Nel piccolo,
variopinto e profumato negozio di Brandon regnava un idilliaco clima di calma
scandito dallo scorrere lento della lucente mattinata. Erano pochi i clienti
che avevano bisogno di fiori quel giorno, per cui i due ragazzi si dedicarono
con lentezza ad alcuni lavori che si erano lasciati, ormai da troppo tempo,
alle spalle. Charlie se ne stava nel retrobottega ad armeggiare con alcune
piante e dei fiori che erano appena arrivati, mentre il ragazzo cercava di
afferrare un vaso di vetro sulla mensola dietro al bancone per mettervi poi
dentro una composizione di piante grasse,a cui aveva lavorato per tutta la
mattina, che avrebbe poi dovuto consegnare ad una vecchia ed esigente cliente.
Entrambi erano concentrati sui loro lavori e nel negozio si udiva solo il
leggero fruscio delle foglie che spostava la ragazza e un leggero sottofondo di
musica classica, Brandon era appena riuscito ad afferrare il pesante vaso e sul
suo bel viso comparve un espressione di trionfo ed un sorriso soddisfatto
quando all’improvviso un urlo straziante distrusse quel paradisiaco ambiente.
Era un urlo di quelli che si sentono solo nei film dell’orrore e che, il
ragazzo ne era sicuro, solo le attrici potessero fare. Un brivido si arrampicò
per tutta la schiena del ragazzo che riuscì quasi a sentite il sangue
cristallizzarsi nelle vene, sicuramente il suo cuore perse un battito, si
irrigidì a tal punto che le mani non sostenettero più il peso di quel vaso di
vetro molto costoso che cadendo a terra si frantumò in migliaia di minuscoli
pezzetti impossibili da riassemblare. A quel punto,
forse, la disperazione per i soldi che aveva perso vinse sulla paura, dimenticò
quasi l’urlo e si piegò a terra a guardare con i suoi grandi occhi verdi che
quasi cominciavano a bagnarsi di lacrime Il danno.
“Aaah
Brandon! Ti prego aiutami!” un altro urlo disumano riportò il ragazzo alla
realtà, preoccupato girò le spalle ai cocci e si fiondo sul retro del negozio
da cui provenivano le urla. Vide Charlie pietrificata davanti ad una pianta di
rose che era appena arrivata, il viso sbiancato, gli occhi sbarrati e il
respiro affannato. Quell’espressione terrorizzata che Brandon aveva visto più
volte su quel viso, quasi lo divertì, ormai sapeva del infinito numero di fobie
della ragazza ed era certo che quella sarebbe stata un’altra banalità. Si
avvicinò cauto alla ragazza che continuava ad urlare e ad implorare il suo
aiuto:
“Ti prego ti
prego aiutami! Non lasciarmi qui!” disse quasi delirando afferrando con la mano
destra la manica verde della divisa del ragazzo per trascinarlo acconto a sé.
“Charlie
cos’è successo?” chiese il ragazzo preoccupato mentre cercava con lo sguardo
cosa terrorizzava la ragazza.
“è lì! Ti
prego toglilo! È terrificante!” lo pregò
ancora la ragazza senza riuscire ad allontanarsi puntando il dito contro i
fiori che aveva davanti a lei.
“Ma cosa?”
chiese di nuovo il ragazzo che proprio non riusciva a vedere cosa ci fosse di
tanto spaventoso sulla pianta.
“Come cosa?
Non lo vedi quell’essere immondo che se ne sta sulla foglie e che è pronto a
saltarmi in faccia da un momento all’altro?! Oh mio Dio è orribile” urlò
Charlie serrando con violenza gli occhi e stringendo con forza bruta il braccio
di Brandon.
“Ma intendi
quel grillo? Quella dolce ed innocua creaturina?” rispose il ragazzo che adesso
riusciva a vedere chiaramente la causa di tutto quel urlare. Cercando di
trattenere una risata si avvicinò al piccolo insetto che se ne stava
appollaiato su di una foglia incurante della situazione.
“Nonono! Non
ti avvicinare così! Se lo spaventerai mi salterà tra i capelli!” urlò ancora la
ragazza bloccando i movimenti del ragazzo facendolo indietreggiava con violenza
per poi nascondersi dietro di lui usando il suo imponente fisico come scudo
umano.
“Adesso
calmati Charlie! È solo un grillo. Non può farti niente di male!” cercò di
tranquillizzarla “Adesso lo prendo e lo porto fuori! Tu stai tranquilla e torna
davanti, che potrebbe anche entrare un cliente.”
“Spiegalo al
mio cervello! Non riesco a muovermi!” rispose con stizza la ragazza cercando
con tutta la sua forza di calmarsi. Brandon roteò platealmente gli occhi poi si
avvicinò cauto al piccolo esserino per metterlo in
salvo, e per salvare la sua amica. Con un movimento rapido lo prese tra le mani
e gliele chiuse intorno per nasconderlo alla vista di Charlie.
“Oh che
carino! Mi fa il solletico con le sue zampettine” esclamò in falsetto il
ragazzo sotto lo sguardo accigliato della ragazza, poi a grandi falcate si
diresse verso l’uscita per portare fuori l’insetto. Il respiro della ragazza riacquistò
il suo ritmo naturale, e con le gambe che le tremavano ancora uscì da quella
stanza dove, era certa, non avrebbe messo piede per i prossimi cento anni. Andò
a rifugiarsi dietro al bancone, rivolgendo continuamente lo sguardo alle sue
spalle e toccandosi i capelli per accertarsi che il grillo non fosse scappato
dalle mani del ragazzo per rifugiarsi su di lei, poi iniziò a ripulire i cocci
del vaso che l’amico aveva mandato in frantumi.
“Sei salva
adesso! Il tuo piccolo amico ora sta saltellando felice per le strade di New
York” annunciò il ragazzo rientrando in negozio.
“Non sei
divertente!” lo fulminò con lo sguardo Charlie mentre riempiva una busta di
plastica nera con quello che rimaneva del vaso.
“Lo so! Ma la
tua faccia lo è” disse ridacchiando
Brandon “Hai visto che pasticcio che mi hai fatto combinare?” aggiunse
indicando il vaso e la composizione di piante che non avrebbe potuto consegnare
quel giorno.
“Mi dispiace
tanto! Se vuoi puoi scalare i soldi che
ha perso dal mio stipendio” disse la ragazze seriamente dispiaciuta per l’accaduto.
“Oh non
dirlo nemmeno per scherzo farfallina! Cosa sono parecchie decine di dollari in
confronto ad una donzella come te che aveva bisogno del mio aiuto!” le disse rivolgendole il suo affabile sorriso
per tranquillizzarla.
“Grazie
Brandy!” disse la ragazza dolcemente “Potresti buttarlo tu? Non esco fuori
sapendo che quel coso gironzola da queste parti!” aggiunse porgendogli la busta
adesso piene. Il ragazzo senza perdere il suo sorriso uscì di nuovo fuori dal
negozio dirigendosi verso il grande cesto per la spazzatura.
“Suppongo
che non tornerai più lì dentro, vero?” chiese retoricamente il ragazzo
rientrando.
“Per il
momento preferirei di no!” disse Charlie girandosi tra le mani uno di quei
fiocchetti di raso gialli che servivano per le composizioni.
“Perfetto,
quindi questa sera dovrò rimanere io per mettere a posto i fiori. Per il
momento però tu resta qui ad aiutarmi a cercare un vaso per metterci queste
piantine grasse” disse il ragazzo raggiungendola dietro al bancone. Entramibi i giovani misero in campo tutto il loro estro
creativo per cercare una soluzione al problema. Lavorarono in silenzio,
spostando le piante, che Charlie per vie delle spine toccava solo con degli
appositi guanti, in diversi cestini e vasi cercando di capire quale osse il più adatto alla composizione, annodavano e
tagliavano fiocchetti con una cura impeccabile, dimenticarono persino di fare
la consueta pausa che si concedevano intorno alle tredici per mangiare insieme
qualcosa. Solo quando le quattordici erano già passate da una pezzo i due
sollevarono le teste dalla loro creazione, abbastanza soddisfatti. Data l’ora e
data la scarsa affluenza di clienti quel giorno, si presero la libertà di
chiudere per qualche minuto per andare a pranzare. Dopo aver comprato un tramezzino
Charlie ed una vaschetta di frutta fresca di stagione con una bassa quantità di
calorie Brandon, andarono a sedersi su una panchina al parco sotto l’ombra di
un grande albero ultracentenario, godendosi quei pochi minuti di relax
chiacchierando amabilmente:
“Ieri sera
un mio amico mi ha invitato ad una sfilata di moda. È stato bellissimo!”
raccontava con trasporto Brandon “E tu invece cosa hai fatto ieri sera?” chiese
poi all’amica.
“Oh niente
di speciale.” Bofonchiò Charlie con la bocca piena “Sono rimasta a casa e poi è
venuto a trovarmi Eli”
“Eli?! Eli
il tuo supersexy vicino dagli occhi blu?” chiese con voce in falsetto cadendo preda
del suo solito entusiasmo, La ragazza gli aveva già parlato del suo vicino
tremendamente affascinante, poi una sera mentre la riaccompagnava a casa si
erano incontrati per le scale e da quel giorno Brandon non faceva altro che
assillarla su quanto fosse fortunata ad avere un vicino così.
“Si ma tieni
a bada l’euforia o ti verrà un infarto” gli rispose la ragazza che non vedeva
assolutamente il motivo per farsi prendere così dall’emozione.
“Ma certo
che mi verrà un infarto! Eli occhiblu viene a farti
visita e tu me lo dici così? Ah se solo ci fossi io al posto tuo…”
“Ehi stai
dando troppa importanza ad una semplice visita di cortesia tra vicini!”
“Sarà, Ma adesso
voglio sapere tutti i dettagli” disse Brandon guardandola con occhi pieni di
curiosità.
“Ma non c’è
nessun dettaglio! Abbiamo solo parlato, così per conoscerci meglio!” protestò
la ragazza, la infastidiva quel modo di fare del suo migliore amico.
“E basta? Insomma
non s’è scappato nemmeno un bacio o qualcosa di meglio? Ma insomma Charlie
allora non ti ho insegnato niente!” disse fingendosi deluso il ragazzo.
“Smettila
adesso. E poi cosa sarebbe dovuto succedere? Non ci conosciamo nemmeno! E sarà
anche bellissimo ma, lo sai come la penso, non sono ancora pronta per
affrontare una relazione” confessò la ragazza abbassando lo sguardo.
“Oh ma come
sei antica! Non ti sto dicendo di sposarlo! Dico solo che dovresti portartelo a
letto e , credimi, ti farebbe bene!”
“Brandon!
Basta! È ora di tornare a lavoro, troppo tempo lontano dai tuoi fiori ti fa
male!” disse la ragazza arrossendo visibilmente e alzandosi velocemente dalla
panchina, tornando a passo spedito seguita dal suo amico al negozio.
Nell’ufficio
di Eli nel primo pomeriggio stranamente regnava un silenzio tombale. Lui se ne
stava seduto dietro alla sua scrivania sulla sua comoda sedia di pelle nera,
con il nodo della cravatta allentato, la giacca appesa allo schienale e la
testa tra le mani abbandonata ai pensieri. Di fronte il suo amico James se ne
stava seduto a cavalcioni su di una sedia molto più economica di quella di Ei,
con il mento poggiato allo schienale e gli occhi persi nel vuoto della sua
mente. Dopo aver pranzato inseme, i due spesso di
abbandonavano ai loro pensieri, forse per colpa della digestione, o forse per
il sonno che colpisce quasi tutti dopo pranzo o forse più semplicemente perché dopo
quasi una vita passata insieme, in alcuni momenti non avevano più niente da
dirsi.
“Sai Eli sto
seriamente pensando di rifarmi crescere i baffi” disse James toccandosi il
lembo di pelle che si trova tra il naso e il labbro superiore e rompendo il silenzio.
“Sai io
invece sto seriamente pensando che tu sia pazzo!” gli rispose Eli facendogli il
verso
“Ma non
ricordi come ero sexy l’anno scorso con i baffi!” continuò James fermo sulla
sua posizione.
“Ah tu quei
peli pubici che avevi sotto al naso li chiami baffi?” Esclamò Eli con il suo
solito sarcasmo pungente.
“Ti odio!
Non ti farò mai più partecipe dei miei progetti!” disse l’amico offeso.
“Non
immagini neanche quanto ne sarei felice!” rispose Eli con un sorriso
soddisfatto.
“Io me ne
torno a lavoro! Visto che qui non sono apprezzato!” disse il ragazzo alzandosi
dalla sedia su cui era seduto.
“Ti ricordo
che navigare sui siti porno con il pc della compagnia
non è lavoro!” lo canzonò l’altro alzandosi anche lui stringendo la cravatta
intorno al colla e rinfilandosi la giacca. James in risposta alzò il dito medio
in un gesto poco elegante, per poi chiedergli “Dove stai andando?”
“Nel negozio
di fiori qui vicino! Devo portare dei fiori ad una donna che mi sta aspettando!”
disse con tranquillità Eli recuperando il cellulare da sopra alla scrivanie e
mettendolo nella tasca interna della giacca.
“Tu che
mandi dei fiori ad una donna? Strano” chiese sorpreso Jim.
“Si, ma
questa è una donna speciale.” Rispose con un sorriso sghembo uscendo dal suo
ufficio.
Voglio ringraziare tutti quelli
che hanno messo la storia tra la seguita-ricordata-preferita
siete davvero tanti e vi ringrazio uno per uno! Un grazie speciale va a chi
spende un po’ del suo tempo a lasciare una recensione, grazie davvero, non
sapete quanto mi fate contendo! ^_^ Alla prossima!! Bacii
Spero di non osare troppo lasciandovi il mio contatto Facebook e Twitter, aggiungetemi
se avete voglia di fare quattro chiacchiere, vi aspetto! ^_^