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Autore: willbeyoungforever    11/03/2012    5 recensioni
Ciao a tutti! Questa è la prima FF che fa parte di un progetto più vasto (che spero tanto di portare a conclusione!). L'obiettivo è quello di rileggere in chiave attuale e il più veritiero possibile le storie delle principesse Disney ma con protagoniste le ship di Glee, in particolare Klaine - Brittana e Faberry! Ecco a voi quindi la prima Fan Fiction che fa parte di questo progetto che ho intitolato Disney!Gay, ispirata alla Bella e la Bestia!
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Il giovane Kurt Hummel, nel tentativo di aiutare il padre, viene fatto prigioniero dall'inquietante padrone Blaine Anderson e dalla sua assurda servitù nella Villa Dalton.
Tuttavia lo scorrere degli avvenimenti porteranno Kurt ad avvicinarsi sempre più a Blaine...
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Dave Karofsky, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Disney!Gay'
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Ciao a tutti! Ecco a voi il terzo capitolo della FF, lo definirei un capitolo di passaggio....ma è necessario per conoscere bene tutti i personaggi di questa storia!
Buona lettura




Capitolo 3 – The Castle
 
Kurt si svegliò con un grande mal di testa. Si guardò in giro cercando di capire dove si trovava. Quella non era la sua stanza. Non la riconosceva proprio. Si sollevò lentamente tenendosi il capo. Gli girava tutto.
Lentamente i ricordi gli riaffiorarono nella mente. Suo padre. Il discorso con il signor Anderson. Il suo tentativo di sfuggire alla presa di Finn e infine l’ago che penetrava nel suo braccio. E poi solo il buio. Anzi no, si ricordava anche quegli occhi giallo dorati che lo fissavano intensamente. Kurt cercò di sollevarsi dal letto ma una mano lo afferrò dolcemente per la spalla.
“Ti sei svegliato caro.” A parlare era stata una ragazza bionda dai capelli corti e sbarazzini. Era molto bella anche nel suo completo da cameriera bianco e viola, coordinato addirittura con un buffo cappellino. “Io sono Quinn Fabray, una delle cameriere della villa Dalton. È meglio se andiamo d’accordo per il periodo che rimarrai qui…è brutto non avere amici, soprattutto se ti trovi nell’ultimo posto dove vorresti essere…”
“Co…cosa? Ma io non ho assolutamente intenzione di rimanere qui un secondo di più! Mio padre sarà preoccupato! Che ore sono?” dicendo questo Kurt si affrettò a scivolare giù dal letto e ad avvicinarsi alla porta per uscire. Ma la trovò chiusa a chiave. Il ragazzo si girò con gli occhi sbarrati verso Quinn che si mordicchiava le labbra sconsolata “Mi spiace, ma il padrone ha ordinato di non farti uscire…siamo riusciti a convincerlo a darti questa stanza degli ospiti…sembri così delicato…” fu tutto quello che la cameriera riuscì a balbettare.
“Non esiste” Kurt stava dando fuori di matto, “Io devo andarmene…Mio padre non sa dove sono! Sarà preoccupatissimo! E l’ansia farà peggiorare solo le sue condizioni di salute…come può permettersi quel ragazzino impertinente di tenermi chiuso qui in questa stanza? Io lo denuncio! Appena esco da qui lo denuncio!”. Dicendo questo il ragazzo continuava a camminare avanti e indietro per la stanza mettendo tutto sottosopra.
Quinn spaventata si era appiattita contro una parete aspettando che si calmasse. Infatti dopo qualche minuto Kurt si accasciò sul pavimento rannicchiato singhiozzando sonoramente. La cameriera si avvicinò lentamente e gli mise una mano sulla spalla.
“Non è poi così male qui sai….noi non siamo malaccio…certo il padrone è un osso duro, ma se stai attento potresti anche non incontrarlo per settimane. La villa è così grande…so che vorresti essere a casa tua, ma ora non è possibile. Le cose non sono andate come voleva il padrone, e questo l’ha fatto molto arrabbiare. Ma vedrai che in poco tempo si calmerà e le cose si sistemeranno. Non devi sentirti solo. Ci siamo qui noi”
Kurt singhiozzando si aggrappò alla spalla della cameriera e tra le lacrime disse “ Non è la solitudine che temo. Io non…non ho mai avuto amici…io…io voglio solo tornare a casa da mio padre…”
Quinn gli accarezzò i capelli e lo cullò per qualche minuto sussurrandogli una dolce canzone nelle orecchie. Non ci volle molto che il ragazzo si addormentò tra le braccia della ragazza.
 

*

 
Questo risveglio fu forse peggiore del precedente: Kurt si ricordava perfettamente dove si trovava. Quella non era casa sua. Non c’era suo padre. C’era solo una villa fredda ed enorme, con un ragazzino viziato e arrogante che lo teneva rinchiuso in quella stanza. Eppure quel ragazzo aveva qualcosa che attirava tantissimo Kurt. Se non fosse stato troppo preoccupato per la sua condizione di prigioniero o per suo padre avrebbe davvero desiderato conoscerlo meglio. Era la prima volta che gli capitava di voler interagire con un altro essere umano. Il signor Anderson era avvolto da un alone di mistero quasi quanto i migliori personaggi dei suoi romanzi.
Kurt si guardò attorno e incontrò subito gli occhi chiari della cameriera che gli sorrise dolcemente. “Ciao Kurt” .
“Salve Quinn” rispose Kurt increspando le labbra in quello che poteva sembrare un sorriso. Non era ancora pronto a lasciarsi andare in quella situazione, anche se quella ragazza era stata veramente gentile con lui. “Che giorno è?” domandò il ragazzo che aveva perso totalmente il senso del tempo.
“Kurt, gioia sono passati due giorni da quando sei arrivato qui…”
Kurt spalancò i suoi grandi occhi azzurri e stava per parlare ma la ragazza lo batté sul tempo “non preoccuparti Kurt, abbiamo chiamato, all’insaputa del padrone, l’ospedale dove si trova tuo padre per avvisarlo che starai qui per un po’. Gli abbiamo detto di non preoccuparsi che stai bene. Ci ha solo raccomandato di farti mangiare sano. Sembra un uomo molto simpatico…”
Kurt tirò un sospiro e si accasciò nel piumone. Gettò un’occhiata oltre le tende della grossa finestra e notò che stava ancora nevicando.
Si girò sul lato rivolto verso Quinn e le sussurrò: “Così sono prigioniero qui fino a…”
“Io non userei quella parola. Però direi fino a quando vorrà il padrone…”
“Ma qui decide tutto lui? È un ragazzino come noi….perchè vi fate controllare così?” domandò disgustato Kurt
“Perché non possiamo fare altrimenti Kurt. Noi lavoriamo per lui…Ah Finn ti porge le sue scuse….non voleva assolutamente farti del male, ma tu ti dimenavi così tanto che è stato costretto a sedarti…”
Kurt fece un leggero cenno con il capo e si accoccolò ancora più sotto il piumone.
Quinn canticchiando una canzone iniziò a  sistemare la stanza spolverando quando improvvisamente la pancia di Kurt brontolò rumorosamente. La cameriera fece un leggera risata che imbarazzò molto il povero Kurt.
“Kurt non arrossire così! Hai le tue ragioni per avere fame…sono due giorni che non mangi…vado a prenderti qualcosa…aspettami qui.”
Quinn scomparve dalla porta facendo scattare nuovamente la serratura.
Kurt era in trappola. Eppure si sentiva protetto in quella stanza. Se solo non fosse stato per la presenza inquietante di quegli occhi dorati che si sentiva continuamente addosso, poteva anche ritenersi tranquillo. Ma sapere di trovarsi sotto lo stesso tetto con quel ragazzo lo faceva star male.
Quinn tornò dopo qualche minuto, ma non più sola. Questa volta era seguita da tutto lo strano gruppetto che aveva conosciuto al suo arrivo. C’erano anche dei volti nuovi che non aveva ancora visto. Una ragazza piccola e mora che saltellava attorno a Quinn, una ragazza di colore vestita di verdino e una ragazza asiatica con dei lunghi capelli neri.
A capo del gruppo c’erano naturalmente Finn e Artie, affiancati da Santana che indossava una gonna vertiginosamente corta. Sicuramente l’abbigliamento più sconsigliato per fare le pulizie.
“Hola Kurt” lo canzonò la cameriera e Kurt non potè far altro che sorridere e fare un cenno del capo.
“Kurt che bello vederti….Quinn ci ha impedito di entrare qui fino a quando non ti fossi svegliato…avevo così tanta voglia di chiederti scusa per l’altra sera…” iniziò a parlare velocemente Finn.
“Si…tranquillo ora va tutto bene”
“AAAAH! Ciao Kurt! Io sono Rachel Berry….sono un’apprendista cameriera e sono sotto la custodia della signorina Fabray….sono così contenta di conoscerti…assaggia il cibo che ti abbiamo portato…ho aiutato anche io a preparalo…fammi sapere cosa ne pensi….”
A parlare era stata la ragazzina mora con la frangetta. Anche lei indossava quel buffo cappellino lilla. Osservava con i suoi grandi occhi castani Kurt mentre assaggiava un pezzo di torta che aveva preparato personalmente e solo quando il ragazzo le rivolse un sorriso compiaciuto la ragazza si sentì più tranquilla. Saltellando si avvicinò a Quinn che le accarezzò dolcemente i capelli.
Tutto il gruppo si sedette in stanza a chiacchierare mentre aspettavano che Kurt finisse di mangiare. Poi fu la ragazza di colore a prendere la parola.
“Via ragazzi, tornate ai vostri lavori, io e Kurt abbiamo del lavoro da fare….non può mica rimanere per sempre vestito così no? Fuori….Fuori….TUTTI FUORI!” e dicendo queste parole la ragazza cacciò tutti dalla stanza. Kurt riuscì solo a vedere Rachel che saltellava felice vicino a Quinn, e Finn che litigava con Artie per decidere l’ora in cui avrebbero portato Kurt a fare un bel giro del castello.
“Ah finalmente siamo soli Kurt” disse la ragazza sorridendo. “Io sono Mercedes Jones, e sono la stylist del padrone, sono qui per aiutarti, devi cambiarti assolutamente….quei vestiti sono tutti sporchi….vieni con me….ho alcuni vestiti che ti andranno bene sicuramente. Sono del padrone ma non li usa mai…dovrebbero andarti bene….forse dovremo fare qualche ritocco alla gamba del pantalone….mi sembri decisamente più alto del Signor Anderson…” dicendo questo Mercedes si era già immersa nell’armadio e stava lanciando completi addosso a Kurt che imbarazzato riuscì solo a farfugliare “Ma il padrone è d’accordo?”.
Padrone. Che termine stupido per quell’idiota. Ma d’altronde non sapeva nemmeno come si chiamava quel ragazzo.
“Suvvia Kurt….Occhio non vede, cuore non duole….non se ne accorgerà nemmeno. Ma sei ancora qui? Fila in doccia a lavarti.”
Kurt obbedì. Aveva proprio bisogno di una doccia rigeneratrice.
Appena finitò trovò Mercedes seduta sul divano con ago e filo ad allungare l’orlo di alcuni pantaloni.
“Oh eccoti caro….ti ho sistemato qui alcuni completi….dimmi tu quale preferisci….secondo me questo colore si sposa perfettamente con i tuoi occhi….provalo. “
E senza dare nemmeno il tempo a Kurt di controbattere, gli lanciò tra le mani un paio di jeans chiari e una maglietta rigata bianca rossa e blu. Kurt si infilò velocemente i vestiti. Effettivamente gli stavano perfettamente.
Mercedes tutta contenta applaudì e sistemò altri completi nell’armadio di Kurt “Poi te ne porterò altri….questi comunque dovrebbero bastare per qualche giorno!”
Ora aspetta qui vado a chiamare Mr Hudson e Mr Abrams….erano così impazienti, soprattutto Finn, di farti fare il giro della villa….ci vediamo Kurt…Stai da Dio!”. La stylist uscì velocemente dalla stanza richiudendola a chiave lasciando il ragazzo solo a contemplarsi nello specchio. 



Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento...le cose inizieranno a farsi serie dal prossimo! Aggiornerò presto, ve lo prometto!
Ringrazio tutti quelli che hanno aggiunto la storia tra le seguite/preferite/ricordate, a chi ha commentato e tutti quelli che hanno solo letto!
Se avete voglia lasciate un commento o una recensione che fa sempre piacere :-)

Prima di lasciarvi vi scrivo, per chiarezza, la corrispondenza di ogni personaggio:

Belle: Kurt
La Bestia: Blaine
Gaston: Karofsky
Maurice, il padre: Burt
Lumiere, il candelabro: Finn
Tockins, l'orologio: Artie
Mrs. Bric: Quinn
Chicco: Rachel
LeTont, aiutante di Gaston: Azimio
Spolverina, lo scopino: Santana
Sultano, il cagnolino: Tina
Guardaroba: Mercedes

Spero di non essermi dimenticata nessuno!
al prossimo aggiornamento!
Ottavia


   
 
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