Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Ricorda la storia  |      
Autore: Clover GD    12/03/2012    4 recensioni
Sono sempre loro, i nostri Heather ed Alejandro di sempre.
Stavolta, sono alle prese con la vita quotidiana legata per qualche verso ad un oggetto ligneo, contro il quale Alejandro avrebbe molto, moltissimo da ridire xD
Dal testo:
-Il mio cervello è andato a farsi fottere da quando abbiamo – hai – delapidato la bellezza di diecimila dollari per quello stupido pezzo di legno con ottantasette tasti e l'hai cominciato a strimpellare-
-I tasti sono ottantotto, cretino!-, esplose Heather.
Alejandro rimase per qualche secondo con la bocca dischiusa ed il braccio sospeso a mezz'aria, l'indice puntato verso di lei.

Cos'altro dire..?
Spero di aver suscitato curiosità e.. Buona lettura :)
Storia classificatasi quinta all'Alejandro - Heather Contest indetto da ThePirateSDoughter sul forum di Efp.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Heather | Coppie: Alejandro/Heather
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Touchè.



-Sei un idiota!-

Alejandro si voltò appena in tempo per fare in modo che la boccetta vitrea contenente un liquido azzurro, che gli era stata tirata mirando alla sua scapola, gli colpisse invece la clavicola, incrinandosi e facendo uscire dalle crepe un goccio di detersivo dal forte odore di candeggina sulla camicia che, fortunatamente, era già bianca di suo.

-Madre de Dios, Heather! Uno non ti puede fare un favore che__

Venne interrotto dagli occhi di lei che, fiammeggianti, gli si posarono sgarbatamente sul volto, in un intreccio di ghiaccio e piombo liquido.

-Non te l'avevo chiesto, io. Tu hai insistito per andarlo a comprare, ma avresti potuto almeno prendere quello giusto!-

Lui alzò gli occhi al cielo.

-Santoiddio, sempre di qualcosa per pulire si tratta! Su, da brava, chica, puoi anche pulire il pianoforte con quel__

Fu fermato di nuovo da una sempre più arrabbiata Heather.

-Pulire un piano con della candeggina? Dov'è finito il tuo cervello, Cascamuerto? Sempre che tu ne abbia mai avuto uno, s'intende.-

Alejandro sgranò gli occhi smeraldini inarcando le sopracciglia e facendo comparire un paio di rughe sulla fronte semicoperta da poche ciocche ribelli del colore dell'ebano.

-Il mio cervello è andato a farsi fottere da quando abbiamo – hai – delapidato la bellezza di diecimila dollari per quello stupido pezzo di legno con ottantasette tasti e l'hai cominciato a strimpellare-

-I tasti sono ottantotto, cretino!-, esplose Heather.

Alejandro rimase per qualche secondo con la bocca dischiusa ed il braccio sospeso a mezz'aria, l'indice puntato verso di lei.

-Fa lo stesso. Fatto sta, però che tu e le tue note stonate mi avete rovinato il cervello.-

-Io canto da Dio.-, proferì la mora.

-Ma quell'hijo de puta del pianoforte no!-, strillò allora lui.

Sul viso di Heather comparve qualcosa di molto simile ad un sorrisetto.

-Eppure, cinque mesi fa non lo odiavi poi così tanto, dico bene, Al?-

Digrignò i denti e ridusse a fessura gli occhi verdi.

-Non devi. Chiamarmi. Al.-, sibilò.

-E tu. Non devi. Far finta. Di non. Aver. Sentito. Quello. Che ho detto.-, asserì allora lei nello stesso tono, imitando perfettamente il modo in cui lui aveva parlato.

Alejandro levò lo sguardo verso il soffitto e lo fece poi ricadere pesantemente sul pianoforte. Non aveva fatto finta di non sentire quello a cui lei aveva fatto allusione pochi istanti addietro, anzi, ricordava benissimo cosa fosse successo.

Probabilmente, se una qualunque persona avesse potuto sentire ma non vedere ciò che era accaduto, sarebbe rimasta basita: accordi non troppo stonati di My Immortal, poi delle voci confuse, un paio d'imprecazioni in spagnolo e poi il suono sordo di uno schiaffo ben tirato. Un Madre de Dios! urlato a pieni polmoni, seguito da un momento di silenzio. Un orecchio abbastanza fino, poi, avrebbe persino udito due diversi ritmi di respiro: uno sommesso e trattenuto, uno ansimante. Poi, il rumore assordante e cacofonico che provocano i martelletti sulle corde nella cassa armonica del pianoforte quando vi sono battuti tutti assieme e senza un ordine preciso, come se qualcuno avesse premuto con violenza l'avambraccio sui tasti che vanno dal La sotto il Do centrale al Mi dell'ottava superiore. L'ansimare che poi si fa più insistente, poi altre parole incomprensibili, sussurrate, dette, gridate, urlate.

E questo, Alejandro se lo ricordava benissimo, come se gocce di metallo fuse si fossero impresse nella sua mente, imprimendo allo stesso tempo anche le immagini di quel pomeriggio.

-Beh?-

Un'Heather piuttosto scocciata lo distolse dai suoi pensieri non esattamente adatti ai più giovani.

-Beh cosa?-, disse in rimando lui.

-Non mi chiedi perdono, non vai a comprare il Pronto per legno, così pulirai il pianoforte?-, gli chiese minacciosa.

La mente di Alejandro ebbe un sobbalzo.

-Come mai devo pulirlo io, se lo suo.. strimpelli solo tu?-

In quel momento, Heather alzò secca la mano destra, zittendo immediatamente il giovane.

-Perchè l'idea di invitare a cena quei deficienti dei vicini è stata tua.-

Alejandro lo sapeva, discutere con lei era una partita persa in partenza.

Uscì, inviperito com'era, a comprare quella lozione pulente per legno che lei tanto desiderava. Prese ben presto, in preda a chissà quali oscuri pensieri, a pensare ad alta voce.

-Madre de Dios, vorrei tanto sapere perchè le ho chiesto di andare a convivìr.. Oh, mi Preciosa, sarà fantastico, non pensas?, no, fantastico un corno!-

Andò a sbattere contro una vecchietta che reggeva a stento un cestino pieno di spesa, facendo cadere svariate scatolette di tonno dal contenitore verdognolo dai manici neri.

-Giovanotto, perdio, sta' più attento!-

Non le prestò nemmeno uno sguardo, si concentrò per fare in modo di prendere il detersivo giusto e tornò a casa.

-Querida, ho trovato il tuo Pronto.-

Freddo, invincibile, ma tuttavia impossibilitato a non usare tutte le sante volte un nomignolo dolce.

Le sue parole furono tuttavia smorzate da una valanga di note stonate che avevano la presunzione di voler assomigliare a My Immortal. Rimase per un momento ad ascoltare, crogiolandosi nel pensiero a luci rosse che gli provocava quella canzone.

Un accordo decisamente cacofonico lo risvegliò dall'idillio d'oblio.

-Eh no, chica, no! Quante volte ti avrò detto che quell'accordo è un Mi maggiore?-

Si stagliò davanti al pianoforte, con tutto il sole delle cinque del pomeriggio che entrava dalla finestra che lo inondava, facendo rifulgere la camicia bianca. Le gambe leggermente divaricate, le braccia muscolose sui fianchi, in posizione di chi si è veramente stancato di ripetere sempre le stesse cose.

-Non me ne importa niente. Per me, ci suona meglio un Mi minore.-, replicò stizzita Heather.

Alejandro appoggiò la bottiglietta di detersivo sul bordo della tastiera del pianoforte, mosse le gambe in un paio di passi e si avvicinò alla sua convivente.

-Santoiddio, Heather Wilson, se non la pianti di suonare così malamente questa canzone, giuro sulla mia madre tierra y sul mio corazòn palpitante che quel cosetto che porti in grembo lo chiameremo Owen!-

Heather lo fissò in volto con un'espressione indecifrabile. I secondi passarono, la tensione si fece più pesante sulle spalle del castano mentre la ragazza non dava segni di preoccupazioni.

-Sappiamo benissimo tutti e due che non permetterai mai a tuo figlio di chiamarsi Owen.-

Detto questo, lanciò un ultimo sguardo di sfida al povero Alejandro e riprese a far scivolare le dita su quei bianchi tasti d'avorio. L'uomo le si avvicinò ancora di più, fino a che lei non potè sentire distintamente il suo respiro sulla pelle del collo.

-La canzone.. Devo finirla.-, sussurrò, ma lo fece con assai poca convinzione.

-Devo andarmene, chica?-, le domandò lui.

-No. Piuttosto, potresti anche baciarmi, e__-

Protese le labbra. Alejandro le si fece ancora più vicino, e quando ormai ritenne che Heather stesse aspettando solo un suo bacio, appoggiò entrambi i palmi sulla tastiera, provocando di nuovo quell'orribile suono che danno tanti tasti pigiati insieme sconnessamente.

-Heather, Querida, quand'è che cambierai e ti accorgerai che ti sto manipolando?-

Alzò le braccia e si ritrovò in mano il Pronto. Guardò la ragazza con un'espressione contrariata.

-Cambierò quando ti accorgerai tu che in realtà la manipolatrice sono io, caro il mio Al.-

Touchè.






Giudizio della Piratessa:

Punti grammatica/sintassi: 8/10

Non ho visto obbrobri particolari XD, a parte qualche virgola abusata o, al contrario, dimenticata, ma nulla di che. Piuttosto, ho notato che tendi a porre una virgola dopo ogni discorso diretto. Inoltre ho voluto toglierti un punto per i vocaboli in spagnolo: mi spiace, perchè possono essere considerati un'inezia, ma credo che ogni aspetto vada curatissimo. Tu, forse, non hai studiato lo spagnolo, ma basta andare su un sito traduttore -per quanto schifidi e inutili possano essere :)- Ed è convivir, senza accento; piensas, non pensas. A parte queste robe da rompiballe nulla di grave ^^
Punti lessico/stile: 6,75/10
Un'altra cosa di cui mi stradispiace. In alcuni punti il tuo stile si fa un po'confusionario, al punto che mi sono dovuta rileggere per bene le frasi per capire chi stesse facendo cosa e di cosa si stesse parlando. Ad esempio: nella parte finale non capisco come Alejandro faccia a trovarsi in mano il Pronto. Altre volte usi un lessico un po' trascinato, in punti in cui le frasi potevano essere tranquillamente "sintetizzate", non so se mi spiego ^^
Punti originalità: 9/10
Per quanto riguarda questa non ho nulla da obiettare: quanti hanno visto Heather con un pianoforte in mano? L'unica, scassante, piccolissima nota dolente è stato Alejandro che va a prendere il Pronto: non so perchè, ma mi è sembrata una scelta un po'sbrigativa...
Punti IC: 9,75/10
Oh, meravigliosi *-* Cattivi al punto giusto, dall'orgoglio insormontabile, ma anche pervasi dall'ammmore che comunque li lega (e che loro, in giusta misura, non vogliono far fuoriuscire). Bravissima!
Punti gradimento personale: 3,75/5
Per quanto Heather con il pianoforte sia originale, mi è parsa anche un po'bizzarra e difficile da accettare, nella maniera in cui me l'hai presentata. Inoltre il Pronto è un prodotto italiano... Magari io sono un'ignorante colossale e non so che viene venduto anche in Canada, ma il fatto che Alejandro comprasse un prodotto che si trova in Italia mi ha "infastidito" ^^.
TOTALE: 37,25/45



Cosa posso aggiungere? Non posso negare che non mi sarebbe dispiaciuto il podio, ma mi sono già data millemila ragioni per cui non l'ho raggiunto. E poi, diamine, ho quindici anni, è il mio primo contest, di tempo ce ne ho eccome davanti!

Giudizi come questi aiutano molto a migliorare, ecco quello che penso.

Ammetto di aver trattenuto il respiro mentre leggevo la classifica e di aver tirato un sospiro che non era né di sollievo e né di delusione quando sono incappata in quel Quinto posto – Clover Armstrong. Potevo andar meglio, ma anche molto, molto peggio.

In totale, sono abbastanza soddisfatta di me stessa.

Unica pecca che mi sono rivolta? Lo stile.

DAMN, migliorerò! :3

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Clover GD