IL BACIO DELLA BUONA NOTTE
(OVVERO: COME TENERE A BADA GLI
ORMONI)
Amy uscì dallo
spogliatoio con indosso un kimono rosa pesca con farfalle giallo pallido, e
s’incamminò verso la sua stanza, ma qualcuno l’aspettava nel corridoio coperto
che portava dal laghetto termale all’albergo. Era Julian, il suo Julian, ma… ma
che cosa aveva fatto?
Il ragazzo aveva un
sorriso strano, gli occhi lucidi e rossi e l’aspettava con le mani in tasca ed
aria indifferente.
“Julian, che c’è?”
Gli chiese la ragazza; lui le sorrise dolcemente, rassicurandola subito.
“Niente, è che, con i
ragazzi, abbiamo riso un po’…” Le rispose.
“Avete… riso? E
perché?”
“Stupidaggini.”
Glissò il ragazzo. “Adesso smettiamola di parlare dei miei amici, e parliamo di
noi…” Sussurrò prendendole le mani. “Non vuoi darmi il bacio della buona notte,
stasera?”
“Certo…” Rispose Amy,
alzandosi sulle punte dei piedi, per permettere a Julian di baciarla sulle
labbra. Fu, come sempre, un bacio dolcissimo, pieno di complicità ed amore.
“Hm… buono… che
cos’è?” Commentò il ragazzo, staccandosi dalle labbra di lei.
“Burro di cacao
all’arancia.” Confessò timidamente lei.
“Mi piace!” Annunciò
Julian, stringendo a se la sua minuta ragazza, dai lunghi capelli ramati.
Era passato qualche
minuto e Patty non accennava a riemergere; Benji cominciava a preoccuparsi.
La ragazza aveva
deciso che non sarebbe riemersa finché lui non se ne fosse andato, ma forse la
sua mente cominciava ad annebbiarsi per mancanza di ossigeno; improvvisamente
Patty sentì una forza misteriosa tirarla fuori dall’acqua. Quando aprì gli
occhi si trovò di fronte la faccia aggrottata di Benji; il ragazzo la reggeva
per le spalle.
“Patty, che cazzo!
Volevi morire affogata?!” Le urlò, mentre lei stava ancora riprendendo fiato.
Cominciarono a guardarsi negl’occhi; passarono i secondi.
“Scu… scusa.” Disse
poi la ragazza.
“Pazzerella, mi hai
fatto prendere un colpo!” Sorrise lui, abbracciandola; solo quando le sue
braccia circondarono la ragazza, e quelle di lei il suo torace, entrambi si
resero conto di essere nudi, gli asciugamani chissà che fine avevano fatto. Si
respinsero velocemente, e, altrettanto velocemente, Patty sparì negli
spogliatoi.
“Il bagno termale più
strano della mia vita!” Commentò il portiere abbassando lo sguardo. “Oh, no!”
Esclamò poi, notando che un parte del suo corpo stava reagendo a quel contatto…
femminile; poi si sprofondò nell’acqua, arrossendo violentemente.
Davanti alla porta
della sua stanza, Jenny, trovò il suo amato ‘capitano’ che l’aspettava, col suo
sorriso dolce stampato in faccia… un po’ troppo stampato…
“Philip, amore, che…”
“Nulla, nulla!” Si
affrettò a dire Callaghan. “Battute tra amici, non preoccuparti.” Jenny non era
molto persuasa. “E dai, vieni qui, non sarai gelosa dei miei amici?”
“A volte siete un po’
troppo complici…” I due ragazzi si erano avvicinati.
“Lo sai, io amo solo
te!” Affermò Philip, stringendola tra le braccia; lei sorrise confortata dal
tono sicuro con cui lui aveva pronunciato quelle parole.
“Baciami.” Gli
sussurrò all’orecchio.
Le labbra di Philip percorsero
la sua guancia, il mento, fino a trovare le sue labbra, che si dischiusero con
esasperante lentezza, mentre le mani del ragazzo percorrevano il suo kimono
azzurro, cercando uno spiraglio per toccare la sua pelle morbida.
“Hm…” Sospirò Julian
Ross, stendendosi sul letto e posando un bicchiere d’acqua sul comodino.
“Hai salutato la tua
Amy?” Gli chiese il suo compagno di stanza, Philip Callaghan.
“Hm… le sue labbra
sapevano d’arancia…”
“Hm, hm.” Rise l’amico. “Jenny
profumava di cioccolato.” Entrambi sospirarono, poi seguirono alcuni secondi di
silenzio. “Julian, a che punto siete?” Domandò poi Philip, Ross si voltò verso
di lui.
“Al famoso punto,
credo.” Ammise il ragazzo.
“Io e Jenny ci siamo
andati vicino, un paio di volte, ma lei non si sente ancora pronta, ed io ho
deciso di aspettarla.” Raccontò Philip.
“Giusto, ma per me è
un po’ diverso.” Rispose l’amico. “Vedi, dopo il trapianto sto bene, anzi
benone, ma so che la mia vita non sarà lunga come quella di una persona
normale…” Spiegò Julian, con una calma impressionante. “…e ho deciso che voglio
tutte le cose belle della vita…”
“Compreso il sesso…”
“Sì, ma non voglio
forzare Amy, ma non perché credo che lei non si senta pronta, solo perché si
preoccupa troppo della mia salute, che io non faccia sforzi…”
“Ma, cavolo, Julian,
se puoi reggere un partita di calcio! Quello dura molto meno, purtroppo…”
Intervenne Philip.
“Lo so, ma considera
anche il coinvolgimento emotivo… Mi pare di immaginarmi Amy, che tra le mie
braccia, si chiede se io stia bene.”
“Effettivamente…
l’idea non è troppo stimolante…”
“Bah, per ora
aspetto, visto che sto bene!” Affermò sorridente Ross, scartandosi una
caramella. “Ne vuoi una?”
“I dolci prima di
dormire fanno male ai denti.” Rispose ironico l’altro.
“Chissenefrega, è l’unica
cosa che posso godermi, per ora. Tu non hai idea di quanto mi abbiano stancato
quelle schifosissime braciole di soia!”
“No, ma me lo posso
immaginare!”
“Sono convinto che
hanno lo stesso sapore di pezzi di cartone pressato. Sono arrivato al punto che
mi sogno la notte panini grondanti di unto, pizze di mezzo metro quadro, gelati
ricoperti di panna, spaghetti pieni di sugo…”
“Questo, di te, non
l’avrei mai sospettato!” Esclamò stupito Callaghan.
“Beh, quando uno
mangia, per tutta la vita, roba che ha tutta lo stesso sapore, alla fine cede
all’esasperazione!”
“Penso proprio di
sì.”
“Adesso è meglio che
dormiamo un po’, sono già le due.” Concluse Julian, ancora sorridendo.
“Spengo io la luce.”
Affermò Philip, allungando la mano verso l’interruttore. “Buona notte, Julian.”
“Buona notte Philip.”
CONTINUA...