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Autore: Klaineinlove    13/03/2012    10 recensioni
“Dammi un bacio” fece Blaine voltandosi mentre era fermo al semaforo rosso. Kurt si girò verso di lui e gli diede un forte bacio che durò più del dovuto.
“Blaine è verde e dietro c’è un tizio che bussa!” disse ridendo Kurt mettendosi a sedere di nuovo in modo ordinato; Blaine accelerò e poi accadde tutto in un istante.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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In poche ore a Kurt salì la febbre. Il dottore assicurò subito i familiari dicendo che comunque era del tutto normale e che era costantemente sotto controllo dei vari medici. Nell’arco di tempo che Kurt dormì, Burt tornò a casa per sistemare alcune questioni di lavoro e affidare l’officina ad uno dei suoi assistenti, Carole invece rimase all’ospedale mentre Finn era andato a prendere Rachel.
Erano circa le 15.00 quando Carole uscì in corridoio per raggiungere la macchinetta e lì incontrò la madre di Blaine.
“Melanie…”
La donna si voltò sentendosi chiamare e debolmente sorrise “Oh Carole. Posso offrirti un caffè?” Melanie passò il bicchiere a Carole mentre infilava l’altra mano in tasca per prendere un’altra moneta. Entrambe si sedettero sulle sedie osservando i loro caffè.
“Ci sono novità?” infine domandò Carole osservando la donna accanto a se che in risposta scosse il capo in segno di negazione.
“Tutto tace, non possono capire quando si sveglierà…può succedere oggi, domani, tra un mese o….” Melanie deglutì cercando inutilmente di trattenere le lacrime. “Oggi ho chiamato suo fratello Cooper, prenderà al più presto un volo per raggiungerci. Era sconvolto. Vorrei solo che questo fosse un incubo.”
Carole annuì e le accarezzò dolcemente la spalla. Non poteva dirgli andrà tutto bene avrebbe solo illuso quella donna disperata; suo figlio era in coma e i medici non sapevano che dirgli a riguardo, dovevano solo attendere.
“Kurt come sta? Non sono venuta a vederlo perché temo che mi faccia domanda su Blaine”
“Sta bene, anche se adesso ha qualche linea di febbre e contusioni per il corpo. Ci ha chiesto di Blaine, abbiamo sviato il discorso sperando di distrarlo un po’. Abbiamo paura di una sua reazione.”
Mentre le due donne continuarono a chiacchierare Finn fece infilare in camera di Kurt tutti i ragazzi del glee club.
“Ragazzi mi raccomando fate silenzio e ricordatevi che…”
“Finn che sta succedendo?” domandò Kurt aprendo gli occhi e ritrovandosi circondato da tutti i ragazzi del glee.
“Vi prego, andate via sono uno straccio” Lentamente Kurt provò, con una sola mano, a coprirsi il volto ma Mercedes fece prima di lui e lo fermò.
“Tranquillo Kurt sei bellissimo lo stesso. Come ti senti?”
“Come se un SUV mi avesse schiacciato” scherzò Kurt “Non avete lezione?”
“Amico, sono le 15.00 passate” fece Puck  “Ti hanno portato il pranzo: sono lasagne,assaggiale, io ho rubato due confezioni ad una vecchietta addormentata”
Kurt sorrise debolmente poi fece segno a Mercedes di passargli il cellulare. Con una sola mano cominciò a comporre un numero.
“Chi chiami?” domandò Tina seduta a bordo del letto.
“Voglio vedere Blaine. Papà ha detto che sta bene ma vorrei vederlo io stesso. Maledizione il telefono è staccato”  Kurt lasciò cadere il cellulare irritato. “Dove sta?”
In quel momento tutti in camera si ammutolirono. Blaine era in terapia intensiva, Finn aveva spiegato a tutti i loro amici la situazione, ma nessuno si era preparato una risposta ad un eventuale domanda di Kurt.
“Ti va se guardiamo un po’ di Tv” fece Rachel cercando di arrancare velocemente il telecomando. Puck e Mike abbassarono lo sguardo e Tina cercò di trattenere le lacrime. Solo in quel momento Kurt cominciò a capire.
“Ragazzi…cosa è successo durante il nostro incidente? E’ stato grave?” domandò il ragazzo già con un groppo alla gola.
I ragazzi vennero distratti quando in camera entrarono il dottore seguito da due infermieri e da Carole.
“C’è una festa e non mi avete invitato?” scherzò il medico vedendo tutti quei ragazzi in camera; poi osservò l’ammalato.
“Kurt va tutto bene?” il dottore provò a sfiorargli la testa ma il ragazzo si scostò.
“Voglio vedere Blaine, sta bene giusto? Allora perché non è qui? Io sono il suo ragazzo!”
In quel momento Tina non riuscì a trattenere le lacrime e scoppiò con un forte singhiozzo mentre Mike le accarezzava la schiena.
Kurt deglutì “Carole…” la chiamò con voce tremante, senza aggiungere altro anche perché la sua nuova madre solo nel sentire il modo disperato con cui era stata chiamata, aveva intuito tutto.
La donna si avvicinò lentamente a Kurt e gli prese la mano stringendola.
“Figliolo il SUV quando vi ha travolto ha provocato parecchi danni. E’ un miracolo che tu ne sia uscito quasi del tutto illeso. L’auto di Blaine è completamente distrutta e…”
“Carole è…”
“No! Non è morto!” si affrettò a dire la donna sentendosi la sua mano stritolare da quella di Kurt.
“E’ in coma ma i dottori non sanno quando potrà svegliarsi”
In quel momento Kurt chiuse gli occhi per analizzare bene le informazioni ricevute. Era stato un brutto colpo ricevere una notizia del genere. Lui stava aspettando Blaine, il suo Blaine che era in coma e nessuno gli aveva detto nulla.”
“Voglio vederlo. Devo vederlo!”
“No Kurt, dal letto non puoi alzarti e Blaine è in terapia intensiva quindi è inutile”
Kurt non aveva notato che le lacrime erano scese lungo il suo volto che faceva ancora male mentre strizzava gli occhi. “Vi prego” si rivolse verso il medico che scosse la testa
“Ragazzo, ascolta tua madre. Non puoi vederlo sarebbe solo peggio per te, ma stiamo facendo il meglio per lui”
“No..no, no vi prego io devo..” Kurt si tirò l’ago conficcato nella sua pelle mentre il suono infernale che contava l’aumento dei battiti cardiaci di Kurt aumentava sempre di più. Carole provò a fermarlo ma lui voleva correre, anche se non sapeva dove, anche se sentiva le ossa spezzarsi dentro ma doveva trovare Blaine fargli sentire la sua presenza.
Gli infermieri si guardarono e con un accenno di consenso del medico bloccarono Kurt, che si dimenava sotto la loro presa, per sedarlo. Kurt tremava e urlava combattendo contro il suo stesso dolore che il suo corpo gracile non riusciva a reggere.
La testa gli faceva male, così come anche le braccia e le gambe molleggianti, ma lui doveva correre da Blaine, non era giusto. Non era possibile che il suo ragazzo fosse in coma, in coma e dio solo sa quando si sarebbe potuto risvegliare.
“Kurt per favore calmati”
“Lasciatemi, vi prego” Kurt ci provò, ci provò con tutte le sue scarse forze ma alla fine fu costretto ad arrendersi.  In pochi minuti il suo corpo si rilassò sotto le dita dei medici che lo avevano sedato. Lo fecero distendere e lo coprirono di nuovo asciugandogli la fronte sudata.
I ragazzi rimasero tutti immobili e Finn decise di portarli tutti fuori.
“Povero Kurt” disse infine Quinn sedendosi su una sedia lungo i corridoi.
“Dove si trova Blaine?” chiese Puck al suo amico. Finn fece mente locale: ricordava di aver visto la madre di Blaine uscire da una camera proprio nel corridoio accanto.
“Seguitemi”
I ragazzi si mossero tutti insieme per poi fermarsi davanti ad una grande finestra con una tendina socchiusa. Dall’altro lato c’erano macchinari che si muovevano e Blaine ricoperto di fili e fasciature disteso sul letto.
“Oh mio Dio” soffiò Santana.
Puckerman schiacciò il volto contro la finestra per osservare meglio: Blaine aveva il volto ricoperto di lividi e fasciature che ricoprivano l’intero corpo.
“Sta messo male” sentenziò il ragazzo con la cresta prima di staccarsi dal vetro.
“Salve a voi”
Tutti i ragazzi si voltarono quando sentirono quella voce, dietro le loro spalle.
“Che ci fai tu qui!”  lo imputò Rachel indicandolo.
“Sono venuto a trovare Blaine ovviamente.” Fece Sebastian con tonno seccato. “Kurt dov’è? Magari faccio visita anche a lui”
“Sono sicura che sei l’ultima persona che Kurt vorrebbe vedere. Inoltre è stato sedato, ha appena scoperto del coma di Blaine”
Per un attimo tutti riuscirono a leggere negli occhi di Sebastian la preoccupazione e l’ansia.
“Allora tornerò” disse prima di fare un cenno con la testa e scendere le scale verso l’uscita dell’ospedale.
 
Quando si fece sera, Kurt tornò a svegliarsi trovandosi Finn seduto a giocare con il suo Iphone.
“Hey sei sveglio!” esclamò il ragazzone vedendo il fratello muoversi nel letto. Si alzò e lo aiutò a bere facendogli rinfrescare la gola.
“Mamma e Burt stanno parlando con i medici e la tua temperatura è scesa” Finn provò a risollevarlo il morale ma Kurt non lo stava nemmeno osservando.
“Finn…voglio vedere Blaine” il tono di Kurt era ancora disperato.
“Kurt, Blaine è proprio nel corridoio accanto. Non puoi vederlo. Mamma ha detto che appena verrà spostato in camera sarà lei stessa a portati da lui”
Kurt fece il broncio voltando la testa dall’altro lato. Poi si illuminò “Mi andresti a prendere delle patatine. Magari anche una coca-cola, ho fame e queste lasagne ormai sono secche.”
Finn si alzò allegro, felice di poter aiutare in qualche modo suo fratello. “Torno subito”
“Fai con comodo”
Appena Finn chiuse la porta, Kurt si levò da dosso le coperta facendo una smorfia notando l’orribile camice che indossava. Aveva di nuovo l’ago infilato nel braccio con il medicinale che lentamente scendeva nelle sue vene. Spense il monitor che controllava i battiti del suo cuore e lentamente e soprattutto dolorante si avviò verso la porta. L’aprì e si guardò intorno trovando il corridoio libero e si affrettò a girarlo; sbagliò due volte poi lesse il cartello che indicava la terapia intensiva e finalmente trovò la porta. Guardò attraverso il vetro, rimase ad osservare immobile. Quando vide Blaine in quelle condizioni le sue gambe vacillarono e non riuscì a trattenersi. Cadde a terra cercando di mantenersi inutilmente al muro. Per quel poco che era riuscito a vedere, Kurt aveva notato il tubo infilato nella trachea che aiutava Blaine a respirare, il volto quasi irriconoscibile e soprattutto lui così immobile come se fosse morto.
  Con le lacrime che scorrevano e la mano sulla bocca per trattenere i singhiozzi, Kurt non notò che un infermiere stava cercando di rimetterlo in piedi. Un istante dopo apparvero i suoi genitori e Finn che aveva capito troppo tardi che mangiare era solo una scusa.
“Kurt ti avevamo detto di non alzarti” Burt e l’infermiere lo trascinarono fino a risistemarlo nel letto. Pian piano le lacrime diventarono silenziose e Kurt sembrava essersi spento.
Carole si affrettò a chiamare il medico che provò a conversare con il ragazzo ma fu completamente inutile.
“Lasciatelo riposare, è sottoshock. Si riprenderà quando saprà che domani pomeriggio potremmo anche dimetterlo”
Burt chiese spiegazioni al medico e Carole sistemò Kurt nel letto che si fece adagiare immobile mentre osservava il vuoto.
Davanti a se, c’era solo l’immagine di Blaine chiuso in quella camera e chissà per quale motivo si sentiva in colpa.
“Gli ho chiesto io di andare al locale. Volevo fargli vedere che mi piaceva” disse improvvisamente con voce incolore e senza lacrime: tutti si voltarono a guardarlo.
Burt si avvicinò a lui “Non è stata colpa tua Kurt. Doveva succedere,sicuramente in un modo o nell’altro sarebbe successo”
“No. Non sarebbe successo se fossimo rimasti a guardare quegli stupidi Talent Show che a lui piacciono tanto”
Burt sospirò “Kurt tu-”
“Lasciatemi solo. Sono stanco e voglio dormire”
Tutti uscirono dalla stanza chiudendo la porta e lasciando solo Kurt che sprofondò nel cuscino guardando il soffitto.
No, Blaine non poteva lasciarlo. Si amavano e si erano ripromessi di rimanere sempre, sempre
insieme nonostante le difficoltà e Blaine lo amava quindi non l’avrebbe abbandonato così presto. Era sempre stata una sua promessa.

 

   
 
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