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Autore: silence1992    13/03/2012    0 recensioni
Vi anticipo soltanto che è una storia ambientata nell'Italia rivoluzionaria, tra luci ed ombre, passioni e delusioni di un gruppo di giovani ragazzi ....
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Parlava, voce calma e sguardo sereno, come se ciò che stava raccontando non la riguardasse affatto.
“ E così anche tu sai... “ disse infine, terminando il suo discorso quasi in un sussurro, e volse gli occhi a colui che, bianco e tremante, l’aveva ascoltata silenziosamente e che, smarrito come alla vista di un fantasma, cercava disperatamente rifugio dentro di sé per non udire quelle parole e non coglierne significati e conseguenze.
Con la mano raccolse della sabbia e la lasciò al vento che l’avrebbe trascinata fino al mare giù per la scogliera; chiuse gli occhi per un istante e poi sedette anche lui.
“ Non capisco, non posso capire … come hai potuto? Cosa credi, che ai tuoi amici importi davvero se ti ammazzano? O forse pensi che adesso i contadini vi saranno finalmente grati e inizieranno a lottare anche loro per l’uguaglianza, la libertà? ” urlava, col cruccio nel cuore, come se la rabbia potesse attenuare il dolore, portare soluzioni impensate o semplicemente farle cambiare idea, ma dovette stupirsi vedendo che queste parole non la scalfivano minimamente.
Raffaella era giovane ed arrogante, doveva aver poco più di diciotto anni, con un portamento fiero che la faceva rassomigliare ai guerrieri impavidi d’altri tempi, ma anche con i lineamenti delicati di una bambina col viso ovale e le labbra carnose.
“Io so quello in cui credo e ciò che faccio e presto o tardi lo capiranno tutti, anche il soldato che ci ha denunciati! E se il prezzo da pagare è essere arrestati o uccisi io sono pronta … mi basta sapere che lascio un mondo in cui ognuno può essere davvero UOMO per non avere rimpianti! “ e all’ascoltare queste parole Giorgio, avvilito, ripensava ai giorni felici .
Stavolta Giorgio le rispose in modo pacato ed estremamente razionale come era suo solito: “Non hanno neanche il pane, sono analfabeti cosa può importargliene di costituzioni o diritti? Vogliono stabilità e, in fondo, i Borbone gliel’hanno data, anche se sono sudditi a loro non importa. Lascia stare, dimentica ogni cosa … non ha senso cercare di salvare chi non vuole essere salvato: vi paragonano ai giacobini francesi e quando voi rivoluzionari venite catturati o uccisi non scendono lacrime sui loro volti.” Diceva il vero e, forte dalla sua verità, sicuro del suo amore, le assicurava che avrebbe abbandonato l’università e i suoi studi, che l’avrebbe portata con sé in città lontane dove, tra gente sconosciuta, sarebbero passati inosservati e avrebbero potuto viver sereni, e che ciò era l’unico modo sensato di agire. Ma Raffaella  poco importava se fosse logico o meno, sapeva di lottare per il giusto e che, se non sarebbe stato il 1830 l’anno in cui finalmente ci sarebbe stato un popolo unito e libero, sarebbe stato di lì a poco; allora con sicurezza, seppur dolcemente, rispose: “Tu hai i tuoi studi, la matematica e le tue certezze … ‘a’ è uguale ad ‘a’ e dunque deve essere diverso da ‘b’… allora ne consegue, per chissà quali proprietà … ma non funziona sempre così. Può darsi che “a” sia “b”, “c”, ecc … “a” è “a” ma al tempo stesso un’infinità di altre cose! Adesso sta a te dire cosa vuoi che sia questo momento, io lo so già.”
Nonostante il sole accecante su di loro, Raffaella lo osservava studiando attentamente i suoi occhi vitrei, celesti come il mare; sembrava invece che Giorgio riflettesse ad alta voce, seguendo tutto un suo ragionamento: “ Ciascuno di noi ha due nature non separate tra loro e allora dobbiamo cercare quella che ci può far volare più in alto … liberare la farfalla che è in noi! Per far ciò dobbiamo andarcene da … ” ma la sua orazione si interruppe come udirono l’erba strusciare e passi lontani: in lontananza scorsero figure minacciose e feroci, probabilmente soldati…
  
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