Remus Lupin era da sempre stato quello diverso, speciale. In quel momento,tuttavia,riusciva a sentirsi finalmente come tutti gli altri uomini. Non era più un lupo, né un mostro, ma semplicemente Remus. Inebriato dal dolce profumo della donna e dalla perfezione del suo candito corpo diresse lo sguardo verso il cielo notturno. Fuori  dalla finestra appannata,altezzosa e possente,la pallida luna sembrava schernirlo,rivendicandogli con arroganza la sua vera natura. Remus si distaccò dolcemente dalla stretta della giovane donna,turbato da quella infelice visione. Che sciocco e inguaribile sognatore. Il suo amore non avrebbe contribuito a renderlo diverso da quello che era realmente: un mostro. Lei meritava di meglio,lui lo sapeva. Se davvero l’amava ,avrebbe dovuto dirle addio per sempre. Si sedette sul candito letto,i piedi sul freddo pavimento e il volto nascosto timidamente nelle mani. Soffocò a stento un forte singhiozzo mentre lacrime amare cominciarono a rigargli improvvisamente il viso.
Con un tocco delicato e quasi impercettibile lei cominciò ad accarezzargli dolcemente la candita schiena. Aveva capito,era l’unica che ci riuscisse.
I due amanti rimasero in silenzio per qualche minuto, mentre il respiro affannato dell’uomo,l’unico rumore in quella notte silenziosa,cominciava lentamente a scemare. << La luna mostra con perfidia chi sono veramente:un uomo maledetto,un mostro. >> La sua voce titubante e rotta dal pianto. << Non posso continuare a fuggire dalla mia vera natura,né permettermi di rovinarti la vita,Tonks. Non riuscirei a perdonarmelo. Capisci? >> Riprese fiato. Non osava pensare al suono tagliente e aspro delle parole che stentatamente uscirono dalle sue labbra,come un sussurro. << Devo sparire dalla tua vita. >>
Continuava a rimuginare su quella decisione con lo sguardo perso nel buio che li circondava,quando Tonks,afferratogli la mano,la pose delicatamente sul suo petto. << Chiudi gli occhi, dimentica ogni cosa. Che cosa senti? >>
<< Il tuo cuore. >> Rispose quello titubante. Tonks assentì con un gesto impercettibile del capo,portando poi la mano sull’ampio petto dell’uomo.    << E ora? >>  << Il mio cuore. >> Sorrise.
 << Visto? Non ci sono differenze fra di noi. >>
Lo strinse forte fra le sue braccia protettrici,quasi materne,non appena l’uomo cominciò a singhiozzare,sopraffatto dalla dolcezza di quelle parole. Lui l’amava con tutto se stesso e molto egoisticamente non avrebbe tentato di allontanarla dalla sua vita. Al suo fianco riusciva a sentirsi diverso, quasi normale. Nella penombra della stanza, un sorriso solcò timidamente il suo volto,mentre,stretto fra le braccia della donna  scrutava beffardo la luna: non ne avrebbe avuto più paura.