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Autore: _sheiswendy    11/03/2012    0 recensioni
Romeo take me, some where we can be alone.
Non pensavo saresti riuscito ad ingannarmi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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One.

 

Volevo andarmene di qua. Questo posto faceva riaffiorare nella mia mente ricordi ormai sepolti, ricordi che non sarebbero mai dovuti tornare a galla. Le lacrime premevano per uscire ma io con tutta la forza che mi rimaneva le ributtavo giù, quasi come se piangere fosse diventato un peccato. Guardavo fissa in un punto della mia stanza, dove nella parete bianca opacizzata vi era appeso un poster, un poster ormai consumato dal tempo. C'era lui, lo guardai, sentendomi morire dentro. L'immagine di quel ragazzino occhi miele, sembrava fissarmi senza togliermi gli occhi di dosso nemmeno una volta. Mi avvicinai lentamente, posai con delicatezza la punta del mio indice sulle sue labbra, un brivido mi attraversò la schiena nel ricordo di quelle labbra a cuoricino posate sulle mie.

 

Flashback.

 

Non ti libererai tanto facilmente di me, lo sai? “ -disse con un sorriso compiaciuto.

Perché dovrei volerlo?” -avevo le sue labbra così vicine alle mie da sentire il suo respiro sul mio collo.

Mi fai impazzire.” -si morse un labbro, mentre si faceva più vicino, non aspettavo altro. Volevo sentire il suo sapore, volevo assaggiare le sue labbra, avvolsi le mie braccia attorno al suo collo. Lui mi appoggiò al muro lentamente. Mi stampò un bacio, un bacio passionale, le nostre lingue si intrecciarono, giocarono l'una con l'altra, senza sosta.

Scarlett, credo di amarti.” -si staccò piano da me, con lo sguardo impuntato nel mio.

Justin, anche io.”

 

 

Il battito del cuore cominciò a farsi più forte, ormai le lacrime uscivano libere provocandomi un bruciore lieve alla faccia. Justin Bieber, il primo ragazzo che sono riuscita ad amare veramente, il ragazzo che una volta diventato famoso, si è completamente scordato di me,di noi.

Non mi sono ancora presentata, mi chiamo Scarlett, ho 17 anni appena compiuti, vivo da sola in una casa in periferia ad Ontario, in Atlanta. Sia mia mamma che mio padre sono morti in un incidente automobilistico, da quel giorno ho solo lei, mia zia Stephanie. E' tutta la mia famiglia, mi ha cresciuta come fossi sua figlia, non sono mai riuscita a chiamarla 'mamma', quella parola mi porta dolore.

Sono una ragazza magra ma con le curve giuste, ho la carnagione bianca latte, i lunghi capelli rossi mi scendono giù fino alla schiena, coprendomi completamente le spalle. Ho due occhi grandi e verdi, sugli zigomi spuntano leggere lentiggini evidenti ancora di più d'estate. Infondo, ho un bel carattere, è la gente che rompe i coglioni. Passo la maggior parte del mio tempo con i miei quattro migliori amici: Chaz, Chris, Cait e Tom. Ci piace andare sullo skate, fare graffiti, siamo la tipica banda di ragazzi che le persone comunemente chiamano 'teppisti.' Dio, non c'è cosa più falsa di questa. Tutti quelli che fanno qualcosa da anticonformista vengono marchiati come teppisti, come persone che fanno del male alla società di oggi, ma per favore.

Quel pomeriggio di metà Agosto, stavamo passeggiando per andare nel nostro punto di ritrovo, eravamo io e Chaz.

Sai, domani torna Justin.”- Chaz si mise una mano sulla bocca, pentendosi delle sue ultime parole.

Ok.”-continuavo a camminare guardando fissa davanti a me.

Scusa.” -si bloccò nel mezzo della strada prendendomi per il polso con l'intento di fermarmi.

Va bene, andiamo ora.”-mi voltai per un secondo senza guardarlo veramente negli occhi.

No.”-si sedette su uno scalino rialzato sul marciapiede. Con la mano destra mi fece segno di sedermi accanto a lui.”Scar, ti prego, voglio saperne di più.”

A che riguardo?” -fui costretta a coprirmi il volto con la mano, il sole era fin troppo abbagliante.

Tu e Justin.” -sussurrò.

Il mio volto si rabbuiò, non mi piaceva parlare di lui, di quello che mi aveva fatto. Mi aveva rovinato la vita, mi aveva usata per i suoi schifosi divertimenti, ed io cretina ci ero cascata solo perché ai miei occhi appariva diverso da tutti gli altri.

Presi un respiro, mi sedetti accanto a lui. “Non c'è molto da dire, è uno stronzo.” Muovevo le dita con nervosismo, la rabbia si stava impossessando del mio corpo, delle mie emozioni. Un'altra domanda e sarei esplosa. “Com'è andata davvero? Lui me ne ha raccontata solo una parte.” Lo sapevo, lo sapevo, stavo per esplodere. Mi alzai di colpo, sorrisi in modo beffardo, quasi con strafottenza. “Vuoi sapere davvero com'è andata?” Nella mia voce si accennava un briciolo di schifo e di rabbia.

S- si.” Le mie mani tremavano, per la prima volta, stavo parlando della nostra storia, ok, "mantieni la calma, mantieni la calma." Continuavo a ripetere dentro di me mentre Chaz, mi guardava con aria curiosa e interrogativa. “Sai cosa c'è? Il tuo migliore amico, è uno stronzo, mi ha scopata, mi ha usata come avrebbe fatto un qualsiasi pezzo di merda. Mi ha illuso che fosse diverso, e la mia debolezza in quel periodo mi ha fatta innamorare di lui. Non riesco nemmeno a pensarlo, mi fa ribrezzo cazzo. MI FA SCHIFO.” sbottai, quasi urlavo, le lacrime erano più di rabbia che di tristezza. Non piangevo mai, preferivo fare sorrisini falsi, e invece? E invece erano giù due volte in una settimana che ciò accadeva. Lui senza pensarci, si avvicinò a me, e mi abbracciò mentre con una mano mi percorreva i lineamenti dei capelli. “Mi dispiace Scar, non lo sapevo. “ Mi staccai con la voglia di andarmene via da lì. “Ora lo sai.” Socchiusi gli occhi e portai le mie dita fredde appena sotto le ciglia umide dei miei occhi. Mi asciugai tutto ciò che c'era di bagnato sul mio viso e ripresi a camminare.


Spazio autrice: 
spero vi sia piaciuto. appena avrò tempo posterò anche il secondo. 
-Anna.

  
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