiutato ormai non era più una novità, ma faceva sempre male. Si rese conto di dover passare più di tempo a studiare la psicologia delle donne, anziché giudicarle dall'aspetto fisico. Quella donna sembrava una snob a cui poco interessava l'amore e andava solo dietro ai soldi.
Ma, dopotutto, anche studiare era noioso, e lui era pigro.

La donna lo fece entrare trascinandolo per il colletto e lo lanciò sul divano della saletta, da dove si accorse che proprio lì accanto c'erano anche Haname, Nozomi e Kaito, i quali stavano discutendo animatamente.

- Hana vedi di non portarmi a casa reietti simili, non ne abbiamo bisogno. - disse con voce fredda, svanendo oltre l'uscio della cucina.
Il povero Luca tirò su il naso, abbattuto come un cagnolino abbandonato per strada, si infilò in un angolino a fare i cerchi per terra mentre Kaito gli dava qualche pacca sulla spalla, cercando di fargli coraggio.
- Luca... scusala, mia madre è così. - spiegò Haname, trascinandolo con forza sul divano - Dato che siamo solo io e lei si comporta in modo molto rude e guarda tutti dall'alto in basso... -
Il fulmine si riprese e osservò l'amica.
- Quindi... siete solo voi due? E tuo padre? - chiese, con il solito tatto da ippopotamo su un monopattino. La pioggia chinò il capo, sospirando.
- ...E' morto quando avevo tre anni. -
- Oh... mi dispiace... - disse lui, arrossendo. - Se ti consola i miei genitori adottivi sono separati da tempi immemori... - Si grattò il capo, cercando qualcos'altro da dire ma Haname sorrise e riprese fiato.
- Ad ogni modo... non siamo riusciti a contattare né Arashi né Shinji... il che ci preoccupa non poco... -
- Non capisco... perchè non risponde al telefono? - undicesima stringeva il cellulare tra le mani con aria abbattuta e solo in quel momento Luca parve accorgersi di lei.
- Juuichidaime! State bene? Vi siete ripresa! - i tre lo guardarono perplessi mentre lui osservava la ragazzina da capo a piedi, controllando se stesse bene. - Oh, per fortuna state molto meglio! -
- Allora, vogliamo discutere di questo problema importante o no? - chiese Kaito dondolandosi sul divano.

Come se si fossero appena riprese da un sogno, Haname e Nozomi si guardarono per un istante e iniziarono a spiegare cosa era accaduto alla clinica e il messaggio in italiano che avevano trovato.
Quando Kaito e Luca fissarono quel pezzo di carta, nonostante solo Luca riuscisse a leggere quello che ci fosse scritto, entrambi si allarmarono.

- … Ci siamo fatti dei nemici... e fanno proprio sul serio. - disse lui, sudando freddo.
- Cosa facciamo adesso? Potrebbero essere ovunque... potrebbero essere chiunque. - Kaito si guardò attorno, con aria sospetta. - Potrebbe essere quella donna lì in cucina! -
- ... Kaito, quella è mia madre... - rispose Haname, perplessa.
- Allora potresti essere tu! - affermò ancora, indicando Nozomi.
- ... E secondo te vorrei auto ammazzarmi? - la Vongola inarcò un sopracciglio.
- Potresti essere un nemico che si finge te con il tuo aspetto! - spiegò, spaventato, mentre si allontanava dal divano e si nascondeva dietro le tende del balcone.
- Kaito... sei uscito di senno? Gli alpaca ti hanno fatto una maledizione? - chiese Luca, preoccupato per la sanità mentale del ragazzo.
- No. No. Loro no. Gli alpaca sanno tutto, sono brave persone. - uscì dal suo nascondiglio e tornò al suo posto. - No, ok. Mi hanno detto che voi siete voi, perciò sono tranquillo. -

Luca sospirò, ormai era abituato a quelle scenette comiche che si svolgevano solitamente nel gruppo. In realtà non gli dispiacevano, anzi, era felice di farsi quattro risate in compagnia e quando si trattava di ridere Kaito e Nozomi erano i più indicati.
Iniziava a sentire finalmente l'affetto di una famiglia, sembrava fosse con loro da anni, nonostante fosse passato appena un mesetto.
Era felice, per la prima volta nella sua vita.
No, forse si trattava della seconda, la prima volta fu quando incontrò sua sorella.

- Dobbiamo iniziare le ricerche. - affermò Nozomi, spezzando il silenzio ambiguo che si era creato - Proprio perchè possono essere chiunque... -
- Forse però sarebbe meglio trovare prima Arashi e Shinji... - propose Haname, pensierosa.
- No, no, assolutamente! Se hanno messo una bomba nella clinica significa che non si fermeranno davanti a nulla, a costo di ferire o uccidere gente innocente! - esclamò la ragazzina, probabilmente spaventata da cosa potesse accadere.
- Ma questi qui dicono che vogliono ucciderti per far disperare Decimo... non capisco se il loro obiettivo sia togliere di mezzo te o fare un dispetto a tuo padre. - disse Luca, grattandosi il capo.
- Non ne ho idea, ma ad ogni modo siamo noi i loro obiettivi. - affermò il cielo - Dobbiamo scoprire chi sono e chi li comanda. -
- Dite che sti tipi si vestono tutti con un completo scuro e occhiali da sole? Significa che ogni tizio vestito così dobbiamo pedinarlo? - la domanda di Kaito si lasciò dietro qualche istante di silenzio, era inutile rispondergli.
- Per ora io propongo di andare a casa della Juuichidaime a parlarne con mia sorella... - disse Luca, alzandosi - Ah proposito, avete avvisato Nana-san? - chiese.
Undicesima annuì, osservando Haname accanto a lei.
- Le ho detto che a causa di un contrattempo alla clinica l'ho portata a casa mia per riprendersi. - spiegò Haname - Quindi hai ragione, è meglio che adesso torni a casa a tranquillizzare sua nonna che sarà preoccupata. -

Anche gli altri tre ragazzi si alzarono e, assieme a Luca, attraversarono la saletta, diretti alla porta d'ingresso.
All'improvviso, la signora Inoya tirò la manica di Haname e la costrinse a fermarsi. Luca si bloccò dopo di lei, e anche gli altri si voltarono perplessi.

- Tu resti qui, noi due dobbiamo parlare. - la voce severa della donna risuonò nella stanza. Haname la fissò confusa, il suo sguardo pallido ma la donna sembrava seria e abbastanza innervosita.
- Ma... mamma, io ho un problema e... -
- Qualsiasi problema può aspettare, ho cose importanti di cui discutere con te. -
- Aspetti, Mizuko-san, anche noi dobbiamo parlare con Haname e... - Nozomi aveva subito preso parola, cercando di tirare fuori l'amica da quel guaio, ma la donna non sembrava voler sentire ragioni.
- Mi dispiace Nozomi ma non mi interessa. Hana non uscirà da questa casa, oggi. -
La pioggia si voltò verso i suoi amici, tristemente, spingendoli e guardando Nozomi negli occhi: sembrava spaventata, ma riusciva a trattenere bene le sue emozioni, cercando di non far preoccupare i suoi amici.
- ...Va tutto bene, dev'essere qualcosa di serio. Ultimamente la mamma ha parecchi problemi anche a lavoro... ti chiamerò appena finiamo. - annuì, decisa.
A malincuore, la ragazza chiuse la porta della casa lasciando i tre fuori.



Quando il terzetto raggiunse casa Sawada, notarono che Masato stava andando via oltrepassando il cancelletto della villa e Nozomi lo fermò subito per chiedergli notizie su Arashi, che purtroppo nemmeno lui aveva. La Vongola osservò con tristezza il ragazzo svanire oltre il viottolo mentre Kaito la spingeva dentro.
Luca, intanto, aveva deciso di andare ad informare Arina riguardo la “banda degli uomini con gli occhiali da sole” di cui avevano discusso poco prima. Il sorriso della donna sembrò incrinarsi e si limitò ad osservarlo con preoccupazione. A quanto pareva nemmeno lei aveva idea di chi fossero e il primo pensiero che doveva esserle balenato in mente era quello di proteggere la sua allieva.

Quando Nozomi entrò in casa, Sawada Nana la strinse a sé con foga: era molto preoccupata ma felice di vederla finalmente sveglia e in salute.
Arina si alzò e Luca la seguì sull'uscio del salotto.

- Oh, Nozo-chan! Volevo venire stamattina come al solito per dare il cambio ad Haname-chan, ma non ho capito cos'è successo e perchè ha detto che appena sveglia sei dovuta andare da lei! - Nana si staccò da lei, osservandola con dolcezza.
- Mi spiace, nonna... non riuscivo a stare in quel posto, Hana ha detto che ho dormito per una settimana... e ci sono state delle complicazioni, ecco... - disse lei, cercando poi di spostare l'attenzione su un altro argomento, era chiaro che non voleva rivelare alla nonna cosa fosse successo - Ah, ma... nonna... hai speso molto per tenermi lì? ...insomma, è una clinica molto all'avanguardia... -
- Ah, no no, ci ha pensato Tsu-kun! Non devi preoccuparti di questo! - la nonna abbracciò nuovamente la nipotina, prima di svanire oltre l'uscio, decisa a preparare una buona cenetta.

Intanto Kaito si era avvicinato ai tre e aveva uno sguardo preoccupato.
Luca non ebbe bisogno di tirare ad indovinare, c'erano solo due cose che preoccupavano il gruppetto in quel momento: i misteriosi bombaroli della clinica e la scomparsa dei due guardiani.

- Boss... come facciamo per Arashi? - chiese Kaito, preoccupato - Non risponde a telefono da stamattina ed è quasi ora di cena. -
Nozomi sembrava sudare freddo, si era appena ripresa dopo una settimana in coma, era scampata ad una bomba e aveva ricevuto minacce di morte da persone potenzialmente pericolose, infine non sapeva che fine avessero fatto due membri della famiglia. Il suo malessere era palpabile, di sicuro voleva correre a cercarli.
- … e se li avessero presi? - chiese, più che altro a sé stessa.
I quattro si fissarono per alcuni secondi, in silenzio.
- Andiamo, vengo io con te. - esclamò il sole, ardendo di coraggio e prendendo la bruna per le mani.
- Aspetta, Undicesima è ancora convalescente! - Arina non sembrava d'accordo con quella scelta così come Luca, tuttavia capiva i sentimenti di Nozomi e anche lui aveva paura per la giovane Arashi e per lo strano Strinji.
- Non posso star qui mentre i miei amici sono spariti nel nulla, con una banda di pazzi assassini che ci vuole fare fuori! - fissò Arina con sguardo implorante, aveva quasi le lacrime agli occhi.
Non poteva trattenerla, doveva lasciare che andasse.
Tanto non sarebbe andata da sola, c'era Kaito con lei.
Ecco, questo forse non era poi tanto rassicurante.

- … Io e Arina allora cerchiamo informazioni su questi tizi, voi tenete il cellulare acceso e qualsiasi problema chiamateci. - disse Luca, sotto lo sguardo confuso e contrariato della sorella, che però decise di non obiettare. - Non intervenite in prima persona. -
Lo sguardo di Luca era serio e Nozomi annuì sicura, avvicinandosi alla porta d'ingresso.
Il fulmine, però, si avvicinò rapidamente e la bloccò, afferrandola per il polso.

- ...Giuramelo. - disse.
- ...Uh? -
- Giura che non agirai d'istinto. - la guardò negli occhi con decisione.
- … faccio quel che posso, adesso voglio solo trovarli. - rispose Nozomi.
- Allora andate, sbrigatevi. Trovateli e portateli a casa sani e salvi. - Luca lasciò andare il polso della bruna e osservò i due mentre sparivano oltre l'uscio.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn / Vai alla pagina dell'autore: Lushia