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Autore: Daenerys_Snow    13/03/2012    7 recensioni
Possibile che per diventare migliore abbia dovuto uccidere il suo primo amore?
Possibile che nessuno le abbia detto che era sbagliato ciò che stava facendo?
Possibile che nessuno le abbia spiegato che cos’è l’amore?
Queste parole sono state prese dal 2° capitolo...
Spero tanto che leggiate questa fanfiction, che all'inizio doveva essere lunga solo un capitolo, ma poi ho cambiato idea, perché una storia non deve essere interrotta...
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più libri/film
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Ho fatto uscire dalla mia camera d’albergo Dave; stavamo esagerando con quei baci infuocati. Poco prima che se ne andasse gli ho messo al collo la collanina di suo nonno Luca. La mezza luna d’argento sbrilluccicava sulla sua pelle pallida e marmorea.
Mi avvicino sicura di me al tavolino presente nella stanza, vicino al letto. Quella busta che poco prima ha attirato la mia attenzione, dedicandone poco al mio amico, o forse ragazzo, mi si pone davanti come se fosse la cosa più sacra ed importante al mondo.
Decorata con disegni riguardanti probabilmente fiori o altro, mi ricorda un libro antico che si trova nella camera da letto a casa di mia nonna Erika. Sì, uno di quelli scritti in greco antico, forse. È davvero elegante all’esterno; chissà se lo è anche all’interno.
La apro piano, più diffidente di prima, e noto già dalle prime righe che è scritta a mano. Una scrittura colta, si vede bene, che mi colpisce: sembra quella che usava Erika per scrivere nel suo diario dei tre lupi oscuri.
La apro totalmente e osservo che, solo dalle prime parole, è rivolta proprio a me.
Cara Ashley Black,
da quant’è che sei in Italia? Giorni? Hai perso anche tu la cognizione del tempo. Perché forse non te ne sei accorta, ma non hai ancora trovato le vere risposte alle tue domande. Quelle questioni di cui andavi tanto fiera con il tuo amichetto lì, in America.
E poi un’altra cosa: come mai non sei rimasta nella tua adorata casetta a Forks? Sicuramente a noi avresti fatto un favore.
Sei arrivata qui per scoprire la verità sulla grande Erika Dark, e poi… e poi cosa? Non sei stata capace nemmeno tu di sapere tutta la verità.
E allora la nostra domanda è questa: vuoi davvero ancora scoprire la verità sulle tuo origini o vuoi tornartene a casa da papà e mamma visto che ora sei un bel lupo bianco candido con tanto di vampiro come fidanzato? A noi interessa solo questo, e credo che l’avevi già intuito oggi, più precisamente questa stamattina nell’atrio dell’hotel quando ci hai visti seduti su quelle comode poltrone.
Siamo dei tipi piuttosto cordiali e disponibili per quanto riguarda queste situazioni, e quindi ti proponiamo questo patto: sai bene che i tuoi cari bisnonni ora si trovano da noi, no? Vuoi sapere come stanno? Bhè, se proprio la tua curiosità ti spinge ad essere più coraggiosa del dovuto, vieni qui da noi: una tua visita ci farebbe piacere.
In quest’istante non siamo a Volterra, tranquilla. Ci troviamo vicino in quel grande monumento della città in cui sei “turista”. Sì, quell’edificio senza neanche una porta, quello circolare. Speriamo che tu abbia capito.
Anzi, organizziamo il nostro possibile incontro: facciamo questa sera alle 23:00 all’interno del Grande Monumento Romano. Tanto non dovrebbe essere un grosso problema per te entrare: sei un lupo, puoi fare quel che ti pare.
Speriamo che tu ci venga al più presto a far visita, sul serio, piccola Ashley. Ah quasi dimenticavamo: non devi assolutamente portare nessuno. O saranno seri guai per Valerio e per Amanda.
Cordiali saluti,
i Volturi.
Non può essere vero, non stavolta. Come diavolo è possibile che quella lettera si sia materializzata nella mia stanza d’albergo? Da quando ho visto stamane le facce dei Volturi sono sempre stata qui, diavolo. Perché non ho capito subito chi erano quegli uomini dagli occhi strani, proprio come quelli del mio fidanzato?
La lettera viene stracciata dalle mie stesse mani: ormai sono molto potente e potrei distruggere un masso di roccia solo col pensiero. Ma al posto di una roccia vorrei distruggere altro, ad esempio 3 tizi con occhi che sembrano avere lenti a contatto colorate. Uffa!
Il mio pugno incomincia a battere sempre più forte sul tavolino che a momenti potrebbe cadere a pezzi. Anche il compagno d’avventure si unisce a quest’insulso massacro. La luna al mio collo emana calore e incomincia a vibrare sempre di più, finché non la prendo in mano e una goccia di acqua salata cala su di essa. Brilla.
E all’interno posso notare perfettamente che appaiono delle immagini leggermente sfogate.
-    Dave!! – Dico convinta che quello raffigurato sia il mio fidanzato. È nella sua stanza a giocare con la sua collanina della mezza luna.
Sorrido dolcemente, forse metto anche un po’ di paura. Ma ben presto quest’espressione scompare dal mio volto per far posto ad una cattiva, forse anche un poco sadica e maligna.
-    Stavolta non vinceranno loro, no. Stavolta sarò io a vincere. Lo giuro.
Alzo lo sguardo e lo punto fuori dalla finestra. Il Colosseo si innalza maestoso e fiero davanti a me, e mi sento piuttosto piccola al confronto; ma come ho già detto e affermato, vincerò io, e loro non avranno la meglio, questo è certo; non stavolta.
Il tempo passa e si fanno le 18:45.
Sono sdraiata ad ascoltare della musica, mentre diversi pensieri si fanno a poco a poco spazio nella mia testolina mora.
Luca è morto a causa della caccia mattutina di Billy ed Erika, quindi direi per sbaglio. E poco dopo l’hanno gettato nel fuoco, unico grande nemico dei vampiri. Erika morì a causa di quest’incidente: per i diversi sensi di colpa, si è andata a far ammazzare dai Volturi, andando a Volterra. Con queste due morti che hanno segnato la storia della mia e della famiglia di Dave, i Volturi hanno vinto, hanno ottenuto ciò di cui hanno sempre avuto bisogno: due esseri troppo forti per restare in vita e vivere normalmente come degli esseri comuni.
Ora tocca a me batterli, tocca a me vincere e vendicarmi di mia nonna e del suo migliore amico.
La musica va avanti e non mi rendo nemmeno conto che parte una di quelle canzoni che fanno schifo, ma che ho sull’MP3 solo perché avevo voglia in quell’istante di riempire la sua memoria.
Ed un altro punto della lettera da parte di quei traditori mi entra in testa senza darmi tregua: ma di quale verità stanno parlando quegli esseri terrificanti?
Io la so, almeno mi pare. Le mezze lune, la chiave, la foto, il cofanetto, il diario… sono tutte possibili ed irripetibili testimonianze del fatto che so la verità di cui i Volturi parlano tanto.
Mi metto a sedere sul letto e noto che la mia mezza luna raffigura ancora il mio fidanzato intento ora ad ascoltare lo stereo. Siamo due gocce d’acqua.
Aspetta, aspetta. Due gocce d’acqua. Irripetibili ma identici. Diversi ma simili. Un po’ come…
Gli occhi mi sbrilluccicano e sul mio volto si allarga un sorriso compiaciuto. Forse so di cosa stavano parlando quelli lì con cui ho un incontro stasera tardi.
Mi incomincio a preparare sul tavolino le cose necessarie alla fuga di stanotte. La mia mezza luna viene riportata al suo posto, al mio collo, e la chiave con lo smeraldo e con lo zaffiro va a finire nella mia tasca assieme alla foto di Erika e Luca.
Mi pettino velocemente lasciando i mie lunghissimi capelli sciolti al vento. Mi sciacquo la faccia e mi guardo con questa piena di goccioline brillanti allo specchio: sono io, sempre la stessa Ashley Black che è partita poco tempo fa dagli Stati Uniti per scoprire la verità; non sono cambiata, non ora, e non lo farò mai perché so bene cosa voglio scoprire e cosa devo sapere. Io so tutto.
Mi asciugo e butto l’asciugamano a terra. Mi vesto mettendomi i miei amati jeans chiari con una catenella d’oro che arriva da parte e parte, una T-shirt con sopra scritto You know nothing. Le mie amate scarpe dell’Adidas nere ed argento mi decorano i piedi.
Sono le 20:00 e l’ansia mi sta uccidendo letteralmente. Ed un dubbio mi sta assalendo da diversi minuti: cosa avrei fatto lì? Ok, il mio obiettivo è quello di riportare a casa Valerio ed Amanda, ma come avrei fatto? Avrei parlato pacificamente o avrei combattuto dando anima e corpo?
Questi miei pensieri che a voi potrebbero risultare insulsi, sono interrotti da un Toc alla porta. Rabbrividisco. E se fossero loro che mi sono venuti a prendere?
Mi avvicino lentamente al rumore e prendo in mano il coltello che mi ha regalato mio padre quand’ero ancora piccola, dicendomi che era importante sapersi difendere bene se si voleva far male a qualcuno di estremamente pericoloso.
Anche se fossero stati i Volturi non mi sarei immediatamente trasformata in licantropo, almeno non in un primo momento. Preferisco tre volte di più infilzarne almeno uno con le mie vere mani, non con quelle che mi ritrovo quando sono trasformata.
Afferro la maniglia tremolante senza mai distogliere lo sguardo dalla porta bianca latte. Tengo saldamente, invece, il coltello che mi sta pian piano tagliando il palmo della mano per la troppa foga da me messa.
L’abbasso, e sento una gocciolina di sudore che scende lungo il mio volto pallido come non mai. Tiro la porta verso di me e solo in quell’istante mi accorgo che la mia arma è arrivata fin sopra la mia testa; la riabbasso velocemente quando vedo un David super preoccupato che mi osserva stranamente.
-    Oh, Dave, sei tu: mi hai fatto prendere uno spavento! – Mi porto una mano al petto e tocco nuovamente la collana. Lo stesso movimento lo fa anche lui. – Entra, e scusami ancora per la scena che ti si è presentata davanti. – Gli sorrido. Mi guarda ancora un po’ incerto per poi seguirmi all’interno della stanza sedendosi sulla sedia giallina. Mi siedo sopra di lui, e mi sento incredibilmente leggera.
-    Com’è avevi paura di chi stava dietro alla porta, eh? – Mi chiede curioso e forse anche un po’ preoccupato.- Non è da te.
-    Già, infatti, ma… - Non posso dirgli della lettera, anche perché poi lui verrebbe con me, e sul foglio c’è scritto chiaro e tondo che non devo portarmi nessuno. E poi lo metterei comunque a rischio. – No, niente di particolarmente speciale. – Mi sorride come solo lui sa fare. Probabilmente arrossisco, visto che mi bacia teneramente sulle labbra.
-    Sei bellissima, lo sai? – Lo fa apposta, lo so, per mettermi in imbarazzo. Di nuovo quel rossore sul volto. – Anche quando arrossisci, sì.
Passano minuti eterni. Mi bacia sempre con la stessa dolcezza di prima. Mi scioglierei se potessi. Mi mette una mano gelata sulla guancia sinistra ed incomincia ad accarezzarmi. La mia pelle bollente gli crea un secondo di incertezza. Si stacca lentamente per poi sussurrarmi. – Ti sei resa conto che hai una mano sanguinante?
La mia attenzione si sposta subito sul soggetto della frase ed in effetti non ha tutti i torti: dalla mano esce una scia lunga rossastra che si estende per tutto il palmo fino a cadere a terra. Una chiazza rossa scuro macchia il pavimento nocciola.
-    O cavolo! – Dico alzandomi velocemente e prendendo un qualsiasi panno preso a tiro. L’asciugo e il mio sguardo si concentra sul mio ragazzo. – Cos’hai?
-    Perché hai in tasca la chiave di Erika, quella con lo zaffiro e lo smeraldo? – Il cuore mi si pietrifica. – Ecco, volevo tenerla con me: mi dà un senso di sicurezza… - Mentire mi riesce piuttosto bene, specie se si tratta di qualcosa di cui non posso parlare.
-    Sicura, Ashley? – Si alza anche lui, e noto solo allora che ha in mano la chiave. Deve averla presa quando mi sono accovacciata a terra. Intelligente di un vampiro dagli occhi color del cielo.
-    Ma certo! – Dico facendogli un sorriso un poco falso ed anche ironico.
Passando altri minuti di silenzio. Spero solo che non abbia capito nulla.
-    Ho scoperto una cosa. – Gli occhi mi si sbarrano. Oh, cavolo.
-    Cosa, Dave? – Chiedo con voce tremante.
-    Ho scoperto il mio potere da vampiro. – La curiosità mi spinge di un passo avanti verso di lui con un sorriso a trentadue denti stampato in volto. – Riesco a comunicare attraverso il pensiero con le persone a noi lontane.
-    In che modo? – Com’era possibile ciò?
-    Prendi le mie mani, e cerca di metterti a contatto con me. – Mi ordina convinta e sicuro di sé. Eseguo i suoi ordini e sento la sua carne vellutata ma allo stesso tempo fredda inondarmi con vari pensieri la testa. Vedo tutto nero ma sento delle voci. Voci a me familiari, molto.
-    Ma sono mamma e papà! – Starnazzo io felice e gioiosa al massimo. Da tempo desideravo riascoltare le loro melodiose voci.
-    Comunica con loro, su. – Mi incita il mio ragazzo.
-    Papà, mi senti? – La nostra conversazione andrà avanti con la forza del pensiero.
-    Cucciola, come stai, eh?
-    Bene, tu? – Quant’è bello risentirmi chiamare così.
-    Tutt’apposto. La mamma è molto preoccupata per te, sai? – Continuiamo a parlare finché un’idea mi giunge. E se provassi ad utilizzare i miei poteri per vedere qualcosa del passato nella testa di mio padre?
Incomincio l’opera concentrandomi al massimo. Riesco a scorgere vaghi ricordi: forse hanno capito che sto leggendo la loro mente. Arriva una scena ben chiara e molto definita: ci sono loro, sempre i Volturi, in un campo immenso, una radura ad essere precisi. Sono tanti, sì molti di più rispetto a quelli che stanno dalla parte opposta. Riesco a scorgere un lupo rossastro, mio padre, con sopra un bambina piccola, che avrà avuto sì e no 4 anni. Lunghi capelli castani-rossi con due occhioni color cioccolato. Poi poco distanti ci sono due vampiri, fra cui una neonata. Devono essere nonno Edward e nonna Bella. Che bella che è quest’ultima. Ma noto che comunque non sono soli: ci sono molti altri vampiri lì, con loro.
La scena ha inizio e vedo che attorno al gruppo dove c’è mio padre e tutti i miei zii licantropi c’è uno scudo quasi invisibile. Dev’essere il potere nascosto di Bella. È enorme e potente, tant’è che riesce a proteggere tutti quanto dagli attacchi micidiali di Jane, la quale è molto adirata.
L’immagine ha anche una fine e riapro gli occhi dopo aver salutato mamma e papà. Dave mi guarda felice.
-    Anch’io ora ho il mio potere segreto. – Noto perfettamente che è orgoglioso di se stesso.
-    Lo vedo, tesoro. Sono felice per te per la tua scoperta.
Ci mettiamo a parlare per un altro po’ e mi rendo conto che il tempo passa e così mi invento una scusa più che plausibile per farlo andare via. Chissà se questa sarà l’ultima volta che lo vedrò.
-    Io ho sonno. – Faccio un finto sbadiglio stiracchiandomi le braccia.
-    Ok, ti lascio dormire, allora. – Si alza per darmi un bacio sulle labbra. Un po’ di malinconia mi assale: e se fosse l’ultimo nostro bacio? Perciò ci metto foga nel rispondergli e lui si stacca solo quando necessito d’aria. – Com’è questo?
-    Niente, tranquillo. Ora vai, ti prego. – Sento gli occhi pizzicare, ma il mio dovere lo dovrò pur compiere, no?
-    Ok, notte, amore mio. Non ti scordare mai, per nulla al mondo, che sei la cosa più bella del mondo. – Dicendomi questo, se ne va.
Mi lascia sola con i miei pensieri. Mi butto sul letto e guardo il soffitto per poco, finché mi accorgo che si sta facendo tardi. Mi alzo e corro a guardarmi per un’ultima volta allo specchio. Sempre io, la solita Ashley. Perfetto.
So bene che se non ce l’avessi fatta, sicuramente i Volturi mi avrebbero fatta loro seguace, ma la speranza è l’ultima a morire, quindi. Mi schiaffeggio sulla faccia per risvegliarmi da quegli orribili pensieri.
Prendo il coltello per metterlo in tasca, assieme alla foto ed alla chiave che Dave mi ha lasciato. La collanina è sempre lì, al mio collo, come se aspettasse in segno per entrare in azione. Esco dalla stanza senza fare troppo rumore, visto che la stanza accanto alla mia è di Mark e di David. Cammino quatta quatta, e piano piano scendo le scale. Mi trovo nell’atrio e il mio sguardo viene subito puntato sulle stesse poltroncine che quella stessa mattina hanno ospitato i Volturi. L’ira si fa spazio senza indugi o problemi.
Mi guardo ancora attorno e noto solo che una donna sulla quarantina mi osserva curiosa. Ha lunghi capelli rossi ed occhi castani, anch’essi leggermente rossastri. Strana. Non sarà una spia di quei traditori?
Mi sorride e poi sale per le scale. Bhà, non fa nulla. Continuo la mia impresa ed esco per le strade di Roma. Mille lici nelle case vicine sono accese e mi danno un po’ più di sicurezza. Cammino velocemente, ma poi inizio a correre. Sono ad un chilometro dal Colosseo. Non posso fare tardi.
Dopo dieci minuti arrivo un poco affannata. Mi fermo e per la prima volta guardo la sua spettacolarità: questo monumento è davvero molto maestoso. Non mi fermo a riflettere troppo su una possibile relazione che potrei portare alla mia professoressa di storia e continuo a correre verso l’entrata, la quale ovviamente era chiusa con delle gradi catene. Sbotto arrabbiata e le frantumo senza nemmeno fare rumore. Le faccio cadere e mi dirigo verso il centro. Mi accorgo che ci sono diverse rampe di scale che portano in alto, ai piani più alti, o ai seminterrati, cioè le gabbie dove tenevano tanto tempo fa gli animali feroci che combattevano contro i gladiatori. Corro verso il basso e mi ritrovo ancora una volta una grossa porta chiusa; solito procedimento, anche se stavolta ho dovuto solamente dare un pugno a questa per far in modo che si aprisse senza rompere nulla.
Una luce accecante mi assale. Chiudo gli occhi inginocchiandomi a terra. Ma cosa diamine è?
La luce si affievolisce e comincio a riaprire le palpebre. Alzo la testa che è china e vedo 3 poltrone rosse. Mi alzo per dirigermi verso quei mobili. Mi fermo solo quando sento diversi ululati dietro di me. Ma uno in particolare attira tutta la mia attenzione.
-    Non posso crederci… - Mi giro e vedo ciò che non avrei mai voluto vedere. – Tu sei…
Non finisco la frase che sento qualcuno prendere parola.
-    Eh già… -  Aro sorride. – E’ lei: Erika Dark, cara mia.

 

Spazio Autrice

Allora, ragazze e ragazzi (se ce ne sono) vi informo che la fic sta per terminare. E che mi dispiace per il mio solito ritardo: è da un mese che non aggiornavo. Spero solo che abbia rimediato in un modo o nell’altro.
Questo capitolo non ha nemmeno senso, in effetti. Ma dai, su: accontentiamoci, al massimo scrivete una critica, ma, vi prego, fatemi sapere qualcosa.
Ringrazio chi recensisce:
black rose92, tata_angel, _Lonely_, adelfasora, Manga elevato 2, AnnalisaCip96 e  Simo__Chan.
Ringrazio chi l’ha messa tra le preferite:
AnnalisaCip96, black rose92, larina, Manga elevato 2, nene_cullen e VasHappeningJunior.
Ringrazio chi l’ha messa tra le ricordate:
Stefy_Masen_75
Ringrazio chi l’ha messa tra le seguite:
AnnalisaCip96, BennySmolder, black rose92 e Manga elevato 2.
Ed ovviamente tutti coloro che leggono ma che non recensiscono.
Tanti bacini,
Beatrice
  
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