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Autore: bambolinazzurra    14/03/2012    4 recensioni
Roxas ha una piccola "disavventura" che lo costringe ad abbandonare la sua prima palestra e a trovarne un'altra. Axel, il suo nuovo istruttore, si diverte a stuzzicarlo e metterlo a disagio.
Chi avrà la meglio?
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Axel, Lexaeus, Roxas, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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ROXAS P.O.V.


Sabato sera. Amici. Discoteca. Niente di strano, giusto?
“Non nelle prime due!”
Roxas non riusciva a capire come avessero fatto i suoi amici a convincerlo ad andare a quella stupida, sordida e seccante serata in discoteca.
Si lamentò ancora una volta, mugugnando a mezza voce, insofferente.
- Non puoi più tirarti indietro, bello, la tua quota l’hai pagata ormai – fece allegramente Hayner, un passo davanti a lui.
- Non me lo ricordare, 120 munny buttati! Avrei potuto prenderci un bel po’ di ciambelline salate –
- O un sacco di dolcetti – fece eco Pence, anche lui imbronciato per essersi lasciato persuadere – Almeno sarebbe valsa la pena spenderli –
Olette, che lo trascinava entusiasticamente tenendolo per mano, gli rivolse un’occhiata di rimprovero, cui lui rispose con una di scuse, ma non di rimorso.
- Non lamentarti, Roxy, almeno possiamo passare un po’ di tempo insieme, non ci vediamo da settimane! – sorrise Naminè.
- Tutto quello che vuoi, Nanà, ma non chiamarmi Roxy! –
- Né tu Nanà! –
Sora, suo cugino, sorrise ammiccante stringendo Kairi, mentre Selphie li guardava sognante.
Roxas era esasperato: era evidente che Naminè aveva una gran cotta per lui, ma per ovvi motivi lui non ricambiava, quindi non le aveva mai dato false speranze. Ovviamente, però, tutti credevano che sarebbero stati una bellissima coppia, entrambi biondi e con gli occhi azzurri, eccetera eccetera. Ma dato che lì in mezzo l’unico a sapere delle sue tendenze era Hayner, lui era costretto a sentirsi chiedere in continuazione perché non si facesse avanti con Naminè.
Sbuffò un’altra volta e meditò la fuga, fregandosene dei soldi spesi, ma ormai erano arrivati a destinazione.

Sotto la luce stroboscopica si aveva l’impressione di muoversi al rallentatore.
Roxas, una bibita in mano, osservò la porzione di pista davanti a lui, dove si trovavano i suoi amici. Naminè sembrava passarsela piuttosto bene, c’erano ragazzi che la invitavano a ballare a destra e a manca, ma di tanto in tanto lei gli faceva segno di raggiungerla. Lui sorrideva e scuoteva la testa, sollevando il bicchiere come per brindare alla sua salute.
Olette, le braccia che ondeggiavano in alto, muoveva i fianchi e il bacino in modo sensuale, accanto a un impacciato Pence, che cercava goffamente di muoversi al ritmo di quella “musica” assordante. Roxas sorrise un tantino sadicamente al palese imbarazzo dell’amico, contento di non essere al suo posto.
Riku teneva soprattutto d’occhio Selphie, che ingenuamente accettava inviti dai ragazzi con molta leggerezza, ma ogni tanto ballava anche lui. Riku fu davvero una sorpresa, in quel senso: si muoveva a tempo con incredibile eleganza, oltre ad essere un gran figo. Peccato solo per i capelli, tinti di un colore così innaturale, per un giovane. Ma del resto i capelli di colori strani sembravano di moda, in quella città. Roxas fece una smorfia e cercò di non pensare a Marluxia, ma posò la bibita e si allontanò dal tavolo, in preda a un improvviso attacco di nausea.
Sora e Kairi sembravano ballare il “Rock del Francobollo”, ma ogni tanto Roxas poteva vedere Sora pestare i piedi della ragazza. Il solito imbranato!  Eppure si muoveva abbastanza bene, riflettè Roxas, accigliato, solo dal bacino in giù era scoordinato, come se avesse imparato a ballare con una coda da sirena o qualcosa del genere.
Hayner continuava a sbucare a sorpresa dai più svariati punti della pista da ballo, ogni volta in compagnia di una ragazza diversa, quindi le ipotesi erano due: o spopolava davvero, con il gentil sesso, o aveva già preso diversi pali. Conoscendolo, Roxas era più convinto della seconda.
Proprio in quel momento Hayner emerse dalla folla e lo portò fuori dalla sala per chiacchierare un po’.
- Proprio sicuro di non aver cambiato idea riguardo alle ragazze? – chiese a un certo punto, ridacchiando – Perché ce ne sono diverse che ti hanno notato. Oltre Naminè, ovvio –
- Lusingato, ma continuo a preferire i maschietti –
- Oh, beh, le condizioni per non perdere la mia amicizia le sai – scherzò Hayner portando le braccia dietro alla testa.
Roxas se la ghignò di gusto.
- L’amicizia non ha condizioni, Hayner – disse Roxas insinuante, fissandolo dalla testa ai piedi con finta aria di apprezzamento – Comunque rilassati, non sei il mio tipo: troppo biondo –
Hayner fece uno starnuto che suonò stranamente come “Seifer!”.
Roxas avvampò.
- Razza di bastardo, questa la paghi! – e iniziò a picchiarlo per gioco, provocando l’immediata reazione dell’amico.
- Ehi, ragazzi! Interrompo qualcosa? – esclamò Naminè, comparendo all’improvviso accanto a loro, con il viso arrossato dal ballo e acceso di entusiasmo.
- Sì – rispose all’istante Hayner, fingendosi indignato – Ci stavamo creando un momento romantico –
- Oh, potrei quasi crederci… Di te intendo, Hayner! – e gli fece l’occhiolino.
I due ragazzi si guardarono un istante negli occhi. Poi risero. Risero incontrollabilmente, le mani l’uno sulle spalle dell’altro, come a sorreggersi a vicenda e le lacrime che scendevano sui loro visi deformati dal divertimento. Naminè li osservava sorridendo, pur non avendo ben capito il senso di tanta ilarità; ma d’altra parte l’allegria dei migliori amici per eccellenza era sempre contagiosa.
I tre non si accorsero del solitario osservatore appoggiato al muro dietro di loro a braccia incrociate.
Solo diversi minuti dopo Roxas si calmò abbastanza da chiedere a Naminè perché fosse fuggita dalla sua miriade di ammiratori.
- Oh, sì, l’hanno appena annunciato. Indovinate chi hanno invitato come ospite della serata –
- Un grosso topo parlante? – chiese Roxas.
Hayner gli diede un pugno sul braccio.
- Certo che no, idiota! È una permalosissima papera magica! –
Naminè alzò gli occhi al cielo: a volte i ragazzi sapevano essere così infantili!
- Piantatela, pagliacci! Il nome Demyx vi dice qualcosa? –
- Chi?! – fece Hayner.
- Non è il tipo che ha partecipato a quel programma, “Nemici”*, dove ti insegnano a cantare e tutto il resto? –
- Proprio lui! – fece Naminè, in preda all’eccitazione.
- E tu come lo sai? – chiese Hayner, leggermente schifato.
- Ne parlavano in palestra –
- Oh, andiamo, dobbiamo prendere posto, pare che sarà uno spettacolo coi fiocchi e mancano solo 10 minuti! –
Detto questo, Naminè si abbarbicò allegramente al braccio di Roxas, senza dargli possibilità di scampo, mentre Hayner, dall’altro lato, lo prendeva affettuosamente per la collottola.
Il solitario osservatore sparì attraverso la porta riservata al personale con un piccolo svolazzo del lungo soprabito nero.
- Che ha di speciale quel tipo, Naminè? – chiese Roxas, una volta che furono al tavolo con gli altri, in una sala ora caritatevolmente silenziosa.
- Ha una bella voce e suona divinamente una strana chitarra indiana, il sitar, credo… -
- … che è un grosso fallo blu – completò Olette – Non mi stupirei affatto se fosse gay – disse con una risatina.
Naminè mise su il broncio, ma non replicò.
- Che hai contro i gay, tu? – chiese invece Hayner bruscamente.
Olette parve sorpresa.
- Assolutamente niente! Era solo una semplice considerazione –
- Meglio per te –
- Ma che ti prende, Hayner? –
- Niente, non mi piacciono gli omofobi –
- Comunque – intervenne Kairi per spezzare la tensione – Secondo me lo tenevano a Nemici soprattutto per il suo aspetto e perché fa ridere –
Una musica molto dolce li costrinse tutti al silenzio e così fu anche per il resto della sala.
Gli sguardi, che fossero eccitati o indifferenti, impazienti o insofferenti erano tutti puntati sul palcoscenico arrangiato semisommerso da una strana nebbiolina bianca, sul quale pochi istanti dopo apparve la figura vestita di bianco di un ragazzo dai capelli di un biondo-castano, con un buffo taglio, pettinati a spazzola. Questo sorrise dolcemente, accompagnando la melodia con il suo sitar blu. Sembrava proprio un angioletto.
Ma ovviamente lo spettacolo non poteva essere tutto lì. Infatti si udì all’improvviso una specie di tuono e un uomo ammantato di nero sembrò comparire dal nulla.
Il nuovo venuto si volse verso il fondo della sala e tese lentamente la mano destra coperta da un guanto nero, il palmo aperto verso l’alto, come ad invitare qualcuno.
Roxas ebbe la stranissima impressione di essere lui quel qualcuno, perché si sentiva decisamente osservato e, quindi, a disagio. Improvvisamente provò molto più interesse per l’esibizione.
Il silenzio in sala era palpabile. Molto lentamente l’uomo in nero riportò l’attenzione sull’angelico Demyx e lo indicò con la mano ancora tesa, ma portando il palmo verso il basso.
Quindi iniziò una musica anni ’70, che Roxas non riconobbe subito, così come molti altri in sala. Dopotutto la folla era formata esclusivamente da ragazzi molto giovani.
Ma poi…

Burn baby burn!

Roxas trasalì: ormai aveva riconosciuto la dannatissima canzone.
A perfetto tempo con le parole si levarono delle lingue di fiamma e l’uomo in nero si tolse il cappuccio, rivelando capelli rossi appuntiti e brillanti occhi verdi.
Axel?! Lui e quella fottuta canzone!” pensò con una stretta allo stomaco. Quella fottuta canzone che tuttavia l’aveva fatto fantasticare per ore, giorni prima; quella che aveva pensato di inserire nel suo i-pod, una volta ricevuto per il compleanno. La stessa che ora probabilmente non avrebbe mai più voluto ascoltare perché lui la stava per ballare con un altro ragazzo.
Roxas si lasciò sfuggire un debole rantolo, che per fortuna notò solo Hayner, che però era troppo assorto da ciò che vedeva per voltarsi.
“Accidenti Roxas, controllati! Lui non è mica di tua proprietà! E probabilmente non è neanche gay. Che spreco!
Era evidente che Axel rappresentava un diavolo venuto per corrompere l’angelo. I due iniziarono un duello a ritmo musicale parecchio movimentato, che si concluse con Demyx che si strappava di dosso la tunica bianca, rivelando anche lui un mantello nero, e si chinava sconfitto ai piedi del vincitore, che guardava la folla ghignando in modo malvagio. Appena si fu spenta l’ultima nota, Axel proruppe in una risata satanica.
A quel punto la folla impazzì e la sala risuonò di applausi e grida entusiaste. I due ragazzi fecero un piccolo inchino e Demyx afferrò il microfono.
- Salve a tutti e grazie per il calore che ci state riservando! Anche se confesso che di calore qui ce n’è fin troppo – disse facendosi aria con la mano.
Risatine dalla folla.
- Ma andiamo con ordine, prima di tutto devo ringraziare il mio amico Axel per aver fatto da coprotagonista in questa coreografia – Applausi scroscianti dalla folla, cui Axel rispose con un cenno disinvolto della mano.
- In realtà avrei voluto fare io la parte del diavolo – proseguì Demyx – Ma non sarei stato credibile, temo. Qualche minuto di pausa per noi, allora. Voi godetevi la prossima canzone, ci rivediamo tra poco! –
E Demyx si diresse verso le stanze del personale.
Axel, invece, iniziò a vagare per la sala, venendo intercettato più e più volte, soprattutto dalle ragazze, che gli si assiepavano attorno eccitate.
“Visto, Roxas? È pieno di ragazze”
- Ditemi se non è stato grandioso! – squittì Naminè.
- Stavolta sono d’accordo con te, è stata una performance ben fatta, dopotutto, si sono mossi bene – ammise Olette.
Pence si accigliò un pochino, ma in fondo pensava la stessa cosa.
Selphie e Naminè, che erano entrambe single, a quel punto si sentirono libere di fare commentini maliziosi sulla figaggine dei due che si erano appena esibiti.
“Ci mancavano pure loro”
Roxas non aveva ancora aperto bocca. Non era esattamente sotto shock, in fondo aveva solo scoperto che gli piaceva il suo allenatore. Anche se qualche sospetto già ce l’aveva. Ora era solo ufficiale.
- Che ti prende, amico ? –sussurrò Hayner.
La replica di Roxas fu sovrastata dagli improvvisi squittii eccitati delle due ragazze libere e dalle esortazioni degli altri a darci un taglio. La ragione di tutto quel fermento fu presto chiara: Axel si stava dirigendo senza alcuna esitazione verso il loro tavolo.
Le ragazze furono allo stesso tempo deliziate e deluse nel vederlo fermarsi davanti a Roxas.
- Ehi! – disse Axel con un vago cenno di saluto alla tavolata – Bella serata per divertirsi, ragazzi! –
- Già – fece Roxas.
- Che sorpresa vederti qui, ragazzino! –
- La sorpresa sei stato tu a farla a me con quella manfrina – replicò Roxas, le sopracciglia inarcate al massimo.
Lo guardò come se lo vedesse per la prima volta. Gli spinosi capelli rossi, i brillanti occhi verdi, i piccoli tatuaggi viola sotto gli occhi. Colori che contrastavano terribilmente tra loro, ma erano suoi. Colpiva come un pugno in un occhio: l’unico pugno che Roxas trovasse piacevole.
Gli altri, ammutoliti, seguivano avidamente gli scambi.
Axel sorrise compiaciuto, sventagliandosi con la mano, piuttosto rosso in viso.
- Almeno stasera non hai freddo – commentò sarcastico Roxas offrendogli la sua bibita per rinfrescarsi. Sapeva quanto il rosso fosse freddoloso, ma ora sembrava davvero accaldato.
Axel bevve d’un sorso.
- Grazie, ragazzo, ci voleva proprio. Ops! – aggiunse poi, accorgendosi di avergliela finita tutta – Te ne devo una! –
- A buon rendere, allora! – Roxas sperò che non fosse solo un modo di dire - Ehm… Che ci fai con quel tipo? –
- Io e Demyx ci conosciamo da quando eravamo bambini e per la musica abbiamo sempre avuto una certa sintonia- spiegò Axel - chi meglio di me per lo spettacolino? Ci siamo allenati parecchio ultimamente –
- Questo spiega molte cose – ribattè mordace Roxas: non si erano visti per ben quattro sedute e Marluxia era stato piuttosto difficile da tenere a freno, in sua assenza.
Axel scosse la testa con condiscendenza, sorridendo divertito.
- Buona serata a tutti, ragazzi e signorine! Ci si vede presto, Roxas! –
E se ne andò dopo avergli dato una piccola pacca sulla spalla. Roxas lo seguì con lo sguardo finche potè, assorto: era la prima volta che lo chiamava per nome.
Naturalmente le ragazze assalirono subito Roxas e anche, con sua gran sorpresa, i ragazzi.
- Calmatevi – borbottò lui, seccato – è il mio istruttore in palestra –
- Beato te, Roxas! – sospirò Selphie.
“Già” pensò lui con un mezzo sorriso “Beato me”.
Qualcosa nell’espressione di Hayner gli disse che quel pensiero era stato in qualche modo intercettato.

* Chiara caricatura del programma "Amici". Non ho niente contro il programma in questione, ma non mi piace e non lo seguo. Non me ne vogliano quindi quelli che lo apprezzano. Ho solo pensato che fosse adatto allo scopo.


Bene, ecco a voi il capitolo dal punto di vista di Roxas. A tempo di record, aggiungerei!
Posterò tra qualche giorno quello di Axel, il tempo di scrivere qualche altro capitolo: voglio averne sempre almeno un paio di riserva, in caso avessi qualche imprevisto e non riuscissi a scrivere per un po’. Così voi non rimarreste a bocca asciutta per troppo tempo.
Spero che questo vi sia piaciuto.
Grazie a tutti quelli che mi leggono e a chi si ferma sempre a commentare, vi adoro!
Alla prossima! ^^
  
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