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Autore: MikiBarakat96    13/03/2012    1 recensioni
One-shot sul testo di Moments. Adoro questa canzone e mi è venuta l'idea di scriverci una piccola storia (anche se storia non è il termine più adatto). Se volete saperne di più aprite e leggete ;). Le recensioni sono bene accette.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiusi la porta.
Non accesi la luce, non ce ne era bisogno. I sottili raggi di sole che penetravano dalla tapparella erano sufficienti perché potessi vedere.
Nessun beep risuonava nella stanza; i macchinari non erano accesi, non lo erano più da un tempo che mi sembrava infinito e, invece, erano solo poche ore.
Mi sedetti sulla sedia accanto al letto.
Avevo tantissimo tempo e lo avrei passato semplicemente stando seduto su quella sedia, vicino a lei.
Era tutto quello che volevo: stare insieme a lei, per cercare di sentire anche una sola rimanenza di quel sentimento così dolce che lei mi aveva donato.
Nella stanza c’era silenzio. L’unica cosa che riuscivo a sentire era il mio cuore che batteva forte. Era un cuore rimasto solo, abbandonato… ma ancora non lo aveva capito.
Allungai una mano tremante verso la sua, sapendo già cosa avrei sentito.
Freddo.
La sua mano era fredda… come la neve.
Se potessimo avere un giorno in più, magari ci andremmo sulla neve. In una casa in montagna, stretti l’uno all’altra sotto una coperta calda, davanti ad un fuoco scoppiettante e con in mano due tazze di cioccolata calda.
Amavi la cioccolata.
Strinsi la sua mano tra le mie. Dovevo ricordare il suo calore, dovevo immaginare che il tocco freddo delle sue mani fosse in realtà caldo e dolce come sempre.
Non ci riuscivo.
La verità era davanti ai miei occhi e non potevo ignorarla.
Calde lacrime scivolarono sulle mie guance. Silenziose ma dolorose.
Guardai l’orologio appeso alla parete spoglia. Segnava il trascorrere dei secondi in silenzio.
Era passato solo un giorno.
E se avessi avuto il potere di fermare quell’orologio? E se avessi potuto riportare indietro il tempo? Avrei speso ogni minuto a ricordarle che il mio cuore batteva solo per lei, ogni mio respiro era solo per lei.
Lei era la mia vita.
Senza di lei non c’era più nulla.
Se avessi avuto un altro giorno, glielo avrei detto. Avrei cercato le parole migliori per dirle quello che provavo, per dirle quanto infinito fosse il mio amore.
Ma ormai era tardi.
Mi aveva già lasciato.
Mi alzai, mi avvicinai alla porta.
Girai la chiave chiudendola.
Buttai la chiave a terra. Il rumore rimbombò nella stanza, ma fu solo questione di un attimo, poi tutto tornò silenzioso.
Ero fuori dal mondo, lontano dalla mia vita.
Io non avevo più una vita! L’avevo persa da almeno un giorno.
Non volevo essere interrotto… volevo essere lasciato in pace, volevo stare da solo con lei.
Tornai a sedermi sulla sedia.
Avevo tanti pensieri in testa, ma nessuno significava davvero qualcosa.
Solo uno.
La guardai.
Avrei voluto solo un giorno. Solo ventiquattro ore. Avrei voluto riabbracciarla un’ultima volta.
Non mi ero mai chiesto cosa avrei fatto se avessi avuto un giorno in più di questa vita.
Ora lo sapevo.
Era tutto così ingiusto.
Perché stavo piangendo? Perché non potevo essere felice? Perché era successo a me?
Volevo gridare, ma non ne avevo la forza.
Mi alzai dalla sedia e arrivai al balcone.
Tante macchine si muovevano sotto di me. Loro non avevano idea di quanto mi sarebbero state d’aiuto.
Ma era davvero giusto? Stavo facendo la cosa giusta?
In ogni caso non avrei mai avuto il tempo di pentirmene.
Non potevo avere un giorno in più.
E non mi serviva.
Tornai vicino al suo letto.
La guardai e improvvisamente fui invaso dai ricordi. Ricordi di una vita dolce, serena, ricordi di momenti memorabili, momenti di amore, di passione, di gioco, di corse per la strada. Momenti bellissimi che il tempo non mi avrebbe più ridato indietro.
Erano andati, vissuti, spariti. Erano solo ricordi dolorosi che non mi appartenevano più.
Quella non era più la mia vita.
Mi tolsi una parte dei vestiti.
Non ne avevo più bisogno.
Li lasciai ai piedi del suo letto.
La guardai per l’ultima volta. Le accarezzai con dita tremanti una guancia.
Nessuno ci avrebbe separati.
L’aria era fredda, si abbatteva feroce contro il mio corpo.
Brividi mi attraversavano il corpo, ma non m’importava.
Ero sul bordo della ringhiera.
Ad un passo dal vuoto.
Nessuno mi avrebbe fermato, perché nessuno era lei, nessuno aveva custodito il mio cuore come aveva fatto lei. Non sarei stato fermo ad aspettare il mio tempo straziato da un dolore eterno, no. Lei non poteva tornare da me.
Io potevo andare da lei.
Un passo in avanti
e tutto finì.
In un solo momento che non avrei mai ricordato.
  
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