Duecentouno
Troppo lontana dagli angeli di Forradalom
Siamo in fondo dei
bravi ragazzi
Natal’ja
e Feri erano i fondatori di Forradalom.
Arden l’aveva scoperto interrogando il sospettoso e beffardo Jànos, che pareva morir
dalla voglia di vederla sbiancare sulla forca, e ne era rimasta colpita.
Natal’ja,
una ragazza…
Un
quartiere di ribelli?
Sfiorava
i limiti del surreale.
Eppure
era tutto crudelmente reale.
Quel
mattino lei sarebbe stata sottoposta al giudizio e poi alla sentenza finale del
Capitano.
Feri Desztor
aveva ventotto anni e, quando i suoi occhi carbone lucente s’erano posati su di
lei, era più cupo che mai.
-Sei
stata scortese con la mia Natal’ja, vero? Le hai mancato di rispetto…-
-Non era
mio desiderio, Signore…-
-Capitano,
prego. Hai idea di cosa succeda a chi priva dei dovuti onori la mia
Luogotenente?-
-No…-
-Impiccato. Ma non sarà il tuo caso. Tuo padre pagherà per averti messa al mondo-
-No!-
-Non ne vale la pena…- sussurrò una voce lieve, quasi
carezzevole, e Arden riconobbe nella figurina che s’era accostata al Capitano i
lunghissimi capelli biondi e gli occhi dalla luminosità tagliente di Natal’ja.
-Abbiamo
ucciso abbastanza innocenti, Feri… Non
confondere gli Zaristi con gli idioti, dai-
Lo
sguardo ardente che Feri lanciò a Natal’ja fece rabbrividire Arden.
Doveva
tenerla in grande considerazione…
E quell’ “Abbiamo già ucciso troppi innocenti”…
Abbiamo.
Dio…
-Avvicinati,
Arden Stoeva-
Quando
lei lo fece, il Capitano le tirò uno schiaffo.
Poi
scoppiò a ridere.
-Potrai dire di aver visto l’inferno, se
tornerai. Jàn, prepara il patibolo! Sai com’è,
stella, non si sa mai.
Benvenuta a Forradalom-
Natal’ja
la prese per mano, e il sorriso che aveva rivolto a Feri svanì.
-Non sai niente di noi. Feri potrebbe
ucciderti davvero. Io gli voglio un bene dell’anima, ma stai attenta…
Non sono
la paladina di quelle come te-
Quelle come lei?
Arden non
sapeva cosa pensare.
Natal’ja
aveva le condizioni sociali di una serva, nel suo Palazzo non avrebbe neanche potuto
parlare, senza permesso.
Era assurdo.
E i
criminali come Feri Desztor suo padre li faceva sbattere nelle segrete.
Capitano di chi?
-Io non
ho niente contro la tua banda, Natal’ja. Voglio solo tornare a casa-
-E denunciarci alla Terza
Sezione?-
Arden
sbarrò gli occhi.
-Che
cos’è?-
-Dio, smettila d’ingannarci!-
-Ma non è
vero!-
-Come
vuoi. Ora vado dai miei figli. Buona
fortuna-
-I
tuoi figli?-
La Stoeva
si addolcì all’istante.
-Posso
venire con te?-
-Sono i miei figli. Non sono i bambini adorabili
che ti aspetti. Lo sono secondo i criteri di Sparta e di Forradalom.
Aiace si
sta esercitando a sparare, non capitargli a tiro. Niko se non conosci Omero ti
sputa in un occhio.
E Line…
Line è uguale a me. Vedi tu-
Arden
sorrise.
-Va
bene!-
-Davvero? Beh… Seguimi, se credi-
Quando
Natal’ja entrò in casa, cautamente seguita da una timida
Arden, a disagio davanti all’estrema povertà degli arredamenti, Nikolaj
era seduto sul pavimento con un tomo mastodontico sulle ginocchia e i begli
occhi azzurri lucidi di lacrime.
-Non
voglio che Ulisse tradisca Penelope… Perché fa tutti quei complimenti a
Nausicaa? L’ha appena conosciuta!-
-E’ un
romanzo d’appendice?- domandò Arden, curiosa.
Lys la
bruciò con lo sguardo.
-Sparati-
-E’
l’Odissea!- gridò Niko, con gli occhioni sgranati.
Poi si
rivolse alla madre, confuso.
-Scusa,
ma’… Questa cretina da dove spunta?-
-Dall’Anglo-Bulgaria.
Non sta simpatica neanche a me, ma ha voluto venire…-
-Vuoi che
la butti fuori, Lys?-
A parlare
era stato un ragazzino dalla bellezza folgorante, la pelle bruna e i capelli
scompigliati.
Aveva undici
anni, quasi dodici, e ne dimostrava almeno sedici.
Aiace.
Arden non
capì le sue parole, perché parlava in greco, ma
Natal’ja gli sorrise.
Lui corse
ad abbracciarla.
-Sei
sempre meravigliosa, mamma… Ma quella la potevi anche lasciare a Feri, se la
impiccava che male faceva?-
-Amore
mio, era inutile… Cioè, lo è anche da viva, eh, ma
cerca di capirmi…-
-Scusa,
in che lingua parlate?- si decise finalmente a chiedere Arden, turbata dallo
sguardo feroce del primogenito di Natal’ja.
-Greco.
Dialetto dorico. Peloponneso, Laconia, Sparta… Hai presente, no?-
-Mai
studiato…-
-Oh,
neanch’io. Colpa di mio marito-
-Certo…-
-Ehi,
Telamonio, Alcesti dov’è?-
-Scrive a
Theo. Secondo me è innamorata…-
-Di
Theo?-
-Sì! Nove
e trentadue anni. Mitico, no?-
-Già…-
-Ma è
cretino?! Laerte non l’ha mai pestato, quand’era a
Itaca?-
-Se ti
sente Tìa…-
-Se ti sentisse- sussurrò Nikolaj, tra i denti
-Ma’, non farmi arrabbiare-
Lys
sorrise, incredula.
-Dai, vai
a chiamare Line, perito grammaticale austriaco-
-Austriaco?-
-Che ci
posso fare, è nato lì!-
-Lì?-
-A
Vienna. In viaggio di nozze, avevo quattordici anni… Adoro quella città e adoro lui-
Alcesti
Caelie Gibson aveva nove anni ed era il ritratto di sua madre.
Con una
biondissima treccia sfatta oltre la vita, gli occhi chiari, dello stesso
contrasto mare-cenere di Natal’ja e del fratello minore, un abito bianco che le
sfiorava a stento le ginocchia, legato in vita da un
nastro di seta turchese, e i piedi nudi.
Aveva un
visino angelico, la pelle diafana, e al suo polso destro tintinnava una
cavigliera d’argento.
Lys la
baciò su entrambe le guance, stringendola forte.
-Céline,
lei è Arden Stoeva-
La
fanciullina inarcò un sopracciglio biondo.
-Prigioniera
di guerra?-
-Quasi-
-Che ci
fa qui?-
-Chiedilo
a lei! Voleva conoscervi-
-Se è un’altra
innamorata di papà le spacco la faccia-
-Non
l’aveva mai sentito nominare-
-Ah!
Male. Come mai?-
-Secondo me viene da un altro mondo-
-Probabile.
E’ così elegante! Come si permette?-
-Scusa,
qual è il problema?- intervenne la diretta interessata -Sei presuntuosa come
tua madre, vero?-
-Natal’ja
Eileen Gibson non è presuntuosa. Tu ripetilo e vedi se Aiace non ti pianta lo
xiphos in gola.
Hai fatto
piangere anche Nikolaj?-
-No, è
stato il protagonista del feuilleton-
-Ulisse- la gelò
Lys, roteando gli occhi.
-Oh,
Niko, tranquillo! Poi ci torna, a Itaca!-
-Peccato.
Maledetto fedifrago-
Céline
annuì, seppur perplessa.
-Lo
adoravi, prima…-
-E con
Nausicaa come la mettiamo? La prima volta mi sembrava più innocente...-
-Ehi,
sono… Bellissimi- commentò Arden,
sincera.
-Certo-
rispose Niko, annoiato -Siamo i figli di
Alja e Gee-
-Alja la vedo… Ma anche vostro padre era così bello?-
-Capirai.
Uno schianto. Da svenire. Anche in
ritratto dà i brividi…-
-Certo, Elettra, certo- sussurrò Aiace, beffardo
e al tempo stesso affettuoso.
Erano una
bella famiglia, la più incredibile che Arden Stoeva avesse mai visto.
Alla sua
età Natal’ja era già madre, moglie ed eroina di un quartiere.
Senza essere nobile.
I suoi
figli la adoravano, era come una sorella per loro.
La rispettavano.
Eppure
quel quartiere a lei faceva tanta paura.
Era
abitato da gente meravigliosa con la famiglia e con gli amici e spaventosa con
il resto del mondo.
Ma la loro diffidenza aveva un
senso.
Bisognava
avere idee e ideali speciali, sfrontati e rischiosi, per essere accolti a
Forradalom.
Lei era troppo
conservatrice per essere una di loro.
Arden
Stoeva, Contessina di Manchester e di Sofia…
Il
Capitano l’avrebbe davvero impiccata?
E i figli
di Natal’ja, potevano aiutarla?
Temeva di
essere piaciuta poco.
Troppo
elegante e confusa, sì.
Troppo lontana dagli angeli di
Forradalom.
Note
Sofia:
Capitale della Bulgaria.
Siamo in
fondo dei bravi ragazzi: Sedici anni, Rita Pavone &
Gianni Morandi. Naturalmente, riferito ai nostri forradalmi, è assolutamente ironico ;)
Arden
Stoeva comincia a conoscere Forradalom.
Ed è, sì, troppo lontana dagli angeli della Rivoluzione.
Con il
Capitano non nasce esattamente un’appassionata amicizia, anzi…
Feri le
ha fatto capire subito come stanno le cose.
Jàn la
odia a morte già dal primo incontro, e come vi avevo già annunciato il nostro
angelico Desztor con lei sarà un mezzo demonio, ma avrà anche i suoi motivi,
più avanti…
Io… Non
so esattamente cosa dire di lei. Non è un mostro di simpatia, no, e al di là
della paura/smarrimento, non sarà troppo gentile con i forradalmi, quando arriverà suo padre, anche se Alja parrebbe aver
convinto Feri a non giustiziare nessuno dei due.
Vi direi
di fidarvi delle impressioni di Jàn, per il momento.
Ormai vi
sarete fatti un’idea su di lei, anche se vaga -che io sono curiosa di sapere
;)-, e sappiamo che è Contessina di ben due città, quindi aggiungo solo che la
conosceremo meglio con l’arrivo del padre - il quale avrà dei
“problemi” soprattutto con Lys.
C’è un elemento, in questo capitolo, molto molto tra le righe, che potrebbe
portarvi a capire cosa succederà, dunque…
Dico una
cosa, l’ultima: una cosa del genere è già successa in passato, dopo il
matrimonio di Alja e Gee, e anche se stavolta sarà diverso…aspetto di sentire a
cosa avete pensato! ;)
Sul suo
incontro con Aiace, Niko e Line non ci sono particolari misteri -se non che
quei tre han già intuito che Arden non sarà la benvenuta a Forradalom, e
nemmeno per loro-, ma ho letteralmente adorato scriverlo, e spero che vi sia
piaciuto! ;)
A presto,
Marty