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Autore: MistakenWind    12/03/2012    3 recensioni
In un mondo in cui tutti continuano a ripetere "C'è crisi", ogni tanto spunta qualcuno che ha ancora il coraggio di essere se stesso, e strappare un sorriso con un po' di goffa ironia a chi continua a camminare a testa bassa rassegnato. Margò è goffa, imbranata e forse strana (sinonimo forse di pazza?) e dovrà lottare con una gioventù che apprezza solo una quarta/quinta di reggiseno, o il metro e settanta di altezza.
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arrivai a scuola correndo di fretta, con già un buon quarto d'ora di ritardo. Se fossi entrata in classe il professore mi avrebbe con molta probabilità mandata dal preside Krums che avrebbe iniziato la solita ramanzina sull'importanza della puntualità e su quanto fosse brutto un rapporto sulla mia condotta pressocchè impeccabile. 
Sospirai. Al diavolo la condotta e le buone maniere!
Proprio mentre la parte più feroce di me si ribellava a mio fratello con peccaminose maledizioni, il mio piede fece un passo falso, e caddi rovinosamente a terra, sparpagliando a terra tutti i fogli che avevo in mano.
COSA ALTRO DOVEVA SUCCEDERE ADESSO?!
Ringraziai il cielo che il corridoio fosse vuoto. Per fortuna non c'era nessuno così avrei evitato una figura inutile e commenti spiacevoli per un'intera settimana.
Raccattai i fogli quando una voce alle mie spalle mi fece sobbalzare.
< Vuoi una mano? >
< No > 
Risposi stizzita cercando di recuperare gli ultimi fogli. Una parte di me stava urlando, e riuscii a stento a trattenere la rabbia. Riuscii a mettermi in piedi,, e con un gesto mi sistemai la camicietta.
Stavo per andarmene quando due mani mi bloccarono porgendomi alcuni fogli. Stavo per prenderli con fare scorbutico quando i miei occhi incontrarono quelli di un ragazzo, dallo sguardo color del cielo. Presi i fogli cercando di essere il più delicata possibile mentre il mio viso prendeva tutte le tonalità del rosso.
Il ragazzo non si fermò al lato scorbutico di me, e mi porse una mano.
< Piacere, mi chiamo Joey. >
Joey... Joey...Joey...  Assaporai il nome nella mia mente, scandendo ogni singola lettera, per fare in modo che rimanesse impresso nella mente. Al contatto della sua mano mi ricordai di rispondere, per evitare un'ennesima figuraccia.
< Piacere... Margò >
Dio quanto odiavo pronunciare il mio nome! Come si fa a dare un nome così? Sembra un nome da cane.. Per l'ennesima volta diventai paonazza. 
A quanto pare il ragazzo lo notò, e sorrise divertito, inarcando un po' le sopracciglia, in un modo così sexy che mi fece tremare per un secondo. Dopo un istante infinito dove nessuno dei due riusciva a parlare, Joey ruppe il silenzio.
< Ti va di prendere un caffè? >
Chiese, mentre un ciuffo di capelli biondi e ribelli gli scivolò sugli occhi.
Il mio cuore stava battendo all'impazzata, minacciando di scoppiare da un momento all'altro. Un ragazzo così carino si stava interessando a me! A me! Mai notata da nessuno se non per qualche figuraccia da essere ricordata. Stavo per entrare in iperventilazione mentre Joey sfilava un altro sorriso da fa attorcigliare le budella. Mormorai un si, mentre di nuovo il mio volto diventava di mille colori. 
Della corsa per arrivare a scuola, di tutte le assurde cose che mio fratello mi aveva rifilato quella mattina, non nè rimaneva che un ricordo lontano, quasi non appartenente a quella giornata, che stranamente volgeva ad una piega diversa. Forse le cose sarebbero cambiate, o forse era soltanto la quiete prima della tempesta.

Il caffè era bollente e fumava dal bicchiere di plastica delle macchinette. Sorseggiavo lentamente, mentre Joey mi raccontava della sua passione per il basket. Lo ascoltavo attenta, perdendomi ogni tanto negli occhi azzurri del biondo che mi fissava senza distaccare lo sguardo. Ogni tanto abbassavo gli occhi. Lo sguardo di Joey era troppo intenso e ogni volta mi faceva arrossire. 
Intanto era suonata la campanella della seconda ora e qualche ragazza lanciava qualche occhiata verso di noi. 
Ebbene si! La ragazza sconosciuta ha fatto colpo!
Stavo di nuovo perdendomi in quegli occhi celestiali quando una spinta alle mie spalle fece scatenare l' inferno
Il caffè dentro al bicchiere schizzò da tutte le parti, bagnandomi tutti i pantaloni e la maglia, e finendo in parte anche sulla camicia di Joey. 
Mi girai lentamente cercando di trattenere un moto di rabbia, e quando vidi mio fratello non riuscii più a trattenermi. Mi alzai di scatto stritolai il bicchierino e glielo lanciai con violenza in faccia, poi gli tirai un calcio e scappai di corsa in bagno, trattenendomi dall'urlare.
Lo sapevo.. lo sapevo che stava andando troppo bene. Joey non mi avrebbe più parlato e addio ragazzo perfetto e possibilità di essere apprezzata almeno una volta. 
Mentre mi pulivo i vestiti sentii che odiavo mio fratello, che aveva rovinato l'unica possibilità che avevo con quel ragazzo.
Oh se gli avrei fatto male a mio fratello... avrei seguito un corso di Arti marziali solo per potergli fare male e ripagarlo dell'ennesima figuraccia e per aver stroncato sul nascere un sogno appena nato. 
Dio, ancora non eravamo usciti e già lo facevo scappare..
Questa sì che è una bella giornata!


Cercavo di addormentarmi nel mio letto, ma non ci riuscivo. Oltre ad un due preso perchè mi ero completamente dimenticata di consegnare un tema alla prof. di italiano, e l'appellativo stupido che mi era stato affibbiato dopo la figuraccia di quella mattina, si moltiplicava un eccessiva dose di rabbia contro mio fratello, e un emancipato odio verso la mia matrigna che tornando sculettando a casa si era fermata per una buona mezz'ora a sgridarmi per il due. 
Strinsi le coperte sotto le mie mani con un gesto rabbioso, mentre mi giravo da un lato per riuscire a prendere sonno.
Di nuovo quegli occhi azzurri tornarono a farmi visita nei pensieri.. probabilmente non gli avrei più rivisti.
Un senso di rabbia e tristezza mi avvolse. Tornai a maledire mio fratello, sempre più debolmente, mentre il sonno arrivava a portarmi un po' di riposo.

 

 

  
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