Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Ofelia20    13/03/2012    2 recensioni
Charlie si è appena trasferita al terzo piano di un palazzo di New York dal piccolo paesino di campagna del Texas in cui è cresciuta, dopo aver scoperto il tradimento del suo fidanzato appena un giorno prima del matrimonio. è una ragazza semplice, solare e dolce, che ancora cerca l'amore. Eli, è il suo vicino di casa, uno scrittore di romanzi erotici in incognito, cinico e donnaiolo.Tra doppi sensi, incomprensioni e litigi nascerà l’amore?
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nel piccolo, variopinto e profumato negozio di Brandon regnava un idilliaco clima di calma scandito dallo scorrere lento della lucente mattinata. Erano pochi i clienti che avevano bisogno di fiori quel giorno, per cui i due ragazzi si dedicarono con lentezza ad alcuni lavori che si erano lasciati, ormai da troppo tempo, alle spalle. Charlie se ne stava nel retrobottega ad armeggiare con alcune piante e dei fiori che erano appena arrivati, mentre il ragazzo cercava di afferrare un vaso di vetro sulla mensola dietro al bancone per mettervi poi dentro una composizione di piante grasse,a cui aveva lavorato per tutta la mattina, che avrebbe poi dovuto consegnare ad una vecchia ed esigente cliente. Entrambi erano concentrati sui loro lavori e nel negozio si udiva solo il leggero fruscio delle foglie che spostava la ragazza e un leggero sottofondo di musica classica, Brandon era appena riuscito ad afferrare il pesante vaso e sul suo bel viso comparve un espressione di trionfo ed un sorriso soddisfatto quando all’improvviso un urlo straziante distrusse quel paradisiaco ambiente. Era un urlo di quelli che si sentono solo nei film dell’orrore e che, il ragazzo ne era sicuro, solo le attrici potessero fare. Un brivido si arrampicò per tutta la schiena del ragazzo che riuscì quasi a sentite il sangue cristallizzarsi nelle vene, sicuramente il suo cuore perse un battito, si irrigidì a tal punto che le mani non sostenettero più il peso di quel vaso di vetro molto costoso che cadendo a terra si frantumò in migliaia di minuscoli pezzetti impossibili da riassemblare. A quel punto, forse, la disperazione per i soldi che aveva perso vinse sulla paura, dimenticò quasi l’urlo e si piegò a terra a guardare con i suoi grandi occhi verdi che quasi cominciavano a bagnarsi di lacrime Il danno.

“Aaah Brandon! Ti prego aiutami!” un altro urlo disumano riportò il ragazzo alla realtà, preoccupato girò le spalle ai cocci e si fiondo sul retro del negozio da cui provenivano le urla. Vide Charlie pietrificata davanti ad una pianta di rose che era appena arrivata, il viso sbiancato, gli occhi sbarrati e il respiro affannato. Quell’espressione terrorizzata che Brandon aveva visto più volte su quel viso, quasi lo divertì, ormai sapeva del infinito numero di fobie della ragazza ed era certo che quella sarebbe stata un’altra banalità. Si avvicinò cauto alla ragazza che continuava ad urlare e ad implorare il suo aiuto:

“Ti prego ti prego aiutami! Non lasciarmi qui!” disse quasi delirando afferrando con la mano destra la manica verde della divisa del ragazzo per trascinarlo acconto a sé.

“Charlie cos’è successo?” chiese il ragazzo preoccupato mentre cercava con lo sguardo cosa terrorizzava la ragazza.

“è lì! Ti prego toglilo! È terrificante!”  lo pregò ancora la ragazza senza riuscire ad allontanarsi puntando il dito contro i fiori che aveva davanti a lei.

“Ma cosa?” chiese di nuovo il ragazzo che proprio non riusciva a vedere cosa ci fosse di tanto spaventoso sulla pianta. 

“Come cosa? Non lo vedi quell’essere immondo che se ne sta sulla foglie e che è pronto a saltarmi in faccia da un momento all’altro?! Oh mio Dio è orribile” urlò Charlie serrando con violenza gli occhi e stringendo con forza bruta il braccio di Brandon.

“Ma intendi quel grillo? Quella dolce ed innocua creaturina?” rispose il ragazzo che adesso riusciva a vedere chiaramente la causa di tutto quel urlare. Cercando di trattenere una risata si avvicinò al piccolo insetto che se ne stava appollaiato su di una foglia incurante della situazione.  

“Nonono! Non ti avvicinare così! Se lo spaventerai mi salterà tra i capelli!” urlò ancora la ragazza bloccando i movimenti del ragazzo facendolo indietreggiava con violenza per poi nascondersi dietro di lui usando il suo imponente fisico come scudo umano.

“Adesso calmati Charlie! È solo un grillo. Non può farti niente di male!” cercò di tranquillizzarla “Adesso lo prendo e lo porto fuori! Tu stai tranquilla e torna davanti, che potrebbe anche entrare un cliente.”

“Spiegalo al mio cervello! Non riesco a muovermi!” rispose con stizza la ragazza cercando con tutta la sua forza di calmarsi. Brandon roteò platealmente gli occhi poi si avvicinò cauto al piccolo esserino per metterlo in salvo, e per salvare la sua amica. Con un movimento rapido lo prese tra le mani e gliele chiuse intorno per nasconderlo alla vista di Charlie.

“Oh che carino! Mi fa il solletico con le sue zampettine” esclamò in falsetto il ragazzo sotto lo sguardo accigliato della ragazza, poi a grandi falcate si diresse verso l’uscita per portare fuori l’insetto. Il respiro della ragazza riacquistò il suo ritmo naturale, e con le gambe che le tremavano ancora uscì da quella stanza dove, era certa, non avrebbe messo piede per i prossimi cento anni. Andò a rifugiarsi dietro al bancone, rivolgendo continuamente lo sguardo alle sue spalle e toccandosi i capelli per accertarsi che il grillo non fosse scappato dalle mani del ragazzo per rifugiarsi su di lei, poi iniziò a ripulire i cocci del vaso che l’amico aveva mandato in frantumi.

“Sei salva adesso! Il tuo piccolo amico ora sta saltellando felice per le strade di New York” annunciò il ragazzo rientrando in negozio.

“Non sei divertente!” lo fulminò con lo sguardo Charlie mentre riempiva una busta di plastica nera con quello che rimaneva del vaso.

“Lo so! Ma la tua faccia lo è”  disse ridacchiando Brandon “Hai visto che pasticcio che mi hai fatto combinare?” aggiunse indicando il vaso e la composizione di piante che non avrebbe potuto consegnare quel giorno.

“Mi dispiace tanto! Se vuoi puoi scalare  i soldi che ha perso dal mio stipendio” disse la ragazze seriamente dispiaciuta per l’accaduto.

“Oh non dirlo nemmeno per scherzo farfallina! Cosa sono parecchie decine di dollari in confronto ad una donzella come te che aveva bisogno del mio aiuto!”  le disse rivolgendole il suo affabile sorriso per tranquillizzarla.

“Grazie Brandy!” disse la ragazza dolcemente “Potresti buttarlo tu? Non esco fuori sapendo che quel coso gironzola da queste parti!” aggiunse porgendogli la busta adesso piene. Il ragazzo senza perdere il suo sorriso uscì di nuovo fuori dal negozio dirigendosi verso il grande cesto per la spazzatura.

“Suppongo che non tornerai più lì dentro, vero?” chiese retoricamente il ragazzo rientrando.

“Per il momento preferirei di no!” disse Charlie girandosi tra le mani uno di quei fiocchetti di raso gialli che servivano per le composizioni.

“Perfetto, quindi questa sera dovrò rimanere io per mettere a posto i fiori. Per il momento però tu resta qui ad aiutarmi a cercare un vaso per metterci queste piantine grasse” disse il ragazzo raggiungendola dietro al bancone. Entramibi i giovani misero in campo tutto il loro estro creativo per cercare una soluzione al problema. Lavorarono in silenzio, spostando le piante, che Charlie per vie delle spine toccava solo con degli appositi guanti, in diversi cestini e vasi cercando di capire quale osse il più adatto alla composizione, annodavano e tagliavano fiocchetti con una cura impeccabile, dimenticarono persino di fare la consueta pausa che si concedevano intorno alle tredici per mangiare insieme qualcosa. Solo quando le quattordici erano già passate da una pezzo i due sollevarono le teste dalla loro creazione, abbastanza soddisfatti. Data l’ora e data la scarsa affluenza di clienti quel giorno, si presero la libertà di chiudere per qualche minuto per andare a pranzare. Dopo aver comprato un tramezzino Charlie ed una vaschetta di frutta fresca di stagione con una bassa quantità di calorie Brandon, andarono a sedersi su una panchina al parco sotto l’ombra di un grande albero ultracentenario, godendosi quei pochi minuti di relax chiacchierando amabilmente:

“Ieri sera un mio amico mi ha invitato ad una sfilata di moda. È stato bellissimo!” raccontava con trasporto Brandon “E tu invece cosa hai fatto ieri sera?” chiese poi all’amica.

“Oh niente di speciale.” Bofonchiò Charlie con la bocca piena “Sono rimasta a casa e poi è venuto a trovarmi Eli”

“Eli?! Eli il tuo supersexy vicino dagli occhi blu?” chiese con voce in falsetto cadendo preda del suo solito entusiasmo, La ragazza gli aveva già parlato del suo vicino tremendamente affascinante, poi una sera mentre la riaccompagnava a casa si erano incontrati per le scale e da quel giorno Brandon non faceva altro che assillarla su quanto fosse fortunata ad avere un vicino così.

“Si ma tieni a bada l’euforia o ti verrà un infarto” gli rispose la ragazza che non vedeva assolutamente il motivo per farsi prendere così dall’emozione.

“Ma certo che mi verrà un infarto! Eli occhiblu viene a farti visita e tu me lo dici così? Ah se solo ci fossi io al posto tuo…

“Ehi stai dando troppa importanza ad una semplice visita di cortesia tra vicini!”

“Sarà, Ma adesso voglio sapere tutti i dettagli” disse Brandon guardandola con occhi pieni di curiosità.

“Ma non c’è nessun dettaglio! Abbiamo solo parlato, così per conoscerci meglio!” protestò la ragazza, la infastidiva quel modo di fare del suo migliore amico.

“E basta? Insomma non s’è scappato nemmeno un bacio o qualcosa di meglio? Ma insomma Charlie allora non ti ho insegnato niente!” disse fingendosi deluso il ragazzo.

“Smettila adesso. E poi cosa sarebbe dovuto succedere? Non ci conosciamo nemmeno! E sarà anche bellissimo ma, lo sai come la penso, non sono ancora pronta per affrontare una relazione” confessò la ragazza abbassando lo sguardo.

“Oh ma come sei antica! Non ti sto dicendo di sposarlo! Dico solo che dovresti portartelo a letto e , credimi, ti farebbe bene!”

“Brandon! Basta! È ora di tornare a lavoro, troppo tempo lontano dai tuoi fiori ti fa male!” disse la ragazza arrossendo visibilmente e alzandosi velocemente dalla panchina, tornando a passo spedito seguita dal suo amico al negozio.

 

Nell’ufficio di Eli nel primo pomeriggio stranamente regnava un silenzio tombale. Lui se ne stava seduto dietro alla sua scrivania sulla sua comoda sedia di pelle nera, con il nodo della cravatta allentato, la giacca appesa allo schienale e la testa tra le mani abbandonata ai pensieri. Di fronte il suo amico James se ne stava seduto a cavalcioni su di una sedia molto più economica di quella di Ei, con il mento poggiato allo schienale e gli occhi persi nel vuoto della sua mente. Dopo aver pranzato inseme, i due spesso di abbandonavano ai loro pensieri, forse per colpa della digestione, o forse per il sonno che colpisce quasi tutti dopo pranzo o forse più semplicemente perché dopo quasi una vita passata insieme, in alcuni momenti non avevano più niente da dirsi.

“Sai Eli sto seriamente pensando di rifarmi crescere i baffi” disse James toccandosi il lembo di pelle che si trova tra il naso e il labbro superiore e rompendo il silenzio.

“Sai io invece sto seriamente pensando che tu sia pazzo!” gli rispose Eli facendogli il verso

“Ma non ricordi come ero sexy l’anno scorso con i baffi!” continuò James fermo sulla sua posizione.

“Ah tu quei peli pubici che avevi sotto al naso li chiami baffi?” Esclamò Eli con il suo solito sarcasmo pungente.

“Ti odio! Non ti farò mai più partecipe dei miei progetti!”  disse l’amico offeso.

“Non immagini neanche quanto ne sarei felice!” rispose Eli con un sorriso soddisfatto.

“Io me ne torno a lavoro! Visto che qui non sono apprezzato!” disse il ragazzo alzandosi dalla sedia su cui era seduto.

“Ti ricordo che navigare sui siti porno con il pc della compagnia non è lavoro!” lo canzonò l’altro alzandosi anche lui stringendo la cravatta intorno al colla e rinfilandosi la giacca. James in risposta alzò il dito medio in un gesto poco elegante, per poi chiedergli “Dove stai andando?”

“Nel negozio di fiori qui vicino! Devo portare dei fiori ad una donna che mi sta aspettando!” disse con tranquillità Eli recuperando il cellulare da sopra alla scrivanie e mettendolo nella tasca interna della giacca.

“Tu che mandi dei fiori ad una donna? Strano” chiese sorpreso Jim.

“Si, ma questa è una donna speciale.” Rispose con un sorriso sghembo uscendo dal suo ufficio.

 

Voglio ringraziare tutti quelli che hanno messo la storia tra la seguita-ricordata-preferita siete davvero tanti e vi ringrazio uno per uno! Un grazie speciale va a chi spende un po’ del suo tempo a lasciare una recensione, grazie davvero, non sapete quanto mi fate contendo! ^_^ Alla prossima!! Bacii

Spero di non osare troppo lasciandovi il mio contatto Facebook e Twitter, aggiungetemi se avete voglia di fare quattro chiacchiere, vi aspetto! ^_^

Facebook

Twitter

 

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Ofelia20