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Autore: phoenix_esmeralda    11/03/2012    2 recensioni
Questa fanfiction si colloca alla fine del manga di City Hunter, qualche tempo dopo la conclusione della storia che noi tutti conosciamo. Per questo presuppongo che il rapporto tra Ryo e Kaori sia già in qualche modo evoluto, come si può vedere dal finale di City Hunter.
Questa fic quindi non tenta di “risolvere” la situazione tra i 2 sweeper, poiché si suppone che sia già risolta! ^^ Essa invece, è più un approfondimento del personaggio di Ryo e dei suoi sentimenti concernenti il proprio passato e i propri affetti...che come avrete modo di vedere, si faranno risentire!
Critiche e commenti sono più che graditi, non risparmiatevi!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Miki, Nuovo personaggio, Ryo Saeba/Hunter, Umibozu/Falco
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Kaori sedette stancamente sul letto appoggiando i gomiti alle ginocchia. Fissò il pavimento freddo sotto ai suoi piedi, ma la sua mente scorreva su ben altre immagini.
Una volta scesi dal terrazzo, lei e Ryo avevano improvvisato una cena d’emergenza e lui si era comportato come il solito stupido bonaccione. Aveva commentato le belle ragazze alla televisione e si era lamentato dei vetri distrutti. A chiunque sarebbe apparso tranquillo, senza una sola preoccupazione al mondo.
Ma quello che le aveva raccontato sulla terrazza l’aveva agghiacciata.
Seiya era il fratello di Ryo.
Non fratello di sangue e non più di quanto gli fosse padre Kaibara. Ma là, fra i guerriglieri, Ryo e Seiya erano gli unici ragazzini. Erano cresciuti assieme, imparando a combattere e a contare sulle proprie forze. Avevano avuto paura insieme, avevano condiviso l’incertezza, il dolore, la morte dei loro compagni. Kaibara era stato un padre per entrambi ed entrambi l’avevano considerato il loro unico punto di riferimento.
Ryo non glielo aveva detto, ma Kaori aveva compreso come la presenza di Seiya fosse stata per lui significativa. Se Kaibara era il padre che lo aveva guidato, Seiya era stato il fratello che lo aveva compreso, che aveva condiviso con lui ogni cosa. Senza parole, senza gesti eclatanti, erano cresciuti uno di fianco all’altro consapevoli di provare le stesse identiche emozioni, le stesse paure e, sempre, la stessa disperazione.
Ma quando Kaibara era impazzito, Seiya era diventato come lui. Aveva seguito il filo illogico del padre e adottato i suoi stessi meccanismi di difesa.
Solo dopo aver tentato di uccidere Kaibara, Ryo aveva saputo che anche Seiya era a conoscenza del piano del padre. Seiya aveva saputo che Kaibara intendeva usarlo come cavia umana, ma non l’aveva avvisato. Aveva lasciato che il padre gli somministrasse la polvere degli angeli e lo mandasse a compiere un massacro inumano.
Ryo non aveva più rivisto Seiya dopo aver saputo la verità. Ma adesso lui era venuto a cercarlo. Voleva vendicare la morte di Kaibara… la morte di quel padre che lui non aveva mai messo in discussione. Che aveva continuato ad amare e stimare come negli anni dell’infanzia.
Kaori abbassò la testa sulle gambe, sfinita.
Seiya non voleva uccidere Ryo. Voleva uccidere lei. Per provocare a Ryo lo stesso dolore che lui aveva provato alla morte di Kaibara.
E Ryo per un istante le era parso così… stanco. Così triste.
Quei pochi secondi sulla terrazza le avevano parlato a lungo.
Non poteva neppure osare immaginare lo stato d’animo di Ryo. Tutte quelle morti, tutta quella sofferenza…
La perdita dei genitori, la solitudine, la guerra, il dolore. E poi il tradimento di Kaibara, la dipendenza dalla polvere degli angeli. Poi in America aveva dovuto uccidere il padre di Sonia Field… e la stessa Sonia era venuta in seguito a vendicarsi in Giappone! La morte di Hideyuki, la battaglia che Kaibara l’aveva costretto a combattere contro Mick… e il duello avuto con suo padre!
Crudeltà, dolore, ferite. Non era mai finita.
Ed ora suo fratello. Un’altra persona amata che l’aveva tradito. Un altro compagno venuto a fargli del male. E Ryo avrebbe dovuto combattere anche contro di lui?
Ancora?
Quante ferite poteva sopportare un uomo?
Quell’espressione di Ryo in terrazza… Così sfinita. Stanco di combattere ancora una volta contro qualcuno che non avrebbe mai voluto uccidere.
Perché così poca gente comprendeva il cuore di Ryo?
E Ryo stesso… cosa provava ora per suo fratello?
Se lei, Kaori, avesse dovuto combattere contro Hideyuki… Se Hideyuki avesse voluto farle del male… Uccidere Ryo!
Sussultò.
Non sarebbe riuscita a sopportarlo. Sarebbe impazzita!
Dover scegliere fra suo fratello e Ryo…
- Kaori!
Sobbalzò sul letto. La voce tagliente di Ryo spezzò  la catena di pensieri che l’aveva travolta.
Lui era sul vano della porta, lo sguardo nascosto dall’oscurità della stanza. Ma il suo tono era duro.
- Vieni di là, dormirai con me! – disse perentorio – Non mi fido di Seiya, prima non mi ero accorto della sua presenza. Non dovrai restar più sola, neppure un istante!
Kaori si alzò immediatamente. La voce di Ryo non ammetteva repliche.
Lo seguì nel corridoio fin nella sua stanza e lo vide gettarsi sul letto, sopra le coperte. Kaori si infilò sotto le lenzuola in silenzio.
Ryo non parlava, fissava il soffitto in silenzio e questo le faceva male. Quella vicinanza creatasi quando Kaibara li aveva attaccati sembrava scomparsa. Allora Ryo aveva condiviso, seppure a modo suo, le sue sensazioni con lei. L’aveva tenuta vicina.
Anche ora erano vicini, ma lui sembrava distante anni luce.
Era come se la resistenza di Ryo si fosse improvvisamente spezzata. Kaori aveva paura per lui… Per le conseguenze di questo nuovo dolore.
- Ryo… - gli toccò un braccio gentilmente, cercando di richiamarlo vicino a lei – Cosa vuoi fare adesso? Cercherai di parlare a Seiya?
Lui non rispose. Gli occhi non lasciarono il soffitto e la sua espressione non cambiò.
- Anche se ti ha tradito, per te resta pur sempre un fratello, vero? Non puoi combattere contro di lui.
- Non lo so – la voce dura di Ryo tradiva ancora quella nota di amarezza di qualche ora prima – Non so ancora cosa farò. Ma se mi costringerà a scegliere fra lui e te, non potrò evitare di affrontarlo.
Kaori chiuse gli occhi in preda all’ansia. Come poteva aiutare Ryo? Era la sua socia… e adesso, in fondo, anche la sua donna. Cosa poteva fare per lui?
Non vedeva alcuna via d’uscita.
 
*   *   *
 
Quando Kaori si svegliò, la luce filtrava da poco dalla finestra. Ryo, addormentato di fianco a lei, teneva una mano appoggiata alla sua spalla e il viso rivolto verso il suo. Era sicura che lui avesse faticato ad addormentarsi. Più volte nella notte le era parso di svegliarsi e di trovarlo desto. Pensieri cupi dovevano averlo inseguito per la maggior parte della nottata.
Kaori si alzò a sedere sul letto, fuori il cielo era nuvoloso e si era levato un forte vento. Fece per scendere, ma nello spostarsi urtò il comodino e la sveglia cadde a terra.
In un millesimo di secondo Ryo balzò in ginocchio sul letto e, impugnando la pistola, la rivolse verso la fonte del rumore.
Il silenzio calò nella stanza per qualche istante.
- Scusami Ryo… - balbettò Kaori – Ho urtato il comodino, non volevo svegliarti…
Lui ridacchiò nervoso e appoggiò la pistola ai piedi del letto.
- Accidenti, potresti stare più attenta!! Stavo sognando una donna bellissima in procinto di spogliarsi!
Kaori non replicò. La reazione di Ryo l’aveva scossa. Non aveva mai avuto problemi nel distinguere i falsi allarmi dal vero pericolo. Ed ora era bastata una sciocchezza per farlo scattare come un ragazzino nervoso.
Aveva paura per lui.
Paura che qualcosa in lui stesse inevitabilmente per frantumarsi.
 
 
 
  
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