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Autore: Tanuki    11/03/2012    4 recensioni
Kidd è molto legato alla sua pelliccia, ma basta un discorso alquanto equivocabile tra Eos e Killer per fargli cambiare idea!
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eustass Kidd, Killer, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Il Capitano e la Costa di Sedano'
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Allora, lo dico subito, è una fagianata, ma questo penso che tutte voi miei prodi lettori lo sappiate già.
Da un pezzetto stavo rimuginando su una KillerxEos, ma visto e considerato che amo troppo Kidd per disegnarlo come un cervo rosso ho deciso di rendere questa storia demenziale come solo io so fareXDXD
Detto ciò, godetevela!

I personaggi sono maggiorenni ed appartengono ad Eiichiro Oda (tranne Eos).
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno!




Galeotta fu la pelliccia...




“Per tutte le gole tagliate di tutti i fottuti marines di questo cazzo di mondo” borbottò velenoso Kidd, mentre rovistava nervosamente nell’armadio “Ogni volta la stessa storia, le dico di non toccare la mia pelliccia, ci penso io alla mia fottuta pelliccia, ma lei no! Non riesce a tenere le manine lontane, deve per forza lavarla quando dice lei, come vuole lei…ma se la trovo e vedo anche un solo pelo storto giuro che le brucio tutti i suoi vestiti davanti agli occhi!”.

Così dicendo svuotava ogni cassetto, frugava in ogni minimo anfratto del grande armadio, lanciando in aria con odio ogni capo d’abbigliamento che trovava.

Alla fine si portò la mano alla testa, le dita candide tra i capelli cremisi.

“Non c’è! Porca puttana! Non c’è! Ma adesso mi sente!”.

Aprì con malgarbo la porta della camera da letto, e lanciò un grido altisonante che raggiunse ogni angolo della nave.

“EOS! DOVE CAZZO E’ LA MIA PELLICCIA?”.

Il silenzio regnava sovrano nel vascello.

“EOS!!” Urlò nuovamente il rosso, non ottenendo risposta.

Kidd sospirò, stringendosi  la parte superiore del naso con due dita.

Poi, un impercettibile sussurro giunse alle orecchie del capitano.

“Se ci trova qui siamo fregati, Killer”.

Era la voce della sua donna.

Proveniva dalla camerata.

E stava parlando con il suo vice.

In un istante la mente del rosso si spostò dalla sua pelliccia perduta ad una sola domanda.

Cosa.cazzo.ci.fa.Eos.chiusa.nella.camerata.con.Killer?

Fece per fiondarsi nella stanza, ma appena posò la grande mano sulla maniglia un sommesso bisbigliare lo bloccò.

La profonda voce del suo vice lo fece tremare di rabbia.

“So che è più forte di te, ma se ci becca Kidd siamo in un bel casino”.

 “Bravo! Adesso la colpa è solo mia, mi sembra giusto! Ma se ogni volta fremi alla sola idea!”.

“Non posso farci niente, le mie dita si muovono da sole!”.

“Beh le tue dita tremanti non possono aiutarci di certo, se ci vede!”.

Il rosso era paonazzo, non riusciva a crederci, la sua donna lo stava tradendo con il suo più fidato collaboratore! Un doppio tradimento!

La voce del biondo lo riscosse dal suo odio crescente.

“Posso…posso toccarla ancora?”.

“Ma non sei mai sazio, Killer!”.

“Ti prego”.

“Ok, ma fai in fretta, Kidd mi starà già cercando…”.

“Ecco…ohhhh, che bello, e il fatto che Kidd non lo sappia rende tutto così…eccitante!”.

Era troppo.

Era VERAMENTE troppo.

Di colpo aprì la porta, accecato dall’ira.

“COSA CAZZO STATE FACENDO????” berciò.

Lo spettacolo che gli si presentò davanti non fu proprio quello che si aspettava.

Trovò Eos seduta su uno dei letti, con la sua pelliccia tra le mani, pulita e rammendata.

Killer era seduto accanto a lei, e tra le dita aveva il pelo rosso del suo cappotto.

La bruna lo fissava con occhi sbarrati, tremando appena.

Il biondo lasciò all’istante la pelliccia.

“S-s-s-scusa, Kidd…” balbettò il vice abbassando la testa.

Eos si morse il labbro inferiore.

“Ho…ho quasi finito, Kidd…” disse sommessamente.

Finì di cucire l’orlo del cappotto di pelo con una velocità disarmante, tagliò il filo con i denti e velocemente la consegnò al rosso.

Kidd non proferì parola, mentre la ragazza usciva dalla camerata.

Killer fissò il suo capitano per un istante.

“So che ci tieni tanto…ma è così morbida…” mormorò cercando di giustificarsi.

Il rosso abbozzò un sorriso.

“Non importa, basta che non tocchi l’unica cosa più morbida della mia pelliccia”.

“Kidd, cosa stai dicendo?”.

“Hai capito, microcefalo d’un vice”.

Se ne andò senza aspettare una risposta da Killer, e si diresse verso la camera da letto.

Vi trovò Eos intenta a piegare la sua pelliccia.

“Costina…” mormorò, posando una mano sulla spalla di lei.

A quel tocco la ragazza sobbalzò voltandosi bruscamente, come pervasa da una scossa elettrica.

“Scusa” disse sommessamente Eos “So che ci tieni tanto alla tua pelliccia, ma Killer insisteva così tanto…”.

“Ehi, ehi, datti una calmata!” esclamò il rosso frizionandole la spalla “Va tutto bene, non sono arrabbiato”.

La bruna lo fissò con i suoi occhi neri come l’ebano.

“Ma se sei entrato urlando come una furia!”.

Kidd sospirò, le sue labbra purpuree si distesero in un mezzo sorriso.

“Sai perché l’ho fatto, Costina?”.

“Perché non ti fidi delle lame del tuo vice a stretto contatto con la tua pelliccia?” domandò a sua volta lei.

Il rosso scosse la testa.

“No, perché pensavo che le sue mani senza lame fossero a stretto contatto con un’altra cosa, ben più importante di un capo di vestiario”.

Eos alzò lo sguardo pensierosa per un istante, per poi capire tutto.

La ragazza scoppiò a ridere.

“Kidd, che scemo che sei, ma lo hai pensato davvero??”.

Il capitano, leggermente imbarazzato, annuì.

La bruna lo abbracciò, alzandosi sulle punte dei piedi fino a posare il suo mento sulla spalla possente di lui.

“Stupido, sai che non lo farei mai…” gli sussurrò all’orecchio.

“Lo so, Costina” rispose Kidd posando le mani sui fianchi della sua donna.

Rimasero abbracciati per qualche minuto, poi la ragazza bisbigliò nuovamente al rosso:

“Ma poi, se avessi voluto tradirti con Killer, lo avrei fatto in un luogo dove tu non ci avresti scovato mai”.

Detto questo, la giovane si allontanò da lui con sguardo furbetto, per poi uscire dalla camera.

Kidd rimase di sasso per qualche minuto, poi fece spallucce e disse tra sé e sé.

“Diabolica. Forse è per questo che mi piace così tanto”.

  
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