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Autore: Natalja_Aljona    13/03/2012    1 recensioni
Natal'ja vende fiammiferi e sogna la Rivoluzione.
Siberiana fin nelle ossa e nel sangue, nel cuore e nell'anima, nipote di uno dei capi dei Decabristi ed ultima erede della famiglia russa più temuta dallo zar, è quasi impazzita in prigione ma sa che non è finita.
Geórgos vive per la guerra e per il cielo di Sparta.
Nato durante la Guerra d'Indipendenza Greca e nipote del capo dei Kléftes, i briganti e i partigiani del Peloponneso, ogni notte spara alle stelle perché ha un conto in sospeso con gli Dei.
Feri è uno zingaro ungherese, il terzogenito di Kolnay Desztor, il criminale del secolo, e il più coraggioso dei suoi fratelli.
Legge il destino tra le linee della mano, e tre anni di galera e lavori forzati non sono bastati a fargli smettere di credere nel suo.
Nikolaj, ussaro polacco e pianista mancato, crede di aver perso tutto.
Sa che l'epilessia, i complessi d'inferiorità nei confronti del padre morto, l'ossessione per sua cugina e i suoi sogni infranti lo uccideranno, ma la sua morte vuole deciderla lui, e a ventidue anni s'impicca per disperazione e per vendetta.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Duecentouno


Duecentouno

Troppo lontana dagli angeli di Forradalom

Siamo in fondo dei bravi ragazzi

 

Natal’ja e Feri erano i fondatori di Forradalom.
Arden l’aveva scoperto interrogando il sospettoso e beffardo Jànos, che pareva morir dalla voglia di vederla sbiancare sulla forca, e ne era rimasta colpita.

Natal’ja, una ragazza…

Un quartiere di ribelli?

Sfiorava i limiti del surreale.

Eppure era tutto crudelmente reale.

Quel mattino lei sarebbe stata sottoposta al giudizio e poi alla sentenza finale del Capitano.

Feri Desztor aveva ventotto anni e, quando i suoi occhi carbone lucente s’erano posati su di lei, era più cupo che mai.

-Sei stata scortese con la mia Natal’ja, vero? Le hai mancato di rispetto…-

-Non era mio desiderio, Signore…-

-Capitano, prego. Hai idea di cosa succeda a chi priva dei dovuti onori la mia Luogotenente?-

-No…-

-Impiccato. Ma non sarà il tuo caso. Tuo padre pagherà per averti messa al mondo-

-No!-

-Non ne vale la pena…- sussurrò una voce lieve, quasi carezzevole, e Arden riconobbe nella figurina che s’era accostata al Capitano i lunghissimi capelli biondi e gli occhi dalla luminosità tagliente di Natal’ja.

-Abbiamo ucciso abbastanza innocenti, Feri… Non confondere gli Zaristi con gli idioti, dai-

Lo sguardo ardente che Feri lanciò a Natal’ja fece rabbrividire Arden.

Doveva tenerla in grande considerazione…

E quell’ “Abbiamo già ucciso troppi innocenti”…

Abbiamo.

Dio…

-Avvicinati, Arden Stoeva-

Quando lei lo fece, il Capitano le tirò uno schiaffo.

Poi scoppiò a ridere.

-Potrai dire di aver visto l’inferno, se tornerai. Jàn, prepara il patibolo! Sai com’è, stella, non si sa mai.

Benvenuta a Forradalom-

Natal’ja la prese per mano, e il sorriso che aveva rivolto a Feri svanì.

-Non sai niente di noi. Feri potrebbe ucciderti davvero. Io gli voglio un bene dell’anima, ma stai attenta…

Non sono la paladina di quelle come te-

Quelle come lei?

Arden non sapeva cosa pensare.

Natal’ja aveva le condizioni sociali di una serva, nel suo Palazzo non avrebbe neanche potuto parlare, senza permesso.

Era assurdo.

E i criminali come Feri Desztor suo padre li faceva sbattere nelle segrete.

Capitano di chi?

-Io non ho niente contro la tua banda, Natal’ja. Voglio solo tornare a casa-

-E denunciarci alla Terza Sezione?-

Arden sbarrò gli occhi.

-Che cos’è?-

-Dio, smettila d’ingannarci!-

-Ma non è vero!-

-Come vuoi. Ora vado dai miei figli. Buona fortuna-

-I tuoi figli?-

La Stoeva si addolcì all’istante.

-Posso venire con te?-

-Sono i miei figli. Non sono i bambini adorabili che ti aspetti. Lo sono secondo i criteri di Sparta e di Forradalom.

Aiace si sta esercitando a sparare, non capitargli a tiro. Niko se non conosci Omero ti sputa in un occhio. 

E Line… Line è uguale a me. Vedi tu-

Arden sorrise.

-Va bene!-

-Davvero? Beh… Seguimi, se credi-

 

Quando Natal’ja entrò in casa, cautamente seguita da una timida Arden, a disagio davanti all’estrema povertà degli arredamenti, Nikolaj era seduto sul pavimento con un tomo mastodontico sulle ginocchia e i begli occhi azzurri lucidi di lacrime.

-Non voglio che Ulisse tradisca Penelope… Perché fa tutti quei complimenti a Nausicaa? L’ha appena conosciuta!-

-E’ un romanzo d’appendice?- domandò Arden, curiosa.

Lys la bruciò con lo sguardo.

-Sparati-

-E’ l’Odissea!- gridò Niko, con gli occhioni sgranati.

Poi si rivolse alla madre, confuso.

-Scusa, ma’… Questa cretina da dove spunta?-

-Dall’Anglo-Bulgaria. Non sta simpatica neanche a me, ma ha voluto venire…-

-Vuoi che la butti fuori, Lys?-

A parlare era stato un ragazzino dalla bellezza folgorante, la pelle bruna e i capelli scompigliati.

Aveva undici anni, quasi dodici, e ne dimostrava almeno sedici.

Aiace.

Arden non capì le sue parole, perché parlava in greco, ma Natal’ja gli sorrise.

Lui corse ad abbracciarla.

-Sei sempre meravigliosa, mamma… Ma quella la potevi anche lasciare a Feri, se la impiccava che male faceva?-

-Amore mio, era inutile… Cioè, lo è anche da viva, eh, ma cerca di capirmi…-

-Scusa, in che lingua parlate?- si decise finalmente a chiedere Arden, turbata dallo sguardo feroce del primogenito di Natal’ja.

-Greco. Dialetto dorico. Peloponneso, Laconia, Sparta… Hai presente, no?-

-Mai studiato…-

-Oh, neanch’io. Colpa di mio marito-

-Certo…-

-Ehi, Telamonio, Alcesti dov’è?-

-Scrive a Theo. Secondo me è innamorata…-

-Di Theo?-

-Sì! Nove e trentadue anni. Mitico, no?-

-Già…-

-Ma è cretino?! Laerte non l’ha mai pestato, quand’era a Itaca?-

-Se ti sente Tìa…-

-Se ti sentisse- sussurrò Nikolaj, tra i denti -Ma’, non farmi arrabbiare-

Lys sorrise, incredula.

-Dai, vai a chiamare Line, perito grammaticale austriaco-

-Austriaco?-

-Che ci posso fare, è nato lì!-

-Lì?-

-A Vienna. In viaggio di nozze, avevo quattordici anni… Adoro quella città e adoro lui-

 

Alcesti Caelie Gibson aveva nove anni ed era il ritratto di sua madre.

Con una biondissima treccia sfatta oltre la vita, gli occhi chiari, dello stesso contrasto mare-cenere di Natal’ja e del fratello minore, un abito bianco che le sfiorava a stento le ginocchia, legato in vita da un nastro di seta turchese, e i piedi nudi.

Aveva un visino angelico, la pelle diafana, e al suo polso destro tintinnava una cavigliera d’argento.

Lys la baciò su entrambe le guance, stringendola forte.

-Céline, lei è Arden Stoeva-

La fanciullina inarcò un sopracciglio biondo.

-Prigioniera di guerra?-

-Quasi-

-Che ci fa qui?-

-Chiedilo a lei! Voleva conoscervi-

-Se è un’altra innamorata di papà le spacco la faccia-

-Non l’aveva mai sentito nominare-

-Ah! Male. Come mai?-

-Secondo me viene da un altro mondo-

-Probabile. E’ così elegante! Come si permette?-

-Scusa, qual è il problema?- intervenne la diretta interessata -Sei presuntuosa come tua madre, vero?-

-Natal’ja Eileen Gibson non è presuntuosa. Tu ripetilo e vedi se Aiace non ti pianta lo xiphos in gola.

Hai fatto piangere anche Nikolaj?-

-No, è stato il protagonista del feuilleton-

-Ulisse- la gelò Lys, roteando gli occhi.

-Oh, Niko, tranquillo! Poi ci torna, a Itaca!-

-Peccato. Maledetto fedifrago-

Céline annuì, seppur perplessa.

-Lo adoravi, prima…-

-E con Nausicaa come la mettiamo? La prima volta mi sembrava più innocente...-

-Ehi, sono… Bellissimi- commentò Arden, sincera.

-Certo- rispose Niko, annoiato -Siamo i figli di Alja e Gee-

-Alja la vedo… Ma anche vostro padre era così bello?-

-Capirai. Uno schianto. Da svenire. Anche in ritratto dà i brividi…-

-Certo, Elettra, certo- sussurrò Aiace, beffardo e al tempo stesso affettuoso.

Erano una bella famiglia, la più incredibile che Arden Stoeva avesse mai visto.

Alla sua età Natal’ja era già madre, moglie ed eroina di un quartiere.

Senza essere nobile.

I suoi figli la adoravano, era come una sorella per loro.

La rispettavano.

Eppure quel quartiere a lei faceva tanta paura.

Era abitato da gente meravigliosa con la famiglia e con gli amici e spaventosa con il resto del mondo.

Ma la loro diffidenza aveva un senso.

Bisognava avere idee e ideali speciali, sfrontati e rischiosi, per essere accolti a Forradalom.

Lei era troppo conservatrice per essere una di loro.

Arden Stoeva, Contessina di Manchester e di Sofia…

Il Capitano l’avrebbe davvero impiccata?

E i figli di Natal’ja, potevano aiutarla?

Temeva di essere piaciuta poco.

Troppo elegante e confusa, sì.

Troppo lontana dagli angeli di Forradalom.

 

 

 

 

 

 

Note

 

Sofia: Capitale della Bulgaria.

Siamo in fondo dei bravi ragazzi: Sedici anni, Rita Pavone & Gianni Morandi. Naturalmente, riferito ai nostri forradalmi, è assolutamente ironico ;)

 

Arden Stoeva comincia a conoscere Forradalom.
Ed è, sì, troppo lontana dagli angeli della Rivoluzione.

Con il Capitano non nasce esattamente un’appassionata amicizia, anzi…

Feri le ha fatto capire subito come stanno le cose.

Jàn la odia a morte già dal primo incontro, e come vi avevo già annunciato il nostro angelico Desztor con lei sarà un mezzo demonio, ma avrà anche i suoi motivi, più avanti…

Io… Non so esattamente cosa dire di lei. Non è un mostro di simpatia, no, e al di là della paura/smarrimento, non sarà troppo gentile con i forradalmi, quando arriverà suo padre, anche se Alja parrebbe aver convinto Feri a non giustiziare nessuno dei due.

Vi direi di fidarvi delle impressioni di Jàn, per il momento.

Ormai vi sarete fatti un’idea su di lei, anche se vaga -che io sono curiosa di sapere ;)-, e sappiamo che è Contessina di ben due città, quindi aggiungo solo che la conosceremo meglio con l’arrivo del padre - il quale avrà dei “problemi” soprattutto con Lys.
C’è un elemento, in questo capitolo, molto molto tra le righe, che potrebbe portarvi a capire cosa succederà, dunque…

Dico una cosa, l’ultima: una cosa del genere è già successa in passato, dopo il matrimonio di Alja e Gee, e anche se stavolta sarà diverso…aspetto di sentire a cosa avete pensato! ;)

Sul suo incontro con Aiace, Niko e Line non ci sono particolari misteri -se non che quei tre han già intuito che Arden non sarà la benvenuta a Forradalom, e nemmeno per loro-, ma ho letteralmente adorato scriverlo, e spero che vi sia piaciuto! ;)

 

A presto,

Marty

  
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