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Autore: Emily Kingston    11/03/2012    5 recensioni
Stava spostando alcune pergamene srotolate quando qualcosa cadde sul pavimento dalla scrivania, producendo un lieve tonfo ovattato.
Hermione chinò lo sguardo, incuriosita dall’oggetto che si celava sotto al mucchio di pergamene. Si trattava di un piccolo libricino rettangolare con una lucente copertina rossa ed il titolo in lettere dorate: 12 Passi Infallibili per Sedurre una Strega.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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ROMIONEFACTS#
Hermione found Ron's copy of
12 Fail-Safe Ways to Charm Witches
and wrote little notes in the margins
for him to find.*

 



12 Fail-Safe Ways to Charm Witches

 
Molly Weasley sospirò, pulendosi le mani al grembiule che teneva legato attorno alla vita. Aveva appena finito di rassettare la cucina dopo la colazione e, stranamente, la casa sembrava essere avvolta nel silenzio.
Dopo la fine della Guerra, era calato sulla Tana una sorta di sipario, che aveva dato la possibilità ai suoi abitanti di prendersi una pausa da tutto quello che era accaduto fino a quel momento, permettendogli anche di riflettere su quello che sarebbe stato il loro futuro, adesso che potevano permettersi di progettarne uno.
Attenta a non intaccare il silenzio che si era creato, Molly si diresse in salotto, dove Hermione e Ginny stavano leggendo, una seduta sulla poltrona e l’altra sul divano.
“Ragazze, dove sono Harry e Ron?” domandò, notando l’assenza dei due ragazzi.
La casa, ormai, era abitata solamente dai suoi due figli più piccoli, Harry ed Hermione, i quali passavano la maggior parte delle giornate in giro per la casa a bighellonare.
“Dovevano fare delle commissioni a Diagon Alley,” rispose Ginny, senza alzare gli occhi dalla lettera che teneva tra le mani. “Sono usciti subito dopo colazione e hanno detto che torneranno per pranzo.”
Molly annuì, anche se nessuna delle due ragazze la stava effettivamente guardando.
“Bene, visto che i ragazzi non ci sono, dovremmo approfittarne per ripulire le camere,” disse la donna dopo qualche minuto, tirandosi su le maniche della maglietta.
Ginny alzò il viso e anche Hermione, anche se non distolse gli occhi dalle pagine del grande libro che teneva sulle ginocchia, sussultò lievemente.
“Cosa intendi con dovremmo?” domandò Ginny.
Molly la guardò sbattendo le palpebre.
“Io, tu ed Hermione.”
Questa volta, anche l’altra distolse l’attenzione dalla propria lettura per posare gli occhi su Molly.
“Ma mamma!” protestò Ginny, terrorizzata all’idea di dover rassettare la propria camera o, peggio ancora, quella del fratello.
“Ginevra Weasley, non fare l’impertinente con me!” la rimproverò la madre, mettendo le mani sui fianchi e inarcando le sopracciglia.
“Va bene,” sospirò. “Ma io metto in ordine la mia stanza,” si affrettò a precisare, afferrando la bacchetta e sparendo su per le scale.
“Io mi occuperò della cucina e del salotto,” annunciò allora Molly a una rassegnata Hermione che, chiuso il proprio libro, era già in piedi, pronta ad andare ovunque l’aiuto della sua bacchetta fosse richiesto dalla padrona di casa. “Credo che a te, Hermione cara, tocchi la stanza di Ronnie.”
Hermione annuì, già immaginando il disordine contro il quale le proprie scarse abilità negli incantesimi domestici avrebbero dovuto confrontarsi.
“Benissimo,” esclamò la donna, sorridendo allegra. “Non c’è bisogno che ti dica nulla, la strada la sai già.”
Hermione abbozzò un sorriso e, sforzandosi di non dare a vedere il palese fastidio per essere stata interrotta nella sua lettura, iniziò a salire le scale.
 
La stanza di Ron si trovava all’ultimo piano della casa, proprio sotto alla soffitta. Non era molto grande ed era interamente tappezzata di poster dei giocatori dei Magnifici Sette, tutti autografati. Oltre alle pareti, anche il letto era di un forte coloro arancio e, sulla coperta di lana appoggiata sopra alle lenzuola, era cucito all’uncinetto lo stemma dei Cannoni di Chudley.
Quando Hermione spalancò la porta, si ritrovò faccia a faccia con la stanza più disordinata che avesse mai visto.
Da una parte era infastidita all’idea di aver dovuto lasciare il proprio libro per riordinare il macello che Harry e Ron accumulavano ogni giorno, ma dall’altra si sentiva in dovere di aiutare la signora Weasley, dopo tutto quello che aveva fatto per lei negli anni.
Così, arrotolandosi le maniche fino ai gomiti, afferrò la bacchetta e iniziò a spostare gli oggetti sparsi sul pavimento sopra alle mensole e nei vari cassetti, assicurandosi di riunire in un angolo gli abiti sporchi e di riporre ordinatamente sullo schienale della seggiola davanti alla scrivania quelli che Ron avrebbe potuto indossare di nuovo.
Dopo più di un’ora, il pavimento era finalmente libero da qualsiasi impiccio e la pila di abiti sporchi stava volteggiando giù dalle scale, verso la lavanderia, dove Molly l’attendeva per fare il bucato.
Con un sospiro, spostò gli occhi sulla scrivania e quasi le mancò il respiro notando che la situazione era forse più grave di quella del pavimento. C’erano libri, pergamene, vecchie piume sfilacciate, alcuni rimasugli dei Biscotti Gufici di Leotordo e alcune riviste di Quidditch.
Hermione decise che per la scrivania sarebbe stato più efficace riordinare alla babbana, così, infilata la bacchetta nella tasca anteriore dei jeans, iniziò a riporre i libri sulle mensole, le piume vicino ai calamai, le pergamene nei cassetti e le riviste impilate in un angolo della scrivania.
Stava spostando alcune pergamene srotolate quando qualcosa cadde sul pavimento, producendo un lieve tonfo ovattato.
Hermione chinò lo sguardo, incuriosita dall’oggetto che si celava sotto al mucchio di pergamene. Si trattava di un piccolo libricino rettangolare con una lucente copertina rossa e il titolo in lettere dorate: 12 Passi Infallibili per Sedurre una Strega.
La ragazza continuò a fissare la copertina del libricino dalla quale un avvenente mago dai capelli biondi le sorrideva ammiccante, mostrando il pollice alzato.
Poi si guardò un secondo alle spalle e, appurato che né Molly né Ginny si aggiravano per il corridoio dell’ultimo piano, lo raccattò e se lo rigirò tra le mani.
Esternamente non era diverso da tantissimi altri libri che aveva visto e letto, era l’interno a incuriosirla e il titolo la portò a chiedersi per quale motivo Ron possedesse un libro del genere.
Sopraffatta dalla curiosità, chiuse la porta con un colpo di bacchetta e si sedette sul letto, iniziando a sfogliare il manuale. Nelle prime pagine, l’autore faceva una breve introduzione, parlando ai giovani e inesperti lettori dell’enorme risorsa che quel libro rappresentava per qualsiasi mago che aveva intenzione di attirare l’attenzione di una strega.
Reputando quell’introduzione piena d’informazioni prive di fondamento, Hermione continuò a sfogliare il libro, fino a soffermarsi sul passo numero uno.
 

Primo Passo: Siate comprensivi
 
Come prima cosa, dovete saper essere comprensivi e dimostrare alla vostra strega che può sempre contare su di voi. Se ha un problema e ha bisogno di confidarsi è da voi che deve venire e da nessun altro. L’unico modo per raggiungere questo risultato è la comprensività.
Ricordate: dovete prima di tutto essere il suo migliore amico.

 
Hermione sorrise notando quante volte quella pagina fosse stata sfogliata da Ron, probabilmente in un tentativo da parte del ragazzo di capire ciò che il passo suggeriva. Immaginò un Ron confuso che, a tarda notte, accendeva la luce sulla punta della propria bacchetta e tornava sulla pagina del passo numero uno, e le venne in mente un momento che aveva condiviso con lui alcuni giorni prima della loro partenza con Harry…
 
Hermione inspirò profondamente, allungando una mano verso la maniglia della porta.
E se stesse già dormendo?
La mano di Hermione si ritrasse velocemente e la ragazza se la strinse al petto, mordicchiandosi le labbra.
Non essere ridicola, c’è la luce accesa.
I suoi occhi si abbassarono verso il sottile spazio tra la porta e il pavimento, dal quale filtrava una flebile striscia di luce gialla.
Hermione prese un respiro e, chiudendo gli occhi, bussò lievemente al legno della porta.
“Chi è?”
La ragazza piegò la maniglia, facendo capolino nella stanza di Ron.
“Sono Hermione,” si annunciò, imbarazzata. “Posso… Posso entrare?”
Ron era seduto sul letto con un libricino in mano che, appena vide comparire il volto della ragazza, si affrettò a riporre in un cassetto del comò.
“Certo,” disse, “entra pure.”
Hermione abbozzò un sorriso e, chiudendosi la porta alle spalle, avanzò all’interno della camera di Ron, rimanendo in piedi in mezzo alla stanza, imbarazzata e confusa.
“Allora, dovevi dirmi qualcosa?” domandò Ron.
Hermione deglutì, abbassando lo sguardo.
Doveva dirlo a qualcuno, altrimenti sarebbe scoppiata. Normalmente si sarebbe confidata con Harry, ma Harry era ancora dai Dursley e lei non poteva certo mandargli un gufo, con i Mangiamorte che impazzivano per cercarlo.
O forse quella era solo una scusa per non ammettere che voleva dirlo a Ron, perché in una situazione come quella era di lui che aveva bisogno.
“Ehi, Hermione che succede?”
La ragazza alzò lo sguardo, sentendo qualcosa di bagnato colarle lungo il collo, fin dentro la leggera maglia del pigiama. Stava piangendo.
“Io… Ecco… Io…” portandosi le mani davanti al viso, Hermione iniziò a singhiozzare, ripensando all’immagine dei suoi genitori che facevano i bagagli, emozionati per il loro trasferimento a Sydney mentre lei, la loro bambina, li spiava dalla finestra che dava sul salotto.
Dopo pochi minuti sentì le braccia di Ron che le avvolgevano le spalle e la conducevano gentilmente sul letto. Istintivamente, la ragazza si aggrappò alla maglietta di lui, stringendola forte tra i pugni chiusi, il volto premuto sul suo petto e le gambe piegate sul materasso in una posizione innaturale.
“Shh…” le sussurrò Ron in un orecchio, accarezzandole goffamente i capelli. “Prendi un respiro e raccontami cos’è successo.”
Hermione iniziò a respirare, cullata dalle impacciate carezze di Ron.
“Li ho… Li ho oblivati,” disse, la voce ancora tremante. “Ho usato un oblivion su di loro.”
Ron continuò ad accarezzarla, con un po’ più di sicurezza.
“Loro chi, Hermione?”
“I miei genitori,” singhiozzò, sentendo le lacrime che le salivano agli occhi. “Loro non sanno più che io esisto, capisci?”
Il ragazzo le avvolse la vita con un braccio, stringendola un po’.
“L’ho fatto per proteggerli, lo so, è solo che… È solo che…”
“Hai avuto paura per loro, è comprensibile.”
“Lo so! Ma adesso… Adesso sono sola.”
Ron abbassò il volto quanto bastava per guardare Hermione in viso.
“Questo non è vero,” disse, con voce decisa. “Tu non sei da sola, ci sono io con te.”
Hermione sbatté le palpebre, stupita. Poi un piccolo sorriso si fece strada sul suo volto e, ignorando l’imbarazzante situazione nella quale lei e Ron erano capitati, appoggiò la guancia contro il petto del ragazzo e socchiuse gli occhi.
“Grazie, Ron.”
 
Un sorrisetto si fece strada sul volto di Hermione che, sistemandosi meglio sul letto di Ron, con la schiena appoggiata al muro e le gambe incrociate sul materasso, attorcigliò i capelli attorno alla bacchetta e continuò a sfogliare il manuale.
 

Quinto Passo: Piccoli gesti significativi
 

È
 importante che voi esterniate il vostro interesse, senza però esagerare. Dovete, prima di tutto, apprezzare le cose che la vostra strega dice o fa, magari facendole qualche complimento ogni tanto o regalandole un fiore senza una ragione particolare.
Lei deve capire di essere importante per voi a piccoli passi.

 
A Hermione venne quasi da ridere immaginando Ron che si frugava il cervello per trovare qualcosa di carino da dire, o che cercava il coraggio per strappare un fiore dal prato e portarlo a una ragazza.
Ron era sempre stato molto impacciato quando si trattava di sentimenti e, a dirla tutta, anche molto tardo a comprenderli. Ma a Hermione tornò in mente un avvenimento, risalente alla preparazione del matrimonio di Bill e Fleur…
 
Hermione sussurrò un incantesimo tra i denti e dalla punta della sua bacchetta sbucò un lucido nastro lilla che la ragazza avvolse attorno a una delle decorazioni floreali sistemate sotto al tendone.
Con un altro colpo di bacchetta, fece apparire tante piccole palline luccicanti che, diligenti, andarono a posarsi tra le corolle dei fiori di pesco che Fleur aveva voluto nelle composizioni.
“Bello,” commentò Ron, arrivandole alle spalle.
Hermione si voltò verso di lui e notò che aveva parte dell’abito che avrebbe indossato alla cerimonia: sicuramente sua madre l’aveva obbligato a provarlo per controllare che non ci fossero ritocchi da fare all’ultimo minuto.
Il contrasto tra i lunghi pantaloni blu e il gilet elegante con la camicia tirata fuori dai pantaloni e arrotolata fino ai gomiti lo facevano sembrare più attraente del solito.
Non che Hermione non avesse mai notato quanto Ron potesse essere attraente, anzi, pensò arrossendo, l’aveva notato più di una volta.
Ma infilato in quell’abito da cerimonia palesemente controvoglia sembrava comunque un Ron diverso dal solito.
“Hai un dono per certe cose,” aggiunse il ragazzo, sorridendo in direzione di Hermione e delle sue decorazioni.
La ragazza arrossì ancora, gettando uno sguardo fugace al proprio lavoro.
“Grazie, Ron!” esclamò, convincendosi che Ron era decisamente diverso dal solito.
 
Le scappò una risata ricordando che Harry, che sapeva sicuramente dell’esistenza del manuale, si trovava proprio a pochi passi da loro quando Ron se n’era uscito con quel complimento improvviso e doveva sicuramente essersi fatto due risate tra sé e sé.
Scuotendo lievemente il capo, andò avanti con la propria lettura, incappando in un passo che risvegliò in lei dei ricordi pungenti.
 

Ottavo Passo: le streghe hanno sempre ragione
 
Non prendetelo come un dato di fatto, più come una regola di sopravvivenza. Alle femmine piace avere ragione anche quando, palesemente, sono in torto. Perciò se la vostra strega ce l’ha con voi, ricordate di scusarvi e appoggiarla qualsiasi cosa lei dica per essere perdonati.
Non abbiate paura di perdere la vostra autorità o di intaccare il vostro ego, per guadagnarvi il rispetto di una donna dovete prima di tutto fare in modo che lei sappia che voi l’appoggerete sempre.

 
Hermione rientrò improvvisamente nella tenda, notando Harry e Ron che, seduti sulla branda di quest’ultimo, parlottavano tra di loro.
La ragazza, dopo aver lanciato un’occhiataccia a Ron, si schiarì la voce, attirando l’attenzione di entrambi.
“Voglio andare a trovare Xenophilius Lovegood.”
Harry e Ron alzarono lo sguardo su di lei, stupiti.
“Xeno Lovegood, dici? Il papà di Luna?”
Hermione ignorò la domanda di Ron e puntò gli occhi su Harry, aprendo Vita e Menzogne di Albus Silente e mostrando ad Harry un simbolo che si trovava nel libro.
“Guarda qua,” disse, indicando lo strano triangolo che Silente aveva usato per scrivere la A del proprio nome nella firma di una lettera indirizzata a Gellert Grindelwald. “È
di nuovo quel simbolo. Prima in Beda il Bardo, poi sulla tomba a Godric’s Hollow, e adesso qui.”
Ron guardò entrambi senza avere la minima idea di cosa stessero parlando, ma Hermione non si prese certo la briga di spiegarglielo. Se non se ne fosse andato l’avrebbe saputo da solo.
“Tu hai detto che il signor Lovegood porta una collana con questo simbolo,” Harry annuì, ricordando di aver notato lo strano ciondolo del padre di Luna al matrimonio di Bill e Fleur, quando si era presentato a lui come il cugino Barny. “Beh, penso che lui possa dirci che cosa significa.”
Harry ci pensò su per qualche minuto, alzando gli occhi al cielo.
“Non lo so Hermione, non penso sia una buona idea.”
“Io invece sono d’accordo con lei,” intervenne Ron, ignorando l’occhiataccia lanciatagli da Hermione. “Penso che dovremmo andare a trovare Lovegood.”
Nonostante il suo palese fastidio per l’intervento di Ron, Hermione guardò Harry con il capo lievemente reclinato da una parte, come a voler sottolineare il fatto che aveva ragione lei.
“Votiamo,” propose Ron e sia Harry che Hermione si voltarono verso di lui. “Quelli a favore?”
Seppur con riluttanza, la mano di Hermione scattò in aria insieme a quella di Ron e Harry, sconfitto, fece un sospiro e annuì.
 
Non avrebbe mai pensato che, anche in quell’occasione, Ron avesse usufruito del manuale.
Da una parte doveva ammettere di aver sentito Harry sussurrare qualcosa all’orecchio di Ron a proposito del suo patteggiamento nei propri confronti ai fini di una riconquista, e doveva anche ammettere di essere stata più felice di quanto avrebbe dovuto quando Ron aveva tirato fuori un vecchio detto babbano, definendo la loro situazione una via di mezzo tra guerra e amore.
Era stato bello sentirlo parlare a quel modo di loro due.
Con un sospirò, lesse i passi successivi, concedendo poca attenzione al resto del manuale. Fu il penultimo passo, però, a catturare nuovamente la sua attenzione.
 

Undicesimo Passo: Sorprendetela
 
Alle donne piace essere sorprese. Se siete in grado di sorprenderla allora il gioco è fatto.
La prima cosa che c’è da capire di questo delicato e importantissimo passo è che le ragazze, per natura, sono delle sognatrici. A loro piace stupirsi, emozionarsi, rendersi conto che tutto è possibile. Il vostro compito è quello di essere al meglio che potete il principe che sognano fin da bambine. Ma non dovete farlo con gesti cavallereschi o eclatanti, basta una parola che loro non si aspettano o un dono che le lasci senza fiato.

 

Incantesimi utili all’applicazione del passo: ci sono molti incantesimi che possono aiutarvi ad applicare questo preziosissimo passo. Incantesimi illusivi, con i quali potete creare paesaggi o l’atmosfera giusta. Incantesimi di trasfigurazione o semplici trucchi da primo anno.
Il mio preferito è l’incantesimo Flore Emerso. Puntando la vostra bacchetta sul bocciolo di un fiore e recitando l’incantesimo, esso s’incanterà in modo tale che, quando la vostra strega lo porterà vicino al volto per assaporarne l’aroma, esso sboccerà producendo una serie di piccole scintille dorate. Tali scintille inizieranno a volteggiare intorno a voi, creando un’atmosfera più magica di quella che potrebbe mai scaturire dalla punta di una bacchetta.

 
Hermione rilesse quel passo più e più volte, trovandosi a dover riconoscere che, in rare occasione, l’autore del libro era stato davvero in grado di capire quali fossero i sentimenti delle ragazze. Rileggendo per l’ennesima volta la pagina, Hermione non poté fare a meno di pensare che, se anche Ron non aveva incantato alcun fiore né aveva usato altri incantesimi o fatto cose particolari, era stato in grado di applicare quel passo nel modo migliore di tutti.
 
Ginny sparì oltre la porta della Stanza delle Necessità e Harry era già pronto a fare la propria richiesta, quando la voce di Ron attirò l’attenzione degli altri due.
“Aspettate,” esclamò. “Abbiamo dimenticato qualcuno!”
Harry ed Hermione si scambiarono uno sguardo perplesso, controllando che nessuno fosse rimasto nella Stanza Vai e Vieni.
“Chi?”
“Gli Elfi Domestici,” rispose Ron, come se la cosa fosse estremamente ovvia. “Saranno tutti giù in cucina, no?”
Harry strabuzzò gli occhi.
“Vuoi dire che dovremmo farli combattere?”
Hermione era già pronta a recitare la sua arringa difensiva nei confronti delle creature magiche che aveva difeso negli ultimi tre anni, ma Ron la precedette.
“No,” rispose, serio. “Dobbiamo farli andare via. Non vogliamo altri Dobby, no? Non possiamo chiedergli di morire per noi…”
Hermione non riuscì a credere alle proprie orecchie. Ron, lo stesso Ron che si ostinava a chiamare il C.R.E.P.A Crepa, lo stesso Ron che le ripeteva continuamente che gli Elfi avevano sempre vissuto nelle condizioni in cui vivevano e che a loro andava bene così, lo stesso Ron che la prendeva in giro per i cappelli e le sciarpe di lana che cuciva durante il quinto anno, adesso stava parlando di salvare gli Elfi Domestici.
Improvvisamente ogni pensiero coerente scivolò via dalla mente di Hermione e le zanne di basilisco caddero dalle sue braccia, finendo sul pavimento con un gran fracasso. Ignorando lo sguardo stranito di entrambi i suoi migliori amici, corse verso Ron e, afferrandolo per il bavero della maglietta, lo strattonò verso il basso, baciandolo sulla bocca.
Sentì la scopa e le zanne che Ron teneva in mano cadere a terra e le sue braccia avvolgerle la vita, sollevandola lievemente da terra.
Lo scalpiccio della gente che correva fuori dalla Stanza delle Necessità, combattendo per la propria vita, arrivava chiaro alle orecchie di Hermione e le suggeriva di smetterla di perdersi in frivolezze come l’amore e i baci e riprendere a lottare come tutti gli altri.
Ma Hermione strinse più forte le braccia attorno al collo di Ron, giocherellando con i capelli che crescevano sulla parte bassa del collo del ragazzo, beandosi della sensazione di averlo così vicino, di avere la sua bocca premuta sulla propria.
Hermione decise solo di essere egoista per un po’ e di prendersi una piccola rivincita per se stessa, pensando che almeno un bacio da Ron prima di morire le era dovuto.
“Vi pare il momento?” gemette Harry, ma Hermione volle essere egoista per un minuto ancora e, ignorando la voce del suo migliore amico, stinse Ron un po’ di più, iniziando a dondolare sul posto.
 
Un piccolo sorriso si fece strada sul volto di Hermione quando riemerse da quel ricordo, richiudendo il manuale e appoggiandoselo sulle gambe.
Poi un lieve sospiro sfuggì dalle sue labbra, disperdendosi nel silenzio della stanza di Ron.
Era quasi scontato, se ci rifletteva bene, che dopo essersi scambiati quel bacio lei e Ron non ne avessero fatto più alcun cenno, un po’ perché i primi mesi dopo la Guerra erano stati forse peggiori della guerra stessa, un po’ perché se le cose fossero andate diversamente loro non sarebbero stati Ron e Hermione.
Ma se fino a quel momento Hermione aveva attribuito la cosa all’imbarazzo e alla situazione familiare in cui Ron si era ritrovato dopo la morte di suo fratello, adesso il suo comportamento non aveva più scusanti e lei non aveva sicuramente intenzione di fare il primo passo un’altra volta.
Ginny le aveva detto più e più volte di riporre l’orgoglio nel cassetto e di farsi avanti, perché ad aspettare suo fratello avrebbe aspettato per tutta la vita, ma Hermione serbava nel cuore il timore che Ron avesse risposto al suo bacio solo perché era un adolescente consapevole di stare rischiando la vita e che avesse semplicemente pensato che un bacio potesse essere un’adeguata consolazione alla morte.
Sospirò, abbassando lo sguardo sul manuale appoggiato sulle sue gambe. Il mago dai capelli biondi in copertina ammiccò verso di lei, continuando a mostrare con fierezza il suo pollice alzato, come fosse stato una specie di garanzia dell’efficacia del libretto.
Osservando i denti bianchissimi e perfettamente diritti del mago le venne in mente una cosa. Un’idea della quale si stupì lei stessa ma che, seppur un po’ stupida forse, non riuscì a ignorare.
Riaprendo il manuale di Ron, Hermione appellò una piuma e iniziò a scarabocchiare qualcosa sull’ultima pagina, prima di balzare giù dal letto e riprendere a riordinare la stanza, con uno strano sorrisetto soddisfatto che le danzava sulle labbra.
 
“Mamma! Siamo a casa!” la porta d’ingresso sbatté dietro alle spalle di Harry e Ron, che entrarono in salotto con alcune buste in mano.
Molly si affacciò dalla cucina e disse loro di sbrigarsi, poiché il pranzo sarebbe stato pronti a momenti. Ginny, invece, apparve dalle scale e balzò al collo di Harry, riempiendolo di baci sulle guance che Ron trovò tanto disgustosi da lasciare i due piccioncini da soli per salire nella propria stanza.
Quando aprì la porta, trovò un ordine che era certo di non aver lasciato. Il letto era perfettamente rifatto, il pavimento libero da qualsivoglia impiccio e la scrivania era stata ripulita e riordinata alla perfezione. In qualche modo, nonostante non avesse mezzi per esserne certo, Ron aveva la strana sensazione di sapere di chi fosse la bacchetta che aveva provveduto a sistemare tutto il suo disordine.
Con un mezzo sorriso stampato sul volto, appoggiò le proprie buste ai piedi della scrivania e si buttò sul letto, coprendosi gli occhi con le braccia.
Rimase in quella posizione per un po’ poi, spostate le braccia dal viso, spostò lo sguardo sulla sua ora ordinatissima scrivania e qualcosa catturò la sua attenzione.
Il manuale di 12 Passi Infallibili per Sedurre una Strega era stato sistemato insieme ai libri scolastici su una delle mensole che si trovavano sopra alla scrivania, in un luogo dove lui era più che certo di non averlo lasciato.
Terrorizzato all’idea che Hermione potesse averlo trovato e, Merlino non voglia, letto, Ron balzò in piedi e si affrettò a toglierlo dalla mensola, portandolo con sé sul letto.
Lo sfogliò velocemente, setacciando le pagine alla ricerca di qualsiasi cosa potesse suggerirgli che il libro era stato recentemente letto da qualcuno. Stava quasi per tirare un sospiro di sollievo quando, girata l’ultima pagina, trovò una nota vergata con una piccola grafia ordinata.
 

Tredicesimo Passo: Siate sinceri
 
La cosa che davvero le ragazze apprezzano più di ogni altra è la sincerità. Ci fa piacere quando un ragazzo ci dice le cose come stanno, perché è anche un indice di fiducia nei nostri confronti e, soprattutto, fiducia che il ragazzo prova verso se stesso.
Alle donne piacciono gli uomini sicuri di sé e disposti a lottare per ciò che vogliono.
Quindi, se dovete dire alla ragazza che vi piace quanto vi piace o se dovete dichiararvi in qualunque modo a qualunque donna, c’è solo una cosa da fare: dirglielo.

 
Ron rimase a fissare la nota per qualche secondo, gli occhi spalancati e le orecchie arrossate. Poi, all’improvviso, balzò in piedi e, lasciato il manuale sul materasso, si fiondò fuori dalla propria stanza, diretto verso le scale.
“Hermione! Qualcuno ha visto Hermione?!”

 


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Salve a tutti :D 
Questa storia è nata quando ho trovato una bellissima raccolta di Romione Facts, tra i quali c'era, appunto, quello citato all'inizio della storia. Per la mia testolina è stato inevitabile pensare a questa storia, quindi se qualcosa non vi sta bene prendetevela con lei, io sono solo uno strumento!
Le cose da dire su questa storia sono davvero poche. Il primo flashback di Hermione, come avrete notato, è un Missing Moment del momento in cui lei si confida con Ron riguardo ciò che è successo con i genitori, mentre gli altri tre sono liberamente tratti da Harry Potter e i Doni della Morte. Per quanto riguarda le 'scarse abilità negli incantesimi domestici' di Hermione, lo so che sembra una cosa strana, perché Hermione con la bacchetta è brava in ogni cosa, ma, non so perché, io immagino che con gli incantesimi domestici non se la cavi poi tanto bene. 
E poi niente, spero che questa storia vi sia piaciuta e che vi abbia fatto sorridere almeno un po' :) Mi aspetto di sapere cosa ne pensate e ricordate: un recensione al giorno toglie il medico ti torno ;) 
Buona sera a tutti, 
Emily. 



*Hermione trovò la copia di Ron di 12 Passi Infallibili per Incantare una Strega
E scrisse delle piccole note ai margini affinché lui le trovasse. 



 
   
 
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